Di Redazione Ha stupito tutti (o quasi) per la continuità di rendimento a suon di prestazioni superbe alle Finali Nazionali U15 che gli sono valse il titolo di MVP, in una marcia che per gli orogranata si è fermata sul secondo gradino del podio. Hristo Hristov, bulgaro di Sofia, 15 anni il prossimo settembre, è lo “straniero” di Volley Treviso, già al suo terzo anno alla corte di Michele De Conti, che lo ha accolto nel 2018 dopo una telefonata di mamma Tsvetelina. Ex giocatrice di pallavolo con quattro titoli di Bulgaria nel palmarès con il Levski Sofia, Tsvetelina ha visto nel figlio sin dalla più tenera età una predisposizione al volley che sentiva di dover coltivare: “Hristo è stato immerso nello sport sin da piccolo. Per qualche anno ha giocato a tennis e a pallavolo insieme, nel tennis è addirittura arrivato tra i quattro più forti della sua età in Bulgaria. Poi si è dedicato solo al volley, ottenendo dei bei risultati; ho capito che aveva delle doti, e quale miglior scuola di quella italiana per farle crescere? Conoscevo già un po’ l’Italia, mio padre ha vissuto ad Anagni per quindici anni prima che nascessi e ho passato del tempo qui da piccola”. Tsvetelina contatta alcune realtà pallavolistiche italiane e trova in Volley Treviso il porto perfetto al quale approdare. Si trasferisce con il figlio a Treviso, dove Alberto Tosatto, il precedente allenatore dell’under 13 orogranata, dà loro una grossa mano nell’inserimento. Per Hristo inizia un periodo di novità, alcune non facili da affrontare: “Non parlando italiano e arrivando in una classe di seconda media che era già formata, non è stato facile inserirmi – ricorda lo schiacciatore – Lo staff di Volley Treviso e i ragazzi della squadra sono stati i miei primi amici, ho imparato la lingua più con loro che a scuola. Il primo anno ho giocato in under 13, nel secondo, in under 14, ci siamo dovuti fermare per la pandemia, mentre quella appena finita è stata la prima stagione veramente importante dal punto di vista agonistico”. In tre anni ha potuto lavorare con tre allenatori diversi, che fanno tutti parte della storia di Treviso: “Alberto (Tosatto, ndr), il mio primo allenatore qui, è stato fondamentale per l’inserimento mio e di mia mamma, non potremo mai ringraziarlo abbastanza. Leonardo Renosto, che ho avuto l’anno scorso in under 14, mi ha insegnato le basi: il bagher, lo spostamento. Mentre da Diego Martin io e credo anche tutti i miei compagni abbiamo imparato l’agonismo pallavolistico, lo stare in campo come giocatori. Sono allenatori uno più bravo dell’altro, sono molto fortunato”. Parole che lo fanno sembrare forse più maturo dei suoi quasi 15 anni, ma il ragazzo sembra sapere quello che vuole, in campo e fuori: “Ho finito la prima superiore, ho scelto l’indirizzo grafica e design al Besta di Treviso. Negli ultimi due anni di medie confesso di non essere stato uno studente modello e ancora una volta Volley Treviso, grazie alla figlia di Leo Renosto, è venuto in mio sostegno con le ripetizioni di matematica di cui avevo bisogno. Ora ho scelto un indirizzo che mi appassiona veramente: amo la computer grafica e mi piace scrivere, la sera inizio a scrivere temi con storie che mi vengono in mente e non riesco a smettere. In pagella in italiano ho preso addirittura 10, è una grande soddisfazione per uno straniero. Tre parole per descrivermi? Creativo, incredibile a mio modo e… bulgaro – conclude ridendo – nel senso di competitivo e passionale”. È il volley, però, la sua passione numero uno: ad Alassio l’under 15 ha conquistato un argento importantissimo e per lui a fine torneo è arrivato il premio di miglior giocatore delle Finali Nazionali. “Siamo arrivati a queste finali non consapevoli di essere una bella squadra, non sapevamo che saremmo potuti arrivare lontano. Giocando ce ne siamo resi conto ed è stato bellissimo. Il premio individuale lo dedico alla mia famiglia: a mia mamma che mi ha sempre sostenuto, a nonno Svilen che per le ultime gare della stagione, appena può, viene a trovarci, a nonna Angelina che dalla Bulgaria riempie sempre il bagaglio di mio nonno con i piatti che mi piacciono di più. E a Treviso che mi ha accolto, agli allenatori che hanno sopportato il mio caratteraccio. Ma su quello sto migliorando, i miei compagni possono confermarlo”. Qual è il sogno di Hristo? “Sogno di giocare in Superlega, un giorno. Lavoro per diventare un giocatore. Con il mio migliore amico Simeon, che vive in Bulgaria e con cui passo le vacanze a giocare quando ci torno, stiamo ore al telefono a sognare di giocare insieme in Superlega un giorno. Io gli dico che succederà. Lui mi sprona a fare sempre meglio: guarda online tutte le mie partite e se gioco male mi rimprovera”. La scelta di vita fatta da Tsvetelina e Hristo tre anni fa sembra iniziare a dare i suoi frutti; nel frattempo lei è diventata allenatrice di primo grado, allena un’under 13 femminile e cerca un impiego dopo aver perso, causa pandemia, quello che aveva trovato appena arrivata in Italia. Il tempo dirà se il grande cambiamento fatto ne sarà valso la pena: per adesso, Hristo, pensa a schiacciare sempre più forte. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO