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    Ferrari, Vasseur: “Condizionati dalla bandiera rossa, ma in gara…”

    SUZUKA – Fred Vasseur ha le idee chiare dopo le qualifiche al Gran Premio del Giappone, diciassettesimo appuntamento stagionale della Formula 1: “Montare gomme nuove, dopo la bandiera rossa, ci ha condizionato”. Il riferimento è la bandiera rossa esposta nel Q1 dopo l’incidente di Logan Sargeant, che ha costretto la Ferrari a montare un nuovo treno di gomme al rientro in pista. “Aspettavamo una qualifica così difficile – ha detto il team principal della Ferrari ai microfoni di Sky Sport -. Leclerc è a un decimo dalla prima fila, abbiamo sfruttato un set di gomme in più ma la pista migliorava e la temperatura scendeva. Non abbiamo fatto un giro prima dell’incidnte di Sargeant, peccato aver finito cosi vicino a Piastri”. 
    Verso la gara
    “Suzuka è una pista impegnativa l’importante sarà mantenere un buon passo – ha aggiunto Vasseur -. In particolare la partenza, a Suzuka, è sempre un punto critico, non è semplice partire qui. Sarà importante anche avere una strategia pulita perché la pista è più esigente per le gomme”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur carico per Singapore: “Continuiamo il trend positivo”

    Vasseur: “Il pilota fa differenza”
    Il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, in vista del Gran Premio di Singapore 2023, ha fissato l’obiettivo per i due piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz: “Siamo pronti per scendere in pista su un circuito completamente diverso da Monza. Visto che è un tracciato cittadino, il pilota a Singapore può fare una differenza ancora maggiore. Per questo motivo abbiamo preparato al meglio la gara al simulatore e metteremo in condizione Carlos e Charles di girare il più possibile. Veniamo da una gara di Monza esaltante, vogliamo continuare questo trend positivo”. LEGGI TUTTO

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    Vasseur ricorda Enzo Ferrari: “Gli chiederei se è orgoglioso del team”

    Vasseur: “Vorrebbe risultati migliori”
    Il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, nel corso di un’intervista rilasciata al podcast Beyond the Grid, ha voluto ricordare Enzo Ferrari: “Se ne avessi la possibilità, chiederei ad Enzo se è orgoglioso di ciò che la Ferrari è oggi. Non so cosa direbbe, ma sono certo che come ‘agonista’ vorrebbe ottenere risultati migliori e concentrarsi maggiormente sulle prestazioni. Come uomo d’azienda, credo che sarebbe molto contento dell’attuale immagine della Ferrari nel mondo. Enzo diceva che la Ferrari migliore è sempre quella successiva e questo è il giusto messaggio a livello di innovazione e qualità”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur ha le idee chiare: “Focalizzati solo su noi stessi”

    ROMA – La Ferrari arriva al primo Gran Premio della seconda parte di stagione con le buone indicazioni di Spa-Francorchamps, dove Charles Leclerc riuscì a conquistare un ottimo podio. Adesso la Rossa sarà impegnata in Olanda, a casa del due volte campione del mondo Max Verstappen che, con ogni probabilità, andrà a raggiungere il suo nono successo consecutivo. La scuderia guidata da Frederic Vasseur, invece, vuole assolutamente confermarsi ad alti livelli e ottenere un nuovo podio per dare seguito ai risultati.
    Vasseur: “Ripartire dal Belgio”
    Il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, in vista del Gran Premio d’Olanda 2023, ha spiegato al sito ufficiale del team cosa si aspetta dalla gara di Zandvoort: “Dopo la sosta siamo pronti ad affrontare la seconda parte della stagione. Il nostro obiettivo è ripartire da quanto di positivo si è visto in Belgio. Siamo pienamente focalizzati su noi stessi ben sapendo che su una pista corta come Zandvoort i valori alle spalle della Red Bull saranno ancora più ravvicinati rispetto a Spa-Francorchamps. In Olanda sarà molto importante la qualifica che definirà le prime dieci posizioni della griglia, sarà molto tirata. Per questo saremo attenti ad ogni minimo dettaglio”. LEGGI TUTTO

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    Vasseur esclusivo: “Nessun privilegio a Leclerc rispetto a Sainz”

    L’intervista esclusiva a Vasseur
    Fred Vasseur dopo sei mesi alla guida della Ferrari…
    «…sono ancora vivo!»
    Ma in una condizione ben peggiore rispetto alle aspettative di inizio anno.
    «Andavano oltre la realtà e al lancio in febbraio non potevamo immaginarlo. Ci è apparso chiaro con i test invernali. Un fatto spiacevole, ma la reazione della squadra è stata positiva: ognuno si fa in quattro per sviluppare».
    Fate tremendamente fatica, ma quali sono gli obiettivi a questo punto? Per l’anno, e poi questo impegno di vincere il Mondiale: quanto dovranno aspettare ancora i tifosi?
    «Non possiamo parlare di obiettivi e di scadenze, se non dicendo: dobbiamo sviluppare tutte quelle piccole cose che contribuiscono alla prestazione della macchina. I tifosi, i giornalisti, gli sponsor vorrebbero sapere quando si tornerà a vincere: dare una risposta precisa sarebbe sciocco. Perderei tempo se mi lambiccassi pensando a dov’è la Red Bull e dove siamo noi. Concentriamoci su noi stessi, e basta».
    Spesso ci si riferisce alla Ferrari vincitutto dell’era Schumacher: la comandava Jean Todt col pugno di ferro. Lei crede nel pugno di ferro?
    «Non è il mio sistema, e quelli erano altri tempi. Io in squadra devo convincere ognuno che possa fare la differenza. Al pugno di ferro preferisco la psicologia».
    Dai tempi di Domenicali si dice che la Ferrari ha tutto per vincere. Non sembra questo il caso, dunque cosa manca?
    «Ciò che è mancato a Todt tra il 1993 e il 2000, eppure gli ingredienti erano completi: c’era Jean, c’era Schumacher, c’erano gli ingegneri giusti, c’era la Bridgestone, c’era la Marlboro. C’era la Ferrari! Ma non tutto funzionava e hanno dovuto sincronizzarsi per riuscirci. La vera impresa di Todt è stata sopravvivere ai primi sette anni di sconfitte, più che vincere per i successivi sette».
    Perché ha dato la notizia dei due tecnici top in arrivo ma non ne fa i nomi?
    «Perché sono ancora in attività in altre squadre e non sappiamo quando potremo averli con noi. I tempi che abbiamo a disposizione in Formula 1 non sono quelli di un allenatore di calcio: se prendo un ingegnere lo potrò utilizzare magari due anni più tardi e il suo lavoro farà effetto al terzo anno. Quest’anno assumeremo un’ottantina di tecnici, la metà nuovi e l’altra metà per sostituire chi va via, o in pensione o viene spostato in altri settori. I nomi li comunicheremo quando iscriveranno i figli a scuola… Bisogna agire con discrezione per cercare di ridurre al massimo il loro periodo di gardening».
    È arrivato il momento della separazione da Laurent Mekies: come lo vive?
    «Bene. Abbiamo fatto le stesse scuole in Francia, ci conosciamo da venticinque anni, mi ha aiutato molto quando sono arrivato in Ferrari, il nostro rapporto è sempre stato ottimo e voglio che continui così quando saremo concorrenti. È dura separarmi da Laurent (che non sarà più al muretto a Spa, ndr) ma lui è giustamente ambizioso: sarà uno dei dieci team principal della Formula 1, non potevo negargli questa possibilità».
    Lo aveva definito un pilastro: sostituirlo non sarà facile.
    «Distribuiremo le sue competenze al nostro interno fra tre-quattro persone: Diego Ioverno, da poco tornato al muretto e quindi visibile, si occuperà di regolamenti e rapporti con la FIA. Ma bisognerà dedidere quante persone dedicare all’aerodinamica, che linea prendere per i nuovi regolamenti 2026, quante risorse spostare dal 2024 al 2026, tutte questioni delicate e strategiche».
    Lei dice di voler tenere Leclerc e Sainz anche oltre il 2024, ma la squadra sembra favorire Charles e per Carlos, che legittimamente aspira a diventare campione del mondo, sembra esserci sempre meno spazio. Lei stesso ha detto che il titolo piloti si insegue puntando su uno soltanto.
    «No no, non mettetemi in bocca parole di Helmut Marko! Io non l’ho mai detto, né l’ho mai fatto. Dico solo che se vuoi puntare al Mondiale piloti, a un certo punto della stagione devi fare una scelta e privilegiare chi è più avanti in classifica. Comunque non siamo oggi in queste condizioni».
    Lo farebbe anche se davanti ci fosse Carlos?
    «La sua domanda presume che Charles sia numero uno, ma non è così. Ho cominciato questo lavoro venticinque anni fa pensando che a due piloti si dovesse dare lo stesso supporto, e non ho intenzione di cambiare. Tutti i team si muovono in questo modo, con l’eccezione della Red Bull con Verstappen e Perez».
    Li terrebbe entrambi nel 2025, oltre le attuali scadenze contrattuali?
    «Perché no? Ma cominceremo a parlare verso fine stagione ed entrambi lo sanno bene: gliel’ho detto appena sono arrivato. Oggi l’unica priorità è sviluppare la macchina».
    Vive la SF-23 come una scomoda eredità?
    «È un’eredità degli ultimi dieci anni. I tempi in Formula 1 sono lunghi, ecco perché non posso immaginare di cambiare mentalità in squadra in soli sei mesi. Un team di Formula 1 è come una grande nave: i cambiamenti di rotta avvengono lentamente».
    Cosa direbbe ai tifosi per spiegare in sintesi l’attuale situazione?
    «Siamo in un mondo competitivo in cui ognuno lavora per dare il meglio, come Mercedes che ha vinto sette campionati di fila, o Red Bull sei volte campione in dodici anni. E il nome Ferrari non basta per vincere: il successo scaturisce dal lavoro, non dalla storia. Credo che noi si stia andando nella giusta direzione e abbiamo grandi risorse come altre due o tre squadre, mentre una volta questo privilegio spettava solo a uno o due team. Ora scusatemi ma devo andare: ho una riunione con il mio capo».
    Dunque chi è il capo della squadra Ferrari: lei o l’a.d. Benedetto Vigna?
    «La Scuderia Ferrari è parte dell’azienda Ferrari S.p.A., dunque il boss è Vigna». LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur si difende: “Undercut di Leclerc scelta giusta”

    ROMA – Proseguono i problemi in casa Ferrari che, nel Gran Premio di Ungheria di Formula 1, non è riuscita ad andare oltre il settimo e l’ottavo posto con Charles Leclerc e Carlos Sainz. La macchina sembra avere qualcosa in meno, non solo rispetto alla dominante Red Bull, ma anche a degli avversari come McLaren e Mercedes che, fino a qualche settimana fa, era più in difficoltà. Il team principal Frederic Vasseur deve ancora trovare la formula magica per risolvere i problemi della squadra, ma i tifosi iniziano a spazientirsi e per questo motivo arrivano numerose critiche nei suoi confronti.
    Vasseur contro le critiche
    “A nostro avviso il pit stop anticipato di Leclerc era il modo migliore per difenderci. Sainz è partito con le soft e aveva usura nelle gomme, mentre Charles poteva finire una ventina di secondi davanti al termine della corsa. Nessuno può sapere cosa succederà prima della chiamata. E’ sempre semplice parlare dopo la bandiera a scacchi, più difficile farlo durante la gara”. Così il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, durante un’intervista concessa ai media esteri a poche ore dal Gran Premio di Ungheria. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur fissa l’obiettivo: “In Austria voglio weekend lineare”

    Vasseur: “Ci siamo preparati al meglio”
    “Dopo il Canada, torniamo in Europa con alcuni circuiti che sono ormai un classico del calendario, a cominciare da Austria e Gran Bretagna. A Spielberg affronteremo il secondo weekend Sprint della stagione il che significa che squadre e piloti andranno in qualifica con appena un’ora di prove libere all’attivo”. Così il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, in vista del Gran Premio d’Austria – “Per questo abbiamo fatto un lavoro particolarmente intenso al simulatore per arrivare preparati al meglio in Austria. Il nostro principale obiettivo sarà mettere i piloti nelle condizioni di sfruttare al massimo la loro SF-23 come siamo riusciti a fare a Montreal in gara. Vogliamo avere un fine settimana lineare dal venerdì alla domenica: se lo sapremo mettere in atto sono sicuro che porteremo a casa un buon risultato”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur non boccia la SF-23: “Il problema non è il progetto…”

    ROMA – Un debutto da dimenticare per i risultati ottenuti, ma non vuol dire che si debba gettare alle ortiche tutto il lavoro fatto finora. È il riassunto del pensiero di Frederic Vasseur nell’analizzare il GP del Bahrain, dove pesa soprattutto il ritiro di Charles Leclerc, che si inserisce in un contesto più ampio in cui la Red Bull è sembrata di un’altra categoria. “Non sappiamo ancora cosa sia successo: abbiamo avuto un problema prima della gara e abbiamo cambiato le componenti, ma è ancora presto per avere una risposta dettagliata”, ha spiegato nell’intervista rilasciata a Motorsport.com parlando del problema di affidabilità che ha portato al ritiro di Leclerc; problemi che avevano messo paura anche alla Red Bull, come ha spiegato Adrian Newey. Per quanto riguarda le prestazioni, Vasseur rivendica la bontà del progetto SF-23: “Non ho mai visto una monoposto veloce nel giro secco e poi lenta nel passo gara a causa di un errore concettuale. Quindi la mia posizione è che si tratti di un problema di configurazione, di scelte che abbiamo fatto sulla macchina”.  LEGGI TUTTO