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    Federico Tosi cambia vita e sceglie Pontedera: “Voglio essere davvero… libero”

    Di Roberto Zucca
    Questa non è la storia di una semplice scelta pallavolistica. È la storia di una scelta di vita, che tocca la pallavolo in tutte le sue corde e in qualunque sfumatura essa rappresenti anche l’esistenza di una persona. È la storia di Federico Tosi, un ragazzo e un atleta eccezionale che negli ultimi anni ha vissuto lungo un filo rosso di emozioni, e di momenti, che oggi hanno come pista di atterraggio quella dell’Era Volleyball Project Pontedera, un’ambiziosa squadra di Serie B, nella quale Federico rappresenta la speranza per qualcosa di più di un semplice campionato di categoria.
    Federico, partiamo dalla scelta di Pontedera.
    “Una scelta fatta per una sola ragione: la serenità. Ho giocato un’ultima stagione a Calci, in serie A2, dopo aver disputato molti anni in Superlega. Mi sono riavvicinato a casa, ne ero felice. È la prima volta che tornavo a casa dai tempi di Santa Croce, dei miei esordi. È andata bene dal punto di vista personale, perché sono rientrato a pieno regime con un ottimo rendimento in crescendo, un po’ meno per il fatto che il campionato si è bloccato in un momento importante”.
    Le chiedo, se è d’accordo, di suddividere questa intervista in vari momenti. Il primo è chiederle del suo presente e del mercato di quest’anno.
    “Ho ricevuto una proposta dalla Superlega, di cui ero entusiasta, con una squadra del Nord. Ma che, a seguito del lockdown e del mercato che ha poi portato avanti, non si è concretizzata. Ho avuto poi una sola offerta da parte della A2 ma ho deciso di non accettare. Principalmente perché, dopo quello che ho passato negli ultimi anni della mia carriera, desideravo sposare una scelta col cuore e non solo per un ingaggio interessante o per una squadra di vertice. Volevo stare bene. Completamente”.
    Il presente. Pontedera.
    “Avevo semplicemente chiesto di allenarmi in estate, perché sono rimasto deluso dal mercato. Mi sono invece ritrovato una sera a cena qualche settimana fa a discutere con i dirigenti di un mio impegno. E di un cambio ruolo. Sarò schiacciatore, in serie B. La prendo come una sfida, non certo come un qualcosa di cui dovermi giustificare. È stata una scelta innanzitutto voluta, per continuare a giocare a pallavolo, anche se ho voglia di rimettermi in gioco come libero molto presto. È stata inoltre una scelta che mi ha semplicemente fatto sentire libero dai fardelli del passato”.
    Di cosa è stato prigioniero, Federico?
    “Della mia ambizione. E dell’aver vissuto male certe scelte della mia vita, certi momenti. Non ne ho mai parlato completamente, ma credo sia arrivato il momento, anche perché credo nel mio piccolo di poter far passare alcuni messaggi che nel mondo dello sport spesso vengono taciuti o messi in secondo piano”.
    Foto Lega Pallavolo Serie A
    Inizi lei.
    “Sono a Città di Castello dal 2012. Raggiungiamo la Superlega dopo una storica promozione. Il secondo anno sempre con amici come Matteo Piano e Jacopo Massari è stato altrettanto fantastico. Era il mio primo in Superlega e raggiungemmo i play off e tanti rimasero piacevolmente colpiti da quella stagione, perché a soli 22 anni giocai delle belle gare, tra cui il 3-0 contro Modena fuori casa. L’anno dopo invece, le cose non andarono così bene. Rinunciai, per il legame che avevo con la società, ad altre proposte e il terzo anno a Castello, che doveva un po’ essere quello della consacrazione, fu l’anno in cui venni travolto da tutto. Finì la stagione, ma nella mia testa l’errore, la fatalità di essere come sceso da un treno in corsa mentre tutti gli altri avevano proseguito il viaggio, mi ha destabilizzato”.
    Passò a Milano.
    “Fu l’anno in cui iniziò tutto. Ricordo che cominciai a pensare a quei momenti, e alle occasioni perse. Ricordo che mi portai dietro quel fardello ingombrante, e che qualcuno iniziò a notare che qualcosa non andava. Fuori dal campo soffrivo molto per quei pensieri e se c’è una persona che devo ringraziare per avermi fatto staccare è senza dubbio Federico Marretta, un compagno e un amico che da quei pensieri mi portò via e mi aiutò ad affrontarli anche solo con una chiacchiera e una condivisione. La stagione in sé fu molto buona, sia dal punto di vista tecnico sia per i risultati in campo che arrivarono, nonostante i tanti infortuni della squadra durante la stagione. Da parte mia ci fu qualche momento di instabilità che ha pesato sul giudizio della società e a fine stagione decisero di non confermarmi. Si diffuse la voce, messa in giro da qualcuno, che non ero in condizioni di stabilità perfette e questo mi danneggiò senz’altro”.
    Nonostante questo arrivò la chiamata di Perugia.
    “Una squadra che partì con la perdita momentanea di Atanasijevic. Era un dream team, che non garantiva i risultati sperati dalla società e dalla presidenza. Io e Andrea Bari fummo al centro di numerose critiche, perché gran parte di quelle mancate performance brillanti lo si attribuì alla scelta dei liberi. Commisi un errore che mi costò caro, ovvero quello di iniziare a curarmi troppo di ciò che leggevo sul mio conto. Soffrivo le frasi e la cattiveria che veniva fuori da qualche blog di settore, soffrivo le voci di un possibile mercato di riparazione, tanto che quando arrivò Bernardi, chiesi subito se volessero mandarmi via”.
    Ufficio Stampa Latina
    È vero che Bernardi la aiutò?
    “Moltissimo. È stato uno degli allenatori migliori che abbia potuto trovare sulla mia strada. Lollo mi disse che per lui andavo bene, anzi, che voleva valorizzarmi sempre di più, e che le sue scelte erano libere e mai viziate da imposizioni dall’esterno. Non sono stupito che la Sir abbia vinto tutto con lui. È un vincente e farà sempre di tutto per vincere. Parlammo a lungo dopo il suo arrivo e gli dissi che non stavo bene. Mi aiutò parlandomi di alcuni suoi momenti delicati vissuti in carriera, del supporto che i suoi maestri del tempo gli diedero. Arrivammo alla partita contro Trento e vincemmo 3-0. L’entusiasmo continuò fino ad una partita che ricordo molto bene”.
    Andata di Champions League. Avevate di fronte il Belgorod.
    “Entrai in campo per il riscaldamento molto carico ma andammo subito sotto 10-0 con due miei errori in ricezione. Fui sopraffatto da un attacco di ansia, e quando vidi Andrea Bari pronto per il cambio, ne fui completamente sollevato. È stato il primo vero momento in cui ho sentito franare la terra sotto i piedi. Ero contemporaneamente all’apice della carriera e vittima del peggiore momento psicologico della stessa. La partita successiva contro Modena, chiesi di far giocare Bari perché non me la sentivo di entrare in campo. Bernardi mi diede un periodo di riposo e anche per la gara di ritorno contro Belgorod rimasi assieme ad Ivan Zaytsev ad allenarmi a Perugia. Quella stagione fu l’inizio di tutto. Se potessi riaffrontare la gara di Modena con la consapevolezza del mio presente, mi creda, affronterei tutto in maniera diversa”.
    La stagione successiva arrivò la chiamata di Modena.
    “La definirei una montagna russa. Nel senso che fu un anno difficile per tutti. Sappiamo tutti come è andata a finire e quanti momenti no visse la squadra. Non fu un anno particolarmente complicato per me, quanto per il team. La durezza di Stoytchev e la fermezza del personaggio non aiutavano certo la mia fragilità del momento, ma non ero arrivato a Modena per giocare da titolare e quindi da quel punto di vista non sentivo la responsabilità piena in alcuni momenti. Che non mi abbandonarono di certo. Il mio angelo di quei momenti ha un nome: Bruno. Un ragazzo eccezionale che mi aiutò sempre, con la sua delicatezza, con il suo modo di essere coinvolgente, presente. Col fatto che durante la partita era coinvolgente con tutti.
    Eravamo un gruppo partecipe alla gara, titolari e non. Era capace di sfruttare un break e chiedere magari a me o Bossi un consiglio da utilizzare in partita. Lui, il più grande di tutti. Ecco, il valore di Bruno lo riconosci da quei momenti. E quel suo modo di fare era come il segnale che nonostante tutto, nonostante le scelte di un tecnico, la fiducia dei compagni ti accompagna sempre e ti è di grande supporto. Quell’aria respirata a Modena me la porterò dentro per sempre e il ricordo di Catia Pedrini e della gente è sempre vivo. Modena è sempre tanto per un giocatore. È una piazza bellissima e unica nel suo genere”.
    Ufficio Stampa Top Volley Latina
    Tubertini in quell’anno la venne a vedere e pensò a lei per Latina.
    “Mi seguì in qualche allenamento e mi propose per la stagione di due anni fa. Accettai. L’anno di Modena provai a buttarmelo alle spalle e mi lanciai in questa avventura. Fu un incubo, ma non da subito. Almeno non dal punto di vista psicologico. Ma l’ansia e i pensieri mi tenevano sempre più ancorato ai fantasmi del passato. Dovevo staccarmi. Per assurdo, stavo quasi meglio in palestra che a casa, posto nel quale venivo assalito dall’angoscia che qualcosa non stesse andando bene e che non ce l’avrei più fatta. Scoppiai, complice anche una ricaduta dell’infortunio che mi tenne fuori un mese l’anno prima a Modena. E qui ho avuto la fortuna di trovare una società che decise per il mio bene di lasciarmi allontanare e di sciogliere il contratto e un allenatore come Tubertini, che è stato eccezionale e che mi ha aiutato a trovare qualcuno con cui confrontarmi rispetto a tutto questo”.
    Questa persona si chiama Elena Di Chiara.
    “Fu lei a diagnosticare la mia sindrome da burn out. Con lei ho iniziato un percorso, perché da tutto questo non si viene fuori scacciando semplicemente i pensieri, bensì affidandosi a persone competenti, le quali ti accompagnano lungo una strada nella quale devi ritrovare la fiducia in te stesso, l’equilibrio perduto e devi anche rimettere assieme molti pezzi. Significa ripartire dagli errori, interpretarli, e ricostruire le proprie certezze”.
    Possiamo dire che si può guarire da tutto questo?
    “Sì. Io l’ho provato sulla mia pelle. C’è stato un momento in questa stagione nel quale ho capito che quelle pietre accumulate dentro il mio bagaglio le avevo ormai abbandonate lontano. Una partita contro Cantù. Vissi male tutta la settimana di preparazione alla gara, perché capitava nello stesso periodo in cui l’anno precedente decisi di lasciare Latina. Scesi in campo con la voglia di  giocare senza quei pensieri addosso e senza quella paura di fallire, di non essere all’altezza, che mi ha accompagnato per molti anni. Ci riuscii e mi buttai tutto alle spalle. Devo molto anche a Gulinelli, con il quale affrontai il discorso di ciò che avevo vissuto e che mi ha sempre supportato”
    Nel mondo dello sport si parla poco di tutto questo.
    “Un po’ per il pregiudizio e l’ignoranza sull’argomento. Sono stato anche io un problema e sono stato spesso l’oggetto dell’imbarazzo di alcuni. Ma ho conosciuto tanti atleti che sono stati vittime di tutto questo. Non sono solo i Micheal Jordan o le Serena Williams a combattere. E con i giusti strumenti le assicuro che può essere affrontato. Non come un problema, ma come un’opportunità di crescita”
    Le posso chiedere cosa si porta dietro dopo ciò che ha vissuto?
    “Ho imparato in primis a non dare importanza all’opinione poco costruttiva di qualche frustrato che usa i social o i blog per avere 5 minuti di notorietà. Ho imparato ad affrontare il giudizio. Fare il giocatore infatti ti rende soggetto a tutto questo ed è giustissimo doverlo affrontare; bisogna però imparare a distinguere un giudizio negativo ma rispettabile dalla cattiveria gratuita di qualcuno”.
    Lo sa che invece in molti hanno salutato positivamente la sua scelta di Pontedera?
    “Sono fortunato ad aver avuto una famiglia che è stata pronta a riaccogliermi a casa durante lo scorso anno. Una moglie, Veronica, che mi è stata vicino in tutto questo tempo. Mio fratello Lorenzo e mia sorella Alessandra, che mi sono stati accanto sempre. E degli amici, nomino fra tutti Marco Falaschi, ma sono stati davvero tanti, che hanno sempre creduto che da tutto questo potesse venirne fuori un Federico migliore, più forte. Ora sto bene e le posso dire che quello che le ho raccontato è dentro una stanza. Chiuso. Lontano da me”.
    Sta bene ora?
    “Molto. Se il prezzo per tornare in alto sarà quello di scendere di categoria e cambiare ruolo lo accetto e riparto proprio da qui. Con il desiderio di tornare dove ero ma con un occhio sempre molto vivo sul Federico inteso come persona e non solo come Federico il giocatore”. LEGGI TUTTO

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    Il Sant’Anna riparte dalla conferma di Gigi Fumagalli in posto 2

    Di Redazione
    Ricomincia da una conferma la costruzione dell’organico del Sant’Anna San Mauro per la stagione 2020-21. A occupare la posizione di opposto sarà ancora Gigi Fumagalli, che arriva al decimo anno consecutivo in maglia Sant’Anna: una garanzia di impegno e di esperienza per la formazione sanmaurese che in questo modo punta alla continuità e all’equilibrio dell’organico.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Gianmarco Storani si fa in due e torna in campo con la Paoloni Macerata

    Di Redazione
    Giammarco Storani si sdoppia per la Paoloni Macerata: dopo aver interrotto momentaneamente l’attività sportiva, per intraprendere quella di assistant coach affiancando Matteo Cacchiarelli alla guida dell’ Under 18 della società biancorossa, ecco che Giammarco decide di farsi in due continuando la sua carriera di allenatore e rimettendosi in gioco anche nei panni di atleta, accettando la proposta di far parte del gruppo della Serie B.
    Storani, libero classe 2000, è uscito dalla scuola della Cucine Lube Civitanova con cui ha partecipato, con la prima squadra, alla Final Four della Champions League 2017-2018 e, successivamente, ha disputato un campionato di Serie C; dopo un anno di pausa ecco che il richiamo del campo ha iniziato a farsi troppo forte ed allora Giammarco ha colto al volo l’opportunità di indossare la maglia da libero della Paoloni.
    “Dopo un anno di inattività da giocatore – esordisce Storani – si è fatta sentire prepotentemente quella mancanza del campo che mi ha convinto ad indossare nuovamente le ginocchiere per questa avventura con la Serie B della Paoloni; oltre alla voglia di tornare a giocare con entusiasmo, so che posso sfruttare la situazione anche per poter affinare il mio ruolo di allenatore mettendo in pratica quello che direi ai giocatori. Ho vissuto dall’esterno la scorsa annata della Serie B della Paoloni frequentando assiduamente la stessa loro palestra: i ragazzi hanno fatto proprio un’ ottima stagione e mi ha davvero impressionato la coesione creatasi all’interno del gruppo sia dal punto di vista umano che sportivo“.
    “L’essere così uniti – continua il libero – ha portato i giocatori a raggiungere ottimi traguardi e ciò è dovuto anche al clima che si respira in questa società, la stessa che mi ha trasmesso la voglia e la passione per ritornare in campo. Dalla nuova avventura da atleta mi aspetto di passare una buona annata dal punto di vista umano ma anche di togliermi qualche soddisfazione giocando un buon campionato sperando di tornare in forma il prima possibile e poter dimostrare prima di tutto a me stesso qualcosa di positivo; come obiettivo di squadra mi auguro naturalmente di riuscire a raccogliere gli stessi risultati della scorsa stagione o addirittura migliorarli“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Presentato il nuovo Valtrompia Volley: “L’arrivo di Galabinov alza l’asticella”

    Si è tenuta ieri alle 19.30, presso la palestra delle scuole medie “Candido Cannavò” di Bovezzo, la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione del Valtrompia Volley con l’ufficializzazione del nuovo acquisto Yordan Galabinov.
    L’incipit è stato un discorso del general manager Bagnardi sulla situazione attuale post pandemia, con una speciale menzione per gli sponsor che hanno continuato a seguire il team: “Vorremmo pensare a una normalità e ci stiamo comportando come se tutto fosse pronto a partire, abbiamo tanti temi da affrontare, insieme alla nostra giovanile da crescere, ma dobbiamo riconoscere che esiste ancora un grande punto di domanda perché non sappiamo come partiremo a settembre. Abbiamo gestito l’emergenza con allenamenti da casa o sulla sabbia e anche in questo periodo con le varie attenzioni, sappiamo che sarà difficile ma siamo pronti ad osservare i protocolli, aspettiamo i dettagli, senza pessimismo ma teniamo sempre alto l’entusiasmo“.
    “Uno speciale ringraziamento ai nostri sponsor – ha continuato Bagnardi –: il gruppo di sponsor storici che sono diventati degli amici ci hanno confermato quasi tutti il loro contributo seppur ridotto, partendo da Arilica, concessionaria di Burger King confermato come main sponsor, insieme ad altri come Salari, Acess, Logitec, confermando la loro presenza nonostante le difficoltà e di questo li ringraziamo moltissimo. Siamo una società giovane e in continua crescita per questo cerchiamo di fare del nostro meglio anche dal punto di vista della visibilità; è innegabile che avevamo già pronte alcune iniziative importanti per continuare a farci conoscere, ma inutile piangersi addosso, è stato un rallentamento ma grazie ai nostri sponsor abbiamo potuto programmare la stagione. Sembra che anche la Federazione ci dia una mano sulle tasse gara e tante altre incombenze“.
    A seguire il ds Patronaggio ha evidenziato il valore della sfida che è all’ordine del giorno per uno sportivo presentando il nuovo acquisto Galabinov, che si è espresso con determinazione e chiarezza: “Mi ha convinto il ds Patronaggio, sono pronto per questa sfida pur non conoscendo molto della categoria ma credo proprio che faremo bene, mi pongo l’obiettivo di cercare di vincere tutte le partite e in seguito vedremo con l’uscita dei gironi fin dove potremo puntare“. Per quanto riguarda gli obiettivi coach Baldi non si sbilancia: “Aspettiamo l’uscita dei gironi e del campionato, ma sicuramente l’arrivo di Galabinov alza l’asticella. L’obiettivo è quello di scendere in campo e mettere tutta la nostra forza perché dal risultato non ci si scappa, è necessario prima di tutto ottenere l’equilibrio del gruppo e della squadra, per ora questo è il nostro obiettivo primario“.
    Capitan Agnellini viene confermato come leader della squadra: “È stato bello ritrovare il nostro gruppo e molto importante è stata l’iniziativa della società di introdurre questi allenamenti: la nostra città, così come quella dei nostri compagni bergamaschi, sta uscendo da un momento molto delicato. Ritrovarsi è stato strano perché a livello di rapporti ci siamo sempre sentiti ed è quasi sembrato di non vedersi da poche settimane, non da 4 mesi; a livello tecnico e fisico è stato utilissimo riprendere, a settembre questo lavoro ci farà trovare più pronti; a livello personale l’entusiasmo non è calato, alla mia età questa è anche una stagione in cui voglio trovare delle risposte. Il messaggio ai giovani è quello di mettercela tutta perché è questo il momento giusto. Lo scorso anno abbiamo pagato un inizio zoppicante ma poi stavamo facendo bene. Ora abbiamo la possibilità di metterci a lavorare da settembre con uno spirito e consapevolezza diversi“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Andrea Gilioli e CappuVolley 2020 ancora insieme

    Di Redazione
    Il Cappuvolley2020 annuncia il rinnovo con Andrea Gilioli. Il giovane libero rimane a far parte del progetto della società casalina per il secondo anno consecutivo.
    Andrea inizia il suo percorso nelle giovanili della Libertas San Paolo, per poi trasferirsi a Modena dove partecipa al campionato di Under16. Si mette poi alla prova in serie C, esordendo in B durante l’ultimo anno con la società modenese. Nel 2019 approda ai Cappu, dove inizia la sua seconda esperienza a livello nazionale.
    “Innanzitutto ringrazio il presidente e il nostro direttore sportivo per la conferma di quest’anno e per la fiducia che ripongono in me – esprime soddisfazione il giocatore –. Sono molto felice di far parte di questo gruppo, essendo il più piccolo e con meno esperienza dovrò apprendere molto dagli altri giocatori. Sono sicuro che nella prossima stagione riusciremo a toglierci qualche soddisfazione, per cui non vedo l’ora di iniziare”.
    Il ds Donato De Pascali commenta così la conferma del libero classe 2002: “Andrea sarà il più giovane del gruppo, ma sono sicuro che saprà confermare le qualità di base che risiedono nella naturale vocazione che possiede per il ruolo del libero, come il suo piano di rimbalzo talentuoso. Gli obiettivi del CappuVolley2020 sono proiettati verso l’alto rispetto alla scorsa stagione, quindi sappiamo perfettamente gli ambiti di crescita che dovrà sviluppare. Non vogliamo però circoscrivere il suo spazio, anche perché se non avessimo programmato tale step, molto probabilmente lo avremmo caricato di ulteriori responsabilità. Se imparerà a pretendere da sé sempre il massimo, potrà avere un futuro agonistico davvero di spessore”.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’orgoglio della Showy Boys Galatina per i successi di Carachino e Martina

    Di Redazione
    Notizia più bella per la Scuola Volley della Showy Boys Galatina non poteva arrivare. Giacomo Carachino, palleggiatore classe 2001, e Marco Martina, schiacciatore classe 2002, due dei più talentuosi allievi biancoverdi sono stati ingaggiati per disputare il campionato nazionale di serie B. Nella prossima stagione sportiva saranno in forza al New Volley Gioia, compagine che ha fortemente voluto portare in terra barese i ragazzi cresciuti sotto la guida tecnica di Gianluca Nuzzo.
    Grande gioia nella famiglia Showy Boys e tanta soddisfazione per la “chiamata” dei due giovani atleti che sono cresciuti nella società biancoverde partendo dall’Under 14 e, dopo aver fatto tutta la trafila, sono arrivati a giocare in prima squadra tra serie C e serie D. Nello scorso campionato si sono ben distinti e mettendo in risalto le loro doti tecniche e caratteriali.
    Al momento dello stop forzato del torneo regionale, la Showy Boys, composta da quasi tutti i giovani del gruppo Under 18, era ampiamente in testa alla classifica. Un’annata da protagonisti per gli allievi della Scuola Volley e, in particolare, per la diagonale composta dal palleggiatore e dall’opposto (quest’ultimo utilizzato da ‘fuori mano’ nell’ultimo campionato). Un percorso davvero importante, fatto di tanto lavoro e sacrificio, che oggi premia Carachino e Martina con una opportunità di misurarsi in un campionato nazionale e di sviluppare ulteriormente le loro capacità. Il New Volley Gioia parteciperà alla serie B con un organico giovane, ma molto motivato, e con l’innesto di tre giocatori esperti e di assoluta esperienza.
    “Siamo felici per questo accordo sottoscritto con i dirigenti baresi che hanno scelto di puntare la loro attenzione su Giacomo e Marco – dichiara il presidente della Showy Boys Galatina, Daniele G. Masciullo – siamo orgogliosi dei nostri allievi e soddisfatti per il lavoro svolto dal tecnico Nuzzo e lo siamo ancora di più perché questo risultato conferma quanto di positivo costruito, con pazienza e lungimiranza, in questi anni con l’attività della Scuola Volley“.
    “Come oramai noto – aggiunge Masciullo – puntiamo tutto sulla formazione dei nostri allievi, che ripongono nella società la piena fiducia, e quando arriva la ‘chiamata’ da una categoria superiore, coerentemente con quelle che sono le nostre idee, accompagniamo i ragazzi verso queste nuove esperienze sportive e di vita rispettando quelli che sono i principi della Scuola Volley. Da educatori il nostro obiettivo deve essere questo. Da parte di tutta la società un grande in bocca al lupo a Giacomo e Marco per questa nuova avventura, che seguiremo tutti molto da vicino, con la certezza che sapranno distinguersi, così come fatto sino ad oggi”.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Nuova vita per Alberto Gionchetti: giocherà da schiacciatore nella Folgore Massa

    Di Redazione
    Prosegue il mercato della Folgore Massa con un colpo da novanta che va a rinforzare ulteriormente la batteria dei posto 4 a disposizione di coach Nicola Esposito. Nato a Conegliano, arriva in costiera il classe ’98 Alberto Gionchetti: un atleta con le stigmate del vincente. Tra le fila del Volley Treviso si aggiudica la Junior League 2017, superando in finale Civitanova per 3-1. Da schiacciatore passa al ruolo di libero migliorando esponenzialmente le proprie qualità difensive. Nel 2018 firma per Motta di Livenza e ad al primo tentativo conquista la promozione in A3 grazie ad una seconda parte di stagione esaltante: 20 vittorie di fila tra regular season e play-off contro Portomaggiore e Mirandola. L’approdo a Massa Lubrense per scrivere una nuova pagina di storia.  
    La tua carriera è ancora gli inizi. Dopo Treviso e Motta di Livenza, ti appresti a vivere la tua prima esperienza al Sud. Quali sono le tue aspettative e cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida?
    “Sono uscito dalle giovanili 3 anni fa, e nel curriculum posso già mettere alcune esperienze importanti. Mi appresto a vivere la mia prima avventura fuori dal Veneto, mettendo radici in Campania con tanta curiosità di capire ciò che mi attende, conoscere i compagni e provare sulla pelle il livello del campionato. È stata una trattativa lampo, durata non più di due giorni. In tanti mi avevano già parlato benissimo della Folgore, e un ulteriore incentivo sarà la presenza in maglia biancoverde di due miei grandi amici che non vedo l’ora di riabbracciare”.  
    Restano biancoverdi i tuoi colori. Sai già cosa vuol dire vincere un campionato in Serie B: quanta voglia c’è di rivivere le stesse emozioni raggiungendo anche in Penisola Sorrentina qualcosa di storico?
    “La fame è quella di sempre. Tutti gli atleti sudano ogni giorno in palestra per raggiungere obiettivi importanti. La promozione sarebbe davvero il massimo. So che il pubblico della Folgore è molto caldo: spero in primis che possano tornare a riempire il palazzetto, per poi toglierci insieme belle soddisfazioni”.
    Junior League e poi campionato vinto in B con una serie di 20 successi di fila tra regular season e play-off. Qual è il momento, o la partita più bella che hai giocato?
    “Scegliere il match più bello è impresa ardua. Anche il pubblico di Motta è molto rumoroso, per cui in casa siamo riusciti spesso a disputare gare molto intense. Il ricordo più bello resta inevitabilmente legato al 3-0 contro Mirandola che ha sancito la promozione in A3. Analizzando invece tutto il mio percorso pallavolistico, è ancora perfettamente impressa nella memoria la semifinale nazionale under 17 tra il mio Treviso e Cuneo. Eravamo sotto 0-2, 16-21, ma siamo riusciti con carattere a rientrare prepotentemente in partita fino a conquistare la vittoria finale al tie-break”.  
    Da libero a posto 4: cosa ti ha spinto a ritornare nel ruolo con il quale hai già vinto a livello giovanile con Treviso?
    “Diciamo che mi son sempre divertito di più ad attaccare piuttosto che difendere, per cui appena ho ricevuto questa proposta non ho esitato neanche un secondo. Abbandonerò dopo 3 anni il ruolo di libero, ma mi son sempre mantenuto in forma, e riprendere il mio vecchio ruolo sarà sicuramente uno stimolo in più per fare ancora meglio”.
    Ci sarà concorrenza nel ruolo: quanto è importante la sana competizione per crescere, migliorarsi e dare sempre il proprio contributo per la squadra?
    “La competizione è fondamentale, perché quando c’è un buon livello in allenamento poi si rispecchia tutto anche in partita. Ognuno di noi darà il massimo per giocare, poi scenderà in campo chi lo avrà meritato senza alcun tipo di problema”.  
    Hai già conosciuto il coach e cosa ti aspetti dall’organico che si sta formando?
    “Ho parlato sia con il coach che con il ds. Mi hanno illustrato il progetto della società che a mio parere è molto interessante, per cui non vedo l’ora di iniziare”.  
    Cosa vuoi dire ai tuoi nuovi tifosi?
    “Saluto tutti, spero che le normative ci facciano incontrare il prima possibile per poter gioire ed esultare tutti insieme”.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Che colpo per il Valtrompia: c’è il bulgaro Yordan Galabinov

    Di Redazione
    Un colpo di mercato senza precedenti per il Volley Valtrompia e in particolare del direttore sportivo Patronaggio che lo ha fortemente voluto: il pezzo da novanta dei Lupi sarà Yordan Galabinov, schiacciatore bulgaro di 202 classe 1990, giocatore di punta su cui impostare un gioco dinamico e di livello.
    In arrivo dalla A3 dalla Tinet Gori Wines Prata Pordenone, con ultime esperienze di diversi anni in serie A2 tra Lagonegro, Bolzano e Corigliano, Galabinov ha militato anche nella massima serie di Superlega a Latina, Verona e Modena. Un gioiello per il team allenato da Baldi, giocatore virtuoso e dal braccio potente, un atleta professionista che permetterà insieme alla forte diagonale e alla collaudata coppia di centrali di esperienza, di alzare l’asticella in casa Valtrompia Volley.
    Le prime parole di Galabinov: “È stato il ds Patronaggio a convincermi chiamandomi diverse volte, fino a poco tempo fa non avrei mai pensato di scendere di categoria, ma improvvisamente mi è scattato qualcosa e mi sono sentito di fare questa scelta. Patronaggio mi ha presentato un progetto molto valido, non conoscevo la squadra, mi sono informato, ho sentito una cosa a pelle e ho avuto questa sensazione positiva immediata verso questa squadra. Credo che potremo fare molto bene, ho visto il percorso sui media dei Lupi e conosco l’allenatore anche per il suo passato da giocatore, penso proprio che questo sarà un anno speciale per il Valtrompia: non vedo l’ora di cominciare“. 
    Il ds Patronaggio non risparmia l’entusiasmo e la gioia dell’acquisto, soddisfatto di aver portato in questa società un atleta dalle grandi qualità e dal curriculum ricco che non ha bisogno di presentazioni: “Il colpo più eclatante nella nostra storia: una persona disponibile, un giocatore molto forte in attacco. Avere un atleta del calibro di Galabinov al Valtrompia Volley oltre ad essere un forte motivo di orgoglio, significa che ci sono giocatori che credono in una realtà come la nostra. Questa bomba è arrivata perchè insieme abbiamo fatto un patto di buttarci in un’avventura per dare un segnale a tutti i giocatori che hanno deciso di restare da noi e fare sacrifici a livello economico, segnale per poter credere e onorare ancora la nostra maglia. Yordan darà un supporto non solo ai più giovani ma sarà molto d’aiuto anche ai più esperti e darà la professionalità in più a tutto il team“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO