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Cecchinato come Kuerten? Alle 13 la semifinale

In America li chiamano ‘Cindarella’, Cenerentola. Sono gli ‘underdog’, gli sfavoriti che arrivano in alto, dove nessuno avrebbe ipotizzato. La storia di Marco Cecchinato a Parigi sa tanto di favola: numero 109 del mondo a inizio anno, 72 a inizio torneo, l’azzuro è ora 27 del ranking grazie alla semifinale dello Slam francese. Lui che in un Major non aveva mai vinto nemmeno una partita e che in un colpo solo ha fatto fuori gente come Carreno Busta, Goffin e Djokovic. Il suo nome è già impresso nei libri di storia, insieme a quelli di Uberto De Morpurgo, Giorgio De Stefani, Beppe Merlo, Nicola Pietrangeli, Orlando Sirola Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, gli altri italiani semifinalisti in uno Slam. Il percorso di Ceck assomiglia molto a quello di un suo illustrissimo predecessore, Gustavo Kuerten, detto Guga, vincitore a Parigi nel 1997. Il brasiliano, numero 66 del mondo (solo 6 posizioni davanti a Marco dieci giorni fa), si sbarazzò al terzo turno in cinque set dell’austriaco Thomas Muster, vincitore due anni prima. Poi battè l’ucraino Andrei Medvedev, altro specialista del rosso e da molti accreditato quale favorito del torneo. Infine, ai quarti, ecco il capolavoro contro il campione uscente, il russo Yevgeny Kafelnikov, sconfitto al termine di un altro match leggendario al quinto set che manda in delirio il pubblico parigino. La semifinale con il belga Filip Dewulf, altro ‘underdog’ di quel torneo, fu una formalità in attesa della finalissima, vinta 6-3, 6-4 ,6-2 contro un altro terraiolo come Sergi Brugera. Sul Philippe Chatrier nacque la leggenda di Guga, ragazzo sfortunato (un fratello colpito da  paralisi cerebrale e un padre morto di infarto quando lui era bambino) capace di realizzare una strepitosa tripletta all’Open di Francia grazie ad altri successi nel 2000 e 2001. Solo Mark Edmonson, 21 anni prima, era riuscito a vincere uno Slam (gli Australian Open) con un ranking più basso, addirittura 212, mentre nel 2001 Goran Ivanisevic trionfò a Wimbledon da numero 125, ma il croato era stato numero due pochi anni prima. Quando a Cecchinato è stato fatto notare di avere un rovescio simile a quello di Guga, lui ha risposto: “Io voglio essere solo Cecchinato”. Anche se ripetere l’impresa del brasiliano sarebbe la realizzazione di un sogno, con o senza rovescio. 


Fonte: https://sport.sky.it/rss/sport_tennis.xml


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