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    MotoGp, Stoner: “Ora nessuno ha paura, prima ci si doveva controllare”

    ROMA – Casey Stoner torna a parlare della MotoGp, facendo un paragone tra i suoi tempi e quelli attuali. L’australiano, che nelle ultime tappe si è intravisto nel box della Ducati assieme a Francesco Bagnaia e Jack Miller, ha voluto fare il punto sulla situazione delicata dei track limits: “Non esiste più un limite della pista, si continua ad andare e c’è solo il limite della vernice verde. Questo fatto non aiuta, perchéla gente non ha più paura. Prima, quando c’era l’erba, tutti dovevano controllarsi”, ha dichiarato. 
    “La cosa peggiore”
    Stoner critica aspramente le vie di fuga in asfalto: “Ora i piloti loro pensano ‘ehi, anche se ci finisco sopra non importa. Andrò largo, ma è pieno di spazio‘. Per me la cosa peggiore che è successa alle corse motociclistiche è avere tutta quella via di fuga in più, non c’è proprio nessun bordo della pista, nessun limite. Questo rende molto difficile contenere tutti”, ha concluso come riportato dal sito The Race. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “La pressione non mi ha permesso di godermi il titolo 2007”

    ROMA – Una stagione positiva quella 2021 per la Ducati dove però non è arrivato l’acuto nel mondiale piloti. L’unico successo per la scuderia di Borgo Panigale nella classe regina resta quello di Casey Stoner nella stagione 2007, la sua seconda in top-class. Tuttavia il ricordo dell’australiano di quell’anno non è dei più positivi. “Specialmente nel 2007, non mi sono divertito – ha rivelato Stoner a Last on the Brakes – a causa delle tante pressioni.  Anche nelle mie gare migliori, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo, era fatta, il weekend era andato”
    “Non volevo fare errori”
    Un’analisi lucida, quasi cinica quella del pilota australiano dalla quale si comprende il perchè di una carriere del genere. “Mi mettevo molta pressione addosso, non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante – conclude Stoner – rispetto a quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo molto vicino. Se anche vincevo una gara con degli errori, non ero contento, per fortuna ho imparato a godermi queste emozioni nel corso della mia carriera”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Nel 2007 troppa pressione”

    ROMA – La Ducati nella stagione 2021 ha trionfato nel mondiale costruttori, ma ha dovuto cedere il passo a Quartararo per il titolo piloti. L’unico per la scuderia di Borgo Panigale a trionfare in classe regina è stato Casey Stoner nella stagione 2007, la sua seconda in top-class. Tuttavia il ricordo dell’australiano di quell’anno non è dei più positivi. “Specialmente nel 2007, non mi sono divertito – ha rivelato Stoner a Last on the Brakes – a causa delle tante pressioni.  Anche nelle mie gare migliori, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo, era fatta, il weekend era andato”
    “Mi mettevo pressione”
    “Mi mettevo molta pressione addosso, non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante rispetto a quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo molto vicino. Se anche vincevo una gara con degli errori, non ero contento, per fortuna ho imparato a godermi queste emozioni nel corso della mia carriera”. Queste l’analisi di un Casey Stoner, duro con se stesso ma forse arrivati a grandi livelli proprio per queste caratteristiche. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Rossi? Gentile fin quando non sono diventato rivale”

    ROMA – Casey Stoner ha parlato a lungo durante il documentario “RiVale”, prodotto da DAZN in occasione del ritiro di Valentino Rossi dalla MotoGp. Tra Stoner e il pesarese la rivalità è stata forte soprattutto nel periodo passato dall’australiano in Ducati. Quest’ultimo, però, racconta del suo passaggio in Honda nel finale di carriera, quando nel team emiliano è arrivato proprio il numero 46. “In HRC ho trovato una moto davvero sensazionale da guidare. E, lo ammetto, godevo nel vedere Valentino soffrire con la Ducati. Aveva detto troppe cose su di sé e su come sarebbe stato in grado di cambiare quella moto in meglio. In realtà stava solo peggiorando la situazione”. Qualche parola anche sulla rivalità di Rossi con gli spagnoli Lorenzo e Pedrosa: “Sono stato uno dei più grandi rivali quando era all’apice. Rossi era il miglior pilota all’inizio del Nuovo Millennio, di un’altra categoria. Ma quando io, Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa siamo arrivati in MotoGP, ci siamo accorti che lui non ci era superiore”.
    Le frecciatine a Valentino
    Diverse le frecciatine lanciate da Stoner, che ha parlato del rapporto con Rossi: “E’ stato gentile fino a quando non sono diventato un rivale. Ha sempre cercato di fare giochi mentali, ma, quando questo non funziona, ottieni solo un rivale in più. Lui ha fatto sì che io fossi visto proprio come un nemico. Ha fatto lo stesso anche con Marquez. Da quel momento non ho più voluto essere suo amico e giocare lealmente”. Poi qualche parola anche sullo stile di guida: “Era bravo nel corpo a corpo, ma anche nel rubare la scia agli altri. Non riusciva a fare un giro veloce da solo, poteva farlo solo così e questo è un limite. Non è un caso che abbia perso due Mondiali all’ultimo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Yamaha mi ha impedito di correre con Valentino Rossi”

    ROMA – Casey Stoner, che ha partecipato insieme a diversi colleghi al documentario “RiVale” prodotta da DAZN per il ritiro di Valentino Rossi, ha raccontato alcuni retroscena sulla sua carriera e sul rapporto con il pesarese. L’ex pilota australiano ha svelato che avrebbe voluto correre in squadra in MotoGp con il rivale, ma che qualcuno dalla casa di Iwatar di sarebbe messo di traverso per impedire il suo approdo: “Ho cercato di essere compagno di squadra di Valentino per ben due volte. Eppure qualcuno in Yamaha me lo ha impedito. Probabilmente si sa a chi mi riferisco. Mi sarebbe piaciuto tantissimo avere la stessa moto di un pilota come Rossi per poter imparare da lui”.
    L’esordio con Honda e i due titoli in Ducati
    Stoner è approdato in MotoGp nel 2006 con la Honda di Lucio Cecchinello. Dopo una stagione cambia team e passa alla Ducati, con cui diventerà uno dei piloti più forti del momento e della storia della classe regina. Al suo primo anno nel team italiano conquista il titolo, raccogliendo poi un secondo posto nel 2008, vincendo il secondo titolo nel 2011 e chiudendo terzo nel 2012, anno del suo ritiro. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Volevo correre in Yamaha con Rossi, ma me l'hanno impedito”

    ROMA – “Ho cercato di essere compagno di squadra di Valentino per ben due volte. Eppure qualcuno in Yamaha me lo ha impedito. Probabilmente si sa a chi mi riferisco. Mi sarebbe piaciuto tantissimo avere la stessa moto di un pilota come Rossi per poter imparare da lui”. Casey Stoner, che ha partecipato insieme a diversi colleghi al documentario “RiVale” prodotta da DAZN per il ritiro di Valentino Rossi, ha raccontato alcuni retroscena sulla sua carriera e sul rapporto con il pesarese. L’ex pilota australiano ha svelato che avrebbe voluto correre in squadra in MotoGp con il rivale, ma che qualcuno dalla casa di Iwatar di sarebbe messo di traverso per impedire il suo approdo.
    La carriera di Stoner
    Stoner è approdato in MotoGp nel 2006 con la Honda di Lucio Cecchinello. Dopo una stagione cambia team e passa alla Ducati, con cui diventerà uno dei piloti più forti del momento e della storia della classe regina. Al suo primo anno nel team italiano conquista il titolo, raccogliendo poi un secondo posto nel 2008, vincendo il secondo titolo nel 2011 e chiudendo terzo nel 2012, anno del suo ritiro. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Ho ancora enormi problemi di salute”

    ROMA – Casey Stoner, che a Portimao ha fatto visita al paddock della MotoGp durante il Gran Premio di Algarve, ha raccontato dei problemi di salute che gli impediranno di svolgere il lavoro da coach in Ducati, dove era stato acclamato a gran voce da Pecco Bagnaia e Jack Miller. “Ho ancora enormi problemi di salute – ha raccontato -. Ci sono stati momenti in cui praticamente ho trascorso cinque mesi sul divano. Il tragitto da letto a divano era la mia unica sessione di allenamento quotidiano. Ovviamente è stato estremamente difficile per me mentalmente. A dicembre e gennaio pensavo che andasse meglio. Ero davvero euforico, ma a marzo e aprile le cose sono andate di nuovo in discesa rapidamente”. 
    Il racconto di Stoner
    “Ci sono giorni in cui sono completamente esausto e altre volte va di nuovo meglio – ha aggiunto Stoner -. Ma non sono mai al di sopra del 60 percento della mia prestazione. Negli ultimi quattro anni il mio unico avversario sono stato me stesso. Non posso partecipare a nessuna competizione, anche se mi divertirei molto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, niente Ducati per Stoner: “Ho ancora problemi di salute”

    ROMA – “Ho ancora enormi problemi di salute. Ci sono stati momenti in cui praticamente ho trascorso cinque mesi sul divano. Il tragitto da letto a divano era la mia unica sessione di allenamento quotidiano. Ovviamente è stato estremamente difficile per me mentalmente. A dicembre e gennaio pensavo che andasse meglio. Ero davvero euforico, ma a marzo e aprile le cose sono andate di nuovo in discesa rapidamente”. Casey Stoner, che a Portimao ha fatto visita al paddock della MotoGp durante il Gran Premio di Algarve, ha raccontato dei problemi di salute che gli impediranno di svolgere il lavoro da coach in Ducati, dove era stato acclamato a gran voce da Pecco Bagnaia e Jack Miller. 
    Le parole di Stoner
    “Ci sono giorni in cui sono completamente esausto e altre volte va di nuovo meglio – ha aggiunto Stoner -. Ma non sono mai al di sopra del 60 percento della mia prestazione. Negli ultimi quattro anni il mio unico avversario sono stato me stesso. Non posso partecipare a nessuna competizione, anche se mi divertirei molto”. LEGGI TUTTO