La Tramarossa Vicenza è lieta d’informare che il nuovo allenatore per la stagione 2018-19 sarà Marco Venezia: dopo sette stagioni ad Arzignano, l’esperto allenatore è la prima faccia nuova in vista del quarto campionato in serie B. Venezia è un allenatore esperto, che viene da sette stagioni consecutive sulla panchina del Garcia Moreno Arzignano, allenato anche in serie B nella stagione 2014-15. “Questo è per me un sogno che si realizza – ha detto l’allenatore – sin da bambino andavo a vedere la Pallacanestro Vicenza con mio padre al palazzetto: essere qui è la mia serie A e dovrò trasmettere questo spirito e questo atteggiamento a tutti i miei giocatori.”
Allora Marco, sei contento di essere a Vicenza?
“Chi mi conosce da tanto sa quanto ci tenessi: allenare la Pallacanestro Vicenza è davvero un sogno che si realizza, sperando in un buon esito. Sin da quando ho fatto l’assistente di Dalmasson e centrato la promozione in A2 volevo tornare qui e quando mi è stato proposto non ci ho pensato un secondo.”
Non è stato breve però il percorso che ti ha riportato a Vicenza.
“No, direi di no. Dopo la promozione ho allenato a Schio, Marostica, ancora a Schio e ad Arzignano nei primi anni, prima di andare a Torino in C2. Da lì mi sono poi spostato a Trento, dove ho fatto l’assistente di Vincenzo Esposito, che ho poi seguito anche ad Agrigento, prima di tornare ad Arzignano nel 2011 per sette stagioni. Sono stati sette bei campionati, con una dirigenza che mi ha fatto sentire in famiglia e con cui abbiamo sempre fatto delle belle squadre, capaci di ottimi risultati, fino alla salvezza ottenuta ai playout contro Bassano lo scorso giugno.”
Sei venuto a vedere la Tramarossa di quest’ultimo anno? Che idea ti eri fatto?
“Penso che Marco Silvestrucci abbia fatto un ottimo lavoro con questa squadra: ha centrato il terzo posto, un risultato impensabile ad inizio campionato, e vinto tante partite difficili contro squadre quotate. Il risultato è poi avvalorato dal fatto che entrambe le compagini che hanno preceduto Vicenza in classifica sono andate in A2 e dai successi ottenuti proprio contro Cento e Piacenza in campionato, sintomo di quanto bene è stato fatto nell’ultima stagione.”
Hai già un’idea di come vorresti giocasse la Tramarossa Vicenza dell’anno prossimo?
“Vorrei portare semplicità, praticità e la mia carica d’entusiasmo. Come ho già detto, per me essere alla Pallacanestro Vicenza è come essere in Serie A e questo dev’essere l’atteggiamento che voglio trasmettere e passare ai miei giocatori. Voglio che tutti giochino come se fossero in serie A: buttandosi su tutti i palloni, difendendo aggressivamente e attaccando con criterio, concetti che per me valgono in tutte le categorie. Secondo me è inutile fossilizzarsi sui ruoli e sui centimetri: parlare di tiratori, lunghi, centimetri sono cose che valgono fino a un certo punto, perché le squadre non devono essere fatte di figurine, ma anzi devono essere costruite in modo da adattarsi con i giocatori che si ha in campo nelle diverse situazioni.”
Che forse è un po’ la direzione che sta prendendo la pallacanestro in questi anni.
“Assolutamente. Si stanno perdendo le specificità in favore della fisicità: servono sempre di più lunghi che sappiano tirare da fuori e piccoli che sappiano giocare spalle a canestro. La bravura di un allenatore sta nel farsi rispettare dai giocatori e aiutarli nel capire quali sono gli spazi da attaccare e da occupare, oltre che adattarsi a tutte le situazioni atipiche che si possono creare nelle diverse situazioni di una partita. Sarà importante che i giocatori capiscano quali saranno le gerarchie in campo: sapere di chi fidarsi in quale situazione, chi deve attaccare in quale circostanza e come bisogna difendere nelle diverse occasioni. Non esistono concetti di pallacanestro offensiva e difensiva: si gioca a tutto campo, sempre.”
Ultima domanda: ti sei posto qualche obiettivo per la prossima stagione?
“Di certo proseguire nel percorso che fino ad adesso la Pallacanestro Vicenza ha compiuto ottimamente in serie B, anche se ripetere un’annata come quella della scorsa stagione è sicuramente ostico, perché un terzo posto è qualcosa di difficilissimo da raggiungere. Poi però, ogni partita si gioca per vincere e ogni campionato si gioca per arrivare il più in alto possibile: cerchiamo di vincere tutte le volte in cui scendiamo in campo e ci toglieremo delle belle soddisfazioni.”