Cozzi osservatore speciale al Pavesi: “Vi racconto gli allenamenti di Velasco”
In attesa della lunga trasferta a Macao per la seconda tappa di VNL la nostra nazionale si è calata in una lunga settimana di allenamenti per limare e migliorare i propri difetti, ma soprattutto per continuare quel processo di crescita conoscitiva del gruppo ormai al completo con il nuovo corso di Velasco.
Appena entrati nel centro tecnico federale di Milano si respira subito aria di grande volley anche se, spiace dirlo, vedere le tribune vuote è una occasione persa per i tanti allenatori sparsi sul territorio di Milano e provincia che dallo staff stellare azzurro avrebbero tanto da imparare.
Il ritmo dell’allenamento è subito alto, il livello di concentrazione anche di più, con tanti esercizi di squadra che prevedono la prima azione e spesso una seconda palla di conferma per ottenere il punto.
foto Galbiati/FIPAV
Il filo dell’allenamento è tenuto da Bernardi e Barbolini, mentre Velasco gira con occhio felino per il campo soffermandosi sugli aspetti chiave, ovvero quei dettagli che in una partita tirata possono fare la differenza fra la vittoria e la sconfitta.
Avendolo avuto come allenatore ho sorriso molto a sentire certi suoi discorsi sulla gestione dell’errore, sul non cambiare direzione del colpo di attacco nel caso di ripetizione del gesto tecnico, un mantra che ben conosco è che è stato “Vangelo” per tante generazioni di pallavolisti azzurri.
Oltre che sull’errore, ho notato molta attenzione sul posizionamento a muro dei laterali, essenziali per dare il miglior riferimento possibile ai centrali.
Foto di Fipav
Tornando a Velasco, credo sia davvero l’uomo giusto per provare a spingere la nostra nazionale alla ricerca di quel sogno Olimpico, che nel femminile non ha mai visto brillare neanche una medaglia. La conferma arriva dal suo atteggiamento in palestra dove emana una aurea dorata, dal suo sorridere sornione quando vede certi colpi di Egonu e Antropova, al suo scuotere la testa dopo qualche errore banale o una copertura non fatta. La sensazione è che sappia bene quale strada percorrere per avvicinare la vetta dell’Olimpo, e che da un lato dia stima a tutte le atlete, ma dall’altra pretenda da tutte il massimo sacrificio possibile.
Certo la notizia dell’infortunio alla spalla di Pietrini è stata una brutta tegola, anche le ragazze lo hanno dimostrato su un paio di palle contese vicino a rete commentando ”stiamo attente a non farci male”, ma come lo sport insegna, da una difficoltà possono nascere nuove speranze, ed ecco allora De Gennaro prendere sotto la sua ala protettiva la Degradi e parlare molto con lei, aiutandola ancora di più ad inserirsi negli schemi di squadra soprattutto in ricezione.
foto Volleyball World
Ovviamente, la perdita di una banda pesante obbliga la squadra a forzare di più al centro, ed ecco allora un esercizio di attacco per le sole centrali che con muro schierato devono trovare velocità di braccia e anticipo di gambe. E tra una Fahr sempre puntuale, una Lubian versatile, una Danesi sempre attenta e una Bonifacio pimpante, quella che mi colpisce di più è Jasmin Akrari che, convocata in nazionale per la prima volta a 31 anni, non mostra alcun timore reverenziale e si fa apprezzare sia in attacco che a muro.
Al palleggio Orro e Cambi gestiscono al meglio le loro attaccanti cercando di assimilare il prima possibile le idee e l’intenzione di gioco del proprio allenatore. Alessia è talento nelle mani, e sotto la guida di Julio può fare quell’ultimo step di crescita per consacrarsi a livello mondiale; Carlotta più lineare e precisa, dà garanzia di precisione e solidità mentale che serviranno soprattutto nei finali di set in caso di doppio cambio.
foto Volleyball World
Chiudo con una riflessione sulle nostre opposte, due ragazze fantastiche che hanno scritto, stanno scrivendo e scriveranno pagine importanti per la nostra pallavolo. Inutile paragonarle, inutile confrontarle, inutile cercare sempre di metterle una in contrapposizione con l’altra: sono due ragazze fantastiche, ognuna con caratteristiche tecniche e personali diverse, ma uguali nel desiderio di vincere e di dare il meglio per la propria squadra.
Vederle allenare è davvero tanta roba, stringiamoci a loro e lasciamole lavorare in pace, tifando tutti insieme per la nostra nazionale!
Di Paolo Cozzi LEGGI TUTTO