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    Qual era l’obiettivo olimpico della giovane Italia di De Giorgi, vincere o fare esperienza?

    Quando le nazionali azzurre hanno chiuso entrambe la fase a gironi dei Giochi di Parigi a punteggio pieno, ed entrambe con prestazioni in crescendo (3-1 alla Polonia i ragazzi, 3-0 alla Turchia le ragazze), abbiamo tutti pensato, sperato, creduto che questo potesse essere un anno storico, una Olimpiade da leggenda, da doppio oro magari, comunque da doppia medaglia. I presupposti c’erano tutti, ma le cose alla fine non sono andate esattamente così. Le ragazze in finale per il primo e secondo posto ci sono arrivate (domenica 11 agosto alle 13.00), i ragazzi invece hanno chiuso al quarto, giù dal podio.

    Un fallimento? Il dubbio sorge ed è legittimo. Saremo stati troppo duri verso questa squadra dopo la finale persa nettamente contro gli Stati Uniti oppure abbiamo dato solo una spiegazione oggettiva a quanto accaduto? Avremo espresso giudizi e analisi corrette o per certi versi ingenerose?

    In poche parole, questa Italia, campione d’Europa e del Mondo, alle Olimpiadi ci è andata per vincere o per fare una esperienza di crescita?

    foto Fipav/Tarantini

    Ce lo siamo chiesti tutta la notte, passata insonne come immaginiamo abbiano fatto anche gli azzurri. Per trovare una risposta abbiamo riletto alcune dichiarazioni.

    “Mi è capitato spesso di ripetere un concetto semplice ma molto chiaro per me: siamo l’Italia e pertanto abbiamo l’obbligo di puntare sempre in alto. Siamo consapevoli della nostra forza e della qualità dei nostri atleti; andremo a Parigi rispettando tutti, ma con l’obiettivo di fare bene” affermava lo scorso 12 luglio il presidente federale Giuseppe Manfredi.

    Ergo, se siamo l’Italia, che tradotto vuol dire siamo una potenza pallavolistica a livello mondiale, ciò significa che l’obiettivo a Parigi era vincere o comunque andare a medaglia.

    “Ci siamo confermati ai vertici mondiali e abbiamo fatto questo con una squadra che ha un’ampia prospettiva davanti a sé, oltre a un margine di crescita significativo. Per migliorarsi è necessario passare anche attraverso esperienze come queste, non le puoi anticipare, le devi vivere” ha dichiarato invece il ct De Giorgi al termine della finale per il terzo e quarto posto. Poi ha aggiunto: “Lavoreremo per far crescere i ragazzi, sperando al tempo stesso che i nostri ventenni trovino spazio nel campionato. Questo sarebbe di grande aiuto per la nazionale“.

    Ergo, l’esperienza, che alcuni convocati ancora devono fare con i club in Superlega, è stata fatta fare alle Olimpiadi.

    Continuiamo a non capire. Magari sarà un nostro limite, nel caso faremo mea culpa, ma la notte passa lentamente e noi restiamo svegli a porci domande come questa: giusto bruciare una Olimpiade che arriva una volta ogni quattro anni, torneo di capitale importanza per tutto il movimento federale e nazionale, solo per far fare esperienza, e a chi poi? A giocatori che non hanno mai visto, o quasi, il campo?

    All’Olimpiade, nella pallavolo, le nazionali italiane, tornando alle parole di Manfredi, devono andare per ottenere il risultato migliore possibile o per fare l’esperienza più formativa possibile?

    foto Fipav/Tarantini

    Continuiamo ad arrovellarci, poi pensiamo a Velasco… Lui in finale ci è arrivato senza perdere un set tra quarti e semifinali, convocando solo le migliori giocatrici italiane in circolazione, dalla 37enne De Gennaro alle opposte Egonu e Antropova, dalle palleggiatrici Orro e Cambi alle centrali Danesi, Fahr e Lubian, per finire con il reparto schiacciatrici formato da Sylla, Bosetti e Giovannini del quale avrebbe fatto parte Degradi, se non proprio Pietrini, se entrambe non si fossero infortunate prima. Il top del top insomma, focalizzati sull’obiettivo, senza guardare la carta d’identità.

    Gerarchie chiare sin da subito, per carità, ma quante volte alla nazionale femminile è servito sfruttare un doppio cambio all’altezza? Quante volte è servito gettare nella mischia Giovannini in seconda linea o Lubian al servizio?

    foto Fipav

    La nazionale maschile invece queste alternative non le ha avute perché nel roster sono state fatte scelte diverse. Si è portato come secondo opposto Alessandro Bovolenta, giocatore di A2 fino a ieri, venti candeline spente lo scorso maggio; si è portato come terza banda Luca Porro, stessa età, in Superlega con Padova solo dalla passata stagione; si è portato come terzo centrale Giovanni Sanguinetti, 24 anni, giocatore di Modena, squadra che quest’anno di certo non ha brillato.

    Se l’obiettivo dichiarato doveva essere sfruttare questa Olimpiade per far fare esperienza a questi ragazzi, in funzione del prossimo quadriennio, allora alziamo le mani, ma continuiamo a pensare che gli esperimenti e le esperienze, visto che siamo l’Italia, sarebbe più opportuno farle in VNL, magari, non certo alle Olimpiadi.

    Avendoli visti poco, se non nulla, in campo a Parigi, siamo portati infatti a credere che invece l’obiettivo dichiarato fosse quello del grande risultato.

    Ma in questo caso si sarebbe dovuto chiamare magari uno Zaytsev come secondo opposto, giocatore di maggiore esperienza, completo in tutto e che tira ancora discrete legnate; magari credere di più in Bottolo come terza banda; magari, dopo il doloroso forfait di Anzani, convocare un Di Martino come terzo centrale, bravo a muro e dotato di una battuta salto-float che negli ultimi playoff ha dato un certo fastidio tanto a Trento quanto a Perugia.

    foto Volleyball World

    No, non ne veniamo a capo, siamo sinceri. Restiamo però dispiaciuti per quei magnifici 7 azzurri dal valore assoluto che senza dubbio avrebbero meritato di più da questa Olimpiade. Perché questa era e doveva essere la loro Olimpiade.

    L’Olimpiade di Giannelli, Romanò, Michieletto, Lavia, Galassi, Russo, Balaso. Orgoglio di tutto il movimento, tutti campioni, nessuno escluso.

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Siamo dispiaciuti anche per Fefè De Giorgi, il nostro Fefè nazionale. Da giocatore queste occasioni gli erano state negate, da allenatore meritava assolutamente di fare filotto dopo Europei e Mondiale. “Per andare all’Olimpiade mi sono dovuto autoconvocare” aveva detto di recente col suo proverbiale e irresistibile sorriso.

    Forse non se l’è giocata come avrebbe dovuto. Forse è rimasto vittima della sua stessa creazione: il progetto, la (fin troppo) giovane Italia.

    Ormai è quasi l’alba davanti ai nostri occhi. Ci siamo posti tante domande, abbiamo cercato tante risposte, ma quale fosse l’obiettivo di questa Italia a questi Giochi ancora ci sfugge.

    foto Volleyball World

    Pazienza. Più dell’amarezza per la medaglia sfumata, però, ora resta comunque il ricordo del viaggio, delle tappe intermedie, delle belle vittorie su Brasile, Polonia e Giappone. Dei salti fatti sulla sedia, delle mani che ci tremavano sulla tastiera raccontando quelle partite, quei ragazzi, quelle emozioni che ci hanno regalato tante e tante volte.

    Ripartiamo da qui, con la consapevolezza che restiamo sempre l’Italia, una delle più forti a questo bellissimo gioco della pallavolo. Prima o poi anche la più forte e basta. Anche a questi maledetti, eppure meravigliosi, Giochi Olimpici.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    De Giorgi: “C’è amarezza, il percorso di questo gruppo doveva suggellarsi con una medaglia”

    Gli azzurri sono stati sconfitti dagli Stati Uniti nella finale 3°-4° posto del torneo olimpico. Lo 0-3 (23-25, 28-30, 24-26) conclusivo condanna così i ragazzi di Ferdinando De Giorgi alla quarta posizione in classifica.

    Ferdinando De Giorgi: “C’è sicuramente amarezza perché secondo me questo è un gruppo che poteva suggellare con una medaglia il percorso degli ultimi anni. Sarebbe stato importante tornare a casa con il Bronzo, però bisogna riconoscere che quest’Olimpiade è stata caratterizzata da un grande equilibrio. Oggi abbiamo perso 3-0, ma oggettivamente c’è stata molta più battaglia, rispetto a quello che può sembrare dal punteggio”. “Contro gli Stati Uniti siamo quasi sempre stati in partita, però loro si sono dimostrati un po’ più efficaci e alla fine hanno fatto qualcosa in più di noi. Nel momento più difficile, sotto 2-0 in svantaggio anche nel terzo, penso che abbiamo fatto la cosa più complicata, ovvero siamo riusciti a rimettere in discussione il set, andando vicini a farlo nostro”. “Più in generale come ho già detto, manca la medaglia olimpica, però ancora una volta ci siamo confermati ai vertici mondiali e abbiamo fatto questo con una squadra che ha un’ampia prospettiva davanti a sé, oltre a un margine di crescita significativo. Per migliorarsi è necessario passare anche attraverso esperienze come queste, non le puoi anticipare, le devi vivere. Per esempio una sfida come quella con il Giappone e poi due giorni dopo la semifinale olimpica contro la Francia, non si possono spiegare a voce, ma devi provarle e poi metterle nel tuo bagaglio d’esperienze, anche per comprendere in quali aspetti migliorare, oppure cosa serve e cosa no”. “Lavoreremo per far crescere i ragazzi, sperando al tempo stesso che i nostri ventenni trovino spazio nel campionato, perché il nostro è un torneo che permette svilupparti, però è fondamentale scendere in campo e magari giocare da titolari. Diciamo che questo sarebbe di grande aiuto per la nazionale”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Michieletto: “Non è finita come volevamo, sotto alcuni aspetti potevamo fare meglio”

    Gli azzurri sono stati sconfitti dagli Stati Uniti nella finale 3°-4° posto del torneo olimpico. Lo 0-3 (23-25, 28-30, 24-26) conclusivo condanna così i ragazzi di Ferdinando De Giorgi alla quarta posizione in classifica.

    Alessandro Michieletto: “Non è finita come volevamo, c’era tanta voglia di conquistare la medaglia di Bronzo che non è un premio di consolazione, ma soprattutto alle Olimpiadi, è un qualcosa che ti fa onore.Rispetto alla Francia oggi si è vista in campo un’Italia migliore, però i dettagli hanno fatto la differenza. Sono stati decisivi alcuni palloni a fine set, quegli scambi li hanno vinti sempre loro”.“Sicuramente potevamo fare meglio sotto alcuni aspetti e forse c’è mancata un po’ di esperienza a giocare partite così importanti come alle Olimpiadi. Siamo un gruppo che ha ancora un lungo percorso davanti a sé, ci metteremo a lavorare come sappiamo e cercheremo di far tesoro di questa competizione.Negli ultimi quattro anni abbiamo fatto un bel cammino e sono sia orgoglioso che contento di averlo condiviso con i miei compagni, anche se non si è chiuso come speravamo”. 

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Giannelli: “Positivo essere tra le prime quattro, ma il dispiacere c’è…”

    Gli azzurri sono stati sconfitti dagli Stati Uniti nella finale 3°-4° posto del torneo olimpico. Lo 0-3 (23-25, 28-30, 24-26) conclusivo condanna così i ragazzi di Ferdinando De Giorgi alla quarta posizione in classifica.

    Simone Giannelli: “Come tutti gli altri, sono molto dispiaciuto sicuramente per non essere riusciti a portare a casa questa medaglia, era un match molto importante per noi, l’abbiamo affrontato nel migliori dei modi, siamo entrati in campo nella maniera giusta, carichi aggressivi, facendo le cose che ci eravamo detti, poi dopo è stata una partita di alto livello Abbiamo perso tutti i set ai vantaggi, peccato”.

    “Sono molto, molto dispiaciuto come ho già detto, ma bisogna anche andare avanti. Lo sport è questo, quindi congratulazioni agli Stati Uniti per aver vinto questo bronzo. Per noi, come dicevo, portare a casa una medaglia sarebbe stato qualcosa di grandioso. Non siamo stati bravi a farlo e cercheremo di migliorarci per il futuro. Ora non dovremo fare una tragedia per quello che è accaduto”.

    “Dobbiamo valutare il fatto che siamo comunque nelle prime quattro squadre al mondo in quest’Olimpiade e questo è un dato di fatto. Così come è un dato di fatto l’essere senza medaglia, quindi dobbiamo cercare di prendere questa esperienza, farla nostra, essere consapevoli che certe cose potevamo farle meglio, mentre altre le abbiamo fatte bene”.

    “Dovremo continuare sulle cose che abbiamo fatto bene e migliorare su quelle che invece non hanno funzionato per cercare di arrivare al livello delle tre che sono arrivate davanti a noi. Ogni partita ha una storia a sé, non è una frase fatta mai così, quindi ogni volta che si entra in campo, come a pallavolo ma con tutti gli altri sport, succedono cose diverse. Abbiamo trovato sicuramente delle squadre che hanno giocato bene, noi siamo stati lì e abbiamo giocato la nostra partita”.

    “Per me la questione della nostra giovane età non può essere un’attenuante, noi siamo quelli che siamo. Non mi interessa l’età, non mi interessa quello che c’è scritto sul passaporto, c’è da giocare a pallavolo, l’età non conta perché per quando si vince, quando abbiamo vinto il mondiale nessuno ha parlato dell’età, quindi c’è da essere dispiaciuti, tornare a casa, allenarsi, migliorare e tornare maggiormente pronti le prossime volte”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Romanò: “Finire quarti a un’Olimpiade è la cosa più brutta che ci sia”

    Gli azzurri sono stati sconfitti dagli Stati Uniti nella finale 3°-4° posto del torneo olimpico. Lo 0-3 (23-25, 28-30, 24-26) conclusivo condanna così i ragazzi di Ferdinando De Giorgi alla quarta posizione in classifica.

    Yuri Romanò: “Abbiamo fatto una grande partita secondo me, abbiamo dato tutto quello che avevamo; siamo arrivati a giocarci punto a punto ogni set, contro loro che sono una grande squadra; poi è chiaro, sono stati più bravi loro. E’ un peccato perché essere quarti quando si arriva a questo punto della competizione è la cosa più brutta che ci sia, fa male e lo farà ancora per un po’, ma lo smaltiremo. Io sono comunque orgoglioso della mia squadra e dei percorsi che abbiamo fatto fino a ora”.

    “Sappiamo che siamo giovani, ogni anno c’è qualcosa di importante da giocarsi e come stiamo facendo ogni anno lo rifaremo. Ovviamente ora ci portiamo dietro un bel percorso e anche la consapevolezza che dobbiamo migliorare in queste situazioni quando arriviamo a giocarci le medaglie. Era comunque la prima volta per moltissimi di noi, forse ci può stare ma fa male comunque. Ci sarà tempo di analizzarla bene tra di noi e capiremo come migliorare”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: squadra che non sa battere non può vincere, bronzo agli USA

    Si chiude con una disfatta totale l’avventura olimpica della Nazionale maschile di Fefè De Giorgi ai Giochi di Parigi 2024, battuta 3-0 anche dagli Stati Uniti nella finale che valeva la medaglia di bronzo.

    Una medaglia che non mettiamo al collo e non portiamo a casa perché nei match che contavano ci siamo accartocciati su noi stessi (zero set vinti contro Francia e USA).

    Perché, come avevamo detto più volte, in tempi non sospetti, anche dopo la fase a gironi chiusa a punteggio pieno, pensare di conquistare una medaglia regalando sempre valanghe di punti agli avversari dai nove metri era pura utopia. E così, ahinoi, alla fine è stato.

    Nel fantastico gioco della pallavolo due sono le cose che sicuramente accadono in una partita: la battuta e la ricezione. Questa Italia in battuta è stata largamente insufficiente, per non dire mediocre, e alla fine l’ha pagata carissima. 18 errori al servizio anche oggi, in soli tre set, sono una esagerazione.

    Si può dire che un quarto posto alle Olimpiadi è comunque un traguardo di tutto rispetto, ma dubitiamo fortemente che gli azzurri ne saranno felici come la nuotatrice Benedetta Pilato. Per lei arrivare quarta nei 100 rana è stata sì una cosa enorme (per un niente poi), per questa squadra, che poteva e doveva ambire a qualcosa di più, il quarto posto, per di più con sconfitta per 3-0, non può che rappresentare un fallimento.

    De Giorgi è persona e allenatore che tutti stimiamo e adoriamo, ora è troppo presto per fare processi e chiamare imputati alla sbarra, ma qualche riflessione sulla gestione di un gruppo dove giocano solo in sette bisognerà pur farla.

    Onore comunque agli Stati Uniti dei ‘vecchietti’, squadra esperta, fisica, oggi bellissima in difesa, con un Averill extra lusso al centro (8 punti) che fortunatamente, in un anno di fuggi fuggi generale, sarà uno di quei campioni che potremo ammirare da vicino in Superlega (vestirà la maglia di Monza).

    Inutili per noi i 17 punti a testa di Michieletto e Romanò, più pesanti per loro i 15 di Russell, i 12 di Defalco, gli 8 di Holt e gli 8 di Anderson. È andata così. Fa male, brucia da morire, ma questo è lo sport.

    foto Volleyball World

    SESTETTI – De Giorgi giustamente non cambia una virgola per questa finale: Giannelli-Romanò e Lavia e Michieletto le diagonali principali, Russo e Galassi coppia centrale, Balaso libero. Speraw risponde con Christenson-Anderson e Russell-Defalco, Averill e Holt al centro, Shoji libero.

    foto Volleyball World

    1° SET – L’Italia continua a essere stranamente poco ordinata a muro, soprattutto con i laterali, come quando, muro a tre, Michieletto non copre sulla parallela e si fa infilare tra braccia e asticella (5-5). Molto meglio i nostri centrali, con Galassi e Russo che stampano un block a testa e ci permettono di brekkare sul 9-7.

    Altra costante in negativo restano le battute sbagliate dagli azzurri, 7 solo in questo set. Gli americani ringraziano, fanno il loro senza comunque impressionare più di tanto e il punteggio resta in bolla (11-11, 14-14, 18-18, 22-22).

    Arrivo in volata spalla a spalla, dunque, ma a mettere il naso avanti proprio sul più bello sono gli States: 22-24, timeout De Giorgi. Michieletto tira una ‘saccagnata’, mani out e primo set ball annullato, Defalco però il secondo non lo spreca e giriamo campo sotto uno a zero.

    foto Volleyball World

    2° SET – Le cose migliori per gli azzurri in attacco continua a farle Galassi, ma i regali dai nove metri non ci consentono di avere una buona fase break e quindi di scappare via (6-6). Fortunatamente in side out facciamo molto meglio e neanche gli USA riescono ad avere più di un punto, massimo due, di vantaggio (8-9, 8-10, 11-12, 13-13).

    Per nostra fortuna, a muro, quando vogliamo, continuiamo ad essere una squadra di livello superiore (14-13). Per nostra sfortuna, però, quando gli avversari iniziano a spingere e forzare (senza sbagliare) al servizio, per noi sono dolori (14-16). Averill al centro ora ci sta facendo a fette, Russell e Defalco lo seguono a ruota e per l’Italia il gap aumenta proprio quando si imbocca il rettilineo finale di questo secondo set (16-19).

    Romanò continua a martellare con buone percentuali in attacco, Giannelli capisce che in questo momento è lui che può ribaltare la situazione e lo serve a ripetizione: ‘sassaiola’ di Yuri e parità ai 20. Il tutto con Sbertoli in battuta, lui sì sempre incisivo dai nove metri. Altro murone stampato e andiamo avanti di uno (21-20), poi situazione di perfetta parità fino addirittura ai 28. Annulliamo quattro palle set agli americani ma alla fine paghiamo ancora dazio: 28-30.

    foto Volleyball World

    3° SET – Le nostre bande continuano a non dare il contributo che dovrebbero (Lavia evanescente in attacco), non funzionano più neanche i primi tempi perché gli USA ora leggono perfettamente tutte le giocate di Giannelli, che però resta in campo. Morale della favola, è notte fonda per gli azzurri (4-9).

    Tra errori in battuta e De Giorgi che non cambia il sestetto di una virgola (dentro Sanguinetti ma non Sbertoli), quello che sta maturando è un fallimento totale per la Nazionale maschile. Troviamo finalmente un ace con Giannelli, una diagonale strettissima di Michieletto, torniamo a meno due (9-11) e ci aggrappiamo alle ultime speranze di riaprire questa finale per il bronzo.

    foto Volleyball World

    Li riprendiamo ai 14 con una pipe di San Michieletto, che ora si è acceso come un petardo a capodanno e ci tiene in linea di galleggiamento (18-17). Sbagliano qualcosa anche gli americani, ma si prosegue comunque punto a punto (20-20, 22-22). Matt Anderson trova l’ennesimo mani-out che vale il match-point (23-24).

    Rally infinito, gli USA ci contengono a muro e in difesa, poi Michieletto, ancora Michieletto, mette a terra l’ennesima preghiera e si va ai vantaggi anche in questo set. Gli Dei del volley, però, da dopo il Giappone ci hanno voltato le spalle: la chiude Defalco, l’Italia non va neanche a podio. Fine dei Giochi.

    ITALIA-STATI UNITI 0-3(23-25, 28-30, 24-26)ITALIA: Romanò, Michieletto, Lavia, Russo, Galassi, Giannelli, Balaso (L), Sanguinetti, Sbertoli, Bottolo, Porro, Bovolenta. All. De Giorgi.STATI UNITI: Russell, Defalco, Anderson, Holt, Averill, Christenson, Shoji (L), Jendryk, Ma’a, Jaeschke, Muagututia, Smith. All. Speraw.Arbitri: Ivanov Ivaylo (BUL),Gerothodoros Epaminondas (GRE)

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Sylla e Orro: “Siamo state tutte un vortice, fiere del gruppo che siamo”

    L’Italia batte ancora una volta la Turchia con il punteggio di 3-0 (25-22, 25-19, 25-22) e si regala una notte da favola conquistando per la prima volta nella storia della pallavolo femminile italiana la finale per l’oro che si disputerà domenica 11 agosto alle ore 13.00 contro gli Stati Uniti. 

    MYRIAM SYLLA: “Siamo state tutte un vortice, sono contenta, sono fiera del gruppo che siamo, di quello che abbiamo dimostrato. È un gruppo che si è formato in tanti anni e che ha sognato insieme dall’inizio e forse sono tantissimi anni che sogniamo un’Olimpiade e di arrivare a farla in questo modo. Questa volta abbiamo questa occasione e vedremo di continuare a sognare tutte insieme. Vogliamo centrare un obiettivo da sogno”.

    ALESSIA ORRO: “Non sto ancora realizzando niente, questa sera loro sono partite subito aggressive in battuta e si è visto che non era la stessa Turchia del girone. Era difficile oggi a livello mentale rimanere sempre a contatto, punto dopo punto, anche magari trovandosi sotto nel punteggio, però è stata fondamentale la nostra tenuta mentale. Nei momenti di difficoltà spesso mi affido all’istinto, perché ti porta quasi sempre nella buona direzione”. “Domenica certamente faremo del nostro meglio, non siamo qui per accontentarci. Questa finale ce la siamo ampiamente meritata, da molto tempo lavoriamo assieme e tante sono state le delusioni vissute. Non vogliamo assolutamente fermarci, siamo persone che non si accontentano di questo risultato”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Velasco, testa già alla finale: “Gli USA sono una potenza pallavolistica, ma anche noi…”

    Le ragazze di Julio Velasco battono ancora una volta la Turchia con il punteggio di 3-0 (25-22, 25-19, 25-22) e si regalano una notte da favola conquistando per la prima volta nella storia della pallavolo femminile italiana la finale per l’oro che si disputerà domenica 11 agosto alle ore 13.00 contro gli Stati Uniti. 

    JULIO VELASCO: “Inutile dire che è stata una bellissima partita, loro hanno difeso molto e contrattaccato con la Vargas che era molto difficile da fermare. Onestamente oggi abbiamo commesso più errori che in altre partite perché c’era tensione. A volte è stato difficile gestire certe situazioni, ma man mano che il set andava avanti noi siamo migliorati e proprio per questo siamo riusciti a vincerli recuperando, tra l’altro, e questo è importante. Non avevamo mai giocato una partita dove abbiamo dovuto recuperare in tutti e tre i set”.

    “Siamo alla prima delle due partite più importanti, questa ce la siamo portata a casa, ci siamo riusciti vincendo con un altro 3-0, però dobbiamo resettare velocemente perché la finale sarà tutta un’altra partita, potrà succedere di tutto come in tutte le finali, figuriamoci poi squadre fortissime come gli Stati Uniti”.

    foto Fipav/Tarantini

    “Dobbiamo concentrarci sul qua e ora, lo ripeto continuamente alle ragazze, non dobbiamo concentrarci su cosa è successo in passato o pensare a ciò che accadrà in futuro, dobbiamo pensare al presente che stiamo vivendo e che ci stiamo costruendo, giocando palla su palla e basta. Ora ci attendono gli Stati Uniti, una potenza sportiva e pallavolistica, ma lo siamo anche noi”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO