Coach Ramagli, in sala stampa, cerca di analizzare i tanti siginificati di una partita in cui diversi aspetti venivano a convergere, dall’importanza ai fini della classifica, all’inserimento di tanti nuovi giocatori, alla condizione fisica disomogenea del gruppo: “Complimenti a Trieste -sono le prime parole del tecnico- perché è stata molto solida, ha distribuito bene le energie e questo alla lunga ci ha fiaccato. Nell’ultimo periodo onestamente proprio fisicamente non siamo riusciti a competere, ma fino a quel momento, nonostante gli errori, le titubanze ma anche gli eccessi dovuti al pochissimo tempo trascorso insieme per poterci conoscere, siamo stati lì. Loro, prima dell’inizio del quarto periodo, non erano riusciti a spaccare la partita, poi effettivamente la differenza di amalgama, la loro maggior lucidità e alcuni canestri di livello hanno fatto la differenza. Era una partita -prosegue il coach- che ovviamente volevamo vincere, ma rappresentava allo stesso tempo anche un test, per capire come questi nuovi pezzi del mosaico potessero incastrarsi con i vecchi e le risposte sono state onestamente diverse. C’è chi ha giocato una partita più sbarazzina e con leggerezza, chi ha faticato di più, ci sono stati assetti più funzionali, altri invece che lo sono stati solo a tratti: c’è bisogno di rivedere la partita con attenzione per capire certe cose, ma questo era da mettere in preventivo”.
Ramagli cerca poi di allargare l’orizzonte: “Noi dobbiamo cercare di vedere tutto il positivo che c’è stato in questa gara: Trieste è un’ottima squadra, forte, di talento, profonda. Rianalizzare la partita e trovare il buono -afferma il coach- deve essere il primo step, anche perché il negativo lo si vede abbastanza facilmente: basta guardare la prestazione individuale di qualcuno, legata anche a un deficit di condizione che già conoscevamo. Sarebbe troppo facile, adesso, sparare addosso al nostro ultimo quarto e non vedere gli spunti che ci sono stati nella prima mezz’ora e che sicuramente possono darci qualcosa di diverso e funzionale per il prosieguo della stagione”.
Il tecnico biancorosso tuttavia non si tira indietro: “Senza accampare scuse, stasera mettere insieme i pezzi, la differenza di condizione atletica, la scarsissima conoscenza reciproca e trovare una formula vincente era onestamente complicato. Detto questo -sono le parole di Ramagli- se vogliamo salvarci dobbiamo vincere e quindi dobbiamo assumerci la responsabilità di non essere stati in grado di farlo. Se noi buttiamo via il bambino con l’acqua sporca, però, credo che non facciamo il lavoro che deve essere fatto in questi casi”…