consigliato per te

  • in

    Cantù, Battocchio: “Qualcosa deve cambiare. Il rischio di infortuni aumenta”

    Foto Facebook Pool Libertas Cantù

    Di Redazione
    All’indomani della terza giornata di campionato, Matteo Battocchio, allenatore della Pool Libertas Cantù, pone più di un interrogativo sul destino che si para di fronte alla pallavolo, nell’intervista rilasciata al quotidiano La Provincia.
    «Qualcosa deve cambiare. Ciò non vuol dire necessariamente sospendere i campionati, ma non si può andare avanti con questo sistema», spiega Battocchio pensando a quanto avvenuto domenica.
    «Quello che stiamo vivendo – commenta Battocchio – è un problema sportivo e affermare che il campionato sia falsato è discutere dell’ovvio. È inevitabile lo sia e, peraltro, sapevamo fin dall’inizio che lo sarebbe stato. Pensiamo un po’ a quello che succede in caso di positività di un giocatore. Se un atleta è positivo, ma sta bene, deve rimanere fermo due settimane. Quando poi rientra, deve ripartire subito a bomba, perché c’è la necessità di giocare subito e non è dato il tempo necessario per salire di forma a gradi. Il rischio di infortuni aumenta vertiginosamente, dunque».
    Da qui l’idea di cambiare e di trovare soluzioni come già ipotizzato per il femminile. «La Lega femminile sta pensando di giocare in bolle, una proposta che magari sarebbe fattibile per la SuperLega, ma non certo per i budget delle società delle categorie minori. Si potrebbe pensare a una serie di concentramenti come avviene in Asia, radunando gruppi di squadre per giocare più partite alla volta nel giro di pochi giorni. Questo per ridurre i problemi organizzativi, consapevoli che cambierebbe anche l’interesse per il campionato e l’appeal per gli sponsor. Aleggia pure l’idea di bloccare tutto fino a gennaio, ma anche in questo caso non so quanto una soluzione del genere potrebbe essere adatta all’immagine di questo sport». LEGGI TUTTO

  • in

    Cantù, Redaelli: “Situazione delicata. Tutto diventa più difficile”

    Di Redazione
    La Pool Libertas Cantù ferma ai box nel weekend appena passato a causa di più di tre positività rilevati nella squadra avversaria, la Kemas Lamipel Santa Croce. Ma la situazione è difficile per tutti e rispettare tutti i protocolli e le precauzioni per continuare a giocare diventa sempre più difficile. Lo sa bene il General Manager dei canturini Massimo Redaelli che, intervistato da La Provincia, non ha nascosto i dubbi circa la possibilità di proseguire la stagione visto l’aumento dei contagi.
    «Stiamo vivendo una situazione un po’ delicata, che mette in ansia le persone. Andando avanti così le cose, c’è da temere veramente un nuovo lockdown visto il numero dei positivi in costante aumento».
    «Martedì abbiamo effettuato, come da prassi, i tamponi. Per disservizi causati dalla mancata fornitura al laboratorio dei reagenti non abbiamo avuto gli esiti. Venerdì pomeriggio ci hanno comunicato che i reagenti erano finalmente stati consegnati. Peccato che l’effettuazione della lettura dei tamponi dopo tre giorni dai test sui giocatori sia risultata illeggibile. Noi stiamo facendo tutto quello che si deve fare a livello di precauzioni. Ma è tutto molto difficile».  LEGGI TUTTO

  • in

    Agnelli Tipiesse: negativi i tamponi di controllo

    Foto Ufficio Stampa Agnelli Tipiesse Bergamo

    Di Redazione
    Agnelli Tipiesse comunica che i tamponi di controllo eseguiti sul gruppo squadra a seguito della notifica di positività ricevuta sabato di alcuni componenti del team sono risultati tutti negativi.
    Gli atleti risultati positivi stanno bene e continuano l’ isolamento presso le loro abitazioni. La situazione verrà come da protocollo tenuta sotto attento controllo e monitorata per tutto l’arco della settimana.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

  • in

    Brescia, Cisolla e Tiberti: “Viviamo uno stile di vita responsabile”

    Foto Facebook Atlantide Pallavolo Brescia

    Di Redazione
    Una situazione difficile quella che lo sport e la pallavolo sta affrontando in questo momento. Regole rigide e protocolli da rispettare per garantire la sicurezza di atleti, staff e addetti ai lavori. Una situazione che sta “peggiorando” di settimana in settimana con l’ultimo weekend con una sola partita di Serie A2 Credem Banca giocata. I contagi continuano a salire e i rinvii dei match sono inevitabili. Per ora uno dei pochi team ad aver scampato il pericolo Covid-19 è stato il Gruppo Consoli Centrale del Latte Brescia, fermo però ai box per casi di positività nella squadra avversaria.
    A fare il punto della situazione e ad esprimere tutte le proprie preoccupazioni e perplessità sono due pilastri della formazione bresciana e della pallavolo italiana, il palleggiatore e capitano Simone Tiberti e lo schiacciatore Alberto Cisolla, intervistati dal Giornale di Brescia.
    Brescia è stata finora «un’isola felice» dello sport bresciano, uno dei pochi roster senza positivi fra i giocatori: «Non è casuale – spiega Tiberti -, ci siamo limitati fin da subito agli incontri essenziali, viviamo uno stile di vita responsabile. Credo sia una forma di rispetto per i tifosi, che hanno bisogno dello sport anche solo guardandolo da casa, sia per le altre società. In questa momento però non sono ottimista».
    Il palleggiatore spiega perché: «Temo che andremo verso un altro stop e sarebbe un disastro. Significherebbe ripartire con un’altra mini-preparazione nel 2021, dover ritrovare la condizione, cosa non facile, specie per i giocatori più datati. Senza contare poi le ripercussioni economiche per le società».
    Cisolla critica i protocolli: «La sfida con Mondovì poteva essere giocata. Esistono regole rigide da una parte e dall’altra raccomandazioni che non bastano. Serve più chiarezza, anche per non permettere alle squadre di decidere quando giocare o meno. Se anziché andare a Mondovì avessimo dovuto affrontare una trasferta in aereo sarebbe stato un danno enorme per noi. Serve anche maggiore puntualità sui tamponi, e forse si potrebbe alzare il numero di positivi per squadra (al momento la soglia è tre ndr) prima di poter chiedere il rinvio».
    Il «Ciso» spiega più nel dettaglio le sue sensazioni: «Parlo per la nostra realtà, ma credo di poter affermare che siamo un modello. Anche i più giovani della squadra hanno limitato i contatti i sociali e seguono le regole di condotta. Per portare a termine il torneo serve che tutte le realtà facciano cosi, visto che per molti versi è già una stagione falsata». LEGGI TUTTO