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    Shojii: “Se abbiamo delle chances dobbiamo concretizzarle”

    Di Redazione
    Non bastano 4 ace e 8 muri punto alla Kioene Padova per dare filo da torcere alla corazzata SIR Safety Conad Perugia. I patavini impensieriscono i perugini nei primi due parziali, spegnendosi nel terzo set. Targa a “Drago” Travica, anche MVP del match, per le tre stagioni in veste di regista bianconero.
    Queste le dichiarazioni in casa bianconera al termine del match:

    Shoji: “Non sono soddisfatto, abbiamo avuto tante possibilità, questa partita era molto difficile ma se abbiamo delle chances dobbiamo chiudere. Perugia è molto forte però possiamo imparare e guardiamo avanti. Queste settimana è tosta, adesso dobbiamo recuperare e fare la nostra partita a Ravenna”

    Cuttini: “Peccato ma sono contento per i primi due set e per l’approccio, abbiamo espresso un ottimo livello. La ricezione ha tenuto, e tanti colpi in difesa, mi sono piaciuti i miei ragazzi. Stern ha fatto un’ottima prestazione, come gli altri, hanno spinto finchè ci sono riusciti. Al terzo set Perugia ha continuato a giocare a livello molto alti, noi abbiamo avuto dei cali ed è stato difficile stargli dietro. A Ravenna sarà una gara complicata, sono una squadra aggressiva e grintosa, sappiamo che sarà una battaglia ma ho molto fiducia nei ragazzi” LEGGI TUTTO

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    Clevenot: “Dobbiamo fare un risultato importante e tornare da Verona con più punti”

    Gas Sales Piacenza Volley

    Di Redazione
    Dopo la netta vittoria contro Cisterna, è già tempo di tornare in campo per la Gas Sales Bluenergy Piacenza. Domani gli emiliani, infatti, saranno ospiti della Nbv Verona per il recupero della nona giornata di andata.
    I biancorossi si trovano al quarto posto in graduatoria e con una vittoria scavalcherebbero Vibo che, al momento, ha solamente un punto più dei piacentini (anche se con una partita giocata in meno). Dopo le dichiarazioni di coach Bernardi in vista della sfida scaligera anche il capitano, Trevor Clevenot, dice la sua intervistato da La Libertà.
    “Quella con Verona, è una gara molto importante soprattutto per noi perché può essere quella che ci può far fare il salto di qualità. Certamente mi aspetto una gara molto difficile dobbiamo fare un risultato importante e tomare da Verona con più punti in classifica”.
    Domani non potranno far parte del match né Finger né Mousavi, in quanto stati tesserati entrambi successivamente l’8 novembre e cioè dopo la data in cui era originariamente in programma la gara e per regolamento non possono essere schierati in campo. Anche Verona quindi, sarà orfana del danese Jensen (il nuovo sostituto di Boyer) e lo schiacciatore commenta così: “Certamente una soluzione sarà trovata come è già stato fatto in passato. Dobbiamo essere bravi a gestire questi problemi e stiamo lavorando molto anche su questo aspetto. Certo non è facile scendere in campo senza un opposto di ruolo”
    Come state vivendo questa situzione che ha visto tanti cambi all’interno della squadra? “Come la deve vivere un professionista, ognuno cerca di fare il suo lavoro al meglio e così penso che troveremo ii nostro ritmo” .
    Manca ancora l’acuto con una big, come te lo spieghi? “Vero, ma è anche vero che contro di loro non abbiamo potuto giocare al completo tra infortuni e malattie. E se non sei al completo e al meglio quando giochi contro di loro diventa tutto più difficile”. LEGGI TUTTO

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    Sondaggio: chi è il miglior palleggiatore della Superlega?

    Di Redazione
    La Superlega maschile, si sa, è anche una sfida tra grandi palleggiatori. E anche se il nostro campionato ha perso in estate un virtuoso del ruolo come Bruno Rezende, tornato in Brasile al Funvic Taubaté, le performance di registi di altissimo livello continuano a deliziare gli appassionati italiani. Sull’identità del numero uno, come sempre, il dibattito è aperto: per il nostro nuovo sondaggio ne abbiamo scelti tre, ma potrebbero esserci altri candidati, che qui sono riuniti in un’unica opzione…
    Ecco dunque i protagonisti che i nostri lettori conoscono molto bene: Simone Giannelli, che nonostante la giovane età è già da tempo il faro della nazionale e dell’Itas Trentino. Luciano De Cecco, passato lo scorso anno da Perugia a Civitanova ma rimasto ai vertici del campionato. E infine Dragan Travica, tornato a vestire la maglia di una “grande” proprio con la Sir, e subito determinante in avvio di stagione. Le “urne” sono aperte: votate il migliore, ricordando che è solo un gioco! LEGGI TUTTO

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    Riccardo Sbertoli, carattere da leader: “Sono cresciuto a Milano e qui voglio restare”

    Di Roberto Zucca
    Vederlo così consapevole di se stesso, del suo gioco, della sua maturità professionale, fa dimenticare il fatto che Riccardo Sbertoli ha “solo” 22 anni. Sembra ieri quando Riccardo palleggiava timidamente a Segrate. Da allora la strada lo ha portato a calcare per sei stagioni di fila il palcoscenico di Milano e negli ultimi anni a diventare un punto fermo dell’Allianz di Roberto Piazza:
    “Intanto ringrazio per la definizione di punto fermo. Devo dire che la strada fatta dai tempi di Segrate è stata tanta e che la consapevolezza maturata è ovviamente cresciuta con gli anni. Ma sono stato supportato da questa società e dai giocatori con cui ho disputato le varie stagioni. La Powervolley mi ha dato la possibilità di crescere e di fare un percorso. È una fortuna che non capita a tutti”.
    Non a caso è arrivato il rinnovo contrattuale quest’estate per altre due stagioni.
    “Avevo parlato con la società già qualche mese prima dell’estate. Sono molto legato a Milano e sono cresciuto qui, l’intenzione di vestire questa maglia era un mio desiderio e per altri due anni sarò parte della storia di questo club. Per me è e resterà un onore”.
    Si erano diffuse voci su un interessamento di diversi club. A 22 anni diventare incedibile è un vanto o spaventa?
    “(ride, n.d.r.) Io non ho fatto in tempo a vivere questo interessamento. In realtà ho imparato a non leggere quel tipo di voci di mercato e in generale non sono uno che legge ciò che scrivono sul suo conto. Detto questo credo sia solo un motivo di orgoglio far parte di un club che ti fa sentire desiderato nel tempo”.
    Foto Powervolley Milano
    Milano anche quest’anno è tra le prime della classe.
    “Vorrei avere anche qualche punto in più perso per strada, ma finora è andata comunque bene. Stiamo disputando in parallelo la Challenge Cup, da cui spero di vivere delle soddisfazioni, e spero di giocare la Final Four al massimo della condizione. Ultimamente abbiamo giocato con delle formazioni se vogliamo inedite, quindi l’ideale sarebbe poter disputare questo tipo di competizioni con tutta la rosa a disposizione. È forse l’aspetto più duro di giocare durante la pandemia, anche se molte squadre si trovano nella nostra condizione”.
    Il modello Milano prevede uno Sbertoli che gioca come un leader. Uno stile definito ben riconoscibile in campo.
    “Ho esordito in Superlega ritrovandomi dall’altra parte del campo con giocatori come Bruno e come De Cecco, che ho sempre preso a modello. Se ora riesco ad affermarmi in campo con le mie caratteristiche, senza scimmiottare quelle di altri palleggiatori, significa che il lavoro è stato fatto”.
    Il derby con Monza è andato a favore del Vero Volley. Le posso chiedere se ha ancora valore parlare del derby come di una partita più sentita delle altre?
    “Dipende. Nel mio caso le dico che è una partita che sento e che con gli anni ho imparato a disputare, perché è da quando gioco nelle giovanili che la sfida con Monza è per me quella con una compagine che conosco e che fa parte dei campionati nei quali sono cresciuto pallavolisticamente. Per altri è una gara come le altre. Non c’è quell’aria del calcio, argomentata anche dalle tifoserie nel bene e nel male. C’è anche il fatto che dall’altra parte del campo ci sono persone con le quali sei cresciuto, e penso ad atleti come Galassi, con cui magari capita di ritrovarsi a parlare anche nel dopogara. Ma è sempre una bella sfida”.
    Riccardo, fuori dal campo, sembra il classico ragazzo della porta accanto. Appare timido e distante dallo sportivo che magari ha qualche grillo per la testa.
    “La correggo dicendo che chi mi conosce sa che non sono uno timido, ma riservato. Non sono uno che ama apparire o uno a cui piace condividere il proprio privato. E non lo sono mai stato. L’immagine della porta accanto forse emerge perché sono quello che è cresciuto con lo stesso gruppo di persone a Milano, che ha studiato dove è cresciuto, e questo è stato fondamentale, e non manca mai a una pizza con gli amici di sempre”.
    Eppure la sua vita è cambiata tanto negli ultimi anni. Se le dico Tokyo, in chiusura, cosa è per lei?
    “Un sogno, un obiettivo, un motivo per lavorare con ancora più determinazione. È presto per pensarci, perché mancano molti mesi alle convocazioni e so di avere 22 anni e le mie occasioni da sfruttare più avanti nel tempo. Ma ci spero. La nazionale è quel posto di cui, quando inizi a farne parte, vorresti far parte per sempre”. LEGGI TUTTO