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    Emma Villas Aubay Siena, Ferdinando Della Volpe entra stabilmente nel gruppo della prima squadra

    Ferdinando Della Volpe torna a far parte stabilmente del gruppo della prima squadra della Emma Villas Aubay Siena. Contro la Agnelli Tipiesse Bergamo Della Volpe ha iniziato il match in sestetto titolare, giocando sia il primo che una parte del secondo set: ha chiuso l’incontro con 6 punti all’attivo, il 42% in attacco, 1 muro-punto e il 65% di positività in ricezione (29% di perfette).
    Ferdinando Della Volpe, senese, classe 1996, ha scelto il 4 come numero di maglia. Ha un passato nel Club Italia ed è già stato nel roster senese nelle stagioni 2015/2016 e 2017/2018.
    “Sono contento di poter dare il mio contributo in un momento che è difficile per tutti, anche nel mondo sportivo – dichiara lo schiacciatore universale di Siena. – Cercherò di coniugare al meglio l’aspetto pallavolistico con quello lavorativo. Ho messo sulla bilancia vari aspetti e alla fine mi sono detto che volevo vivere questa avventura”.
    Della Volpe ha iniziato da alcune settimane ad effettuare stabilmente gli allenamenti con il gruppo senese, contro Bergamo ha poi vissuto il momento dell’esordio stagionale. La sua prestazione è stata buona, di qualità e personalità. “Conoscevo già alcuni dei ragazzi di questo gruppo – afferma Della Volpe, – il clima nel team mi sembra buono, è facile integrarsi ed ambientarsi. Per quanto riguarda l’organizzazione della società non posso che fare i complimenti, ma per me questa non è una novità vista l’esperienza fatta in passato. Conoscevo anche coach Alessandro Spanakis, quando ero al Club Italia siamo stati avversari. Ho grande stima per il suo lavoro e lo reputo un ottimo allenatore. Altri compagni non li conoscevo, penso a Dore Della Lunga che avevo visto solamente in televisione. Di lui mi hanno colpito non solamente le doti tecniche ma anche le qualità umane e l’umiltà che dimostra con i suoi atteggiamenti. E’ sempre il primo ad arrivare in palestra e l’ultimo ad andare via, ha un atteggiamento che è costruttivo all’interno di un gruppo”.
    Ancora Ferdinando Della Volpe: “Mi sto pian piano abituando ai ritmi che si hanno in ogni singolo allenamento di una squadra di Serie A2 – dice il pallavolista. – Servono la massima attenzione e concentrazione in ogni dettaglio nel lavoro che viene effettuato quotidianamente in palestra. Non è stato semplice per noi allenarci nelle ultime settimane, c’erano tanti ragazzi fuori a causa del Coronavirus ma credo che siano state utili anche le giornate nelle quali eravamo solamente 5-6 giocatori. Questa, come sappiamo, è una stagione molto particolare. Potrebbe essere decisa da episodi o dal modo in cui una squadra riesce a recuperare dopo stop e pause forzate”.
    Della Volpe vanta anche un record: è stato infatti il primo senese a vestire la maglia di una Nazionale giovanile, quando venne convocato per la prima volta nella pre-juniores. E’ inoltre figlio d’arte: suo padre, Raimondo Della Volpe, è stato un protagonista del volley italiano negli anni Ottanta. LEGGI TUTTO

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    A distanza di un mese l’Emma Villas Aubay Siena torna a disputare un match di campionato

    Bergamo ha vinto anche la sua quarta gara stagionale, superando in casa per 3-1 la Prisma Taranto nel match valevole come recupero della quinta giornata di campionato. A Cisano Bergamasco è andato di scena un vero e proprio big match tra due compagini che ambiscono a recitare un ruolo importante nel corso di questa stagione sportiva. I padroni di casa hanno chiuso la sfida dopo un’ora e 59 minuti di gioco: 16 i punti messi a segno da Santangelo e Pierotti, 14 da Terpin, 11 da Cargioli. E’ il secondo successo in pochi giorni per l’Agnelli Tipiesse, che domenica si era imposta in casa per 3-0 nel derby lombardo contro Brescia. La classifica premia adesso i bergamaschi, che si trovano in terza posizione con 11 punti conquistati ed un confortante ruolino di quattro vittorie in quattro partite giocate.
    Domenica 6 dicembre la squadra senese tornerà a disputare un match di campionato. Lo farà alle ore 18 al PalaEstra contro la Agnelli Tipiesse Bergamo. L’ultima volta fu quasi un mese prima, era infatti l’8 novembre quando la formazione toscana fu impegnata in Abruzzo contro Ortona. Una sfida, quella, terminata al tiebreak con l’affermazione in rimonta della squadra locale.
    Contro Bergamo sarà anche una gara di ex: Spanakis e Graziosi sulle due panchine, Della Lunga, Fusco e Romanò in campo. Siena-Bergamo è una gara che richiama alla mente partite che hanno avuto una grande importanza nel panorama pallavolistico nazionale. E’ una sfida piena di fascino.
    “Giocare contro Bergamo mi dà emozioni particolari dato che in quella città ho trascorso bei momenti in passato – dichiara l’opposto della Emma Villas Aubay Siena, Yuri Romanò – anche se per me non sarà la prima volta da ex viste le tre sfide della scorsa stagione. Sono una squadra ben costruita, hanno vinto tutte le partite che hanno disputato fino ad ora. Hanno un allenatore capace e che a Siena conosciamo bene. Per noi sarà dura perché torniamo a giocare una partita ufficiale a distanza di un mese dall’ultima volta, speriamo di cavalcare l’entusiasmo e la voglia che abbiamo di tornare in campo per una gara di campionato. Sarà sicuramente una partita interessante perché siamo due squadre che nutrono buone ambizioni”.
    La gara sarà giocata a porte chiuse, verrà comunque trasmessa in diretta streaming sui canali della Legavolley. Arbitreranno la sfida Matteo Talento e Antonella Verrascina. LEGGI TUTTO

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    “Atleti al tuo fianco”, Vermiglio: “Per ritrovare me stesso sono tornato a Messina”

    Di Redazione
    Si può dialogare di momenti di vita sportiva per offrire spunti di riflessione sulle difficoltà di chi combatte contro il cancro? Questa è la scommessa che offre il progetto “Atleti al tuo fianco”, guidato dal dottor Alberto Tagliapietra, medico chirurgo con DAF in psico-oncologia e patrocinato dall’associazione Arenbì Onlus. Prende parte a questa iniziativa Valerio Vermiglio, palleggiatore della Nazionale Italiana di pallavolo, Oro in World League e agli Europei, medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004.Valerio, con Atleti al tuo fianco la tua esperienza nella pallavolo si mette al servizio delle famiglie che affrontano un tumore maligno: insieme rifletteremo su alcune situazioni del volley soffermandoci però prima sulle emozioni della vita quotidiana in un percorso oncologico, il tutto avvicinato dal potere delle metafore. Prima di ogni altra cosa però, raccontaci qualche elemento in più di te e della tua personale vita di ogni giorno. “La mia quotidianità è essere ripartito da zero, dopo un matrimonio che non si è rivelato felice come quando, da giovane e forse in un approccio più superficiale, mi era sembrato di viverlo. Ma quando una scelta porta incomprensione, sofferenze e disagi, credo sia stato giusto rimetterla in discussione, pur con le grandi sofferenze che questo comporta. Per ripartire e ritrovare me stesso sono tornato a Messina, dove sono nato e da dove tutto è partito, mi sono ricongiunto con la mia famiglia originaria e, passo dopo passo, mi sono trovato a ricostruire tutto partendo da capo. Mi sono dovuto prima di tutto prendere cura di me stesso, ferito e deluso, da guarire nei confronti dell’approccio stesso alla vita; adesso sono qui, in un percorso profondo, legato alle mie radici, costruendo un presente che sia d’appoggio e di slancio per la mia vita futura”.
    La famiglia e le distanze sono un aspetto delicato della vita in oncologia. Si vivono ricoveri lontani, ci si separa, ci si pensa senza potersi abbracciare, condizione che in questo 2020 abbiamo conosciuto tutti. Ma a volte un messaggio, un biglietto, anche un oggetto con sé possono far molto per sentirsi vicini mentre la distanza mantiene separati. Guardando la tua carriera sportiva si rimane colpiti dalla distanza che spesso ha coinvolto la tua vita: sei partito da Messina, sei andato a Treviso giovanissimo, hai giocato in molte squadre e hai girato l’Europa. C’è stato qualcosa che nel tuo percorso di affermazione individuale itinerante tu hai sempre desiderato portare con te, che ti facesse sentire il legame con le tue radici e con la tua città di partenza? “Sicuramente il pallone. L’ho portato con me addirittura durante alcuni tornei con la Nazionale: lo portavo anche a letto quando dormivo, e in un qualche modo riusciva ad infondermi un senso di sicurezza. Fin da bambino ho sempre vissuto di sport: praticavo il calcio, oltre alla pallavolo. Sono cresciuto in oratorio perché frequentavo le scuole dai Salesiani e quello era il mio ambiente quotidiano. Oltre al pallone ho sempre portato con me la mia idea di ambiente familiare, tant’è che in tutte le squadre in cui sono stato ho sempre cercato di instaurare rapporti di amicizia veri e solidi. Mi considero una persona emotiva e passionale, e per questo motivo le i miei stati d’animo li ho sempre espressi in maniera molto chiara ed evidente. Durante l’infanzia sono stato un bambino iperattivo, ma siccome negli anni passati nei confronti di queste diagnosi non c’era l’attenzione che c’è oggi, alcune cose di me le ho scoperte solo negli anni più recenti, lavorandoci con uno psicologo. Probabilmente anche a causa di questo mio temperamento ho sempre ricercato il calore familiare ovunque io andassi”.
    Spesso ad un malato oncologico capita di vivere il senso del dovere di guarire, come una sorta di missione per dare speranza costante e gioia finale a tutte le persone che lo circondano. Questa condizione però, all’interno di un percorso dall’andamento alterno tra miglioramenti e passi indietro, rischia di schiacciare l’animo umano in una responsabilità non così reale, che rischia di scaturire in profonda frustrazione e senso di colpa. L’equipe medica ha il dovere di offrire le migliori possibilità di guarigione e di qualità di vita, il paziente non ha la responsabilità della vittoria finale. Guardando alla tua storia si può notare che hai vinto tanto, giocando spesso in squadre costruite esattamente per vincere: dentro di te, ti sei mai sentito in qualche modo schiavo del traguardo della vittoria e in colpa per non essere riuscito a vincere? “È un tema interessante, sicuramente mi è capitato di sperimentare questa sensazione. Soprattutto nella vita al di fuori del campo di gioco però ho scoperto che il rimedio ai sensi di colpa, al fallimento e alle piccole e grandi sofferenze è dare il massimo a prescindere dal risultato che otterrai, procedendo un passo alla volta. Quando ti sembra di non avere più nulla per cui valga la pena sorridere è essenziale imparare a gioire delle piccole cose. Questo aspetto paradossalmente l’ho vissuto più nella vita di tutti giorni che durante i momenti agonistici, in quanto dare tutto ciò che avevo per la pallavolo era ciò che sono sempre stato abituato a fare. Ho sempre avuto l’impressione di trasformarmi quando scendevo in campo: se abitualmente sono una persona riservata e che non ama la luce dei riflettori, quando la partita iniziava diventavo vulcanico e accentratore. Altro aspetto determinante per me è stata la riscoperta della fede, che ha acquisito progressivamente sempre più importanza, che mi ha insegnato a gustare la vera gioia delle cose semplici, come un rapporto di amicizia recuperato. In generale direi che la via d’uscita dal vicolo cieco dell’autocommiserazione e dei sensi di colpa è il focalizzarsi sul momento presente, staccandosi completamente da quello che potrebbe essere il domani, sul quale nessuno di noi ha garanzie: tre minuti di gioia vera che riempie il cuore valgono molto più di 24 ore di sofferenza, che alla lunga ha il potere di consumarti anche fisicamente. C’è sempre un buon motivo per gioire quando la mattina ci svegliamo”.
    La mente è il centro di controllo del nostro corpo: il nostro modo di pensare è direttamente legato al nostro sistema nervoso centrale e alla trasmissione degli impulsi nervosi. Circondarsi di piccole cose belle anche in periodi difficili aiuta a sentirsi meglio, a pensare meglio e ad offrire al nostro corpo stesso impulsi migliori. Tu sei stato, nell’ambiente della pallavolo, uno dei migliori a mostrare l’abbinamento esistente tra la capacità delle mani e quella della mente, in particolar modo con quel meraviglioso spettacolo che offrivi nel non far mai capire quale fosse il tempo della tua decisione. Raccontaci però quanto il tuo palleggio fosse così fulminante e preciso per il potere della mente e quanto per la capacità delle mani. “Fin da piccolo ho avuto l’impressione che le cose difficili mi riuscissero molto facili mentre quelle facili mi rallentassero più del dovuto. Il fatto di essere iperattivo mi rendeva difficile affrontare le cose passo dopo passo. La gioia e la passione che ho messo nel gioco mi ha sempre contraddistinto e faceva sì che, durante la partita, io fossi portato a prendere determinate decisioni su una giocata all’ultimo momento, addirittura cambiandole anche all’ultimo secondo, perché attivavo quel qualcosa che era solo emozione e gioia allo stato puro! Questa velocità aumentava sempre di più fino a farmi perdere il controllo, soprattutto da ragazzo. L’avere conosciuto allenatori molto preparati, tra cui sicuramente Daniele Bagnoli, mi ha permesso di lavorare su questa mia irrazionalità di fondo e, mediante lunghissimi allenamenti, sono riuscito a raggiungere una maggiore consapevolezza e a maturare molto dal punto di vista emotivo e razionale. Al tempo stesso, quando ho perso la gioia di giocare a causa di quanto stessi vivendo nella mia vita privata, anche questa mia capacità si è molto ridotta. Però, rispondendo alla domanda, credo che il tutto richieda un lavoro per equilibrare le diverse componenti in causa: sicuramente il tocco delle mani è fondamentale, in un abbinamento tra talento e allenamento, ma la mente non può perdere la sua capacità decisionale, anche nella sua componente di istinto che resta uno strumento irrinunciabile ma che non deve diventare l’arma dominante”.
    Nella lotta contro il cancro focalizzarsi sugli obiettivi primari è importante, ma alcune volte per questo si trascurano elementi secondari molto importanti per la qualità della vita quotidiana. Due aspetti importanti, di cui spesso non si parla abbastanza, sono la cura del sonno e dell’alimentazione: ogni paziente e la sua famiglia si devono sentire liberi di fare ogni domanda necessaria a chi li segue direttamente, ricevendo risposte chiare ed accurate. Nel corso della tua carriera, per essere performante ai massimi livelli nel tuo ruolo, quanto hai dovuto curare sonno e alimentazione? “Li ritengo entrambi aspetti fondamentali che hanno inciso in maniera costante nella mia carriera! Durante l’infanzia sono stato un bambino con la propensione ad ingrassare. Per questo motivo fin dagli anni delle giovanili al Treviso ho seguito una dieta con un regime alimentare controllato. Un ruolo importante da questo punto di vista lo ha giocato lo yoga, disciplina che pratico da diverso tempo. Attraverso essa ho raggiunto un maggiore autocontrollo e ho imparato a conoscere meglio il mio corpo. La mente ed il fisico sono intrinsecamente legate e per questo è molto importante, anche dal punto di vista del benessere del nostro organismo, un equilibrato discernimento delle emozioni positive e di quelle negative. Per quanto riguarda il sonno il discorso è simile: mi rendo conto che se non dormo bene divento intrattabile e questa mancanza di sonno si ripercuote su umore e benessere fisico. Da questo punto di vista ritengo che il fattore dieta e il fattore sonno debbano andare di pari passo: ambedue sono essenziali per un corretto sviluppo fisico e mentale e per la conseguente qualità della vita quotidiana”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Serena Salvati è la nuova responsabile degli arbitri FIPAV Roma

    Foto di Daniele Maceratesi

    Di Redazione
    Il Comitato Territoriale FIPAV Roma comunica ufficialmente di aver affidato l’incarico di Responsabile territoriale ufficiali di gara a Serena Salvati, arbitro di Serie A e tra i fischietti più apprezzati del territorio capitolino.
    Classe ’84, Serena ha iniziato ad arbitrare nel 2000. Nel 2003 è stata promossa al ruolo regionale, nel 2008 a quello nazionale, iniziando così la sua avventura nei campionati. La promozione in Serie A è avvenuta nel 2018. Oggi, a 20 anni di distanza dalla prima partita diretta, arriva per lei il prestigioso incarico: guiderà un movimento composto da circa 200 arbitri. “Salto in corsa sul progetto Territoriale – ha dichiarato Serena Salvati – l’ambiente dove tutto ha avuto inizio, da dove porto i ricordi più affettuosi e in parte le basi solide di questo profondo amore che si chiama Pallavolo/arbitraggio, dove mi sono sempre sentita a casa“.
    “Ci tenevo a salutarvi – ha aggiunto – e a darvi un grande in bocca al lupo per la stagione, sperando di iniziare questo campionato quanto prima, con uno spirito carico di entusiasmo che ci vedrà affrontare e adattarci a questa nuova condizione che viviamo da qualche mese: in questa nuova avventura, ci sono persone a voi già note e nuovi collaboratori di cui nutro profonda stima, con l’obiettivo comune di consolidare un progetto attraverso la passione, l’armonia e lo spirito di gruppo. Siete/siamo una squadra, lo saremo anche quest’anno, pronti a supportarci e a sostenerci nei momenti difficili e in quelli meravigliosi che verranno e che ci costruiremo. Colgo l’occasione per salutare con affetto e stima Massimo Dentoni e ringraziarlo di cuore per il grande lavoro svolto, ringrazio il Presidente Martinelli per la fiducia concessa. Saluto i ragazzi che faranno parte di questa commissione e li ringrazio di aver accettato di far parte di questa squadra“.
    “Auguriamo a Serena e a tutta la commissione buon lavoro in vista di una stagione che sarà piena di incognite e di sfide da vincere – ha dichiarato il presidente FIPAV Roma, Claudio Martinelli – sono certo che grazie al suo impegno e alla passione che ha sempre dimostrato saprà mantenere alta la qualità dei nostri fischietti. Colgo l’occasione per ringraziare Massimo Dentoni per l’impegno profuso in questi anni da responsabile territoriale degli ufficiali di gara. Massimo è e sarà sempre un punto di riferimento per tutti noi“.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Mondovì, Delmati: “Dobbiamo rimanere concentrati sul nostro gioco”

    Di Redazione
    La vittoria contro Sassuolo nell’ultimo turno di campionato equivale anche alla prima vittoria fuori casa della LPM Bam Mondovì. La formazione monregalese è riuscita a portare a casa un successo da tre punti contro le emiliane.
    Davide Delmati, coach delle monregalesi, ha commentato così la vittoria ai microfoni del quotidiano La Stampa Cuneo: “Abbiamo dimostrato continuità nel gioco, diminuendo gli errori e mantenendo alta l’attenzione nei momenti complicati“.
    Mondovì attualmente è al secondo posto con 14 punti, ma è una classifica parziale: “Ci sono formazioni che devono ancora recuperare tre partite – aggiunge Delmati -. Dovremo anche giocare ancora con il Club Italia (rinviato il recupero di domani sera a Milano, ndr). Ma ora la graduatoria non ha una particolare importanza: dobbiamo rimanere concentrati sul nostro gioco e migliorare“.
    Sabato l’anticipo in Emilia le rossoblù hanno dovuto fare i conti con la giovane fuoriclasse Ekaterina Antropova. A “marcarla”, insieme alla compagna Beatrice Molinaro, c’era la centrale monregalese Alessia Mazzon: “All’inizio è stato difficile, ci ha impressionato la sua forza. Poi con Beatrice abbiamo preso le misure e in alcune occasioni l’abbiamo murata con anche l’aiuto della nostra regista Francesca Scola. Siamo molto felici di questa vittoria, che ci ha rese ancora più consapevoli della nostra forza: possiamo esprimerci in trasferta con la stessa grinta che mettiamo in casa. Personalmente sono molto soddisfatta: ho realizzato 6 punti a muro, poche volte sono riuscita a siglarne così tanti in una sola partita. Ora dobbiamo continuare ad allenarci e a preparare le prossime partite“. LEGGI TUTTO

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    CUS Torino e il progetto Agon. Ippolito: “L’obiettivo è costruire il loro futuro “

    Foto Salvo Guicciardi/Cus Torino Volley

    Di Redazione
    Il Barricalla CUS Torino non vuol dire solo sport ma è anche sinonimo di cultura e università. Da dodici anni infatti, il CUS Torino, porta avanti il progetto Agon, un programma di borse di studio che permette ai giovani atleti, dall’Italia e dall’estero, di studiare praticando sport in una realtà di eccellenza e la formazione torinese, che partecipa al campionato di Serie A2 Femminile, può contare su ben 10 atlete universitarie come riportato oggi nell’edizione odierna del Corriere Torino.
    “Il progetto è unico in Italia, è nato nel 2008 con 10 borse di studio che oggi sono 24 – spiega Andrea Ippolito, dg del Cus Torino -. Quattordici garantiscono tutoraggio pieno: vitto, alloggio e tasse universitarie gratuiti. Dieci riguardano esclusivamente l’iscrizione all’Università. Il successo è stato grande: abbiamo coinvolto rugby, canottaggio, karate, lotta e tennis tavolo. L’obiettivo è di costruire il futuro dei nostri ragazzi così, quando terminerà la carriera sportiva, potranno essere pronti per il mondo del lavoro. Chi studia è anche un atleta migliore e può diventare una risorsa importante per le imprese del territorio grazie al curriculum universitario“.
    La formazione, che punta ai playoff, al momento è alle prese con l’emergenza Covid: annullato anche il derby del 1° novembre contro Pinerolo. “Abbiamo grandi margini di crescita, i playoff sarebbero un risultato straordinario” conferma Ippolito. LEGGI TUTTO

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    Voglia di scendere in campo domenica 25 ottobre contro Videx Grottazzolina

    Sistemia LCT Saturnia Aci Castello si prepara alla partita casalinga di domenica 25 ottobre contro Videx Grottazzolina per la seconda giornata del Campionato di Volley Maschile di Serie A3 Credem Banca. Il match, in programma al PalaCatania per le ore 15:00 è il primo della stagione per i biancoblu che la scorsa settimana, a causa della positività di un tesserato del gruppo squadra avevano dovuto rimandare l’esordio in A3.
    Adesso i motori stanno rombando, per scendere sul taraflex catanese e mettere in pratica quanto fatto in queste settimane di allenamenti. Nonostante la positività al Covid-19 riscontrata la scorsa settimana infatti, la pausa è stata molto breve, dopo i nuovi tamponi che hanno dato esito negativo.
    Coach Mauro Puleo è pronto a guidare i suoi ragazzi in questa avventura che, per alcuni di loro, è un’esperienza completamente nuova: “Tanti giovani e tanti siciliani, per noi è grande motivo d’orgoglio – racconta il mister – Ma nonostante la giovane età del nostro roster ho totale fiducia, ci sono grandi margini di crescita e il mio compito, per tutta la stagione, sarà questo: aiutarli a migliorarsi sempre più”.
    In vista della partita contro Grottazzolina, Puleo racconta: “I ragazzi sono pronti e, dopo lo stop di domenica scorsa, sono ancora più carichi con grande voglia di iniziare a confrontarsi contro le altre squadre. Grottazzolina è senza dubbio una delle compagini più forti da affrontare, con due giocatori, Marchiani e Vecchi, che sono sicuramente un lusso per questa categoria e l’allenatore è uno dei migliori in circolazione. Domani incontreremo un avversario ostico”.
    Grandi emozioni dunque, come racconta anche Natale Costanzo, consigliere delegato biancoblu, che però sottolinea: “Tesi sì, ma non preoccupati. Ce la giocheremo con tutti con tanta determinazione e con la giusta dose di consapevolezza”.
    I biglietti per assistere al match sono in vendita esclusivamente online su www.liveticket.it al prezzo di 4 euro +dp. Al PalaCatania potrà accedere un numero limitato di spettatori, secondo quanto previsto in materia di prevenzione da Covid-19. Nel palazzetto saranno garantite tutte le misure si sicurezza per permettere a tutti i tifosi di assistere al match in totale serenità.
    Mariangela Di Stefano Karma Communication Ufficio Stampa Sistemia LCT Saturnia Aci Castello 

    PH Aurora Distefano  LEGGI TUTTO