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    Sondaggio tra i giocatori: più del 50% si sente stanco e a rischio infortuni

    Di Redazione Troppe partite, troppe sovrapposizioni tra squadre di club e nazionali, troppi infortuni: un quadro che da tempo preoccupa i giocatori di pallavolo, in particolare nel campionato italiano, quello in cui l’attività è più intensa. A fotografare la situazione è un sondaggio realizzato da AIP – Associazione Italiana Pallavolisti tra 115 atleti (58 giocatori di Superlega e 57 giocatrici di Serie A1), il 47,8% dei quali ha partecipato alle attività della propria nazionale nel corso dell’estate 2021. Il dato di partenza è che gli atleti si sentono stanchi, affaticati e stressati: il 50% dei giocatori si dichiara “molto stanco” (percentuale che sale al 53% per i convocati in nazionale), il 30% “abbastanza” e solo il 20% “poco”. Il motivo della stanchezza è, per il 46% degli intervistati, il calendario troppo fitto: il 14% lamenta anche l’assenza di una pausa estiva, mentre un altro 14% si dice stressato dall’emergenza Covid e da altri fattori. Una diversa distribuzione degli impegni (ad esempio con un campionato più lungo, o meno partite infrasettimanali) potrebbe influire molto positivamente sulla stanchezza per il 55,1% dei giocatori – ma la percentuale sale al 65,5% se si prende in considerazione la sola Superlega – e abbastanza positivamente per il 18,2%. I problemi di calendario sembrano incidere maggiormente sui giocatori di Superlega maschile (che si dicono “molto stanchi” al 53,4%) rispetto alla Serie A1 femminile (46,6%). Se si guarda poi al confronto con la scorsa stagione, le percentuali aumentano ancora: il 58,6% degli uomini e il 54,5% delle donne sono “più stanchi” rispetto all’anno precedente (per un altro 33% non ci sono variazioni). Per quanto riguarda l’attività internazionale, sono le giocatrici di A1 femminile a dichiararsi più preoccupate in vista della prossima stagione (al 45,6%), mentre solo il 32,8% dei giocatori di Superlega manifesta dubbi. Infine il tema più caldo, quello degli infortuni: il 47,4% delle atlete e il 34,5% degli atleti ne ha subito almeno uno nella prima parte di questa stagione. Complessivamente i giocatori infortunati sono il 45,4% tra quelli che hanno svolto attività con la propria nazionale nel 2021. Nel report pubblicato da AIP trovano spazio anche alcuni desideri e speranze dei giocatori intervistati: “Vorrei che fossimo trattati e considerati finalmente come professionisti, con tutele, assicurazioni e riposo obbligatori“, “Vorrei che nell’organizzazione del calendario fossero presi in considerazione anche gli impegni internazionali: tutti abbiamo diritto a riposare!“, “Vorrei non giocare nel periodo natalizio, cosa che mi rende impossibile trascorrere del tempo prezioso con la mia famiglia“. E c’è anche un eloquente “Vorrei essere trattato come una persona!“. (fonte: AIP) LEGGI TUTTO

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    Cormio: “Sono incredulo, sentenza fuori luogo”. Santuz: “Danno enorme, non ho ancora metabolizzato”

    Di Redazione Durante la puntata di Wi-Fipav, la trasmissione streaming condotta da Massimo Salmaso e trasmessa sul canale You Tube di Fipav Padova, andata in onda ieri sera, Beppe Cormio e Stefano Santuz hanno voluto esprimere tutta la loro vicinanza ad Alberto Polo, dopo che la Corte Nazionale di Appello Antidoping ha emesso la sentenza definitiva sulla squalifica del giocatore. Dalle loro parole sono emerse incredulità e dispiacere. Entrambi hanno avuto modo di conoscere Polo nel corso della sua carriera e si sono detti quasi certi dell’estraneità ai fatti del giocatore. ha detto in trasmissione Bebbe Cormio “Io sono incredulo perché mi sembrava già fuori luogo questa squalifica di due anni così pesante – ha detto in trasmissione Bebbe Cormio -, andare in appello e vedersela raddoppiare vuol dire chiudere la carriera di un giocatore giovane e promettente e credo che dobbiamo tutti esprimere solidarietà anche perché sono certo che lui non ha molte colpe e che a volte si pagano le colpe di altri. Mi dispiace tantissimo perché è la carriera di un ragazzo che finisce in una maniera assurda, con una squalifica che addirittura viene raddoppiata. Volevo solo testimoniare la mia solidarietà ad Alberto, e credo di trovare il parere favorevole di questa platea.” Stefano Santuz, da parte sua, ha dichiarato: “Non volevo parlare di questo, devo ancora leggere gli atti. Per la mia esperienza, per quanto ho vissuto insieme ad Alberto negli anni che è rimasto qui a Padova sicuramente è un atleta di altissimo profilo sia morale, che tecnico. Un ragazzo che per prendere un’aspirina chiamava il medico, quindi io penso che lui di responsabilità in questa situazione ne abbia veramente poche o pochissime o nessuna. Probabilmente è stato mal consigliato, è stato mal seguito, è un danno enorme per lui, un danno enorme perché la vita di un atleta è molto breve, e lui in questo si gioca tre quarti della sua carriera in un periodo nel quale era competitivo ad altissimi livelli. Probabilmente non sarebbe andato alle Olimpiadi, ma agli Europei sicuramente. Un giocatore che poteva solo che crescere, con una determinazione assoluta in tutto quello che faceva, e questo è un segnale molto negativo per il nostro sport. Non ho metabolizzato ancora questa cosa, non so come posso aiutarlo, non so come potremo aiutarlo come società, in quanto non può fare nessun tipo di attività federale, però sicuramente faremo tutto il possibile per dargli una mano.” LEGGI TUTTO

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    Ecco quali sono le mascherine “brasiliane” usate dai giocatori di Vibo Valentia

    Di Redazione Ormai l’iniziativa dei giocatori della Tonno Callipo Vibo Valentia di usare delle speciali mascherine è nota a tutti, ma c’è un aspetto della vicenda che ha suscitato in noi una certa curiosità. In diverse interviste, infatti, i giocatori della squadra calabrese hanno raccontato di averle acquistate in Brasile su suggerimento del loro compagno di squadra Mauricio Borges (che le utilizzava già da tempo, anche in nazionale alle ultime olimpiadi), e così ci siamo subito chiesti: cosa avranno di tanto speciale queste mascherine “brasiliane”? “SCOVATE” SU AMAZON BRASILE – Siamo andati così alla ricerca di informazioni setacciando tutto il web. I siti italiani non ci hanno dato alcun riscontro e allora abbiamo pensato, perché non provare su Amazon Brasile? Ed eccole là! Si tratta delle mascherine Knit prodotte dall’azienda Fiber. Leggendo le caratteristiche scopriamo finalmente i dettagli del prodotto che lo rendono così speciale e che hanno convinto diversi (non tutti) giocatori della Tonno Callipo ad adottarle in partita. GARANTISCE COMFORT… – Il modello Knit nasce per portare sul mercato un prodotto resistente, di alta qualità e flessibile. È stato sviluppato in poliestere 3D Knit, un materiale resistente e tecnologico, e ha come caratteristica principale una forma anatomica che si adatta al viso, assicurando che non disturbi chi la indossa, soprattutto durante l’attività sportiva. Per adattarla meglio alla forma del viso e della testa, e dotata di fascette con terminali regolabili in silicone che si chiudono dietro la nuca senza toccare le orecchie. …E PROTEZIONE (GRAZIE AL FILTRO) – A differenza dei modelli più noti sul mercato – si legge dalla descrizione del prodotto -, la maschera Knit ha uno spazio filtro (con un’unità) che offre una protezione aggiuntiva per evitare batteri, pollini e inquinamento nei luoghi a maggior rischio. Il suo tessuto è realizzato con un doppio strato tra poliestere e poliammide che offre ancora più protezione. TEST BFE SUPERATO – La mascherina – come riporta sempre l’azienda produttrice – ha superato brillantemente anche il test BFE (Bacterial Filtration Efficiency), test che viene eseguito per determinare l’efficienza e la filtrazione batterica del prodotto, raggiungendo un valore minimo di efficienza del 95% (la stessa che garantiscono le mascherine FFP2), come richiesto dalle normative tecniche. QUANTO COSTANO? – Sul sito di Amazon Brasile i prezzi partano da 59 real, ovvero poco più di 9 euro, e sono disponibili anche in vari colori e taglie. LEGGI TUTTO

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    Davide Candellaro sprona Vibo: “L’unica ricetta che conosco è vincere”

    Di Redazione Dopo ben tre rinvii è arrivato il giorno di Gas Sales Bluenergy Piacenza–Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia: stasera alle 20.30 si recupererà il match tra emiliani e calabresi, valido per la tredicesima ed ultima giornata del girone di andata. La gara, in calendario inizialmente il 19 dicembre (poi anticipata a sabato 18), era stata rinviata prima a domenica 26 per casi-Covid tra le file di Piacenza e poi al 30 per identici motivi ma stavolta riguardanti la formazione vibonese. Il match, che vedrà ben 5 ex in campo, servirà anche a stilare alcuni accoppiamenti per la Coppa Italia. La Tonno Callipo arriva a questa seconda consecutiva trasferta in 4 giorni dopo aver perso domenica a Milano. Si tratta di un appuntamento importante per i giallorossi, che non fanno punti dall’ultima vittoria ottenuta sul taraflex amico del PalaMaiata lo scorso 11 dicembre contro Padova. Contro la squadra di coach Bernardi bisognerà fare tesoro degli errori commessi a Milano, dove dopo un buon inizio Vibo non ha trovato più quella necessaria coesione e concentrazione per andare a segno. Con Nishida ancora non al meglio, alle prese con un infortunio al polpaccio dallo scorso 21 novembre, e con Nelli indisponibile a causa della data di tesseramento successiva a quella inizialmente in programma nei calendari ufficiali della sfida con Piacenza, Vibo potrà contare sull’apporto del tedesco Fromm per dare una scossa alla classifica che vede in calabresi in penultima posizione con 9 punti. Alla vigilia del match in terra emiliana parola ad uno dei due ex in casa Callipo, il centrale Davide Candellaro, che si sofferma su quanto accaduto a Milano domenica scorsa: “Purtroppo alle prime difficoltà, complice una pressione da parte loro molto alta al servizio, non siamo stati pronti a trovare la giusta soluzione o quanto meno qualcosa per arginare la loro forza. Dovremo fare tesoro di quella sconfitta cercando di rimediare al più presto“. Ora riflettori puntati sulla seconda trasferta di Piacenza: “Ci aspetta una gara come tutte le altre: ostica e che ci metterà a confronto con un avversario ben attrezzato, che dispone di giocatori di prima fascia. Dovremo essere molto concentrati rispettando chi avremo di fronte, ma pensare solo a noi stessi, cercando di portare punti a casa“. L’analisi passa poi all’ultimo periodo dei giallorossi, cercando di individuare anche i possibili rimedi: “I problemi che vengono riscontrati in molte squadre – spiega Candellaro – altro non sono che lo specchio del livello del campionato, nel senso che ogni partita è giocata al massimo da tutti e quindi possono esserci momenti di alti e bassi. L’unica ricetta che conosco è vincere, solo così se ne esce: per noi è questa l’unica via da percorrere per cui servirà metterci ancora qualcosa in più di quanto fatto finora“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Doping, sanzione raddoppiata per Alberto Polo: 4 anni di squalifica

    Di Redazione La Corte Nazionale di Appello Antidoping ha reso ancora più severa la sanzione a carico di Alberto Polo: l’ex centrale della nazionale e della Gas Sales Bluenergy Piacenza, punito a luglio 2021 dal Tribunale Nazionale Antidoping per l’utilizzo di sostanze dopanti, vede aumentare la sua squalifica da 2 a 4 anni. Polo potrà tornare a giocare soltanto a partire dal 1° aprile 2025. Nella sua sentenza, la Corte ha accolto parzialmente l’appello proposto dalla Procura Nazionale Antidoping e ha dichiarato il giocatore “colpevole di violazione internazionale dell’articolo 2.1 del Codice Sportivo Antidoping“. (fonte: Dal 15 al 25) LEGGI TUTTO

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    Buone nuove in casa Verona Volley: un solo positivo e undici negativizzati

    Di Redazione Verona Volley comunica che, a seguito di un controllo a mezzo tampone molecolare, non sono state riscontrate nuove positività all’infezione da Covid-19. Inoltre, undici giocatori gialloblù che nel corso dei precedenti controlli erano risultati positivi, si sono negativizzati e possono rientrare in gruppo. Attualmente rimane confermata la positività di un solo giocatore, che rimane quindi in isolamento presso la propria abitazione. Dalla giornata di oggi, dunque, il gruppo gialloblù è tornato regolarmente al lavoro in vista del match contro Gioiella Prisma Taranto, in programma domenica 16 gennaio. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Baldovin tra infortuni, mascherine e la partenza di Douglas: “Stiamo raddrizzando la nostra pianta”

    Di Redazione Ospite della trasmissione “After Hours-La Superlega di Notte“, condotta dal duo Brogioni-Zorzi, il tecnico della tonno Callipo Vibo Valentia tira le fila di un periodo particolarmente difficile per la squadra: tra infortuni, l’improvvisa partenza di Douglas e i continui rinvii causa Covid. “La situazione – ha spiegato Baldovin –  è un po’ come una pianta che è nata storta e adesso stiamo cercando di mettere i puntelli per cercare di farla crescere il più diritta possibile. Stare qui a ricordare tutto quello che è accaduto fino ad ora non ha neanche molto senso, perché in questo momento dobbiamo pensare di migliorare, di lavorare e possibilmente di non incappare più in sconfitte come quella subìta a Milano. Quindi serve la massima voglia di fare e la determinazione per provare a risalire la classifica. Il mio compito da allenatore è quello di preparare la squadra al meglio“ Per quanto riguarda gli infortuni, la squadra di coach Baldovin sta facendo i conti con lo stop del nipponico Nishida a causa della lesione al polpaccio rimediata a fine novembre scorso: “Sta meglio, sta lavorando sodo per rientrare, ancora non sappiamo quando potrà farlo, però ha ripreso ad allenarsi gradualmente con la squadra, gestendo sia l’intensità che il volume dei salti, ci vorrà ancora un po’ speriamo non troppo”. Proprio domenica scorsa, Vibo Valentia ha affrontato l’Allianz Milano dell’altro giapponese Ishikawa. Il tecnico, che ha allenato Ishikawa nel 2019-2020 a Padova, ha cercato le analogie tra i due atleti: “Entrambi i ragazzi hanno un atteggiamento straordinario nel lavoro, si mettono sempre a disposizione, non creano alcun problema anzi sono dei collanti della squadra. Sul piano tecnico hanno caratteristiche simili, nel senso che sono grandi saltatori, molto veloci in campo, con un’abilità di accelerazione del braccio fuori dal comune. Sono comparabili, chiaramente Ishikawa ha un’esperienza maggiore derivante dall’età e dalle sue diverse stagioni in Italia. Elementi che Nishida ancora non può avere, però penso che lui possa togliersi grandi soddisfazioni”. Non poteva mancare anche la domanda, da parte di Brogioni, sull’inattesa partenza di Douglas: “Era un giocatore su cui noi abbiamo scommesso molto, decidendo di prenderlo pur non avendo mai giocato in Italia. Pensavamo che all’interno del nostro gruppo  potesse essere un punto di riferimento importante per quanto riguarda tutti i fondamentali, soprattutto in attacco. Purtroppo le cose non sono andate bene anche se lui ha avuto un discreto inizio di Campionato, poi l’applicazione da parte sua in palestra c’è sempre stata. Personalmente sono rimasto deluso perché dall’oggi al domani se n’è andato, senza avvertire nessuno né tantomeno me. L’idea che mi sono fatto è che per lui la pallavolo sia una cosa magari anche importante, ma che abbia altre priorità che vanno al di là del volley. Douglas invece di saltare l’ostacolo ha deciso di rifiutarlo e ha preso altre direzioni. Per me fare altre valutazioni di tipo personale è difficile. Ora non c’è più quindi dobbiamo trovare altre strade e strategie per andare avanti col nostro lavoro”.  Infine, Baldovin si è espresso sulla scelta della sua squadra di scendere in campo indossando le mascherine: “Questa è una scelta personale su cui non sono intervenuto: credo riguardi la propria salute, hanno deciso così i giocatori perché comunque c’è stato un periodo da noi in cui come cadevamo come i birilli, uno prendeva il Covid e lo passava ad un altro. Per cui quando abbiamo ripreso si è cercato di fare una scelta più precauzionale possibile”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Mascherine e reti speciali: un anno fa il no dei giocatori, ora l’apertura?

    Di Redazione Quando le cose andavano peggio, ovvero quando il mondo attendeva con ansia l’arrivo di un vaccino, lo sport è stato costretto prima a fermarsi, con tanti campionati che non hanno visto neanche la fine, e poi a riprendere gradualmente, ma rigorosamente a porte chiuse. In questa fase specifica, si sono registrati alcuni contagi tra i gruppi squadra, ma mai si era arrivati alla situazione attuale. Una situazione che ora sta portando, anzi convincendo diversi atleti a giocare indossando le mascherine. Nella pallavolo è stata Vibo Valentia a fare notizia in questo senso nell’ultima settimana, ma di altri casi isolati se ne erano già registrati. Quello che ora in molti si stanno chiedendo è come mai, in due anni ormai di pandemia, non si siano trovate soluzioni adeguate per permettere il corretto svolgimento in sicurezza della pratica sportiva, sia essa agonistica o amatoriale. DUE BREVETTI ITALIANI – In verità è stato più di qualcuno a ideare, testare e brevettare varie soluzioni, ma l’iniziale interesse, anche da parte delle Federazioni, non ha poi avuto seguito. Nella pallavolo, ad esempio, erano stati due prodotti in particolare a suscitare grande interesse a inizio del 2020: le mascherine Sherpa realizzate dal Politecnico di Torino e Covernet, la rete anti-Covid ideata e sviluppata da Matteo Zingaro, allenatore del settore giovanile di Trentino Volley. Mascherina Sherpa LE MASCHERINE SHERPA – Le mascherine Sherpa rispondevano ai requisiti previsti per le maschere sportive in termini di efficienza di filtrazione e resistenza respiratoria (riposo, attività moderata e intensa). In particolare era stata rilevata una respirabilità della mascherina che consentiva di inalare senza problemi fino a 200 L/min di aria (per intenderci, le mascherine chirurgiche consentono di inalare solo fino a 95L/min di aria), portata compatibile con la pratica degli sport più intensi, mantenendo un’efficienza di filtrazione adeguata, nel pieno rispetto della sicurezza degli atleti. Anche le misure di attenuazione acustica, svolte nell’Applied Acoustics Lab del Politecnico di Torino, avevano verificato che l’intellegibilità del parlato non veniva compromessa dalla maschera e gli atleti avrebbero così potuto continuare a comunicare efficacemente durante l’azione. PERCHE’ SONO STATE BOCCIATE (E DA CHI)? – Insomma, un prodotto che garantiva la sicurezza (e il comfort) senza compromettere le prestazioni. Cosa è andato storto, allora? La spiegazione l’aveva data lo scorso marzo Massimo Righi, presidente della Lega Volley, in un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino all’indomani della partita tra Civitanova e Modena che aveva sollevato la questione: “I giocatori non vogliono scendere in campo con le mascherine, evidentemente non si sentono a loro agio. Lo dico con rammarico perché è una battaglia persa che porto avanti da inizio campionato (era la stagione 2020/2021, n.d.r.)“. Proprio in queste ore lo stesso Righi, intervistato dall’adnkronos, è tornato sull’argomento citando ancora le mascherine Sherpa: “Più di un anno fa inviammo alle nostre squadre una mascherina sperimentale fatta dal Politecnico di Torino, mascherina che veniva utilizzata all’epoca dai maratoneti che avevano uno sforzo aerobico sicuramente superiore ai nostri atleti, per poter giocare con la mascherina quando eravamo nel pieno della pandemia, nella prima ondata, ma i giocatori l’hanno indossata ed hanno detto che non si respirava ed era impossibile giocare in quelle condizioni. Visto che l’evidenza scientifica non era tale dal poterli obbligare lasciammo perdere. Ora devo dire che da tre o quattro mesi i giocatori in allenamento indossano la mascherina, quello di Vibo Valentia è il primo caso in una partita ufficiale ma da ottobre le mascherine vengono usate in allenamento come forma di autotutela. Un giocatore in A3 ha addirittura usato una Ffp2 in partita, ed infatti ha fatto molta fatica”, ha spiegato il presidente e ad della Lega Volley. Come a dire, avete rifiutato delle mascherine studiate appositamente per lo sport e ora usate addirittura quelle che la gente comune usa per andare a lavoro o fare la spesa. La rete anti-Covid Covernet – Foto Trentino Volley LA RETE ANTI-COVID – Un anno fa poi, sempre Righi, aveva parlato anche di un altro progetto che la Lega Volley stava prendendo in seria considerazione, quello della rete anti-Covid: “Si tratta di una rete in pvc. L’abbiamo testata e mandata alle società”. Poi però aveva anche precisato: “Una volta che saremo tutti vaccinati non servirà più”. Un anno e tre dosi di vaccino dopo, a causa della variante Omicron, la situazione che giocatori, squadre e federazioni stanno affrontando potrebbe portare a rivalutare anche questa idea. La rete Covernet era realizzata con uno speciale materiale plastico per proteggere i giocatori dai droplet del coronavirus. “Studiando i fattori di rischio per il Covid-19, ho capito subito che il contatto del pallone con le mani e la sanificazione erano problemi marginali: il grosso dei pericoli veniva dal ‘faccia contro faccia’ che si sviluppa sottorete. E così è stato naturale pensare a modificare la rete stessa” aveva raccontato proprio ai nostri microfoni l’ideatore Matteo Zingaro (qui l’intervista completa). In più, oltre a proteggere, la rete permetteva anche una maggiore visibilità e una importante possibilità di personalizzazione a costi ridotti (il materiale permetteva la stampa diretta), ad esempio con i loghi degli sponsor. Da qui la scelta del nome Covernet “perché come la ‘cover’ di un cellulare si può cambiare a piacimento“. L’unica perplessità riguardava il rimbalzo del pallone. “Posso dire che è un problema residuale – precisava Zingaro -. È vero, Covernet restituisce un rimbalzo diverso, ma questo può essere una risorsa per il gioco più che una difficoltà; e poi è una situazione che si verifica in pochissime occasioni, non ho mai visto allenamenti incentrati su questo aspetto“. foto Lega Volley Insomma, seppur in tempi diversi e con problematiche diverse, ma comunque dettate dalla crisi pandemica, qualcosa era stato fatto allo scopo di proteggere i giocatori, e di conseguenza il regolare svolgimento dei campionati. Se all’epoca erano stati proprio i giocatori a porre il veto, forse oggi potrebbero essere sempre loro a fare un passo indietro. O forse sarebbe meglio dire in avanti? LEGGI TUTTO