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    Dimissioni Stoytchev: quello che sappiamo e quello che forse non sapremo mai

    Con una nota stampa ufficiale, diramata nella serata di giovedì 13 marzo alle ore 20.40, la Rana Verona ha reso note le dimissioni di Rado Stoytchev. “Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società, come ho sempre fatto sino ad oggi e per questa ragione penso sia giusto rassegnare le mie dimissioni” sono state le parole del coach bulgaro per spiegare la scelta sua, non della società, di lasciare l’incarico. Questa la versione ufficiale. Ne prendiamo atto, ma qualcosa non torna.

    Le reazioni che si possono avere davanti a una notizia come questa sono due: una di pancia, una di testa. Contrariamente a quanto si possa immaginare, ragionando con la pancia si potrebbe essere portati a pensare per logica che due più due faccia quattro, mentre con la testa si potrebbe anche scoprire che la matematica non sempre è una scienza esatta. Per lo meno in un caso come questo. Per spiegare meglio questa riflessione dobbiamo fare però qualche passo indietro.

    LA BUCA DI CIVITANOVADi pancia fare due più due altro non è che unire tutti i puntini di questa vicenda. Il primo ci riporta al 5 gennaio scorso. Verona gioca e perde nettamente a Civitanova (27-25, 25-19, 25-14). Per tutta la partita Stoytchev ha un tifoso Lube alle spalle che lo provoca in continuazione, la situazione degenera a bocce ferme, il coach di Verona gli si fa sotto a brutto muso, volano parole pesanti da una parte e dall’altra e alla fine i due vengono al contatto fisico. I presenti raccontano che Stoytchev abbia messo addirittura le mani al collo del tifoso marchigiano, un fatto gravissimo. Una buca nella quale il bulgaro ci è finito con tutte le scarpe.

    DIVORZIO NON DIVORZIOBen cinque giorno dopo, il 10 gennaio, la società scaligera esce con un comunicato ufficiale nel quale prende le distanze dal comportamento del suo allenatore e “porge le proprie scuse, innanzitutto, ai tifosi avversari coinvolti nell’accaduto, alla società A.S. Volley LUBE S.r.l, ai tifosi di entrambe le squadre tra cui è in essere uno splendido gemellaggio, agli amici/sostenitori del Club ed ai propri Partner”. Passaggio quest’ultimo che ha un peso specifico rilevante: amici/sostenitori del Club ed i propri Partner. Rilevante perché, in seguito, inizierà a girare la voce che uno in particolare di questi partner, la famiglia Rana, abbia fatto pressione affinché Stoytchev venisse allontanato all’istante. Voce che però non è mai stata confermata da fonti ufficiali e dunque agli atti resta solo un pettegolezzo.

    POTERE DELLA COMUNICAZIONEAltro aspetto da tenere in considerazione è che in quel comunicato, in cui Verona Volley prende le distanze dal comportamento di Stoytchev, viene riportata anche una dichiarazione dello stesso allenatore che si dice “profondamente addolorato per quanto accaduto. Ho sbagliato a reagire a delle reiterate provocazioni ricevute nel corso della gara, mettendo in imbarazzo il Club per cui lavoro, la proprietà, i nostri tifosi e i nostri partner. È giusto che da un professionista ci si aspetti un comportamento sempre responsabile. Non posso far altro che riconoscere il mio errore, e chiedere scusa ai tifosi della Lube, in primis, alla società A.S. Volley LUBE S.r.l., ai nostri tifosi, ai nostri partner”. 

    Me culpa, mea culpa, mea maxima culpa, insomma, e ancora la parola ‘partner’ ripetuta addirittura due volte. È stato indotto a fare pubblica ammenda? Forse sì, forse no, di sicuro in questa circostanza abbiamo compreso come agisce e come comunica esternamente la società Verona Volley: notizia, posizione della società, dichiarazione “spontanea” del diretto interessato. Questo ci servirà più avanti, intanto ce lo segniamo su un post-it, lo attacchiamo al muro davanti a noi e continuiamo ad unire i puntini.

    LA COPPA DELLA SPERANZACome detto, quel pettegolezzo citato in precedenza raccontava di un divorzio che alla fine non si è consumato. O per lo meno non pubblicamente e nell’immediato. Passano due settimane, Verona perde 1-3 in casa contro Milano, vince 0-3 al PalaPanini e poi si mette in viaggio per Bologna dove gioca una Final Four di Coppa Italia sontuosa. Talmente sontuosa da far pensare che le nuvole sulla testa di Stoytchev si fossero diradate lasciando spazio a qualche timido raggio di sole. Tutt’altro.

    OMBRE E RAGGI DI… SOLIPassano altre due settimane, siamo a metà febbraio, e proprio noi di VolleyNews diamo per primi notizia dell’accordo raggiunto per la prossima stagione da Verona con Fabio Soli. Dunque pubblicamente Verona e Stoytchev continuano insieme, ma internamente si sono già detti che a fine stagione le strade si divideranno.

    LA QUIETE DOPO LA TEMPESTANelle ultime tre giornate di campionato gli scaligeri non fanno prigionieri, anzi, condannano pure Taranto alla retrocessione: tre vittorie su tre, otto punti su nove a disposizione e quarto posto centrato. Preziosissimo in chiave Play-Off.

    IL GIALLO KEITAChiusa così la regular season, tutti ora vedono Verona come la mina vagante nella corsa scudetto, peccato solo che a pestarla e saltare in aria sia proprio lei stessa. Gara 1 dei Quarti di Finale, in casa, contro una Piacenza che quest’anno dalla Rana le ha prese sempre di santa ragione (doppio 3-0 in campionato, sconfitta 3-2 nei Quarti di Coppa Italia). Prima ancora che inizi il match accade un fatto strano. Nel gruppo whatsapp di Verona dedicato alla stampa, quando viene comunicato lo starting six non si legge il nome di Keita. Qualcuno chiede come mai. L’ufficio stampa, incredulo anche lui, chiede chiarimenti allo staff tecnico poi, sempre in chat, risponde “scelta tecnica”. Verona, clamorosamente, perde 1-3 contro Piacenza, che lei sì l’allenatore l’ha cambiato per davvero. Keita, non si sa perché, non si per come, appare magicamente in campo nel corso dell’ultimo parziale. Commento di Stoytchev nel post partita: “Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Si è complicata ulteriormente con le assenze”.

    Passi per l’assenza di Mozic, dichiarato indisponibile alla vigilia, ma l’assenza di Keita… in che senso? Se è stata “scelta tecnica” è stato Stoytchev a determinare l’assenza del giocatore nella gara, corretto? Per la pancia, questo due più due fa indiscutibilmente quattro. Non contenti, per scrupolo, abbiamo riguardato la partita, ma francamente Keita non sembrava avesse problemi fisici. Il riscaldamento lo ha fatto tutto, schiacciare ha schiacciato, battuto ha battuto, saltato ha saltato. Stessa cosa quando ha visto finalmente il campo nel quarto set entrando sul punteggio di 9-8 per i suoi, accolto dal pubblico con un boato. Il primo attacco è devastante e va subito a segno (11-11). Piacenza gioca comunque meglio e porta a casa il risultato. Tornando al maliano, Abaev gli serve appena cinque palloni, lui ne manda a bersaglio solo due, ma fisicamente non appare di sicuro come un giocatore non in perfette condizioni. Il dubbio su quella “scelta tecnica” rimane.

    LE DIMISSIONIEvidentemente non rimane solo a noi, agli altri addetti ai lavori, ai tifosi, ma anche a qualcuno in società. Passa qualche giorno e infatti arriviamo al comunicato delle dimissioni, e qui riprendiamo in mano il famoso post-it appiccicato al muro: notizia, posizione della società, dichiarazione “spontanea” del diretto interessato. Il modus operandi a livello comunicativo non cambia. La nostra pancia, che vuole far di conto, dopo aver unito tutti questi puntini vorrebbe sentenziare che due più due fa quattro e i fatti le danno ragione. Eppure potrebbe non essere così.

    SE LA METTI SUL PERSONALE… DOBBIAMO CREDERTI“Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società“. Queste parole di Stoytchev, riportate nel comunicato di Verona, tracciano una linea che è anche un monito: qui i ragionamenti e le speculazioni devono fermarsi, andare oltre non si può. Non si può per il semplice fatto che dietro questa affermazione possono esserci davvero ragioni serie, legate alla sfera personale, che non è dato indagare. Per un discorso prima di tutto deontologico per noi giornalisti. Per un discorso di buon senso per i tifosi. Per un discorso di rispetto da parte di tutti a prescindere. È vero però, abbiamo analizzato attentamente ogni comunicato di Verona e potremmo anche sospettare che sia stato tutto studiato ad arte, con una regia geniale che ha saputo trovare la formula perfetta, comunicativamente parlando, per chiudere questa storia, ma questo non lo possiamo sapere e forse non lo sapremo mai.

    MORALE DELLA FAVOLAMorale della favola, però, si torna sempre lì: Rado Stoytchev o lo ami o lo odi. Le mezze misure con lui non esistono. Ci sono sfilze di giocatori che non lo vogliono vedere neanche in fotografia e altrettante sfilze di colleghi allenatori e tifosi che invece la sua foto ce l’hanno appesa in ufficio come quella del Presidente della Repubblica nelle caserme delle forze dell’ordine. E forse non è un caso, visto che la sua idea di pallavolo si può definire per certi versi militaresca. Funziona, e bene, con chi si mette sull’attenti e risponde “obbedisco”. Un po’ meno con chi è più estroso e fa andare le mani sulla palla agendo anche d’istinto. C’è chi sostiene che sia un folle e c’è chi lo venera come il più grande allenatore visto in Italia negli ultimi vent’anni. C’è chi dice che abbia perso il suo tocco magico e c’è chi afferma che, tanto per dirne una, le sue analisi pre gara sugli avversari siano mitiche, leggendarie, inimitabili, inarrivabili, anni luce avanti rispetto a chiunque altro.

    L’unica cosa che forse mette tutti d’accordo è una: la constatazione del suo smisurato egocentrismo. Il primo nemico di Stoytchev forse è diventato nel corso degli anni Stoytchev stesso. Nel senso che la smania del controllo che lo contraddistingue, e che probabilmente lo ha anche portato a vincere tutto a Trento, ma ottenere anche l’esatto contrario a Modena (dove però la stagione l’aveva finita, play-off compresi, salvo poi far volare gli stracci per i quattro anni a seguire), poco si sposa con le strutture societarie di oggi nelle quali è impensabile che un solo uomo possa essere contemporaneamente allenatore, preparatore, scoutman, direttore sportivo, direttore generale, direttore della comunicazione e del marketing, presidente e amministratore delegato. I tempi sono cambiati, la pallavolo e le squadre sono cambiate. Detto questo, però, bisogna dare anche a Cesare quel che è di Cesare: se Verona Volley oggi è questa, dal punto di vista sportivo e societario, una bella fetta del merito è anche di Rado Stoytchev. E su questo crediamo che mai nessuno possa affermare il contrario.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Verona affida la squadra a Dario Simoni dopo le dimissioni di Rado Stoytchev

    Verona Volley, a seguito delle dimissioni di Radostin Stoytchev da primo allenatore di Rana Verona, ha affidato la guida tecnica della prima squadra a coach Dario Simoni, su cui la Società ripone la massima fiducia per condurre il gruppo in questa fase importante della stagione. 

    Coach Simoni, che da anni segue e cura il lavoro della prima squadra con capacità e professionalità, sarà affiancato da Alessandro Marchesan in qualità di primo assistente. 

    Queste le parole di Coach Simoni: “Assumo l’incarico affidatomi dalla Società con l’impegno e la dedizione di onorare questa responsabilità. Ringrazio il Club per la fiducia che ha riposto nei miei confronti. Sono certo della compattezza di un gruppo straordinario per continuare a lavorare uniti verso un’unica direzione. Questa è una squadra di grande qualità, sportive ma soprattutto umane. Ora ci aspetta una partita molto importante che dovremo affrontare con grande attenzione e impegno”.

    (fonte: Rana Verona) LEGGI TUTTO

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    Gara 2 Vallefoglia-Milano si giocherà alla Vitrifrigo Arena, impianto da oltre 10mila posti

    La Megabox Ondulati del Savio Vallefoglia gioca domenica 16 marzo alle 16.30 alla Vitrifrigo Arena Gara 2 dei Play-off Scudetto del Campionato di A1 Tigotà contro la Numia Vero Volley Milano. I biglietti (da 10 a 25 euro, posti non numerati) sono in vendita su liveticket.it, in tutti i punti vendita Liveticket e da ProdiSport (viale Piceno, 14 – Fano). Info: info@megaboxvolley.it

    Così il presidente della Megabox Ivano Angeli: “Siamo molto felici dell’entusiasmo che il pubblico sta dimostrando per la partita di domenica. Abbiamo scelto di giocarla alla Vitrifrigo Arena perché volevamo dare a tutti la possibilità di tifare le nostre tigri in questa sfida contro una delle squadre più forti d’Europa, ricca di campionesse, quattro delle quali erano nel sestetto della nazionale che ha vinto le Olimpiadi. Ringrazio di cuore il Comune di Pesaro, Aspes e la VL Pesaro per la collaborazione e l’aiuto: vogliamo che questo sia un evento speciale per tutto il movimento pallavolistico regionale e per lo sport femminile in genere, e aspettiamo ancora tanti altri tifosi domenica. Sarà una giornata indimenticabile”.

    Queste le parole di Luca Pieri, presidente di Aspes Spa, società pubblica che gestisce la Vitrifrigo Arena: “Siamo molto contenti di accogliere la partita della Megabox nel nostro impianto e, compatibilmente con la programmazione molto fitta di eventi che abbiamo al nostro interno, la cosa potrebbe anche ripetersi in futuro. Per noi è un vanto ospitare questa partita, e siamo convinti che possa essere un momento di valorizzazione per la squadra, potendo richiamare un pubblico maggiore non solo da Pesaro”.

    (fonte: Megabox Volley) LEGGI TUTTO

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    Colpo di scena a Verona, Rado Stoytchev si è dimesso

    Verona Volley e Radostin Stoytchev comunicano che il coach ha presentato oggi le proprie dimissioni che il club ha accettato venendo incontro alla sua volontà.

    Radostin Stoytchev: “Per motivi personali ritengo di non poter più dare il contributo al 100% per la squadra e la società, come ho sempre fatto sino ad oggi e per questa ragione penso sia giusto rassegnare le mie dimissioni. Ringrazio la squadra, lo staff, tutti i componenti della società, partner ed amici con cui abbiamo condiviso il percorso ed emozioni forti assieme e auguro a tutti salute e il migliore futuro.”

    Verona Volley: “Siamo dispiaciuti dalle dimissioni comunicate da Rado ma ne abbiamo compreso i motivi e per questo le abbiamo accettate. Lo ringraziamo sentitamente per tutto quanto ha fatto con impegno e grande dedizione sin dalla nascita di Verona Volley e per la crescita della squadra raggiungendo assieme importanti risultati sportivi e societari, condividendo momenti di forte passione. Gli auguriamo tutto il meglio per il proprio futuro.”

    (fonte: Rana Verona) LEGGI TUTTO

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    La Serie A femminile domina la scena in Europa, Fabris: “Eccellenza assoluta”

    Sarà un finale di stagione elettrizzante per la Serie A. Dopo il derby tutto italiano tra Roma e Chieri per la finale di CEV Challenge Cup, Novara giocherà la Finale di CEV Cup contro l’Alba Blaj mentre in CEV Champions League saranno ben tre le italiane che voleranno a Istanbul per la Final Four del 3-4 maggio: Conegliano e Milano, che si affronteranno in Semifinale, e Scandicci, che affronterà invece il VakifBank padrone di casa. 

    Il commento del Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Mauro Fabris: “Cambiano le formule delle Competizioni internazionali, ma si conferma l’eccellenza assoluta a livello continentale del campionato italiano della pallavolo femminile di Serie A. Dopo la Finale tutta tricolore di Champions dello scorso anno, quest’anno saranno ben tre le rappresentanti della Serie A alla Final Four di CEV Champions League di Istanbul del 3 e 4 maggio. Un successo inequivocabile della Serie A italiana, che va ad aggiungersi alla Finale di CEV Cup che si svolgerà tra il 25 marzo e il 1 aprile, raggiunta oggi da Novara, e al trionfo di Roma martedì nella finale con Chieri di CEV Challenge Cup”.

    “La dimensione di questo dominio italiano è data dai numeri: due squadre italiane in Finale di Challenge su due partecipanti, l’unica italiana partecipante alla CEV Cup conquista la Finale, tre squadre italiane iscritte alla Champions, tutte e tre partecipanti alla Fase Finale. Insomma sei partecipanti alle competizioni europee, tutte e sei arrivano in fondo! La nostra Serie A è davvero un movimento di eccellenza perché esprime così tante squadre che dominano la scena internazionale“.

    (fonte: LVF) LEGGI TUTTO

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    En Plein Italia: anche Milano vola alla Final Four di Champions League!

    Saranno tre italiane su quattro a contendersi a Istanbul a inizio maggio la Champions League femminile di volley. Dopo Scandicci e Conegliano, si qualifica anche Milano! Nella gara ancora in corso contro l’Eczacibasi, la Numia Vero Volley ha già conquistato con un doppio 24-26 quei due set che le servivano per staccare il pass dopo la netta vittoria per 3-0 ottenuta nel match di andata in casa una settimana fa.

    Starting Players – Lavarini parte con le diagonali Orro-Egonu e Sylla-Daalderop, Danesi e Kurtagic al centro, gelin libero. Akbas risponde con Sahin-Boskovic e Plummer-Erkek, al centro Rettke e Jack-Kisal, Akoz libero.

    1° set – Le turche partono subito forte con un parziale di 4-0 frutto anche di due attacchi out di Egonu. Immediato timeout di Lavarini. A sbloccare Milano ci pensa Sylla, poi arriva anche l’ace di Orro su Plummer. Al quarto tentativo va a segno anche Egonu (5-3), ma la Vero Volley deve ancora sciogliersi. Parità acciuffata agli 8 con due monster block di Kurtagic e Daalderop, ma in attacco la Numia deve ancora trovare la giusta misura (13-11). Dall’altra parte, invece, Boskovic usa più i polpastrelli che la clava sorprendendo sempre la seconda linea di Milano (16-14). Altra parità ai 16, ancora con Kurtagic, e primo vantaggio firmato Sylla (16-17). Timeout Akbas. Il mani-out di Egonu vale il +2 (17-19), ma quando Boskovic la clava inizia ad usarla per davvero, l’Eczacibasi trova la rimonta che porta la contesa ai vantaggi (20-22, 23-22, 24-24). Milano non si lascia impressionare, chiude con un muro di Orro e porta a casa il primo dei due set che le servono per volare alla Final Four.

    2° set – L’inizio del secondo parziale è una spettacolare battaglia giocata punto su punto sino ai 6, poi l’Eczacibasi trova il break con una Rettke on-fire in questo set e Plummer (8-6), e anche il +3 con un ace della schiacciatrice americana battezzato a torto out da Daalderop (12-9). Plummer svirgola e riporta la Numia a -1 (15-14), l’attacco-nastro di Egonu vale la parità, un altro errore in attacco delle turche determina il contro sorpasso per la squadra di Lavarini (15-16), ma c’è ancora da lottare per le italiane. Altro punto a punto, altro break firmato da una scatenata Rettke (21-19), altra parità ai 22 con Sylla, altro break delle turche con Boskovic (24-22). Rally-point infinito, Cazaute tira su tre difese allucinanti e alla fine la palla a terra la mette Egonu (24-23). Murone di Danesi e si va ancora ai vantaggi. Secondo monster block di fila di Anna “The Wall”, Boskovic viene contenuta dal muro-difesa, palla per Sylla che trova la diagonale vincente che fa esplodere la panchina di Milano: la Vero Volley è matematicamente alla Final Four!

    3° set – [IN AGGIORNAMENTO]

    Eczacibasi Dynamit Istanbul (TUR) 0*Numia Vero Volley Milano 2*(24-26, 24-26, …)Match di andata: 3-0 Milano

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Thy-Novara 0-3. Igor approda in finale. Bernardi: “Contento e orgoglioso di queste ragazze”

    Per la terza volta nella sua storia, la Igor Gorgonzola Novara vivrà l’emozione e il prestigio di una finale europea: dopo quella di Champions League 2019 e quella di Challenge Cup 2024 (entrambe vinte), le azzurre si giocheranno l’atto conclusivo della CEV Cup 2025. Le ragazze di Lorenzo Bernardi bissano il successo per 3-0 della gara d’andata anche a Istanbul ed eliminano, dopo un serratissimo testa a testa, la corazzata turca del THY Istanbul. Azzurre che si aggiudicano ai vantaggi i primi due set e poi dilagano nel terzo, a qualificazione acquisita, in cui Bernardi concede spazio a tutte le effettive a disposizione. Nella finalissima, le azzurre sfideranno le romene dell’Alba Blaj: andata a Novara il 25 marzo (orario da definire) e ritorno a Blaj il 1 aprile alle 17 italiane (le 18 locali).

    Si parte con il THY che conferma Durul opposta a Ratzke, Aksoy e Duarte Alecrim centrali, Vasilantonaki schiacciatrice con la rientrante Bergmann e lancia Kayacan come libero. Novara con Bosio in regia e Tolok in diagonale, Bonifacio e Aleksic al centro, Ishikawa e Alsmeier in banda e Fersino libero.

    1° set – Bergmann parte forte e rompe il punto a punto iniziale (6-4) ma Ishikawa ricuce (6-6) e Bonifacio prova la fuga con l’ace del 7-9 mentre un muro su Tolok vale la nuova parità (11-11) e Bergmann trascina le sue in maniout, sul 13-11. Due muri sulla brasiliana (14-14), il THY cambia la diagonale principale ma il servizio di Bosio manda avanti le azzurre (14-16) con la subentrata Ivegin che ristabilisce l’equilibrio (16-16) che regge fino al 20-20. Ishikawa fa 20-21, il THY sbaglia (20-22) e Novara fa 21-24 con il muro di Bosio. Durul in battuta fa saltare tutto (ace, 23-24) fino alla parità (24-24, poi ai vantaggi è un errore di Vasilantonaki a are il set a Novara (25-27).

    2° set – Bosio prova subito a spaccare il secondo set (0-3, ace) e spinge le sue al +4 mentre tra le ospiti c’è Ivegin per Bergmann in banda; anche il secondo turno di Bosio in battuta è pesantissimo, con la regista che firma l’ace del 7-12 e propizia la fuga di Tolok sul 7-14 mentre le ospiti faticano a reagire. Lo fa Duarte Alecrim (ace, 12-17) ma Tolok mantiene le distanze e avvicina il traguardo con due colpi chirurgici per il 15-21. Novara si inceppa sul più bello, il THY rientra prima 18-21 e poi 21-22 con l’ex Durul protagonista mentre Ishikawa, due volte, mantiene il cambio palla mandando le azzurre al set point sul 22-24. Due muri ospiti (24-24) e tutto si riapre ma Alsmeier trova una diagonale strettissima (24-25) e Tolok chiude i conti in rigiocata, sul 24-26, mandando la Igor in finale.

    3° set – Sestetto azzurro rivoluzionato con Bartolucci, Mims, Squarcini, Mazzaro e Villani in campo; il THY ci prova (3-1) ma il turno in battuta di Villani (ace, 4-6) inverte l’inerzia mentre Bergmann firma la reazione turca per il controsorpasso (9-8) e il THY tocca il massimo vantaggio sull’11-8 prima e sul 14-9 (VasilantonakI) poi. La Igor ricuce lo strappo (14-13) mentre il THY ferma invano il gioco, Villani (15-15) e un ace di Mims per il sorpasso azzurro e il resto lo fa il turno in battuta di Squarcini: due ace (con l’aiuto del nastro) “spezzati” dal tocco a rete di Mazzaro, per il 17-23. Chiude, poco dopo, la diagonale di Ishikawa, 18-25.

    Lorenzo Bernardi (Igor Volley Novara): “Sono molto contento e orgoglioso di queste ragazze. Hanno giocato una partita importante, ce la siamo un po’ complicata noi nel primo set dopo il 24-21 e anche nel secondo, però avere la capacità di mantenere alta l’attenzione e la testa fredda nei momenti cruciali della partita – nei finali dei primi due set – è stato impostante. Fino a oggi, in questa stagione, abbiamo fatto un percorso straordinario. Siamo arrivati alle Final Four di Coppa Italia giocando una buona semifinale con Conegliano, siamo arrivati alla finale della Coppa Cev che è un gradino – forse due – più importante di quella dello scorso anno. Abbiamo incontrato squadre che stanno disputando stagioni ai vertici. Per celebrare dobbiamo aspettare perché finali, prima, vanno giocate e poi vedremo l’esito del campo”.

    Federica Squarcini (centrale Igor Gorgonzola Novara): “Siamo venute qui sapendo che in questo palazzetto e in Turchia in generale non è mai facile giocare, perché comunque il tifo si fa sentire, e soprattutto consapevoli che come era capitato a noi con Aksaray nei Playoff anche loro potessero di fatto ribaltare tutto e compiere un’impresa. Per questo siamo entrate in campo dal primo punto con lo spirito giusto e al netto di qualche piccolo passaggio a vuoto abbiamo compiuto il nostro dovere, conquistandoci la possibilità di giocare una finale. A tal proposito siamo già cariche ma prima dovremo rientrare in Italia e misurarci con gara due della serie con Chieri, che mi aspetto nuovamente ostica e combattuta“.

    THY Istanbul 0Igor Gorgonzola Novara 3 (25-27, 24-26, 18-25)

    THY Istanbul: Yilmaz (L) ne, Kayacan (L), Arici 3, Ivegin 5, Akin 1, Germen Korkmaz, Kilicli ne, Coskun, Vasilantonaki 13, Duarte Alecrim 5, Bergmann 7, Ratzke 1, Aksoy 6. All. Soz.Igor Gorgonzola Novara: Akimova ne, Villani 5, Bosio 4, Bartolucci 1, De Nardi, Fersino (L), Alsmeier 3, Ishikawa 10, Mims 2, Bonifacio 6, Aleksic 4, Mazzaro 2, Tolok 15, Squarcini 4. All. Bernardi.

    (fonte: Igor Gorgonzola Novara) LEGGI TUTTO

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    Romanò si racconta: il presente dice Piacenza, il futuro Russia, l’estate matrimonio e Nazionale

    Sapevo già, all’inizio della nostra conversazione, che come nella migliore scena di Nanni Moretti ne “La stanza del figlio”, mi sarei ritrovato con lui a cantare quel pezzo di “Insieme a te non ci sto più” di Caterina Caselli (arrivederci amore ciao, le nubi sono già più in là). Scrivo col cuore di un innamorato della pallavolo e provo a far capire cosa abbia provato in questi anni, nei quali Yuri Romanò ha compiuto un percorso che non ho visto fare a molti da quando scrivo di pallavolo, ovvero circa vent’anni. È la strada di chi fatica, moltissimo, e non si vede riconoscere i propri sforzi e i propri meriti per una lunga fetta di carriera. Nonostante questo Yuri lavora, giocando già quando tutti pensavano che dovesse stare dove è oggi, o quantomeno gravitare nella stessa serie, a giocare in A2. Il cortocircuito si genera quando De Giorgi comprende che Romanò meritasse di sbocciare e su di lui scommette molto, non pensando minimamente che l’esperimento potesse essere azzardato. Yuri sboccia in una notte, è come un girasole che al primo sole viene fuori in tutta la sua bellezza e diventa ciò che poi lo porta a indossare la maglia azzurra, salire alla ribalta della cronaca del volley, vincere e ancora vincere, arrivare in Superlega, giocare a Parigi. Fine primo tempo. 

    Bello, penserete tutti. È andata effettivamente così, ed esattamente alla velocità di una fioritura, Romanò è passato dall’essere un esperimento a diventare un successo. È così che molti ragazzi hanno cominciato a credere quanto nella pallavolo la gavetta conti e quanto i treni nella vita possano passare, basta tenersi pronti. È una storia più americana che italiana, e come ogni cosa alla quale ci si affeziona, arriva un momento in cui è bene lasciarla andare. La nuova casa si chiamerà Russia, lo scrivo io perché è un momento in cui la testa di Romanò è occupata dai playoff, e con la Piacenza che racchiude molto di quello che più rappresenta la varietà dell’estetica pallavolista (il cavaliere dal doppio oro Brizzard, il più forte del mondo Simon, l’essere Galassi e l’arte della sua misura, etc.) è giusto che pensi solo ed esclusivamente a questo.

    Lei cosa aggiungerebbe?

    “Che andrò con Marta e Bianca a sperimentare qualcosa di nuovo per tutti. Per il resto è ancora prematuro parlarne, anche perché il mio presente dice Piacenza e soprattutto playoff”.

    Si ricorda quando è arrivata Bianca? Sembra passato un secolo Romanò.

    “Ricordo l’enorme felicità. Ricordo di aver ricevuto la telefonata di Marta una mattina presto durante le finali della VNL e di averlo condiviso con i soli compagni di squadra dopo Italia-Francia all’Europeo”.

    Il sei gennaio 2025 che è successo invece?

    “Ho chiesto a Marta di sposarmi. L’anno giusto, anche se ci sposeremo la prossima estate”.

    I testimoni?

    “Top secret”.

    Il mondo della pallavolo quanto sarà coinvolto?

    “Un testimone sicuramente. Il resto tanti invitati, ma non posso dire di più, perché ne dobbiamo ancora parlare”.

    È tutto successo nei momenti migliori Yuri. La sua vita è una consequenzialità di ordine ed eventi con una logica e un senso preciso. Sbaglio?

    “La mia vita è come una scala. Non lo so se i passi che ho fatto sono tutti corretti e fatti nell’ordine canonico. Ma per me ogni cosa ha avuto un senso, nelle scelte fatte, negli eventi che ho vissuto, nelle emozioni che ho provato”.

    La pallavolo è stata una grande battaglia. Ora?

    “Ha la giusta importanza, è il mio lavoro, è ciò che influenza la mia vita. Ma la vita stessa mi ha dato anche Marta e Bianca e ha rimescolato priorità, ordine, e importanza. Adesso non vedo l’ora di finire l’allenamento per andare a casa e stare con loro, ad esempio. Quando cade l’ultima palla dell’allenamento so che c’è anche qualcosa al di fuori del palazzetto”.

    A Piacenza la stagione è stata una scalata. Ora, con Travica in panchina, mi sembra siate in una strada più scorrevole, in discesa.

    “Tra me e lui c’è stato un bel confronto all’inizio della sua collaborazione con Piacenza e questo l’ho apprezzato molto. Per quanto riguarda la squadra, dobbiamo dimostrare ai playoff di aver acquisito quella continuità che è mancata per tutta la stagione. Si lavora, tutti i giorni, e la domenica cerchiamo di tirare fuori ciò che di meglio sappiamo fare. È un altro campionato, bisogna avere il coraggio di archiviare la stagione che è stata e giocare ripartendo da zero, o meglio dal piazzamento in regular season”.

    Con Verona è cominciata la seconda fase. Per ora il campo dice 1-0 Piacenza.

    “Per come sono andate le partite anche in regular season, siamo contenti di avere la possibilità di giocarci la prima fase con loro. Un po’ li soffriamo, ma abbiamo dimostrato di poter avere la meglio. Non sarà semplice, ma non lo è nemmeno l’eventuale proseguimento. Daremo il massimo, questo è poco ma sicuro”.

    Poi si torna a lavorare in azzurro? Lei mi sembra l’unico ad aver vissuto Parigi come un traguardo.

    “Il traguardo della mia prima Olimpiade. Lo è stato sul serio, e per me era già un sogno poterci essere. Non nego che io l’abbia vissuta dall’inizio come un’occasione in cui godermi anche l’essere arrivato fino a lì. Tanti anni fa certi traguardi erano molto molto lontani. C’è stata inevitabilmente la delusione dopo la Francia e poi gli Stati Uniti. Personalmente è un’esperienza che si è archiviata e di cui mi porterò dietro ricordi e insegnamenti”.

    Ripartirà da qui.

    “Sì. Il resto si costruirà stradafacendo”.

    Di Roberto Zucca LEGGI TUTTO