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    Track limits, multe, brutte figure: la Formula 1 ha perso la bussola

    TORINO – C’è stato un momenti in Formula 1, prima dello sciagurato finale 2021 ad Abu Dhabi, in cui l’operato del direttore di gara (di allora), ovvero l’australiano Michael Masi, veniva interpretato – e soprattutto criticato – come un “liberi tutti”. Così terribilmente scandaloso da indurre alcuni dei “pariti” della Formula (capitanati dagli uomini Mercedes) a chiederne la rimozione. Rimozione avvenuta. La Fia, da allora, ha rivoluzionato tutto: due direttori di gara (che si alternano, il tedesco Niels Wittich e il portoghese Eduardo Freitas), una squadra rivista e un super consulente in remoto (l’esperto Herbie Blash). E tuttavia, il malcontento è più o meno lo stesso che c’era al tempo di Masi. Il che significa due volte: o sono piloti e squadre ad essere sempre insoddisfatti (e l’australiano non era da cacciare) o il sistema deve essere rivisto, non è solo una questione di persone.
    PEREZ E QUEL “Q2” – In Austria – tanto per citare l’ultima gara – s’è vista una decisione che sta a metà tra il ridicolo e quasi-scandaloso (sportivamente parlando, s’intende), ovvero la mancata sanzione a Perez al termine del “Q2” (salvo poi punirlo in griglia). Sempre in Austria 43 tempi sul giro sono stati cancellati (per superamento dei track limits) e sono state comminate 4 penalità di 5 secondi per sanzionare queste comportamento. I piloti si sono lamentati, la Fia ha fatto sapere di non capire il malcontento visto che questo comportamento è stato deciso proprio per venire incontro alle loro richieste. se le cose stanno così, quantomeno viene da chiedersi se non si siano problemi di comunicazione.
    L’ALTERCO – Infine, un presunto alterco (le testimonianze sono di seconda mano, ovviamente) tra Sebastian Vettel e Wittich s’è risolto con il quattro volte campione del mondo che se n’è andato sbattendo la porta. Ha ricevuto una spropositata multa (25 mila euro) che però è stata congelata dopo presentazione di scuse. Il sospetto che non ci si capisca a questo punto diventa molto più che un sospetto. E forse, a questo punto, ci vorrebbe un “super summit” con un solo punto all’ordine del giorno: evitare inutili figuracce di fronte al pubblico, peraltro in costante ascesa… LEGGI TUTTO

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    Ricciardo, ipotesi Usa. Ma sempre con McLaren

    TORINO – Le voci di mercato infiammano da sempre l’estate della Formula 1, anche perché dopo la maratona di luglio (quattro gare di fila) scatta il periodo di ferie (obbligatorio per regolamento, ma ormai entrato nella cultura della Formula 1). Le voci che si inseguono sono quelle note da giorni: Oscar Piastri, giovane e brillante australiano di scuola Renault, passerà dalla Formula 2 alla Williams, magari tenendosi aperto un canale per l’Alpine per un eventuale dopo-Alonso; Mick Schumacher, che dopo un inizio di stagione lento ha ripreso quota, è in bilico tra restare nell’orbita Ferrari (sia pure parcheggiato alla Haas) o lasciarsi affascinare dall’ipotesi Aston Martin (che si aprirebbe solo nel caso in cui Sebastian Vettel decidesse di lasciare).
    In questo quadro, spiccano le ipotesi che riguardano Daniel Ricciardo, di cui si dice sia tentato dalle gare americane. La McLaren non è contenta del suo rendimento, ma nemmeno lui lo è. Non di se stesso, probabilmente non della squadra. Pesa il confronto con il giovane talento Lando Norris, ma di sicuro non è solo quello, il talento né si insegna né si dimentica. Probabilmente Ricciardo è arrivato a un punto in cui ha bisogno di nuovi stimoli, per imprimere una svolta alla carriera, sebbene non sia più giovane. In ogni caso, Si tratterebbe di una mossa concertata, perché potrebbe passare alla McLaren “sezione a stelle e strisce”. A parte qualsiasi considerazione sul rendimento in pista, è evidente che uno come lui mancherà a tutti. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel su Mick Schumacher: “In macchina facevo il tifo per lui”

    ROMA – La Formula 1 regala i primi punti a Mick Schumacher a Silverstone e Sebastian Vettel esulta nella sua Aston Martin come se fossero i suoi. Il quattro volte iridato ha infatti preso il figlio del suo connazionale sette volte iridato, Michael Schumacher, sotto la sua ala protettiva dandogli consigli e spronandolo. Ai microfoni ufficiali del Circus, il tedesco ha raccontato gli ultimi giri a Silverstone: “Ho visto cosa è successo e ho visto che si stava avvicinando. In realtà stavo urlando dentro la vettura: ‘Vai Mick, vai Mick, vai a prenderlo!'”, ha ammesso.
    I complinenti di Vettel
    Una storia che travalica tre generazioni di piloti e consolida il rapporto tra l’ex Ferrari e Schumacher Jr. “Sono molto felice per lui. È da molto tempo che si merita questo risultato ed è bello che l’abbia ottenuto. Ho pensato che forse l’avrei preso alla fine, ma sono stati troppo veloci con Verstappen. In realtà è stato divertente vederli andare alla curva 15, sembrava che fossero fianco a fianco, anche alla curva 6, lungo il rettilineo di Wellington. Davvero ben fatto”, ha concluso il pilota tedesco. LEGGI TUTTO

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    F1, Mick Schumacher e il “tifoso” Vettel: “Tifavo per lui a Silverstone”

    ROMA – Primi punti in Formula 1 per Mick Schumacher al Gran Premio di Gran Bretagna e Sebastian Vettel si commuove. Il pilota 35enne dell’Aston Martin ha infatti preso il figlio del suo connazionale sette volte iridato, Michael Schumacher, sotto la sua ala protettiva dandogli consigli e spronandolo. Ai microfoni ufficiali del Circus, il tedesco ha raccontato gli ultimi giri a Silverstone: “Ho visto cosa è successo e ho visto che si stava avvicinando. In realtà stavo urlando dentro la vettura: ‘Vai Mick, vai Mick, vai a prenderlo!'”, ha ammesso.
    Le parole di Vettel
    Una storia che travalica tre generazioni di piloti e consolida il rapporto tra l’ex Ferrari e Schumacher Jr. “Sono molto felice per lui. È da molto tempo che si merita questo risultato ed è bello che l’abbia ottenuto. Ho pensato che forse l’avrei preso alla fine, ma sono stati troppo veloci con Verstappen. In realtà è stato divertente vederli andare alla curva 15, sembrava che fossero fianco a fianco, anche alla curva 6, lungo il rettilineo di Wellington. Davvero ben fatto”, conclude il pilota quattro volte campione del mondo. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Miglioriamo a ogni weekend, in Canada ritrovare il feeling”

    ROMA – Il Gran Premio del Canada, nono fine settimana per questa Formula 1, rappresenta un’occasione ghiotta per l’Aston Martin. La scuderia motorizzata Mercedes ha infatti agganciato la Haas a 15 punti nella classifica costruttori e ora cerca il sorpasso. Queste le parole del quattro volte iridato Sebastian Vettel alla vigilia del Gp di Montreal: “È sempre bello tornare su un circuito dopo un paio d’anni, perché sarà difficile ma anche stimolante ritrovare le sensazioni e il ritmo. Il Circuit Gilles Villeneuve è un tracciato fantastico e un luogo ideale per le gare. Abbiamo imparato molto dalle ultime gare e la macchina migliora di settimana in settimana, quindi sarà interessante scendere in pista”.
    Le sensazioni di Stroll
    Gara speciale per Lance Stroll, che da canadese parteciperà per la quarta volta al Gran Premio di casa: “È stimolante correre davanti al pubblico di casa e questo appuntamento mi mancava. Sarà difficile preparare la macchina per le prime sessioni di prove dato che non gareggiamo a Montreal da due anni. Sono curioso di verificare quanto riusciremo ad essere competitivi”. Il pilota dell’Aston Martin, originario proprio di Montreal, non è mai andato oltre la nona posizione e cercherà di fare meglio questo fine settimana. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Vettura migliora, stimolante ritornare in Canada”

    ROMA – Occasione d’oro per l’Aston Martin al Gran Premio del Canada, dove la Formula 1 torna a correre dopo due anni di Covid. Il team verde smeraldo è a pari punti (15) con la Haas al penultimo posto della classifica costruttori e cerca di mettere la freccia. Così il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel alla vigilia del Gp di Montreal: “È sempre bello tornare su un circuito dopo un paio d’anni, perché sarà difficile ma anche stimolante ritrovare le sensazioni e il ritmo. Il Circuit Gilles Villeneuve è un tracciato fantastico e un luogo ideale per le gare. Abbiamo imparato molto dalle ultime gare e la macchina migliora di settimana in settimana, quindi sarà interessante scendere in pista”.
    Entusiasmo Stroll
    Gara speciale per Lance Stroll, che da canadese parteciperà per la quarta volta al Gran Premio di casa: “È stimolante correre davanti al pubblico di casa e questo appuntamento mi mancava. Sarà difficile preparare la macchina per le prime sessioni di prove dato che non gareggiamo a Montreal da due anni. Sono curioso di verificare quanto riusciremo ad essere competitivi”. Per il pilota di Montreal finora sono arrivate due P9 e un ritiro e c’è curiosità di vedere se in questa edizione ce la farà ad andare ancora a punti. LEGGI TUTTO

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    Porpoising, saltellamenti e rimpalli: una questione da affrontare in fretta

    TORINO – E’ davvero possibile (come sostiene Toto Wolff) che Hamilton salti il GP del Canada? Oppure è solo un modo per lanciare un allarme e sottolineare un problema? Lo si vedrà a breve, anche se conoscendo il sette volte campione del mondo è difficile che voglia dare forfeit a Montreal. Resta un fatto: quello che sembrava un problema per il cronometro, sta diventando un problema per i piloti. Si parla del saltellamento (detto “porpoising” o anche “bottoming”) ossia di quell’effetto che subiscono le auto di quest’anno, che hanno rispolverato il condotto Venturi al fine di migliorare lo spettacolo in pista. Le auto saltellano, appunto, con movimenti che cambiano da auto ad auto, ma che si assomigliano tutti. Per spiegare, sia pure senza pretese ingegneristiche (sul web ci sono già tanti super esperti…), bastino le parole di Daniel Ricciardo: «Quando ho finito la gara di Baku, mi sentivo shakerato». Altri piloti sono stati più duri. E’ il caso di Seb Vettel («Si sta aspettando il botto e vedrete che botto quando arriverà») le cui parole si abbinano a quelle di George Russell: «Potrebbe accadere un grave incidente in queste condizioni».
    VOLONTA’ – E’ dunque evidente che la questione esiste e va risolta. Ma per farlo ci vogliono aggiustamenti regolamentari, che possono nascere solo dalla volontà delle squadre, a meno che la Fia non intervenga invocando questioni di sicurezza. Che è poi quello che vorrebbero i piloti. Ma non c’è solo un problema di “saltellamento”, ce n’è anche una di rimpallo, di responsabilità. Le squadre che vincono non vogliono cambi regolamentari, ad esempio. E la Fia (a voce e in via informale) ha fatto sapere che per loro il “porpoising” deve essere risolto dalle singole squadre. Insomma, o si trova un sentiero comune sul quale incamminarsi, o si andrà avanti tra polemiche e scambi di accuse. Non bellissimo. LEGGI TUTTO

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    F1, Mercedes a Baku con la stella arcobaleno per il movimento LGBT

    ROMA – La Mercedes si prepara alGran Premio dell’Azerbaijan, ottava tappa dellaFormula 1, portando sulla livrea della W13 un elemento speciale. Il logo della Stella a tre punte sarà infatti colorato di arcobaleno per celebrare il mese del pride, dedicato alla comunità LGBT+. La scuderia di Brackley è da sempre molto attenta al tema dell’inclusione sociale e per il weekend di Baku non vuole essere da meno, dimostrando sostegno e solidarietà a chi viene discriminato per il proprio orientamento sessuale o identità di genere.
    Le parole di Vettel
    Anche Sebastian Vettel, pilota dell’Aston Martin da sempre molto attento alle tematiche sociali, ha voluto mostrare il proprio sostegno alla causa LGBT+ dalle colonne del magazine “Attitude”: “Il mondo è cambiato molto. In Formula 1 c’è chi ha difeso i diritti LGBTQ+ e il nuovo clima li ha aiutati a uscire allo scoperto. La situazione sta migliorando, ma possiamo fare di più. In Formula 1 ho trovato omofobia, ho sentito persone parlare negativamente della comunità LGBTQ+. Un pilota gay sarebbe il benvenuto tra noi e sono abbastanza sicuro che ci siano stati alcuni piloti gay, ma che non hanno mai fatto coming out, ed è un peccato”. “Averne uno apertamente omosessuale – conclude il tedesco – aiuterebbe a eliminare più velocemente i pregiudizi e contribuirebbe a spingere il nostro sport verso una direzione migliore. Il progresso è inevitabile, dunque ho speranza”. LEGGI TUTTO