MONZA, 26 GIUGNO – Sono passati quasi dieci anni da quando il Consorzio Vero Volley ha fatto il suo ingresso nel mondo della pallavolo: un’entrata importante, ma non subito dalla porta principale.
Infatti, già allora, nel 2008, quello di Vero Volley era un modo rivoluzionario di intendere lo sport, o meglio la Cultura Sportiva come recita lo stesso claim del Consorzio. Una filosofia che il suo presidente, Alessandra Marzari, ha voluto si sviluppasse dalla base, seguendo il percorso tracciato sul campo, senza sconti.
E’ stato così che le prime squadre di Vero Volley hanno scalato il volley nazionale, dai campionati regionali fino ad arrivare alla serie A, giocando sempre le categorie ottenute con le proprie vittorie. E’ stato così che il Consorzio, con le sue attuali società – Pro Victoria Monza, Volley Milano, Viscontini Milano, Avis Cernusco sul Naviglio, Rondò Muggiò e Polisportiva di Nova – è salito fino all’Olimpo della pallavolo giovanile, confermandosi un’eccellenza nazionale, arrivando a schierare più di 1600 atleti in oltre 60 squadre e conquistando il primo scudetto della sua storia, nella categoria Under 16 maschile.
Vero Volley saluta la stagione 2017/2018 tagliando anche un nuovo traguardo: l’accesso alle competizioni europee sia con la Saugella Monza che con la sua prima squadra maschile, formazioni che debutteranno entrambe nella prossima edizione della Challenge Cup continentale.
Alle porte del suo decimo compleanno, però, in calendario per il prossimo 9 settembre, Vero Volley vuole continuare a guardare al futuro e cresce ancora nel segno della continuità, con il “lancio” della sua rinnovata immagine: il primo passo, e il più evidente, è l’ufficializzazione del suo nuovo logo.
Non una semplice rivisitazione del precedente, ma, seppur nella conferma di alcuni elementi distintivi, un autentico “restyling” per la seconda vita di Vero Volley: sarà una doppia “V”, dinamica e moderna, blu, chiusa in un cerchio rosso, la nuova icona che identificherà il Consorzio, per un’immagine che si completa con il logotipo Vero Volley accompagnato dal suo claim, Cultura Sportiva (che per l’attività delle prime squadre, invece, verrà sostituito dal luogo: Monza).
Da oggi l’immagine di Vero Volley sarà questa e verrà declinata in tutto quello che rappresenterà l’identità delle squadre, dei progetti, della sua attività.
Per dieci anni il Consorzio Vero Volley è stato un sorriso a completare il suo nome e non ci sarebbero potuti essere un’immagine, un logo migliori per l’energia, l’entusiasmo, la passione che il Consorzio ha speso nella sua storia.
Ma Vero Volley adesso guarda a una nuova pallavolo, allo “sport del futuro”, dove gli aspetti manageriali e di gestione contano quanto i meriti sportivi per continuare a essere un’eccellenza nazionale e si presenta al domani con un biglietto da visita come quello rappresentato del nuovo logo: un’immagine proiettata verso il futuro.
“Il nostro nuovo logo ci rappresenta per quello che siamo diventati oggi, ma rimane anche la testimonianza migliore del percorso che abbiamo fatto in questi dieci anni – spiega Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley -. Prima del 2008, quando nasceva l’idea del Consorzio Vero Volley, con le nostre prime squadre prendevamo parte ai campionati regionali e, forse, mai avremmo pensato di arrivare dove siamo e di diventare la struttura che oggi viene portata come esempio nei principali Master internazionali di management dello sport. Ricordo ancora quando, un po’ di anni fa, festeggiammo la prima volta che con le formazioni giovanili ci qualificammo per tutte le finali provinciali, adesso abbiamo celebrato pochi giorni fa il primo scudetto della nostra storia e nella prossima stagione prenderemo parte anche alle Coppe Europee. Il nuovo logo rappresenta questo: la nostra vision, i nostri obiettivi, la nostra idea di Cultura Sportiva e di managerialità, di innovazione. E’ quello che Vero Volley è diventato e vuole essere nel suo futuro, ma il nostro primo simbolo avrà sempre una grande importanza nella nostra memoria, per ricordarci chi siamo e da dove siamo partiti per arrivare fino a qui”.