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    Nadal elogia Shelbayh: “È un tennista con un talento innato”

    Il giovane giordano insieme a Rafa all’Academy di Manacor

    Abdullah Shelbayh ha debuttato con una sconfitta alle NextGen ATP Finals, scattate ieri a Jeddah, contro il più esperto francese Van Assche. Il giovane giordano tuttavia ha mostrato spazzi di buon tennis, facendo intravedere qualità molto interessanti. Buon fisico, colpi vari, sembra possedere le qualità per ambire alla scalata verso il tennis che conta. Ne è fermamente convinto anche il suo mentore Rafael Nadal, che lo ospita da tempo nella sua Academy a Maiorca.
    Così il 22 volte campione Slam si è espresso su Shelbayh: “Per descrivere Abdullah, devi guardare al suo talento. Penso sia un giocatore con un talento innato, molto speciale, è capace di fare cose che la maggior parte dei giocatori non riescono a fare. Con il suo stile di gioco mette molto a disagio gli avversari. Lo so perché mi sono allenato con lui diverse volte. E a questo ha aggiunto qualcosa di molto importante: nell’ultimo anno e mezzo ha fatto un passo avanti nel modo in cui vive il tennis. Ha capito che ciò che vuole è diventare un tennista professionista e sta lavorando molto duramente per riuscirci. Non posso che congratularmi con lui per la sua dedizione e per il suo duro lavoro e incoraggiarlo a continuare su quella strada. Ha fatto una stagione molto positiva, raccogliendo buoni risultati e scalando la classifica. Ora sta vivendo fantastico, gioca le Next Gen ATP Finals. Vorrei augurargli tutta la fortuna del mondo. Sono sicuro che sarà un torneo molto speciale per lui”.
    Shelbayh è entrato a far parte della Rafa Nadal Academy nel 2018, quando aveva solo 14 anni, e da allora non ha smesso di crescere. Il giordano è sbarcato all’accademia dello spagnolo a Manacor attraverso un contatto tra Toni Nadal e l’agente di Shelbayh, la principessa Lara Faisal, membro della famiglia reale giordana.
    “Quando è arrivato da noi era un ragazzo che già faceva bene le cose in campo, si vedeva che aveva una certa abilità, ma niente di più”, racconta Toni Nadal, che ha seguito di persona i progressi di Shelbayh in questi anni. “Con il passare degli anni penso che sia migliorato in quasi ogni aspetto del suo gioco. Nell’ultimo anno il suo miglioramento è stato palpabile, ha fatto un salto di qualità, ha acquisito maturità e iniziato a raccogliere i frutti del suo impegno. Ha buone possibilità di entrare presto nell’ATP Tour e lo ha dimostrato in vari tornei giocando contro giocatori tra i migliori al mondo. Ha dato battaglia e ha persino battuto alcuni giocatori di buon livello. Se manterrà la stessa voglia di lavorare che ha avuto negli ultimi tempi, con la stessa volontà e lo stesso impegno, sono sicuro che lo vedremo presto nei grandi tornei. Per noi che puntiamo sul settore giovanile, è stata una grande soddisfazione, posso affermare che è un giocatore che si è formato completamente sui nostri campi” conclude Toni Nadal.
    Anche Carlos Moya, amico e allenatore di Nadal, condivide le aspettative positive sul futuro del giordano. “Penso che Abdullah sia un giocatore diverso, intelligente, imprevedibile, e questo è ciò che lo rende divertente da guardare e un avversario difficile da interpretare”, ha detto il campione di Roland Garros 1998. “Può produrre una sorta di caos che lo rende molto ostico, ma deve riuscire ad appianare un po’ le cose, mettere un po’ di ordine mentale… Potrebbe essere uno di quei giocatori che nessuno vuole affrontare, perché è in grado di tirare colpi incredibili quando meno te lo aspetti. Il fatto che sia imprevedibile crea un enorme disagio ai suoi avversari. Non deve perdere queste qualità e migliorare la sua consistenza” conclude Carlos.
    Dopo la vittoria a Charleston dello scorso ottobre, Shelbayh ha avuto un’importante conversazione con Rafael Nadal, che l’ha arricchito notevolmente: “Rafa mi ha detto che era un grande passo nella mia carriera, e che dovevo divertirmi e non accontentarmi”, racconta il giordano. “Mi ha detto che non potevo accontentarmi di un solo risultato perché tutti cercano di migliorare allo stesso tempo, di prendere la spinta per continuare con quello che ho costruito e metterci ancora più forza. Mi ha raccomandato di continuare a fare un buon lavoro e non lasciarmi sfuggire i momenti importanti che mi aiuteranno a raggiungere il mio obiettivo. È stato davvero speciale sentire quelle parole da uno come lui, che è stato il mio idolo da quando ho iniziato a giocare a tennis.”
    Vedremo i prossimi match di Shelbayh nell’evento U21, ma sarà ancor più curioso ritrovarlo il prossimo anno sul tour Challenger. Il giordano è un tennista particolare, uno di quelli che osservi con curiosità perché ha nel braccio molte potenzialità e può sorprenderti. Il discorso di Moya è corretto: talento e fantasia sì, ma è necessario anche ordine, altrimenti puoi perdere il filo del match ed eccedere nella creatività. Giocando match di alto livello non potrà altro che migliorare. Con il suo potenziale, è facile immaginare che nel 2024 possa entrare nei top100 ATP, forse anche piuttosto rapidamente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rafa Nadal punta al ritorno all’Open d’Australia 2024, secondo Toni Nadal

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Rivelazione sorprendente e inaspettata da parte di Toni Nadal durante un colloquio con El Desmarque. Si è tanto dibattuto sulla data del ritorno di Rafa Nadal sui campi da tennis, coltivando la speranza, seppur con poche certezze, che potesse rappresentare la Spagna nelle Finali della Coppa Davis 2023, qualora la squadra spagnola avesse raggiunto l’appuntamento di Malaga.
    I più pessimisti si aspettavano un ritorno di Rafa sul suo terreno di gioco preferito, la terra battuta. Tuttavia, Toni ha smentito queste previsioni, puntando come principale obiettivo l’Open d’Australia 2024. “Rafa si sta riprendendo e sta bene. Se tutto va secondo i piani, mira a tornare in campo proprio per il prossimo Open d’Australia”. Sarà importante monitorare l’intensità degli allenamenti di Rafa e sperare che il futuro confermi queste parole.” LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “La superiorità di Alcaraz mi ricorda quella di Federer nel 2004. Carlos oggi favorito, ma…”

    Toni Nadal

    Lo zio più famoso del tennis, Toni Nadal, oggi direttore dell’Accademia di Rafa a Manacor, ha scritto nel suo consueto editoriale su El Pais parole al miele per Carlos Alcaraz, n.1 al mondo e oggi in semifinale a Roland Garros, opposto a Novak Djokovic. Per Toni, Carlos è favorito perché il serbo “è lontano dalla sua versione migliore, ma nessuno può dimenticare che è un campione incredibile, disposto a lottare fino alla fine per raggiungere il risultato. Il suo spirito combattivo gli permette di adattarsi a qualsiasi contesto”.
    Per quanto riguarda le chiavi che possono decidere la partita odierna tra Carlos e Novak, il tecnico spagnolo ritiene che tutto possa dipendere dal livello di precisione e anticipo del murciano, con Novak che invece deve cercare scappatoie per uscire dagli schemi offensivi del giovane avversario. Infatti secondo Toni il serbo non può reggere uno scontro frontale a chi tira di più. “Se Djokovic prova a giocare in modo aggressivo e ad alta velocità si ritroverà un avversario superiore in quel contesto; se decide di giocare in modo consistente allora dovrà avere un livello di precisione molto alto, sbagliare quasi niente e portare Carlos su lunghi scambi, altrimenti sarà esposto ai vincenti di Carlos. In ogni caso, nessuna possibilità dovrebbe essere esclusa, sarà una partita dura mentalmente”.
    Tornando ad Alcaraz, secondo Tori il giovane spagnolo si trova in una posizione simile a quella che visse Roger Federer quando esplose al suo massimo livello dopo aver vinto il suo primo titolo a Wimbledon nel 2003: “È pieno di fiducia e in ottima forma, fisicamente e tecnicamente. Mi ricorda l’irruzione e la superiorità che Federer ha mostrato dalla fine del 2003 e, soprattutto, dal 2004. La sua imbattibilità era così schiacciante che abbiamo dovuto aspettare l’arrivo di una generazione successiva prima che Roger fosse messo in vera difficoltà, era troppo superiore a tutti gli altri. Sento che succederà lo stesso, per un po’, con Alcaraz”. Federer vinse ben 41 tornei il 2003 e il 2006, inclusi ben 9 Slam e 3 Masters di fine anno. LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Rafa tornerà solo se è al 100%”

    Toni Nadal

    Lo “zio” più famoso del tennis, Toni Nadal, ha parlato delle condizioni di Rafa nel corso del programma radiofonico RMC’s Bartoli Time. L’ex allenatore e mentore del 22 volte campione Slam si è detto certo che il nipote stia facendo tutto il possibile per rientrare, ma che lo farà solo ad una condizione molto precisa: sentirsi al 100%.
    “Ho parlato con lui sabato. Tornerà solo se sarà in buone condizioni, al 100%”, ha affermato perentorio Toni nel corso del programma. “Sa che altrimenti non gli farà bene. Ha giocato gli Australian Open senza essere al top e abbiamo visto come è andata. Penso che voglia tornare a sentirsi bene. Vorrebbe arrivare al Roland Garros con fiducia e una buona condizione fisica. Per ora, dobbiamo aspettare. Ma ha ancora la testa per provare a vincere un’altra volta”.
    Toni continua a pensare che nonostante i rivali siano tanti e sempre più forti, incluse le nuove leve, quando il nipote si trova sul Centrale di Parigi tutto cambia e batterlo è difficilissimo. “Ho detto molte volte di Rafa che anche se non arriva in ottime condizioni, quando entra nel Philippe Chatrier, tutto cambia. Ha bisogno di alcune partite non troppo difficili per crescere. So che Zverev, Alcaraz, Djokovic, Rune, Rublev sono molto forti. Ma con la sua mente so anche che Rafa può vincere. Voglio pensare lo stesso anche quest’anno”.
    Quindi fiducia nelle chance di Rafa, nonostante il fisico sia in grave difficoltà, provato da un numero infinito di battaglie sportive. Toni afferma che Rafa rientrerà solo se al 100%, ma sembra improbabile che possa presentarsi a Parigi senza aver giocato nemmeno un match ufficiale. Ottimismo di famiglia a parte, il tempo corre, e non sarà facile nemmeno per lui trovare una condizione abbastanza buona per essere competitivo nello Slam a lui più caro, dove ha costruito vittoria dopo vittoria la propria leggenda. LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “A Roland Garros Rafa può sempre gestire un paio di partite per trovare il ritmo”

    Toni Nadal

    La decisione di Rafa Nadal di rimandare il rientro, saltando il torneo di Monte Carlo, ha colto di sorpresa i suoi supporter, che seguendo anche l’annuncio del torneo del Principato speravano di rivederlo in uno degli eventi a lui più cari e fortunati. Il suo processo di allenamento continua, con l’obiettivo chiaro di presentarsi al meglio delle proprie possibilità a Roland Garros. In molti si sono chiesti: ha bisogno di giocare per ritrovare sensazioni e ritmo partita? Assolutamente, ma forse era semplicemente troppo presto, nonostante sui campi del principato ha sempre giocato un buonissimo tennis con condizioni per lui ideali.
    La stampa spagnola si è immediatamente rivolta a zio Toni, che conosce Rafa meglio di chiunque altro e lo osserva in allenamento presso la sua accademia, anche se non lo segue più in prima persona nei tornei come un tempo. Il concetto di Toni è chiaro: Rafa conosce il suo corpo ma solo con il riscontro del campo può vedere a che punto si trova. Questi e altri concetti ha espresso in una breve intervista, della quale riportiamo alcuni passaggi già proiettati sul prossimo Roland Garros.
    “Rafa è in ripresa, ma non è facile sapere fino in fondo a che punto sia, perché lo scopri per davvero solo quando gareggi”. Gli è stato chiesto se avrebbe dovuto ritirarsi contro Fritz a Wimbledon: “Non sai mai cosa sarebbe successo, non abbiamo la controprova. Inoltre, se lo avesse fatto in alcune delle partite in cui ha avuto qualche problema, forse avrebbe avuto qualche Roland Garros in meno, o un Wimbledon in meno”.
    “A Roland Garros e nella stagione sulla terra battuta in generale è diverso. Anche se non è in forma ottimale, sai che Rafa può fare uno sforzo perché controllerà la forza e la velocità del gioco. Ma quando gioca sul veloce e soprattutto nella stagione indoor è più difficile per lui. Quando gioca al Roland Garros, Rafa ha 2 o 3 partite che può controllare e quindi usarle per riprendere il suo miglior ritmo e gioco. Al contrario a Torino non le hai” ha dichiarato il suo storico maestro.
    “Rafa è abituato a combattere, è cresciuto sapendo che nel tennis, come nella vita, le cose non vanno quasi mai alla perfezione. Devi essere disposto a lavorare sodo e risolvere i problemi” conclude Toni Nadal.
    Due parole anche su Felix Auger-Aliassime, che segue anche se non a tempo pieno. Toni è convinto che il canadese abbia ancora un bel margine di crescita, ma è consapevole che la concorrenza sia diventata ancor più spietata con l’avvento di Alcaraz e Sinner. “Felix può migliorare il rovescio e la calma quando le cose in partita si fanno complicate. Uno dei suoi sogni è vincere qualche Slam ed essere il numero 1. Può farcela, ma non è facile perché ci sono Alcaraz e Sinner, che sono molto bravi, o Medvedev. Ma se lavora sodo avrà la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi perché ha un buon percorso per migliorare ancora”. LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Tsitsipas ha sbagliato tattica contro Djokovic a Melbourne, puntando sulla velocità solo Federer poteva farcela”

    Toni Nadal

    Affrontare Djokovic ad alta velocità aprendo molto gli angoli è una tattica suicida, ed è costata la sconfitta a Tsitsipas nell’ultima finale degli Australian Open. Questo il parere di Toni Nadal in un’articolo pubblicato sul quotidiano iberico El Pais, del quale lo “zio” più famoso del tennis è apprezzato opinionista da qualche tempo. Oltre a dirigere la nota Academy del nipote a Maiorca, Toni periodicamente commenta i fatti salienti del tour Pro sulle colonne del giornale di Madrid. Riportiamo il suo qualificato parere in merito alla finale di Melbourne, e come invece decise con Rafa di affrontare il serbo prima della finale di US Open 2013, match nel quale Novak partiva ampiamente favorito ma che, invece, vide trionfare lo spagnolo.
    “Ciò che Djokovic ha ottenuto è tanto sorprendente quanto ammirevole” scrive Toni Nadal. “Che 15 anni dopo quel 2008 in cui ha alzato il suo primo Major a Melbourne, sia stato capace di rifarlo di nuovo per la decima volta (per la ventiduesima nel computo totale) e con un livello tennistico così impressionante dovrebbe ugualmente stupire il popolo del mondo del tennis e tutti i tifosi. In questa edizione è stato praticamente ingiocabile, disputando un torneo impeccabile dall’inizio alla fine. Il suo gioco è senza dubbio il più completo del circuito, che gli permette di giocare sia in attacco che in difesa. È deciso e combatte fino allo sfinimento. Risponde con una serenità sorprendente nei momenti di massima tensione. Impressiona per la sua ambizione e la conseguente voglia di continuare a migliorare”.
    Ecco il punto in cui tratta su come Tsitsipas ha provato ad affrontare il serbo, a suo dire con un approccio errato. “Pur riconoscendo l’enorme difficoltà del confronto e le poche garanzie offerte da qualsiasi strategia da adottare, credo che il suo approccio iniziale sia stato sbagliato. Nel primo set il giocatore di Atene ha voluto giocare contro Novak faccia a faccia, con colpi veloci e aggressivi, cambiando continuamente la direzione dei suoi tiri. Con questa condotta ritengo sia impossibile battere il balcanico a meno che tu non sia Roger Federer. Batterlo in velocità è una tattica quasi suicida, come abbiamo visto in quel veloce primo set in cui il giocatore greco sembrava tanto sconcertato quanto incapace di mettere in difficoltà il rivale”.
    Toni racconta quindi un aneddoto del 2013, quando suo nipote Rafael sfidò Novak a New York, sconfiggendolo in finale nonostante si giocasse sul sintetico. “Ricordo il giorno prima della finale con Djokovic agli US Open 2013, i dubbi che io e Rafael avevamo e la decisione che alla fine abbiamo preso. Per batterlo abbiamo pensato di non aprire troppo gli angoli o di cambiare velocemente direzione e giocare, invece, più al centro. Aumentare l’apertura del campo, le lunghe percorrenze e la velocità negli scambi non potevano che provocare una risposta ancora più aggressiva, inesorabile e quasi definitiva da parte di Djokovic. Quindi abbiamo pensato di giocare più lentamente, al centro del campo e con convinzione di perseguire questa tattica di sfinimento. Fortunatamente per noi, Rafael è uscito vincitore, ma ricordo quella finale come una di quelle più difficili mai giocate da mio nipote”.
    È un punto di vista interessante quello di “zio” Toni. Effettivamente Tsitsipas, pur avendo un tennis offensivo, non ha l’anticipo di Roger Federer, che proprio grazie a tempi di gioco estremamente rapidi ha spesso battuto Djokovic, portandolo all’estremo in epiche battaglie negli Slam, nonostante un certo gap di età a favore del serbo. Tuttavia è anche corretto affermare che rallentando molto il gioco, le incredibili capacità difensive e di resilienza in campo di Djokovic sarebbero state forse ugualmente superiori a quelle di Stefanos. Quindi, in qualsiasi modo la si voglia guardare, la partita per il greco restava un muro troppo difficile da superare visti i suoi mezzi e le straordinarie qualità (e forma) del fortissimo avversario.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Ruud può diventare n.1 al mondo”

    Casper Ruud

    Casper Ruud ha vissuto un 2022 di grande crescita che l’ha portato a disputare le finali Slam a Roland Garros e US Open, oltre al recentissimo match per il titolo alle Finals di Torino. Purtroppo per lui, ha perso tutte e tre le grandi finali, sconfitto rispettivamente da Rafael Nadal, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. A questo filotto di sconfitte importanti, si aggiunge anche la finale al Masters 1000 di Miami.
    Se avesse vinto il titolo a New York, sarebbe diventato n.1 del ranking mondiale, posizione invece andata ad Alcaraz e mantenuta sino al termine della stagione dal talento spagnolo. Con tre finali “pesanti perse”, è un’annata positiva o negativa per Ruud? Decisamente molto positiva, anche se qualcuno si ostina a chiamarlo già “perdente”, affermazione assolutamente ingenerosa per un ragazzo cresciuto a dismisura negli ultimi 3 anni, passato dall’essere un tennista molto competitivo sulla terra battuta a giocatore tostissimo in ogni condizione e torneo.
    La svolta decisiva nella sua carriera è stata l’approdo alla Rafa Nadal Academy nell’inverno nel 2019, dove ha imparato dalla famiglia Nadal metodi di lavoro e affinato la propria tecnica di gioco, diventata via via sempre più completa. Proprio zio Toni Nadal continua a credere fermamente nelle possibilità del più forte tennista norvegese di sempre. Così lo storico coach di Rafa ha parlato di Ruud, di quando è sbarcato nella sua accademia e delle prospettive del tennista nordico.
    “Ricordo benissimo quando Casper è arrivato da noi. Grande lavoratore, si è subito messo a disposizione e ha imparato molto. Quando è arrivato in accademia aveva un brutto rovescio perché secondo me faceva un pessimo movimento con le gambe. Abbiamo dovuto lavorare specificamente in quell’area. Ora il suo rovescio è abbastanza buono” racconta Toni, che continua affermando “Ogni anno è stato in grado di migliorarsi un po’. Tuttavia se torno al giocatore che era arrivato all’accademia e a quei tempi, non pensavo che potesse crescere così tanto da  poter essere il numero 2 al mondo. Credito a lui per esser migliorato così tanto. Adesso è un tennista molto più completo e forte.  Ho seguito molte delle sue partite, è davvero un ottimo tennista. Può essere il futuro numero 1”.
    Affermazione importante quella di Toni Nadal, anche se del resto al n.1 c’è già arrivato molto molto vicino già lo scorso settembre. Adesso sta a Casper iniziare a vincere i grandi tornei. Finora in carriera ha vinto 9 tornei ATP (3 quest’anno), 8 sulla terra battuta. Tutti di categoria ATP 250. LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Rafa è un esempio di come si può migliorare. Giocherà ancora due anni”

    Toni Nadal

    Toni Nadal in un evento a Caceres (Spagna) ha parlato dei suoi metodi di allenamento ed esperienza maturata insieme al nipote Rafa in molti anni ricchi grandi successi sul tour professionistico. Oggi Toni si occupa dei giovani e dell’organizzazione presso la nota Accademia a Maiorca, e segue ancora Felix Auger Aliassime, seppur part time. Nell’interessante chiacchierata, ha anche rivelato quel che a suo dire resta a Rafa da giocare. “Gli restano ancora un paio di annate”, afferma il coach.
    “Quello che ho fatto sul campo da tennis è lo stesso che avrei coltivato anche fuori. Credo nella fatica, nel lavoro, nella meritocrazia, credo che le persone guadagnino le cose con il sudore della fronte, nel caso di Rafael con il sudore di tutto il corpo, ed è quello che abbiamo fatto insieme” racconta Toni.
    Secondo Toni “Non è possibile programmare di essere il numero uno, poiché non dipende solo da noi ma è possibile lavorare al proprio massimo per superarsi. Alla fine, superare gli altri non è sempre fattibile, superare se stessi è la grande sfida, è ciò a cui Rafael era obbligato più o meno fin da piccolissimo. Lo ha capito, e nella vita la cosa fondamentale è migliorare sopra infrangendo ogni limite È un esempio di come si possa sempre migliorare”.
    Riguardo all’importanza della preparazione mentale, Toni Nadal ha sottolineato che nel tennis, come nella vita, dalle sconfitte si impara moltissimo, è importante “rafforzare il carattere affinché questo influisca il meno possibile sulla prestazione. Dovremmo chiederci ogni volta se siamo un po’ più deboli di fronte alle difficoltà. Mi dispiace per chi ha problemi, è importante stare bene, ma dobbiamo anche abituarci al fatto che le cose non vadano necessariamente bene o come volevamo”. LEGGI TUTTO