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    Brescia si rimette al lavoro: “Ripetere gli ultimi due anni non sarà facile”

    Di Redazione L’ora è finalmente giunta: la nuova Gruppo Consoli Centrale del Latte Brescia ha un volto, che lunedì pomeriggio si è svelato ai primi tifosi radunatisi al Palazzetto Molinari di Caionvico per salutare i Tucani. Gli atleti veterani hanno dato il benvenuto alle new-entry della rosa bresciana, prima di iniziare insieme la preparazione atletica seguendo le indicazioni del rodato staff tecnico Zambonardi–Iervolino–Scatoli. Il ritmo di lavoro sarà decisamente incalzante e distribuito tra pesi, sedute tecniche e allenamenti sulla sabbia dell’Arena Beach di Cellatica, che consentiranno ai quindici biancazzurri di arrivare pronti per la prima sfida contro Ortona del 10 ottobre. Il tempo a disposizione va sfruttato al meglio per costruire anche l’armonia di gruppo e a tale scopo è stato pensato il ritiro al mare, al Blumen Hotel di Viserba di Rimini, tra il 14 e il 18 settembre, all’interno del quale troverò spazio il test amichevole con Fano (A3) del 17 settembre. Gli appuntamenti ormai classici con le sfide precampionato prevedono inoltre il Trofeo Città di Lumezzane del 25 settembre contro Reggio Emilia e il match al PalaGeorge contro Bergamo del 28; si chiuderà con il test al San Filippo contro i Diavoli Rosa (A3) del 6 ottobre.Le prime voci raccolte sul parquet sono quelle dei nuovi (e omonimi) innesti, Stefano Patriarca e Stefano Giannotti: “Ripetere i risultati delle ultime due annate di Brescia sarà difficile, soprattutto con un campionato livellato come quello che ci aspetta – attacca il centrale –. Io parto con i piedi per terra e l’umiltà che serve a pensare partita dopo partita, senza pormi né obbiettivi, né limiti, in questo momento. Inizio questa stagione con emozione, perché qui a Brescia ritrovo Mimmo Iervolino come assistente allenatori: era l’idolo della squadra della mia città natale (Agnone), quando iniziai a giocare io!“.L’opposto padovano sa che la sua è un’eredità ancor più pesante: “Farò il possibile per non far rimpiangere Bisi e mi preparo alla sfida sfruttando il gruppo che ho a disposizione. Arrivo da una categoria inferiore, vero, ma metterò tutto il mio impegno nel lavoro necessario a colmare il divario“.L’ultima parola spetta a capitan Simone Tiberti: “Ripartiamo con il solito spirito, quello che anno dopo anno ci ha permesso di fare sempre qualcosa in più. E oggi non possiamo certo nasconderci dietro ad obiettivi risicati: vogliamo almeno confermare quanto di buono fatto sin qui, anche se poi i risultati in questa A2 restano difficili da prevedere. La squadra, pur con qualche modifica, ha mantenuto la sua ossatura, con giocatori comunque esperti che conoscono bene la categoria. Si tratta di oliare certi meccanismi, innescare alcuni automatismi e riprendere dalle cose buone messe in campo nel finale della stagione passata“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Brescia riparte dal proprio capitano. Simone Tiberti dice ancora si

    Di Redazione Simone Tiberti conferma il suo impegno con Atlantide anche per la stagione 2021-2022. “Sono contento della riconferma: è stato veloce e facile trovare un accordo anche per l’anno prossimo. Ogni stagione per me comincia con la speranza e la volontà di  ripartire dalla precedente e aggiungere qualcosa: fare più di quella appena conclusa sarà difficile, ma proveremo a ritagliarci un ruolo da protagonisti, magari anche un po’ prima dei Play Off”. Commenta così il capitano dei Tucani, che sul fronte personale ha appena dato il benvenuto a Leonardo, nuovo arrivato nella famiglia che lui e la compagna Natalia Viganò hanno costruito assieme a Gregorio e al loro primogenito Tommaso. Coach Zambonardi è raggiante: “Per noi è fondamentale averlo come regista. E’ un elemento imprescindibile, sia per l’apporto che sa dare alla squadra dal punto di vista tecnico, sia per come sa gestirla in termini di carisma e di carattere. E’ un orgoglio e un sollievo poter contare sulla sua presenza: saperlo in campo è un enorme vantaggio per qualsiasi gruppo si verrà a creare”. Il palleggiatore, 41 anni a settembre, ha condotto i suoi attraverso un Play Off che ha acceso i riflettori su Brescia, portandola sino alla sua prima storica finale, conquistata poi da Taranto non senza qualche brivido in avvio di serie. Prima di quest’ultimo exploit, il ‘Tibe’ ha raggiunto altri traguardi in serie A:  quattro promozioni in Superlega tra il 2004 e il 2014 come regista di Trieste, Santa Croce, Padova e Monza, una Coppa Italia di serie A2 nel 2005 e i Giochi del Mediterraneo nel 2009. La sua ultima stagione in Superlega è con Monza nel 2015, poi il connubio con Atlantide,  che arriva oggi alla sua settima – e pare non ultima – avventura… Il suo talento, oltre che sulla tecnica, si affida ad una visione di gioco efficace e alla capacità di restare con lucidità nei match che, assieme all’esperienza maturata, sono le doti che confermano Tiberti tra i migliori palleggiatori  della categoria. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Atlantide Brescia, il ringraziamento del Sindaco: “Gruppo di persone di valore”

    Di Redazione Il girono dopo una sconfitta che premia l’avversario con la promozione in Superlega, ci si aspetterebbe si masticasse amaro in casa Atlantide e, se un pizzico di rammarico è certamente presente negli sguardi di atleti e allenatori, attorno a loro il clima è invece ben diverso. Lo dimostra l’invito del sindaco Del Bono a Palazzo Loggia, arrivato giovedì, all’indomani del fischio finale di Gara 3, per salutare i Tucani del volley. Tifosi, stampa e staff hanno più che altro voglia di ringraziare e festeggiare una squadra che, nelle parole di Alberto Cisolla, uno dei suoi protagonisti più illustri, ha condotto un finale di stagione epico. L’aggettivo è più che mai azzeccato: la prima società cittadina, nata nel 2001 per volontà di Giuseppe Zambonardi che ora prosegue sotto la guida di suo figlio Roberto, direttore tecnico e coach della squadra di A2, sta portando avanti con determinazione e con il sostegno di una buona rete di imprenditori locali un progetto che ogni anno cresce e stupisce. Pur senza i mezzi di sodalizi più blasonati, la Gruppo Consoli Centrale McDonald’s è arrivata ai Play Off superando le difficoltà organizzative e sanitarie legate ai rinvii per Covid e anche qualche infortunio che a metà stagione ha reso più complicato il cammino. Con una rosa essenziale e con una panchina fatta di tanti giovani bresciani, fondamentali per la squadra, ma non ancora del tutto spendibili in match di play off, i Tucani hanno stretto i denti e, con coraggio, umiltà e lavoro, oltre a tanta esperienza e molta tranquillità, sono arrivati nell’Olimpo delle grandi. Ottava al termine della Regular Season, i pronostici l’hanno sempre data sfavorita, ma la formazione di coach Zambonardi si è liberata prima di Castellana Grotte agli Ottavi, poi della fortissima Bergamo ai Quarti, capolista indiscussa e candidata alla promozione, e infine di Siena in semifinale, altra corazzata costruita per tornare nella massima serie. Nove match esaltanti per Tiberti e compagni, che, con una grande intensità dal punto di vista dell’impegno fisico, hanno fatto approdare i Tucani  alla Finale contro Taranto con merito, ma di certo con le energie in riserva. Tanta parte di queste è stata spesa in Gara 1, dominata fino ad un passo dalla vittoria, ma scivolata via sotto i colpi di un’ avversaria più fresca, anche se solo a tratti più forte.L’epilogo di mercoledì, con Taranto che viene promossa dopo il terzo successo, non è così amaro, se lo si inquadra nel percorso bianco blu degli ultimi due mesi, e  lo testimonia il Primo cittadino di Brescia, Emilio Del Bono: “Il valore straordinario dell’esperienza di Atlantide è racchiuso non solo nei suoi successi sportivi, ma è il frutto di un percorso che mira a costruire un radicamento che dura nel tempo. Il valore di questa società è dato dal fatto che semina, garantisce un futuro ai giovani del movimento sportivo ponendosi come una famiglia e come un riferimento. Ed è un buon riferimento, perché questo è un gruppo di persone di valore, prima che di grandi atleti. Grazie per l’impegno e complimenti per questa annata speciale”. La risonanza mediatica che questa squadra sta finalmente ottenendo ci si augura sia un trampolino di lancio per la prossima stagione, verso la quale i suoi capisaldi sono già proiettati, con l’intenzione di continuare ad aggiungere traguardi. “Questa Finale è un passettino in più rispetto a quella di Coppa Italia della scorsa stagione. Questo gruppo deve essere orgoglioso perché ha sopportato periodi difficili, senza mai usarli come alibi: arrivare dove siamo arrivati ha per noi un valore ancora più grande. Atlantide continua a crescere e vogliamo farlo anche l’anno prossimo.”, dice l’ex nazionale Cisolla.“Siamo amareggiati perché eravamo vicini ad un gran traguardo e forse questa era l’annata buona, ma, a parte il rammarico, siamo contenti di come abbiamo affrontato la serie di Play Off, senza farci abbattere dalle rimonte subite. Ringraziamo società e staff per gli sforzi fatti per garantirci di giocare ai ritmi che questa fine stagione ha imposto. Due finali in due anni sono un bel tesoro: speriamo nella prossima stagione…Che sia la volta buona”, gli  fa eco capitan Tiberti. Il presidente Gianni Ieraci: “Complimenti  a squadra e staff: le cose non vengono per caso e questo gruppo ha dimostrato nei fatti di meritarsi ulteriore sostegno da parte degli imprenditori bresciani”. Chiude coach Zambonardi, anima di Atlantide: “Voglio sottolineare la tenacia e la determinazione sia dei nostri giovani che, anche se non sono premiati dalla presenza in partita, si sono sempre impegnati al massimo, sia dei più esperti, che non si siedono mai sulla gloria”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Tiberti: “Gara 1 ci dice che domenica ce la possiamo giocare”

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    Simone Tiberti: “Vinciamo la finale, poi potrei pensare di smettere…”

    Di Redazione Sale l’attesa a Brescia per la finalissima dei Play Off Promozione di Serie A2 maschile, che vedrà la Gruppo Consoli Centrale del Latte ancora una volta nelle vesti di outsider di fronte alla Prisma Taranto. Aspettando la prima sfida di mercoledì, il capitano e palleggiatore Simone Tiberti parla in un’intervista a Il Giorno del sogno della promozione in Superlega: “Sarebbe un risultato straordinario, dopo il quale potrei anche pensare di smettere” confessa sorridendo. A 40 anni compiuti Tiberti non si sente affatto stanco, così come il compagno di squadra Alberto Cisolla: “L’importante è che stia bene il Gallo (Andrea Galliani, che sta giocando con un problema al tallone, n.d.r.). Io e Ciso abbiamo ancora la forza e l’entusiasmo per reggere una sfida che prevede almeno tre partite, ma potrebbero essere anche 5. Arrivati a questo punto, ci proviamo…“. Brescia parte da sfavorita, si diceva, ma non è una novità: “Nella serie con Siena – rivela il palleggiatore – abbiamo subito insulti e sfottò da parte dei nostri avversari. Loro sono stati costruiti con l’obiettivo della promozione in Superlega, noi no. La strada resta in salita perché Taranto è fortissima, ma lo erano appunto anche Siena, Bergamo e Castellana Grotte, che siamo riusciti a eliminare una dopo l’altra“. LEGGI TUTTO

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    Alberto Cisolla: “L’anno prossimo sia io che Tiberti saremo ancora in campo”

    Di Redazione Alberto Cisolla, schiacciatore di Gruppo Consoli Centrale del Latte Brescia, è stato ospite di Maic Perani e Federico Errante  in “SiLoVolley”, trasmissione in onda su PlayBox (ogni venerdì alle 17, in replica il lunedì e mercoledì successivo alla stessa ora), la prima piattaforma radio online dedicata al mondo dello sport e degli eventi. Questi i principali punti toccati dal Ciso nazionale nel contenitore disponibile scaricando la app  Playbox da Apple Store e Play Store e in podcast su Spotify, mixcloud.com e spreaker.com oppure playboxlive.it.  PRESENTE – “Stiamo vivendo un bel momento. Un paio di risultati totalmente inaspettati. Non abbiamo fatto ancora niente perciò è doveroso non esaltarsi. Ma se pensiamo da dove siamo partiti e alla realtà che con tanta umiltà portiamo avanti, anche quest’anno ci siamo tolti parecchie soddisfazioni”. GARA 1 A SIENA –  “Non mi aspettavo nemmeno io di trovare questa forza. A prescindere dal discorso fisico e dei cinque set di gara 3 con Bergamo, mai avrei pensato ad una tenuta psicologica del genere. Anche perché non siamo in in condizioni perfette. Bisi era molto provato e a metà quarto set ha cominciato ad accusare i crampi, Galliani già a Bergamo ha giocato con un’infiammazione al tallone: temevamo il peggio e fino all’ultimo credevamo non potesse essere della sfida. Infatti non ha fatto neppure un attacco in riscaldamento, ha provato ed è stato eroico. Ha giocato zoppicando, è un grande saltatore e vederlo con metà dei passi di rincorsa e metà salto è stata una sofferenza solo guardandolo. Tanto di cappello a lui”. TENUTA – “Sono sei anni che ci diciamo di non guardare mai gli altri, ma solo noi stessi. Anche in questa stagione come al solito abbiamo alternato picchi di bel gioco e cali di rendimento pazzeschi. Vittorie contro le prime sconfitte contro le ultime. Forse ci siamo abituati ad accettare i momenti di brutto gioco e a goderci quelli positivi, come successo a Siena. Non ci siamo fatti condizionare dagli avversari e dal risultato, esattamente come a Bergamo”.  NO LIMITS – “Abbiamo imparato ad andare gara per gara cercando di dare il meglio. E’ importante comunque l’esperienza che maturi in queste stagioni perché ci si rende conto sul campo di poter perdere e vincere con tutti. E questo contro organici più quotati come Bergamo e Siena ci consente di giocare più tranquilli, consapevoli delle nostre forze. La strada per noi comunque è sempre più in salita, ma non ci mettiamo limiti”.  FATTORE SORPRESA – “Sulla carta recitare questo ruolo è un piccolo vantaggio. Quest’anno tuttavia il fattore campo conta sempre meno. Quello che mi preoccupa  è la nostra tenuta fisica e l’organico più corto rispetto alle altre tre semifinaliste”. RAPPORTO CON I COMPAGNI – “All’inizio da parte di qualcuno ci può essere timore e un rispetto talvolta quasi esagerato. Poi dipende sempre da uno come si pone: io mi metto in gioco sempre, scherzo e mi metto sullo stesso piano degli altri. Si fa parte di un team e dal più forte al meno forte negli sport di squadra c’è bisogno di tutti, dal lunedì alla domenica. Specie da noi dove la coperta è un po’ corta e serve il supporto di tutti. Siamo molto affiatati, l’ambiente è bello e stimolante”. OLIMPIADE – “Ufficialmente non ho mai dato l’addio alla Nazionale e sono sempre a disposizione. A Bologna, lo scorso anno, nella finale di Coppa Italia c’erano Papi e Blengini a bordo campo: ogni tanto lanciavo qualche sorriso dopo i bei punto. Naturalmente era ed è un discorso goliardico. In qualche sogno però capita di immaginarmi chissà dove. Ma io d’estate sono impegnato nel ristorante di famiglia e i parenti non mi concederebbero le ferie. Ecco perché anche se non sono nei 30 non ci rimango male…”. EGONU PORTABANDIERA – “Ogni sportivo vede un suo compagno in quel ruolo. Lei di certo sarebbe un bel segnale per tanti motivi. E’ molto in vista, conosciuta anche sui social e riconosciuta anche al di fuori del nostro ambiente. Non è da tutti. Egonu è un personaggio trasversale. Se non sarà per Tokyo, sarà una delle prossime edizioni”.  CONEGLIANO – “Egonu fa la differenza, E’ la più forte al mondo e sposta gli equilibri però ricordiamo che Imoco ha vinto uno scudetto contro di lei. Questo è uno sport che più di squadra non si può. I suoi numeri sono pazzeschi ma questo non toglie ciò che quello che fa Imoco. Non sempre chi ha i giocatori più forti vince e mi impressiona la capacità di mantenere un livello così alto anche in allenamento. Questo aspetto andrebbe sottolineato tanto quanto le prestazioni di Paola. Stanno dominando da tempo e questa finale contro Novara è stato un esempio emblematico di come nessuno ti regali niente. Inoltre far coesistere tante stelle non è facile, bisogna saper gestire il gruppo: Conegliano sta realizzando qualcosa di unico. E mi fa ulteriormente piacere vedere il mio palazzetto perché quando alla tv allargano le inquadrature e vedo gli stendardi dei miei trionfi con Treviso, ogni volta mi viene la pelle d’oca. Mi sembra di far parte di questo viaggio delle Pantere, anche se non c’entro nulla”.    CAMBIAMENTI DEL VOLLEY- “I più grossi sono stati nastro in battuta, rally point, libero, la e la ricezione in palleggio. Inizialmente tutto è stato digerito male poiché sembravano variazioni troppo drastiche. Poi te ne fai una ragione e in poco tempo assimili tutto. Oggi li vedo tutti azzeccati, hanno portato la pallavolo ad essere più televisiva e comprensibile anche a chi non la frequenta abitualmente. Io stesso, innamorato della pallavolo, faccio fatica a rivedere i match dell’epoca con il cambio palla. Ho fatto tanta fatica ad assorbirlo, ma poi mi è piaciuto il cambiamento fisico. Non posso pensare d’essere quello di 15 anni fa, ma ciò che mi colpisce è un aumento della fisicità abbinato ad una tecnica che resta dominante. Solo nei primi anni 2000 il fisico la faceva da padrone a scapito della tecnica. Attualmente se si guardano tutti i protagonisti della finale scudetto, da Leon a Juantorena, da Simon a Leal sono gli esempi di come i due aspetti siano sullo stesso piano. Fanno quasi paura. RUOLO – Nel 1995 ero un universale alla Giani, anche se il Giangio è inarrivabile e fino all’introduzione del libero mi sono disimpegnato anche come centrale. A Treviso l’infortunio di Fomin in posto 2 mi spalancò le porte azzurre delle World League 2000 e 2001 giocate da opposto”.  FUTURO – “Fisicamente sto bene per i miei 43 anni, ma la mia fortuna sono stati i 25 precedenti. Ho degli standard di allenamento diversi rispetto ad un giovane che si approccia oggi alla pallavolo. Il 60-70% di ciò che ero 15 anni fa può andare bene per Brescia e per questa A2. Siccome mi diverto come un ragazzino e non sfiguro, voglio proseguire”.  COACH – “Mi piace molto come idea . Non cancellerò mai da un giorno altro il volley, è passione e uno dei grandi amori. Cercherò di ritagliarmi un ruolo per rimanerci. Come coach mi sentirei abbastanza portato, il problema è che per farlo come avrei in mente ci vorrebbe troppa gavetta che va a cozzare con la ristorazione. Ci penserei solo arrivasse una proposta concreta e pluriennale come accadde a Giani. Ma capisco che non sia facile partire da un livello alto e molti hanno fatto la gavetta. Comunque mai dire mai”.  TIBERTI – “Magari ci facciamo un piacere a vicenda e smettiamo insieme. L’anno prossimo però saremo ancora in campo, poi vedremo. Finché ci divertiamo così tanto è dura rinunciare”.  (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’esperienza di Cisolla e Tiberti per trascinare Brescia nei Play Off

    Di Redazione In una delle annate più complicate del volley italiano, provato da pause forzate e rinvii dovuti alla pandemia che hanno stravolto pianificazione e calendari, la Gruppo Consoli Centrale del Latte Brescia ha centrato sia l’obiettivo Coppa Italia, sia quello dei Play Off, che saranno i terzi nei suoi sette anni di serie A2. La fase conclusiva della stagione prenderà il via la prossima domenica e vedrà impegnate inizialmente quattro formazioni in uno spareggio al meglio delle tre partite che titolerà solo due squadre tra Brescia, Castellana Grotte, Santa Croce e Cantù a procedere verso i quarti, programmati a partire dall’ 11 aprile. I Tucani ricevono la BCC Castellana Grotte in gara 1 il 29 marzo alle 17 al San Filippo, mentre gara 2 si giocherà la domenica di Pasqua in Puglia, sempre alle 17. Eventuale gara 3 sarà di nuovo a Brescia, mercoledì 7 aprile. Assieme ai due pilastri della squadra, Simone Tiberti e Alberto Cisolla, la squadra lombarda si è divertita a fare i conti delle loro presenze ai Play Off. Il capitano ha al suo attivo 20 stagioni tra Superlega e serie A2 ed è arrivato alla fase finale in 11 occasioni (due in Superlega con Montichiari e nove volte in A2), conquistando tre promozioni nella massima serie con Padova, Monza e Trieste, oltre a quella diretta ottenuta con la capolista Santa Croce nel 2005. Il “Ciso” invece sta giocando la sua stagione numero 25 in serie A e, tralasciando i tanti titoli e le coppe vinte, ha raggiunto i Play Off 19 volte: tredici con la Sisley, una con Macerata, Roma e Ortona e tre volte con il Tibe a Brescia. Insieme fanno dunque 30 Play Off giocati, mai scontrandosi direttamente. Un patrimonio di esperienza considerevole che guida i sestetti bresciani ormai da sei stagioni, e convince i più giovani a restare, come nel caso dell’altro “veterano” del gruppo, l’opposto ventiseienne Fabio Bisi, protagonista in maglia bianco blu di cinque stagioni delle sei al suo attivo in serie A2.   Davide Esposito è tornato a giocare a Brescia per il terzo anno, come il suo pari-ruolo Nicola Candeli; Andrea Galliani è alla sua seconda stagione, come il libero Andrea Franzoni, per non dire dell’altro difensore, Paolo Crosatti, che di anni in Atlantide ne ha passati 8. Con loro, per provare la terza scalata alla massima serie, i baby Bergoli, Togni e Ghirardi del vivaio bresciano e poi giovanissimi Cogliati, Tonoli, Tasholli e Orlando Boscardini. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Brescia cede il passo ai Lupi. Cisolla: “Santa Croce ha fatto una grande partita”

    Di Redazione
    Match teso, come da pronostico: Consoli Centrale McDonald’s Brescia riceve bene in avvio ma regala qualcosina in contrattacco e non è sempre reattiva in seconda linea, contro una Santa Croce efficace a muro e più determinata sia in attacco che nei recuperi. Nel secondo parziale i Tucani non riescono a capitalizzare l’iniziale vantaggio e si complicano la vita, lasciando spazio alla sicurezza crescente degli ospiti. Nel terzo la difesa di casa sembra a tratti più arrendevole (menzione speciale per Cisolla, che si tuffa come un giovanotto) e il cambio palla soffre troppo, agevolando il sorpasso dei Lupi. Reazione nel quarto, ma la fuga non si completa a causa di un paio di occasioni in cui i Tucani non gestiscono con la necessaria lucidità. Sesto posto sfumato, ora l’obiettivo è fare punti con Cuneo, attesa giovedì al San Filippo alle 18.30.
    Alberto Cisolla: “Santa Croce ha fatto una grande partita stasera e in gare decisive come questa, dove sei palla su palla sempre, i particolari sono essenziali: te la giochi lì, su qualche situazione in cui noi siamo stati imprecisi”.

    Simone Tiberti: “Quando ha iniziato a girare, Santa Croce ha fatto vedere tutto il suo valore. Ci hanno contenuto bene a muro e in difesa. Peccato, la sesta posizione è sfumata, ma cercheremo di agguantare il miglior piazzamento ancora possibile”.

    Roberto Zambonardi: “Il primo set ci ha illuso di fare punti, ma i nostri avversari hanno avuto il merito di metterci in difficoltà in tutti i fondamentali. C’è rammarico per il risultato, ma, quando giochi a questi livelli, almeno ne beneficia lo spettacolo. Abbiamo sciupato un’occasione nel secondo set e abbiamo fatto riprendere Santa Croce lì. Peccato, ora testa alla prossima”.

    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO