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    Donata a Papa Francesco la maglia della Gas Sales Bluenergy Piacenza

    Di Redazione Una giornata straordinaria per la Gas Sales Bluenergy Piacenza: oggi in Vaticano è stata consegnata una maglia personalizzata della squadra emiliana – con tanto di nome e numero 10 – nientemeno che a Papa Francesco. Il Santo Padre ha incontrato la presidente biancorossa Elisabetta Curti in occasione della consegna di una copia della “Bibbia in piasintein“, il testo sacro redatto in dialetto piacentino dall’ex messo Luigi Zuccheri. Foto Gas Sales Piacenza Volley (fonte: Facebook Gas Sales Bluenergy Volley) LEGGI TUTTO

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    Fiocco rosa in casa Anzani: è nata la piccola Viola

    Di Redazione Lieto evento nel mondo della pallavolo: ieri è nata la figlia di Simone Anzani e della compagna Carolina, la piccola Viola. Lo stesso centrale della Cucine Lube Civitanova e della nazionale ha pubblicato la notizia su Instagram con un’eloquente didascalia: “Ciao sono Viola, ieri alle 20.26 ho conosciuto mamma e papà per la prima volta. Sono nata 3,4 kg e alta 51,5 cm. Papà non ha pianto per niente… no no!“. A Simone e alla sua famiglia auguri e congratulazioni dalla redazione di Volley NEWS! LEGGI TUTTO

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    Andrea Zorzi: “Il ritorno di Zaytsev? Operazione importante per la Lube”

    Di Redazione Si è chiuso il “valzer” degli opposti delle squadre top di Superlega. Con il ritorno di Ivan Zaytsev in Italia alla Cucine Lube Civitanova e l’annuncio di Nimir Abdel-Aziz alla Leo Shoes Modena si è definito il discorso posto 2. A parlare delle operazioni di mercato è l’ex azzurro Andrea “Zorro” Zorzi nell’intervista rilasciata al quotidiano Il Resto del Carlino Macerata. Zorzi, per la Lube gran colpo quello di Zaytsev? «Senz’altro, una operazione importante per il club e per Ivan che voleva tornare in Italia». L’altra novità nel sestetto sarà Lucarelli: è la miglior soluzione per rimpiazzare Leal? «Credo molto in lui, per me è tra i top schiacciatori mondiali. Sono convinto che non l’abbiamo ancora visto al meglio, capita agli stranieri al primo anno in Italia». Rychlicki è corteggiato da Perugia anche perché non è un divoratore di palloni e quindi, come già fatto qui, si incastrerebbe bene con Leon e Anderson. Intanto la Sir riparte da Grbic, il coach campione d’Europa e quello che ha dato l’unico grande dolore alla Lube, in Champions. Riuscirà ad infondere a Perugia la stessa anima difensiva dello Zaksa? «È reduce da una impresa straordinaria. Qui ha giocatori diversi e magari darà un’anima differente». Modena ha preso il due volte dei re dei bomber, ciliegina sulla torta ad una campagna acquisti faraonica? «Vero. Abdel Aziz fa un sacco di punti ma non ha ancora vinto, non a caso hanno puntato su Bruno e Ngapeth per le chiavi dello spogliatoio». Il mercato è ancora in corso, ma intanto Perugia e Modena hanno colmato il gap? «Civitanova doveva conservare, ha fatto scelte intelligenti e in continuità sul mercato, chiaramente da campione era più in controllo rispetto alle altre. Per me parte davanti, le altre avranno bisogno di più tempo e lavoro, ne capiremo di più dopo la Coppa Italia». LEGGI TUTTO

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    Padova, Dottor Tietto: “Per essere buoni giocatori servono cuore, testa e mani”

    Di Redazione Da 14 anni il Dott. Davide Tietto è l’ortopedico della Società bianconera. Nel corso di queste stagioni ha messo al servizio della Kioene Padova la propria professionalità per prendersi cura di tanti atleti, collaborando al massimo con tutto lo staff patavino. «Questa collaborazione tra di noi è fondamentale – dice Tietto – perché il gioco di squadra paga sempre. In questi anni abbiamo creato un meccanismo di tasselli che s’incastrano perfettamente tra di loro. Per ridurre i traumi legati all’attività sportiva è anzitutto importante il livello di preparazione atletica. Questo ci ha consentito di registrare fortunatamente pochi casi in questi anni. Quando questi si sono verificati, abbiamo sempre messo in moto un meccanismo di collaborazione che ha consentito ai giocatori di ristabilirsi». Il Dott. Tietto è un ortopedico libero professionista che si occupa di ecografia interventistica ortopedica e collabora col prof. Porcellini di Modena, specializzato nelle patologie della spalla. «Collaborando con la Kioene Padova – continua – ho avuto modo di lavorare con tanti giocatori stranieri, quindi confrontandomi quotidianamente con atleti provenienti da altre realtà. Ciò che mi rende felice è di aver visto tanti giovani che sono cresciuti qui per poi prendere il volo, diventando pallavolisti affermati a livello nazionale e non solo». A livello traumatologico, è più facile che determinati infortuni avvengano a giocatori giovani o esperti?«Tendenzialmente i giocatori più esperti sono più accorti nel prevenire gli infortuni, perché hanno un maggiore controllo delle proprie capacità e possibilità. E’ anche vero che le competenze in ambito medico sono cresciute in questi anni, specialmente in ambito di prevenzione. Ricordo ad esempio che negli anni ’90, nel rugby, si effettuavano dei bendaggi preventivi alla caviglia dei giocatori per evitare infortuni. Se ciò allora sembrava una novità, oggi questa è diventata la normalità. In tutto questo, la collaborazione con i fisioterapisti è fondamentale». Quale pensa che siano i passi da fare in futuro nel mondo dello sport per il bene degli atleti?«Credo sia fondamentale la crescita sinergica degli atleti nello studio e nello sport, puntando alla responsabilizzazione dei giocatori come uomini e come atleti. Non basta essere fisicamente dotati per essere dei buoni giocatori: servono cuore, testa e mani. Da questo punto di vista, negli Stati Uniti d’America s’è capito da diverso tempo che la formazione degli atleti dev’essere pensata a 360 gradi». Cosa le piace dell’ambiente Pallavolo Padova?«Credo sia un ambiente altamente stimolante. Si può lavorare in maniera professionale sentendosi davvero a casa. Si percepisce che anche i più giovani provano emozione nell’indossare questa maglia, indossata in passato da grandi campioni. Credo che questo sia un plus davvero importante». Al di là degli sportivi, negli ultimi tempi l’incidenza dei traumi ortopedici è aumentata o si è ridotta?«Inevitabilmente il lungo periodo di stop dovuto al Coronavirus ha creato meno “rischi”, per cui a livello percentuale questi si sono leggermente ridotti. Per contro ho notato un aumento della patologia degenerativa in alcuni soggetti, vedi ad esempio l’artrosi. I traumi possono però verificarsi anche in casa, motivo per cui l’esercizio fisico controllato e calibrato sulle caratteristiche di ogni singolo individuo è importante. L’attività fisica è fondamentale per la salute della persona e per scongiurare che possibili eventi traumatici abbiano conseguenze più gravi del previsto». (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Nikola Grbic si presenta a Perugia: “Torno migliorato, in una Sir migliore”

    Di Redazione Si è svolta oggi pomeriggio al PalaBarton, alla presenza del presidente Gino Sirci, del direttore sportivo Stefano Recine e del direttore generale Bino Rizzuto, la conferenza stampa di presentazione di Nikola Grbic, il nuovo allenatore della Sir Safety Conad Perugia, che si è concesso agli organi di informazione con loquacità e spontaneità. Ecco alcuni passaggi della sua presentazione: “Rientrare in Italia, qui a Perugia e qui in questo palazzetto, dove ho iniziato il mio percorso da allenatore, ha un sapore particolare. Torno da dove sono partito, sette anni fa ho avuto la fiducia del presidente quando come allenatore non ero nessuno, da qui è partita per me una nuova avventura. Torno e sono sempre io come persona, come allenatore invece sono un po’ diverso, sono migliorato. Spero di trasmettere questo, di avere la giusta sinergia con i giocatori, lo staff e la società. Dovremo avere tutti lo stesso obiettivo e andare tutti insieme verso questo obiettivo“. “Obiettivi importanti? Quando una società forte ti vuole, questo ti piace, ti dà consapevolezza e conferma del tuo lavoro. Al tempo stesso è chiaro che le aspettative e le pressioni sono tante, io ci ho vissuto per fortuna tutta la mia carriera da giocatore ed oggi da allenatore, con gli investimenti ed i giocatori che ci sono qui a Perugia, per me sono un grande stimolo. Sono sereno, tranquillo, motivato e non vedo l’ora di iniziare. Che Perugia ritrovo? Una Perugia migliore come organizzazione, come consapevolezza, per i trofei vinti, come squadra che è più forte. È tutto migliorato, tranne Bino (sorride Grbic parlando del direttore generale Rizzuto, n.d.r.)”. Grbic ha raccontato a grandi linee come si è svolta la trattativa: “Mi ha chiamato Bino e mi ha detto ‘Tu come sei messo?’. Avevo un contratto, ma non ho chiuso subito la porta, ho ascoltato per capire se era una cosa seria ed era molto seria. Ho capito che la società mi voleva fortemente, ho parlato con mia moglie, ho scritto su un foglio tutti gli aspetti positivi di un mio eventuale approdo a Perugia e non ci abbiamo messo tanto a metterci d’accordo“. Il nuovo allenatore della Sir si è anche soffermato sugli arrivi di Giannelli e del suo vecchio compagno di squadra, ai tempi di Kazan, Anderson: “Ho avuto il piacere di lavorare con grandi palleggiatori, come De Cecco e Toniutti, e Simone rientra in questa categoria, è un fuoriclasse assoluto. Mi è piaciuto molto quando ci siamo sentiti al telefono, gli ho detto che secondo me può migliorare ancora ed anche lui ne è convinto. Questa apertura è molto importante, avere sempre l’intenzione di migliorare vuol dire che l’approccio è quello giusto. Riguardo a Matt, ci siamo sentiti al telefono per un suo eventuale cambio di ruolo perché so che ai giocatori piace sentirsi coinvolti, soprattutto se si parla di loro. Io volevo parlarci perché non voglio un giocatore costretto a fare una cosa che non gli piace, perché ci saranno momenti difficili e soprattutto in quei momenti bisogna essere convinti e tranquilli. Mi ha detto che, se serve per migliorare la squadra, lui è disposto a cambiare ruolo e mi ha confermato ancora una volta quello che sapevo già, cioè che è un grande campione. Poi ho finito la telefonata scherzando e dicendogli che ora non sarà più il mio compagno di stanza (come a Kazan, n.d.r.) e che dovrà fare quello che dico io. E comunque quell’anno il telecomando del televisore in camera lo avevo sempre io“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Marco Izzo saluta Piacenza: “Potrei fare anche un passo indietro e giocare in A2”

    Di Redazione Il 25 maggio sulla pagina Facebook della Gas Sales Bluenergy Piacenza, la società emiliana ha voluto salutare il regista Marco Izzo che lascerà il club biancorosso per intraprendere una strada diversa. E il suo futuro potrebbe essere in Serie A2, come lui stesso ha dichiarato nell’intervista rilasciata al quotidiano Libertà. Marco Izzo saluta Piacenza dove è rimasto solo una stagione. La possibilità di restare nel massimo campionato c’è, ma le chiamate dalla A2 non mancano. «Mi sono arrivate alcune offerte – sottolinea Marco Izzo – ma non ho ancora deciso nulla. Siamo in trattativa e quindi non posso dire niente. Superlega? Non è detto, potrei fare anche un passo indietro e giocare in A2, non mi creerebbe alcun problema». Una stagione è finita da poche settimane anche se sembra essere passato tanto tempo: che stagione è stata per te? «Difficile, lunga e tosta sotto ogni punto divista. Ma anche una stagione che mi ha aiutato a crescere soprattutto sotto l’aspetto mentale. Ho giocato poco, forse meno di quanto potessi sperare, ma la reputo comunque una stagione positiva. Quella a Piacenza è stata una bella esperienza». Ti aspettavi qualcosa di più da questa stagione a Piacenza? «Crearsi aspettative non mi è mai piaciuto tanto e non perché si parte prevenuti. In realtà c’era l’ambizione di fare bene, credo che ci siamo riusciti lottando fino alla fine. E’ stata una stagione difficile e mi è piaciuto tantissimo come abbiamo affrontato tutte le difficoltà e vicissitudini che abbiamo incontrato, le abbiamo affrontate bene grazie ad un gruppo coeso». Piacenza capitolo chiuso: e adesso? «Mi attende una nuova stagione, dove lo si saprà tra poco. Certamente mi aspetto di giocare di più e trovare con maggiore continuità il campo che quest’anno mi è mancato. Comunque ovunque vada non cambierà il mio modo di essere e stare in palestra. Sono impaziente di dimostrare a me stesso quanto valgo, di dimostrare alla società per cui giocherò che ha fatto la scelta giusta». LEGGI TUTTO

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    Kioene Padova, il medico Paola Pavan: “Il Covid ha cambiato il nostro lavoro”

    Di Redazione La dottoressa Paola Pavan è una delle persone che da più anni fanno parte della Pallavolo Padova. Anzi, il suo esordio in bianconero come medico della squadra avvenne nel 2000, nell’era Sempre Volley. Una figura di riferimento importante, una di quelle persone che vedi sempre in panchina alla Kioene Arena, in un perfetto mix di professionalità e simpatia: “La parte affascinante di questo ruolo – dice – è che posso mettere in pratica il mio lavoro specialistico di Medico dello Sport. Il mio compito è quello di farmi carico della salute dei giocatori affinché siano efficienti al 100%, anche dal punto di vista psicologico“. Che differenza c’è tra un giocatore più esperto e uno più giovane? “Quelli esperti sono generalmente più consapevoli del loro corpo, pretendono di più e al tempo stesso conoscono i propri limiti. I giovani, come è normale che sia alla loro età, a volte si sentono degli ‘Highlander’, per cui bisogna indirizzarli maggiormente in un percorso che tenga conto di tutto, anche degli aspetti nutrizionali. Rispetto a quando ho iniziato, ad oggi sul piano anagrafico per molti potrei essere la loro ‘mamma’“. Nella sua carriera a Padova, quali sono state le stagioni che ricorda con particolare piacere e quelle più difficili? “L’anno della Coppa CEV fu entusiasmante. Morsut non poté giocare per un problema fisico ma, nonostante la sconfitta, la stagione 2004-05 fu straordinaria. Ricordo anche con piacere l’anno della promozione a Santa Croce sull’Arno. La più complicata? Forse il 2009-10, quando in agosto Kristof Hoho fu colto da malore nella fase di pre campionato. Avvenne mentre stavamo eseguendo un accertamento diagnostico finché era in palestra. Fortunatamente andò tutto bene e ci fu un grande lavoro di squadra da parte di tutto lo staff medico“. Sotto altri aspetti, anche le ultime due stagioni sono state contrassegnate dal “fattore Covid” che ha costretto tutti a cambiare stile di vita e di lavoro… “8 marzo 2020. Da quel giorno è cambiato tutto nella gestione e nell’attività di sicurezza. Abbiamo avuto un colloquio continuo con i giocatori, spiegando loro i comportamenti da tenere anche al di fuori della palestra. Si sono resi conto che anche un solo contagio avrebbe coinvolto la loro famiglia e tutta l’attività della squadra e dello staff. Sono molto fiera di questi ragazzi, perché fortunatamente nessuno dei nostri giocatori si è mai contagiato fino ad oggi“. Come vede il futuro sotto questo punto di vista? “Il mio auspicio è che la strada ora sia in discesa. Penso che la vaccinazione sarà l’arma vincente per ridurre la diffusione della malattia. Per tutti l’aspetto gestionale sarà più semplice. Comunque le attenzioni continue in merito alla pulizia delle mani, all’utilizzo della mascherina e del distanziamento sociale hanno avuto una ‘buona’ conseguenza: in quest’ultima stagione non si è registrata nessuna patologia infettiva tra i ragazzi, nemmeno un raffreddore. Gli unici problemi fisici si sono registrati a livello ortopedico, ma questo è dovuto al gioco“. In questi 21 anni di attività a Padova, qual è il valore aggiunto che le piace dell’ambiente? “Il rispetto dei ruoli e la stima reciproca. È un ambiente in cui ci si confronta sempre e non è una cosa assolutamente scontata. Inoltre ci sono ancora alcuni ex giocatori che a volte mi chiamano o mi scrivono. Sia per chiedere come va, ma anche per condividere le foto dei loro figli appena nati o per avere qualche piccolo consiglio medico. È un grandissimo piacere. Perché è bello trasmettere fiducia, sapendo che per tutti ho messo sempre in primo piano la salute e il loro benessere“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Italia a Rimini per la Vnl, con tanta Ravenna. Bonitta: “Motivo di orgoglio”

    Di Redazione Sarà una nazionale ad impronta ravennate quella che dal 28 maggio a Rimini giocherà la Volleyball Nations League. Nel gruppo dei convocati per questa competizione ci sono infatti sei giocatori che hanno indossato, nella stagione appena passata o nelle precedenti, la maglia di Ravenna: l’alzatore Luca Spirito, l’opposto Giulio Pinali, i centrali Lorenzo Cortesia e Marco Vitelli, gli schiacciatori Oreste Cavuto e Francesco Recine. A loro si aggiunge Davide Gardini, schiacciatore della Lube Civitanova, figlio d’arte, cresciuto nelle giovanili di Ravenna. Ad allenare e guidare la nazionale a Rimini c’è poi Antonio Valentini, che nella stagione da poco conclusa ha fatto parte dello staff della Consar, nell’area scoutman. “Per noi è motivo di grande soddisfazione – spiega Daniela Giovanetti, presidente del Porto Robur Costa 2030 – perché conferma la credibilità che la nostra società si è guadagnata in questi anni come palestra importante di crescita e valorizzazione di talenti del volley italiano, che poi hanno trovato una loro strada importante con le big della SuperLega. Negli ultimi anni, poi, questo lavoro ha fatto un ulteriore salto di qualità grazie alla conoscenza e alle competenze del nostro coach Bonitta che, fin dal primo giorno del suo ritorno a Ravenna, ha sposato con entusiasmo questa filosofia. Alla nostra nazionale facciamo un grande ‘in bocca al lupo’ per questa importante estate sportiva con la Vnl, le Olimpiadi e gli Europei da giocare in rapida successione”. Marco Bonitta ricalca le parole della presidentessa. “Vista la presenza così numerosa di ragazzi che hanno giocato a Ravenna mi viene quasi naturale dire che stiamo esportando una sorta di marchio ‘made in Ravenna’. Un aspetto che vale per diversi di loro che qui da noi hanno disputato il primo campionato da titolare, hanno fatto bene, si sono messi in evidenza e poi hanno spiccato il volo. E’ motivo d’orgoglio per me, che questi ragazzi li ho presi o allenati, per la città, che conferma le sue tradizioni pallavolistiche, e per tutta la società. Quella di essere laboratorio di crescita e valorizzazione dei giovani è diventato da tempo il nostro marchio di fabbrica”. Intanto, la società continua a lavorare, di concerto col gruppo Consar, main sponsor, per trovare le garanzie necessarie a disputare la prossima SuperLega. “Non siamo in grado ancora di dare notizie ufficiali ma stiamo davvero profondendo ogni energia per garantire a Ravenna anche nella prossima stagione il massimo campionato nazionale”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO