consigliato per te

  • in

    Coppa Italia Frecciarossa, tutti in carrozza destinazione… Conegliano? Sì secondo il voto popolare

    Anno nuovo, stessa storia? Il weekend di Coppa Italia di Serie A1 negli ultimi cinque anni ha visto il trofeo mettersi in viaggio in direzione Veneto per finire nella ricca bacheca dell’Imoco, in una ‘stanzetta’ che ormai immaginiamo stia diventando grande quanto tutto il Palaverde… e anche in questa stagione sembra che nessuno abbia dubbi sulla sesta vittoria consecutiva delle Pantere, la settima negli ultimi nove campionati. Il nostro sondaggio (chiuderà a mezzanotte di venerdì 7 febbraio) sta dando un risultato inequivocabile (ultimo aggiornamento,venerdì 7 febbraio, ore 12.00: Imoco 65% delle preferenze).

    VERSO IL RECORDIn caso di successo, Conegliano diventerebbe la squadra più vincente in Coppa Italia, con 7 trofei, superando in un sol colpo Bergamo e Ravenna. Stesso dicasi per Moki De Gennaro che, sempre a quota 7, raggiungerebbe l’ex compagna Robin De Kruijf, attuale primatista in solitaria. Al secondo posto, a quota 6, salirebbe Wolosz eguagliando Bernardi (6 Coppe Italia vinte con la Teodora Ravenna tra il 1980 e il 1991).LE ULTIME FINALI VINTELa storia vincente dell’Imoco in Coppa Italia è iniziata nella stagione 2016/17 con un combattuto 3-0 (25-23, 25-22, 25-23) ai danni della Liu Jo Nordmeccanica Modena. Nei due anni successi fu Novara ad alzare il trofeo battendo in finale sempre Conegliano, dopo di che ha avuto inizio il filotto delle Pantere: stagione 2019/20, 3-0 (25-20, 25-18, 25-16) ai danni della Unet E-Work Busto Arsizio; stagione 2020/21 e 2021/2022 rivincita ai danni di Novara con successi per 3-1 (25-17, 25-23, 22-25, 25-18) e 3-2 (19-25, 19-25, 25-21, 25-22, 15-13); infine stagioni 2022/2023 e 2023/2024 coppa che si tinge ancora di gialloblu ai danni della Vero Volley Milano, battuta 3-1 (23-25, 26-24, 25-17, 25-21) la prima volta e 3-2 (25-21, 22-25, 25-19, 19-25, 15-11) la seconda. A conti fatti, dunque, se l’Imoco approdasse in finale anche quest’anno, lo farebbe per il nono anno consecutivo!

    Di Redazione LEGGI TUTTO

  • in

    Test-match tutto bustocco tra UYBA e Futura (che non ha sfigurato)

    Amichevole di lusso per la Futura Volley Giovani, che nella settimana di sosta del campionato per lasciare spazio, nel week-end, alle finali di Coppa Italia, è scesa in campo sul taraflex della e-Work Arena per un allenamento congiunto contro le padrone di casa dell’Eurotek Uyba.Un’occasione utilissima per tenere il ritmo partita in vista della Pool Promozione che prenderà il via da Costa Volpino domenica 16 febbraio, contro un’avversaria di categoria superiore che ha permesso alle biancorosse di mettersi alla prova in un test di livello davanti ad una folta cornice di pubblico (oltre 300 spettatori presenti). La squadra di coach Alessandro Beltrami ha saputo rispondere colpo su colpo ad una formazione con una fisicità e una velocità di palla da A1 vera, portando a casa sensazioni positive e tanto morale in vista della fase calda della stagione.

    Starting Players – Coach Barbolini ha iniziato la gara con l’usuale sestetto composto da Boldini – Obossa, Sartori – Van Avermaet, Piva – Kunzler, Pelloni libero, dando poi largo spazio anche a tutte le giocatrici della panchina, fatta eccezione per la febbricitante Lazic. Il tecnico bustocco Alessandro Beltrami manda in campo in avvio il 6+1 titolare con Zanette opposta a Monza, Rebora e Kone centrali, Enneking e Orlandi coppia di schiacciatrici e Cecchetto libero.1° set – Nel primo set, dopo un avvio in cui faticano a prendere le misure (9-3), le Cocche hanno un ottimo sprazzo di gioco, riuscendo riportarsi sotto fino al 13-10. L’elastico si riallunga in favore dell’Uyba (20-13) con Rebora e compagne che vendono però cara la pelle su ogni pallone fino al 25-19 finale.2° set – Nessun cambio in avvio di secondo parziale (coach Barbolini mette invece già mano alla panchina), con le due squadre che si sfidano sul punto a punto (4-4, 6-6). Il primo piccolo allungo è delle padrone di casa, che mettono bene le mani a muro e sfruttano qualche sbavatura della Futura (12-9), brava però a tenere la scia delle avversarie con grande carattere e buone soluzioni offensive (19-17). 3° set – Coach Beltrami tira dritto con le sue titolari anche nella terza frazione, che vede l’Uyba partire subito a tutto gas (6-1). Immediata la reazione di Rebora e compagne, che sfruttando il turno in battuta di Enneking si riportano a tiro (7-5) ridando vita ad un set equilibrato. Le Cocche mettono la testa avanti sul 10-11, prendono coraggio e proprio innescando a ripetizione la fast del capitano biancorosso allungano sul 13-16. Le Farfalle non ci stanno ma la Futura è brava a respingere al mittente i tentativi di rimonta delle padrone di casa (20-23). A rimettere tutto in discussione sono le bordate dai 9 metri di Obossa (24 pari) e nell’emozionante susseguirsi di set-point è il missile di Enneking a fissare il 29-31 finale.4° set – Nel quarto parziale c’è spazio in campo per Brandi, Landucci, Del Freo, Osana e Baratella; è l’Uyba a prendere l’iniziativa per prima (8-5) ma le biancorosse impiegano poco a ristabilire la parità a quota 8. Qualche errore ridà margine alle avversarie (13-9) ma c’è partita, eccome, con la Futura sempre in scia (17-16 con l’ace di Brandi, 19 pari). Nel finale però, sono le Farfalle a sbagliare meno e a chiudere i conti col muro di Howard su Del Freo.5° set – Fissato il 3-1 si gioca un altro mini-set e anche Spiriti trova spazio al posto di Zanette. Dopo l’8 pari al virtuale cambio campo, l’Uyba strappa sull’11-8 ma le Cocche mordono ancora (11 pari) rendendosi protagoniste dell’ennesimo finale da brividi (13 pari). Frosini attacca out per il 13-14 poi ci pensa Enneking a chiuderla 13-15.

    Sofia Monza: “Questo palazzetto è nel mio cuore perché ho giocato qui per molti anni e sin dal settore giovanile. Poi c’era tanto pubblico ed è un bel segnale che questa partita sia stata così seguita. Siamo entrate in campo con un po’ di agitazione ma alla fine ce la siamo giocata. Uyba è molto forte, abbiamo però portato a casa qualche set e sono davvero contenta di com’è andata”.

    Nicolò Cozzi: “Sono state belle emozioni, contro un team di A1 è stato un test importante da affrontare. L’abbiamo fatto nel migliore dei modi; ci siamo presi una metà set per adattarci a quella che era la velocità della battuta e alle traiettorie dei colpi. Poi ci siamo alleggeriti e abbiamo fatto il nostro gioco lavorando abbastanza bene anche a muro difesa. Possiamo essere davvero contenti di come è andata la partita”.

    Eurotek Uyba 3Futura Volley Giovani 2(25-19, 25-20, 29-31, 25-20, 13-15)UYBA: Boldini 2, Obossa 12, Sartori 7, Van Avermaet 1, Kunzler 11, Piva 8, Pelloni (L), Scola 3, Frosini 16, Lualdi 3, Morandi, Howard 10, Van Der Pijl 7. All. Barbolini.FUTURA: Monza, Zanette 13, Rebora 9, Kone 8, Enneking 24, Orlandi 9, Cecchetto (L), Landucci 2, Del Freo 4, Brandi 2, Baratella 1, Osana (L2), Spiriti 1. N.e. Zakościelna. All. Beltrami.Note – durata set: 21’, 23’, 28’, 22’, 14’; tot. 1h48’. Uyba: battute sbagliate 14, vincenti 8, ricezione positiva 39% (perfetta 14%), attacco 40%, muri 13, errori 18. Futura: battute sbagliate 14, vincenti 8, ricezione positiva 25% (perfetta 5%), attacco 35%, muri 10, errori 23. Spettatori 300 circa.

    (fonte: Futura Volley Giovani Busto Arsizio) LEGGI TUTTO

  • in

    La palleggiatrice serba del Fenerbahce, Bojana Drca, lascerà la pallavolo a fine stagione?

    La stagione in corso, con tutta probabilità, segnerà la conclusione della carriera agonistica di Bojana Drca, 36enne palleggiatrice serba che ha militato in diversi campionati europei (Svizzera, Francia, Russia e Turchia) distinguendosi sia per le sue qualità tecniche sia per le sue doti umane. Il periodo più luminoso del suo percorso da professionista è probabilmente quello che sta vivendo adesso, a Istanbul con la maglia del Fenerbahce. Qui, nel giro di un anno e mezzo ha conquistato uno Scudetto, una Coppa nazionale e una Supercoppa, e si appresta a vivere un finale di stagione che potrebbe riservare ulteriori soddisfazioni.Oltre ai successi nei club, la regista originaria di Belgrado è stata una figura rilevante anche per la nazionale serba, con cui ha vinto due ori mondiali, due ori europei e un argento olimpico. In particolare, il suo contributo è stato fondamentale nel trionfo al Campionato del Mondo 2022, dove ha ricevuto il premio di “Miglior Palleggiatrice” del torneo.La decisione di Drca di appendere le ginocchiere al chiodo verrà ufficializzata al termine della stagione e, secondo le nostre indiscrezioni, non è prevista la sua partecipazione agli impegni estivi con la Serbia.

    Di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO

  • in

    Preparazione mentale, un pilastro fondamentale per il successo sportivo. Il progetto dell’Akademia Kioene Padova

    L’Accademia Kioene Padova ha dato avvio lo scorso settembre ad un progetto di Psicologia dello Sport, affidato alla competenza della dott.ssa Francesca Stecchi. Questa iniziativa, destinata agli atleti della squadra Under 19/Serie B, nasce con l’intento di rafforzare la preparazione mentale come elemento centrale del percorso sportivo e di crescita personale. 

    Preparazione mentale: un pilastro fondamentale per il successo sportivoConsapevoli dell’importanza dell’equilibrio tra preparazione tecnica, tattica, fisica e mentale, la nostra Accademia ha ritenuto opportuno integrare il lavoro psicologico nella routine dei giovani atleti. Il progetto prevede incontri bisettimanali e la presenza della dott.ssa Stecchi in tutte le partite casalinghe, garantendo un supporto costante e strutturato. Attraverso questo percorso, gli atleti potranno migliorare la consapevolezza emotiva, la gestione dell’ansia da prestazione e degli errori, rafforzando al contempo la coesione del gruppo. L’obiettivo è costruire una mentalità resiliente, permettendo ai giocatori di esprimere al meglio il proprio potenziale.

    Allenare la mente: focus, gestione dell’ansia e coesione di squadraIl percorso è iniziato con l’utilizzo delle carte Dixit, un efficace strumento basato sul linguaggio simbolico, che ha permesso agli atleti di esprimere le proprie emozioni, la motivazione personale e le sensazioni vissute in partita. Successivamente, attraverso tecniche di respirazione, i giocatori hanno lavorato sulla gestione dell’ansia e della pressione, imparando a controllare l’attivazione emotiva nei momenti più critici della partita.Un altro aspetto chiave del percorso ha riguardato l’allenamento cognitivo: con l’utilizzo delle luci di reazione Sportlight, gli atleti hanno lavorato sulla concentrazione, la rapidità di risposta e la capacità di rimanere focalizzati anche dopo un errore.Particolare rilevanza è stata data anche al potenziamento della coesione di squadra: lavorare sull’affiatamento del gruppo affinché ogni giocatore si senta parte integrante di un progetto comune. Per rafforzare questi legami, sono stati proposti esercizi mirati di team building, finalizzati a migliorare la comunicazione in campo. Attraverso attività strutturate, i ragazzi hanno lavorato sull’ascolto attivo, sulla capacità di comunicare in modo chiaro e sulla gestione dei momenti di difficoltà. 

    Il valore della squadra: un lavoro condivisoNel mondo della pallavolo, come anche in altri sport di squadra, l’attenzione è spesso rivolta ai sei giocatori in campo. C’è però un elemento altrettanto fondamentale che viene spesso sottovalutato o trascurato: il ruolo della panchina. La dott.ssa Stecchi sta lavorando con i giovani atleti per trasformare la panchina da semplice attesa a momento di crescita e analisi. Anche da bordo campo si può contribuire in modo decisivo al successo della squadra. Il gioco può essere osservato con maggiore lucidità rispetto a chi è immerso nell’azione. Questo consente ai giocatori di cogliere dettagli tattici, schemi ripetitivi degli avversari e punti di forza o debolezza della propria squadra. Essere osservatori attivi permette di accumulare conoscenze utili sia per supportare i compagni sia per migliorare la propria comprensione del gioco.Le partite di pallavolo sono costellate da momenti critici: un set in salita, errori che si accumulano, avversari particolarmente ostici. In questi frangenti, la panchina può fare la differenza, rappresentando una riserva inesauribile di energia positiva per la squadra. Tifo, incoraggiamento e sostegno emotivo da parte dei compagni in panchina contribuiscono a mantenere alto il morale e a rafforzare lo spirito di squadra. Il tempo trascorso in panchina non è tempo perso. È un’occasione per osservare, imparare e prepararsi mentalmente. Lavorare su questo aspetto permette di valorizzare ogni ruolo all’interno della squadra, creando un senso di appartenenza e di responsabilità collettiva.

    Un passo in avantiL’Accademia Kioene Padova crede fortemente che il benessere mentale sia una componente essenziale per la performance e la crescita degli atleti. Con questo progetto, la società si impegna a fornire ai propri giovani strumenti concreti per affrontare le sfide dentro e fuori dal campo.

    (fonte: Pallavolo Padova) LEGGI TUTTO

  • in

    Milano senza problemi sul campo dello Schwerin, l’andata dei Playoff di Champions termina 0-3

    Vittoria preziosa nell’andata del Play Off di CEV Champions League per la Numia Vero Volley Milano che sul campo del SSC Palmberg Schwerin passa in tre set grazie a una prova corale di alto livello.

    Primo set chiuso agevolmente da Orro e compagne grazie a una partenza aggressiva unita ad un’organizzazione di gioco sempre precisa; più in equilibrio l’andamento del secondo set dove entrambe le squadre mettono a referto tanti errori con Milano che la spunta di un break. Terza frazione in discesa per le rosablù che ritrovano lo smalto del primo parziale e gestiscono il vantaggio. MVP del match una Paola Egonu da 17 punti totali, di cui 3 ace e 2 muri; in doppia cifra anche l’olandese Daalderop (10 punti).

    Per le ragazze di Lavarini è ora tempo di tuffarsi nel weekend delle Finali di Coppa Italia Frecciarossa: sabato 8 febbraio alle ore 18.00 è in programma all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno la semifinale contro la Savino del Bene Scandicci.

    1° set – Il primo punto di Milano porta la firma di Sylla, l’ace di Daalderop regala poi alle rosablù il momentaneo +3 (5-8). La Numia accelera ancora e si porta sul +5 (5-10), time-out per coach Koslowski. La distanza tra le due squadre si allarga ancora di più complici gli errori in attacco delle tedesche (10-18) e Vero Volley può così gestire il vantaggio fino alla fine del parziale (14-25).

    2° set – Inizio di secondo set in equilibrio con Milano che resiste abilmente alla pressione dello Schwerin; il punteggio resta in parità grazie anche a una scatenata Dambrink, fastidiosa in attacco col suo mancino. Monster-block di Kurtagic per il 14-15 Vero Volley, ma le milanesi non affondano il colpo e subiscono il break delle padrone di casa (17-15), Lavarini chiama la sospensione. Orro e compagne riportano il risultato in parità (20-20) e chiudono un set intenso sul 23-25.

    3° set – Il terzo parziale si apre con tre punti consecutivi delle ragazze di Lavarini e il conseguente time-out tedesco. Lo Schwerin rientra in campo con entusiasmo e trova il sorpasso 4-3, ma le lombarde alzano subito i giri del motore e allungano sul 7-13, da segnalare due ace consecutivi di Egonu. Dentro Pietrini e Cazaute fuori Sylla e Daalderop. Vero Volley si esalta: muro granitico di Heyrman per l’8-15, diagonale potente di Pietrini per il 12-18. Il set scivola velocemente sul 16-25 finale.

    SSC Palmberg Schwerin 0Numia Vero Volley Milano 3(14-25, 23-25, 16-25)

    Numia Vero Volley Milano: Cazaute 2, Gelin (L), Guidi, Heyrman 6, Pietrini 2, Orro 4, Konstantinidou, Kurtagic 6, Smrek 3, Sylla 8, Egonu 17, Daalderop 10. N.E. Danesi, Fukudome (L). All. Lavarini.SSC Palmberg Schwerin: Antunovic 1, Wolowicz 2, Stuut 4, Grozer 7, Holzig 1, Kohn, Llabres (L), Dambrink 11, Hanle, Keene 5, Kokram 3. N.E. Frommann (L). All. Koslowski.Arbitri: Bogdan Laurentiu Stoica, Sinisa OvukaNOTE – Durata set: 20′, 28′, 23′. TOT: 1h11′MVP: Paola Egonu (Numia Vero Volley Milano)

    (fonte: Vero Volley) LEGGI TUTTO

  • in

    Botte, macchina distrutta e beffa finale: è successo di tutto tra Karakurt e Brovkina

    Nelle scorse settimane una lite clamorosa ha scosso lo spogliatoio della Lokomotiv Kaliningrad, squadra attualmente seconda nel campionato femminile russo. Protagoniste di questo spiacevole episodio sono state Ebrar Karakurt, opposta turca nota sia per le sue qualità tecniche sia per il suo carattere fumantino, e Yulia Brovkina, talentuosa centrale russa classe 2001. Secondo le indiscrezioni, un acceso diverbio tra le due giocatrici – che avevano avuto una relazione sentimentale terminata all’inizio di questa stagione – durante l’allenamento si è poi trasformato in un attacco fisico da parte di Karakurt all’interno dello spogliatoio, al punto da rendere necessario l’intervento delle compagne di squadra.

    La situazione è ulteriormente degenerata quando la turca, in un impeto di rabbia, ha danneggiato pesantemente l’auto di Brovkina nel parcheggio del palazzetto. Questo gesto, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, ha portato a una crisi interna alla squadra, culminata con l’ultimatum di Karakurt al presidente del club: o lei o Brovkina.

    Nonostante l’addio ormai certo al termine della stagione (Karakurt tornerà in patria per vestire la maglia dell’Eczacibasi), la dirigenza della Lokomotiv ha deciso di far giocare Brovkina con la seconda squadra, che milita nella Vischaya Liga A, la cadetteria russa. Questa scelta, sebbene controversa (basti pensare che il club vorrebbe confermare la centrale per la prossima annata), sarebbe stata presa per garantire la continuità delle prestazioni della prima squadra, che punta a vincere il campionato.

    L’episodio solleva molte domande sulla gestione dei conflitti interni nei club e su alcuni comportamenti poco professionali di cui Karakurt è stata protagonista negli ultimi anni (a Novara ne sanno qualcosa). Resta da vedere come questo influenzerà le dinamiche future della Lokomotiv Kaliningrad e se ci saranno ulteriori conseguenze per le protagoniste di questa vicenda.

    Di Redazione LEGGI TUTTO

  • in

    Bach, presidente del CIO, omaggia lo sport italiano: “Sono qui per dire Grazie Italia”

    Il Salone d’Onore del CONI ha fatto da palcoscenico all’incontro del Presidente del CIO Thomas Bach con i rappresentanti del mondo dello sport italiano. All’evento, per la Fipav, era presente il presidente federale Giuseppe Manfredi.“E’ un grande onore avere con noi il Presidente Bach”, ha dichiarato il Presidente del CONI Giovanni Malagò introducendo l’intervento del numero uno del Comitato Olimpico Internazionale. “Sarà con noi fino a giovedì, quando a Milano celebreremo il ‘One year to go’ a Milano Cortina 2026”.

    “La ragione per cui sono qui è dire ‘Grazie Italia’”, ha spiegato Bach. “Devo ringraziare la comunità olimpica e le istituzioni, questa mattina ho detto grazie al Presidente Mattarella, da sempre grande sostenitore dei valori olimpici. Il mio affetto per l’Italia viene da molto lontano, dai tempi della scuola: i miei vicini avevano una gelateria e mi hanno permesso di guadagnare qualche soldo lavorando e imparando i segreti del gelato italiano”, ha raccontato il Presidente del CIO.

    “Ho trascorso tanto tempo in Italia e ci sono momenti che non dimenticherò. Uno in particolare, quando Mario Pescante e Franco Carraro mi rivelarono che avrebbero sostenuto la mia candidatura alla guida del CIO. Voglio ringraziare entrambi, non lo dimenticherò mai”, ha proseguito Bach ringraziando poi ’ex Presidente dell’Associazione delle Federazioni degli Sport Olimpici Estivi Francesco Ricci Bitti, il membro CIO Ivo Ferriani e i Presidenti internazionali Sabatino Aracu, Luciano Rossi e Marco Scolaris. “Voglio donare oggi alla comunità olimpica italiana l’IOC President’s Trophy, noto anche come ‘The Sky is the Limit’”, ha concluso consegnando la scultura al Presidente Malagò. “Grazie Italia, forza Italia”.

    “Questo è un premio che il CONI condivide con tutti voi”, ha dichiarato Malagò rivolgendosi ai rappresentanti degli organismi sportivi. “Penso che siate tutti orgogliosi di far parte di questa famiglia e questo riconoscimento è il massimo per quanto fatto dal CONI nella storia”.

    Durante l’incontro Malagò ha consegnato il Collare d’Oro, la più alta onorificenza sportiva, alla Federazione Medico Sportiva Italiana, rappresentata dal Presidente Maurizio Casasco, “per quanto fatto durante il Covid. Il nostro Paese è stato un esempio per tutto il mondo e voglio ringraziarvi davanti al Presidente Bach”, ha spiegato il Presidente del CONI.

    “E’ un grande onore ricevere il Collare d’Oro, ringrazio Malagò”, ha sottolineato Casasco. “Durante il periodo del Covid abbiamo lavorato giorno e notte per varare un protocollo che consentisse a tutti di svolgere attività fisica in sicurezza. E lo stesso abbiamo fatto durante il periodo di vaccinazione, con un coinvolgimento diretto dei nostri medici. Siamo fieri di aver garantito la salute”.

    (fonte: Fipav) LEGGI TUTTO

  • in

    Keita illegale: mura al primo piano di un palazzo, colpisce come un pugile professionista!

    Nel weekend delle Final Four di Coppa Italia, girando per l’Unipol Arena prima delle partite, davanti a un cartellone gigantesco siamo rimasti letteralmente a bocca aperta. Roba da Sindrome di Stendhal. A grandezza naturale erano rappresentate le sagome di quattro giocatori con relative altezze: 206 cm per Keita, 211 cm per Michieletto, 204 cm per Chinenyeze, 200 cm per Giannelli. E sin qui nulla di nuovo. Alzando lo sguardo, però, abbiamo letto altri numeri: 350 cm Keita, 345 cm Michieletto, 338 cm Chinenyeze, 335 cm Giannelli. Ovvero le misure dei loro salti a muro, ovviamente a braccia distese, dunque dalla punta delle dita.

    Grazie alla collaborazione della Lega Volley, nella persona di Francesco Mazziotti, responsabile della Comunicazione, abbiamo chiesto e ottenuto quella grafica che potete ammirare qui in basso.

    foto Lega Volley

    Vi possiamo garantire che vederla a schermo è una cosa, farlo dal vivo trovandocisi sotto fa tutto un altro effetto perché, nel caso di Keita, 3 metri e mezzo d’altezza sono una misura che fa impallidire.

    Detto che la rete di pallavolo, nel maschile, è piazzata a un’altezza di 2,43 metri, capite bene che quando il numero 9 di Verona ti salta davanti a muro, tra la banda e le sue mani c’è un ostacolo alto un metro in più. Ma cosa ancor più impressionante è capire realmente di che misura stiamo parlando. Tre metri e mezzo, ad esempio, è l’altezza del balcone del primo piano di un palazzo. Dunque, se vi trovate per strada, provate ad alzare gli occhi e fare un salto, e poi pensate al fatto che lui arrivi a toccare sotto il balcone con la punta delle dita e noi altri al massimo al tasto dell’ultimo piano… del citofono.

    Non contenti, abbiamo chiesto informazioni anche sul punto più alto che Keita raggiunge con una breve rincorsa e non da fermo, ovvero quando attacca un pallone con qualche passo di rincorsa. Udite udite, la misura passa da 350 a 380 cm!!! Stiamo parlando di quasi quattro metri d’altezza, l’equivalente di un tir misurato dall’asfalto al tetto del rimorchio. Si tratta comunque di misure che vengono prese, è corretto precisarlo, utilizzando il vertec jump test. In partita magari sarà qualcosina di meno, ma tre metri e ottanta li devi comunque saltare e non è cosa banale neanche tra i giocatori professionisti (cestisti compresi). Pensate che alcuni suoi compagni di squadra, ridendo di gusto, ci hanno anche raccontato che proprio al vertec, in palestra, Keita i 380 cm “li fa tranquillamente quando non c’ha voglia” e che a muro, in realtà, arriverebbe anche ai 364 centimetri. Misura, aggiungiamo noi, che difficilmente sfiora in partita a causa di quel saltare a muro sempre tutto scomposto, ma questa è un’altra storia.

    foto Verona Volley

    Detto dell’altezza siderale da cui partono i palloni che schiaccia, notevole è anche la potenza di sparo. In questo caso abbiamo interpellato direttamente l’ufficio stampa della Rana Verona che ci ha risposto così: arriva a schiacciare a 120 km/h e a battere a 130!!!

    No, dimenticate i paragoni con auto e moto, gli esempi che vi stiamo per fare potrebbero incuriosirvi molto di più. Partiamo dalla forza che un giocatore come Keita può imprimere a un pallone schiacciandolo da tale altezza e a quelle velocità con una traiettoria inclinata di 40°/45°. Il risultato si aggira attorno ai 470 Newton, unità di misura della forza. Per darvi un’idea, un pugile professionista, con un pugno potente, può generare una forza che varia tra i 400 e i 700 Newton.

    Subito, ovviamente, il pensiero va a quei liberi e ricettori che certe bordate se le vedono arrivare addosso e, come visto fare ad esempio in diverse azioni a Fabio Balaso proprio in finale di Coppa Italia, magari le tirano pure su mettendo la palla in testa al palleggiatore… (mostri pure loro senza se e senza ma). Ebbene, detto della forza sprigionata dall’impatto con il pallone al momento della schiacciata, quella relativa all’impatto del pallone stesso a terra o sui polsi di un giocatore avversario, dunque a fine corsa, è ancora maggiore e supera i 482 Newton.

    Cosa vuol dire questo? Che un pallone che pesa 280 grammi viene percepito da chi lo riceve come un peso di 47/50 kg che gli arriva addosso alla velocità 34,5 metri al secondo. Bisogna avere davvero braccia d’acciaio, proprio come quelle di Balaso.

    La foto che lo ritrae qui in alto, per quanto non sia recentissima, ci torna utile perché mostra chiaramente la deformazione del pallone sulle sue braccia. E dire che, chi gioca lo sa bene, i palloni da pallavolo non sono certo morbidi (la pressione interna è di 0,33 bar). Se ti arrivano addosso fanno davvero male. Qualche volta lo scoprono persino i computer dei giornalisti seduti a bordo campo…

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO