Diciamolo subito, non si è vista una gran pallacanestro ma c’era da aspettarselo. Troppo alta era la posta in palio per non avere riflesso sulla tensione nervosa dei protagonisti, molti dei quali in difetto di quella esperienza necessaria a giocare partite così importanti. Tanti errori al tiro e molte palle perse caratterizzavano così un inizio di gara dove a far da lepre era Lanciano, grazie soprattutto, guarda caso, a totem Cukinas, il cui peso degli anni se grava sulle sue scricchiolanti ginocchia offre anche, di converso, il vantaggio di una rendita d’esperienza e di saggezza tattica utile in questi casi a far la differenza. La Magic parte con l’handicap della squalifica di Pelliccione, un’assenza che si riflette anche nel condizionare Manu Musci, costretto a giocare slow&softly, sia in attacco che in difesa, nel timore di gravarsi precocemente di falli. Sotto canestro, quindi, Lanciano chiude a doppia mandata, offrendo spazi ad un tiro perimetrale che la Magic stenta ad attestare su percentuali di una qualche rilevanza. Se a questo si aggiunge la prova generosissima in difesa di Alex Martelli, che bracca come un segugio Joe Hart, si ha l’esatta percezione delle importanti difficoltà incontrate, almeno inizialmente, dai Magici.
Nella seconda e terza parte della gara, inevitabilmente, l’incidenza di Cuikinas si attenua, permettendo alla Magic di restare in partita, nonostante le reiterate difficoltà ad andare in ritmo in attacco e a trovare sufficiente fluidità di gioco. Italiano sale comunque di livello, trovando un paio di canestro oltre la linea dei tre punti che ridanno slancio e fiducia ai neroverdi. Dalle mani di Masciulli, subentrato a Musci, arrivano, inoltre, i punti che non ti aspetti. Bravo Luca! L’attacco di Lanciano s’ingarbuglia nelle maglie e nelle trappole difensive, orchestrate sapientemente da coach Castorina. Ranitovic, nervoso e impreciso, non trova gli spazi che ebbe all’andata ed è relegato al ruolo di comprimario. Tutto questo permette alla Magic di rimontare e di passare a condurre (52-50) a chiusura del terzo quarto.
I due minuti di sosta, offrono, però a Lanciano l’opportunità di schiarirsi le idee e di rompere l’inerzia della partita. Quando si torna a giocare il dio del basket strizza l’occhiolino ai padroni di casa, regalando ai padroni di casa un paio di canestri pesantissimi, ricavati da azioni più casuali che ragionate. Di converso la palla balla più d’una volta beffarda sul ferro frentano. Chieti avrebbe l’occasione per andare a + 5 ma non la sfrutta e così l’Unibasket, serrate le fila e tornata compatta, ritrova in perfetta sequenzialità: punti, coraggio, slancio e vittoria. Ad ergersi a protagonista assoluto, sia nel bene che nel male, il giovane talento di Mordini, che dalla distanza sforacchia a ripetizione, con precisione chirurgica, il canestro dei neroverdi, lasciandosi però andare a qualche inopportuna e del tutto ingiustificata posa irridente nei confronti del folto pubblico teatino. Peccati di gioventù che stonano in un clima sportivo improntato al più assoluto fair play tra i giocatori in campo e un pubblico, molto numeroso e altrettanto corretto sugli spalti. Peccati veniali, ma non troppo, ignorati dallo stesso coach Corà, che al posto di rampognare il giovane pontino gli offre a due minuti dalla sirena un’inopportuna passerella finale. Questione di stile, nulla che incida sulla gara, meritatamente vinta da Lanciano, che con la qualità e la profondità di panchina che si ritrova può essere considerata a pieno titolo la favorita verso la corsa alla promozione.
Onore anche ai neroverdi, apparsi non nella solita brillantezza ma comunque autori di una prova generosa ed applicata. Hart si è messo con umiltà a servizio della squadra, non essendo ancora perfettamente inserito nei meccanismi di gioco di coach Castorina. Questione di tempo, le qualità del britanno sono palesi, ci vorrà solo un po’ di pazienza per metterle a pieno servizio della squadra. Quasi inutile aggiungere altro, resta solo un po’ di rammarico. Sarebbe stato bello giocarsela con Pelliccione ma così non è stato ed è pur vero che con i se e con i ma non si è mai costruita una buona classifica. Da martedì si torna a lavorare con la dedizione e l’umiltà di sempre. Ormai il traguardo della regular season è vicino. La corsa continua, pronti per la volata finale!
UNIBASKET LANCIANO vs MAGIC BASKET CHIETI 78-66
Punteggi progressivi: 19-11; 34-28; 50-52; 78-66.
Punteggi parziali: 19-11; 15-17; 16-24; 28-14.
UNIBASKET LANCIANO 78 D’Eustachio 7, Cukinas 22, Mordini 20, Martelli 8, Ranitovic 3, Masciopinto, Agostinone 11, Di Giovanni ne, Adonide 2, Capuani 5, Cancelli ne. All. Corà
Tiri da due 24/36 67%; tiri da tre 5/25 20%; tiri liberi 16/22 68%; Rimbalzi 35 (9-26).
MAGIC BASKET CHIETI 66 Italiano 17, Povilaitis 13, Musci 9, Di Falco, Hart 6, De Gregorio 13, Alba, Mennilli, Masciulli 8, Di Federico ne. All. Castorina
Tiri da due 17/39 44%; tiri da tre 7/26 27%; tiri liberi 11/17 65%; Rimbalzi 29 (8-21).
ARBITRI – Di Santo e Giambuzzi: fiscalissimi, hanno fischiato tanto, forse troppo e qualche volta a sproposito, non hanno però inciso sul risultato della gara, mostrando un metro d’interpretazione della partita magari non condivisibile ma sempre coerente, meritano pertanto un’ampia sufficienza.