consigliato per te

  • in

    Dragan Travica: “Non ho pensato a lasciare Perugia nemmeno per un secondo”

    Di Roberto Zucca Chi lo conosce avrà modo, in questa intervista, di ritrovare nelle parole di Dragan Travica molto della sua persona. Soprattutto nella generosità dei giudizi, nella sincerità delle affermazioni e nella personalità ben delineata, sintomo di un percorso di maturità compiuto nel tempo. Che lo porterà a disputare, se vogliamo un po’ a sorpresa rispetto alle previsioni, la sua seconda stagione consecutiva con la maglia della Sir Safety Conad Perugia. Leviamoci subito il dente, Travica. Perché ha scelto di rimanere a Perugia? “Perché avevo un contratto. Le sembrerà banale come risposta, ma il mio percorso qui aveva un inizio e una durata definita tempo addietro ed era per me corretto che tutte le parti chiamate in causa rispettassero tale accordo. Nel confronto avuto con la società non ho criticato le scelte, ma il modo in cui sono state operate. Preso atto di questo, sono qui, con la mia solita voglia di fare“. Perugia, con Travica, ha un valore aggiunto diverso. È d’accordo? “Ha sicuramente una persona che ha un ruolo, che è ben consapevole di quel ruolo e che vuole continuare a vincere. La squadra ha una serie di elementi validissimi, ed è molto forte. Io volevo fortemente continuare a far parte di questa storia. Perugia mi piace molto, e quest’anno volevo continuare ad esserci, tanto che quando si sono presentate altre soluzioni non ho voluto nemmeno sedermi ad un tavolo di trattativa“. Foto: Michele Benda Con Giannelli vi siete sentiti? “Assolutamente sì. Pochi giorni dopo la chiusura del suo accordo ci siamo fatti una bella chiacchierata. Abbiamo condiviso un pezzetto di percorso in nazionale e ci siamo raccontati un po’. È un palleggiatore molto forte, esperto nel suo ruolo e dotato di una maturità tecnica non indifferente. A Perugia può solo far bene“. Mi dica come si lavora mentalmente alla consapevolezza di essere diventato il secondo. “Non ci ho pensato nemmeno un secondo quando ho saputo di Simone, perché sapevo di volere Perugia. Ho semplicemente maturato l’idea che il mio sarà il medesimo ruolo e che sono a disposizione nel momento in cui la squadra avrà necessità del mio apporto in campo“. Lei ha lavorato molto anche per lo spogliatoio in questi ultimi anni. “Perché credo che sia importante farlo. Il campo non è solo l’unico ambiente in cui si vive tutti assieme. Con Simone abbiamo parlato delle dinamiche di Perugia e io gli ho offerto tutto il mio supporto per presentargli ciò che io ho appreso di questa magnifica squadra”. Foto: BENDA L’atleta che l’ha colpita di più? “Solé. È un giocatore che avevo sempre vissuto da avversario e che mi ha molto stupito in positivo“. Il suo impegno extrapallavolistico continua con Spazio 21, il centro sportivo a cui ha dato vita a Padova. Quando parla di questa sua seconda avventura professionale cosa prova? “Orgoglio, anche perché c’è stato tanto lavoro dietro. Abbiamo aperto anche a Spinea da poco la seconda struttura e con Grigolon e Garghella stiamo pensando sempre più in grande. Spazio 21 non è solo uno spazio sportivo ma è uno spazio di espressione. Ad agosto sono state con noi 300 ragazze appartenenti al mondo LGBTQ+ ed è stata una bellissima esperienza perché c’è stato un bellissimo scambio, visto che lo sport in tal senso lo interpretiamo come un veicolo di libertà“. Tra i suoi amici a Padova c’è anche Alberto Polo. So che ha trascorso alcuni giorni a Spazio 21. “Un caro amico, a cui voglio molto bene. Abbiamo parlato tanto, ma in primis ho voluto che venisse da noi per staccare un po’ la testa. Il confronto c’è stato successivamente. Trovo che la vicenda che lo ha riguardato sia stata ingiusta sotto molti punti di vista e mi sono molto arrabbiato quando ho letto dei due anni di squalifica. Lui sa che potrà sempre contare su di me e spero davvero di poterlo vedere in campo il prima possibile, perché è un ragazzo di grande talento“. Concludiamo col Beach. Se Lupo e Nicolai approdassero a Spazio 21 con chi li vedrebbe bene giocare, ora che stanno cercando il compagno per Parigi 2024? “Mi fa una bella domanda. Provo a dare risposta su Nicolai, che è un giocatore molto moderno e tecnicamente davvero forte. Lo farei giocare con Viscovich, che è un ragazzo giovane ma già molto bravo che si allena in zona Padova. Secondo me potrebbero fare bene se giocassero in coppia“. LEGGI TUTTO

  • in

    Dick Kooy: “Tanta roba gli Europei! E l’azzurro è un capitolo aperto”

    Di Roberto Zucca Del gruppo azzurro che ha trionfato ai Campionati Europei, lui non faceva parte. Ma a Katowice, per la final four, Dick Kooy c’era per vedere trionfare la sua Italia. E lo schiacciatore di origini olandesi si dimostra sempre generoso nei confronti della nostra pallavolo: “Posso dire che è stato molto bello. O meglio, come si dice in Italia, è stata tanta roba! A parte aver visto la nazionale vincere contro la Slovenia e ottenere il primo posto in questa importante rassegna, è stato stupendo vivere la cornice allestita dalla Polonia per l’organizzazione del torneo“. Foto PGE Skra Belchatow Lei in Polonia resterà. È notizia ormai certa la sua firma allo Skra Belchatow. “Una proposta importante, che mi allontana dall’Italia ma mi proietta in un campionato molto interessante come quello polacco. Con Trento siamo arrivati ad un accordo e ho deciso di venire qui perché il progetto mi è piaciuto da subito“. Con lei c’è anche Atanasijevic. “Abbiamo Lomacz, Taylor Sander. Il progetto è ambizioso. Questa squadra vuole fare un bel campionato e io spero di poter contribuire alla buona riuscita del campionato. Dopo le prime settimane di preparazione, personalmente sono molto soddisfatto“. Foto Trabalza Lasciare l’Italia le è pesato? “Mi è dispiaciuto perché con mia moglie Giovanna sarà più complicato vedersi. Ma ormai siamo abituati alla distanza! Lei è una business woman, quindi dovremo incastrare gli impegni di entrambi. Questa è la nostra vita da tanti anni. Io poi sono stato già qui in Polonia e mi sono trovato bene. Lo ammetto, un pochino mi mancherà il cibo italiano (ride, n.d.r.)!“. Mi dica onestamente: andare via dall’Italia significa uscire da certi radar? “C’è questa convinzione, ma credo altrettanto onestamente che ci siano campionati e campionati. Posso dire di aver giocato anni in Russia, Polonia, Turchia, disputando campionati di un livello che non aveva niente da invidiare a quello italiano. Anche quest’anno le squadre con cui giocheremo contro qui in Polonia sono veramente ottime compagini. Le basta guardare i roster di Zaksa, Resovia o delle altre per capire che il livello è veramente alto“. Foto Ufficio Stampa Trentino Volley Se le dico la parola nazionale, per lei è un capitolo… continui lei la frase. “Ancora aperto. Ogni anno si riparte con un nuovo campionato e nuove scelte tecniche. Questo nuovo assetto mi piace, sono ragazzi giovani ed entusiasti e mi piacerebbe far parte di questo gruppo. Se ne parlerà più avanti. Io continuerò a lavorare per fare sì di indossare ancora quella maglia azzurra“. LEGGI TUTTO

  • in

    Il ritorno di Matteo Paris: “Un anno sperimentale, ma sarà un bel test”

    Di Roberto Zucca Il suo ritorno in Italia, in Serie A3 con la Omi-Fer Palmi, è stato salutato come un piacevole avvenimento. Anche perché Matteo Paris è rientrato, dopo alcuni anni all’estero, sostanzialmente per vincere: “Non potevo rifiutare la bella proposta che Palmi mi ha fatto per la prossima stagione. È stato un pochino duro lasciare la Grecia perché la mia compagna e mia figlia non potranno stare con me tutto l’anno per via delle attività che abbiamo sull’isola. Mi mancheranno molto, ma avevamo messo in conto che questi anni questo genere di sacrifici sarebbero potuti essere all’ordine del giorno“. Però è tornato in Italia. Immagino una scelta felice. “È il mio campionato, quello in cui sono cresciuto professionalmente e, nonostante mi sia trovato molto bene negli Emirati, sono molto felice di essere tornato. È un anno sperimentale, perché l’A3 è un campionato che non conosco, ma sarà un bel test perché mi hanno detto che è un torneo interessante sotto molti punti di vista“. Foto Instagram Matteo Paris Palmi è una squadra ambiziosa. Lei e Gitto i nomi di punta? “Non solo. La pallavolo non si fa con i nomi, ma costruendo delle squadre che in campo funzionino. Questa, dai primi giorni trascorsi assieme, mi è sembrata una squadra che può fare bene“. Le sfide più attese? “Aspetto di giocare con tutte le squadre campane perché sono delle belle compagini e perché conosco alcuni amici che giocano in alcune di queste. Mi ricorderanno i tempi della serie B, quando quelle zone le vivevo quasi tutte le domeniche e mi divertivo parecchio a giocare in certi palazzetti“. Foto Instagram Matteo Paris Lei sottolinea sempre l’importanza della gavetta. È cambiato qualcosa rispetto al passato? “Ci sono dei giovani interessanti, che sicuramente in palestra si fanno il mazzo per emergere. Forse nei miei periodi era più difficile ottenere qualcosa. Penso alla serie B, che era un campionato con gente veramente di livello con tanti giocatori di grande esperienza. Io credo di aver lavorato parecchio perché dal CSI, al misto, alle serie minori, ho giocato ovunque. E negli occhi di quei ragazzi e nei loro sogni mi ci ritrovo parecchio“. E quindi si merita di stare in serie A. Mi dica però se la Grecia potrebbe rientrare nei suoi radar. “Ci provo ogni anno, perché mi consentirebbe di stare vicino a casa. È un campionato che cerca di riprendersi ogni anno e di tornare ai livelli del passato. Spero ci siano più imprenditori onesti e coraggiosi che abbiano voglia nei prossimi anni di investire in questo sport in Grecia. Ora però la testa è qui a Palmi. Dobbiamo fare un bel campionato“. LEGGI TUTTO

  • in

    Manuel Alfieri tra Beach e indoor: “A Modica non sento la nostalgia della spiaggia!”

    Di Roberto Zucca Il gradino più alto del podio nella tappa di Palinuro: il ricordo più bello di un’estate bellissima, forse la sua migliore nel Beach Volley. Manuel Alfieri è quel bel nuovo che avanza nell’estate del Campionato Italiano Assoluto. Anche se l’estate non è l’unica stagione della sua vita di giocatore: “È stata un’annata magica. Giocata con Mauro (Sacripanti, n.d.r.) in maniera molto intensa, preparata alle 4 Vele a Pescara con mio padre Luigi come coach e conclusasi con un bronzo al Campionato Italiano Assoluto. Non era scontato, non avevamo messo in conto che potesse andare così bene e ne siamo stati davvero felici“. Mi ha colpito la foto delle lacrime di Sacripanti a Palinuro dopo l’oro. Mi racconti la sua, di emozione. “Un’emozione molto forte, mi creda. Diversa da quella di Mauro, semplicemente per il fatto che io avevo già pianto in semifinale, dopo la sfida vinta al terzo contro Andreatta-Abbiati. Poi non so spiegarle, ma è come se la finale l’abbia vissuta quasi da anestetizzato. Me l’ero disegnata in testa. E sono sceso in campo con la consapevolezza che la vittoria sarebbe potuta arrivare anche contro Carlo Bonifazi e Fabrizio Manni. È stata una partita bellissima, giocata contro due giocatori che stimiamo“. Foto Instagram Manuel Alfieri La sua amicizia e il suo rapporto con Mauro sono l’essenza della coppia? “Mauro è il compagno ideale per creare quell’alchimia tra due giocatori necessaria per fare bene in questo sport. È una persona con cui non ho bisogno di dire molto, perché ci capiamo anche senza parlare. Siamo capaci di pensare la stessa cosa in molte situazioni e di leggere ciò che farebbe l’altro in determinate circostanze. Poi c’è un’amicizia alla base. E la consapevolezza che ci sia ancora molto da scrivere come coppia in questo sport“. Quanta fatica si fa, ogni anno, a togliersi la canotta e ad infilare la maglia da giocatore? “Nel mio caso poca. Il Beach è uno sport che gioco con tutta la passione del mondo per tutta l’estate. Poi però quando è ora di iniziare la preparazione con la pallavolo non ho molte esitazioni a svestire i panni del beacher, anche perché mi piace molto ritrovarmi in un contesto di squadra più allargata“. Foto Facebook Normanna Aversa Academy Quest’anno però ha scelto l’aria del mare. Ha scelto l’Avimecc Modica. “E non posso essere più felice della scelta fatta. Non siamo troppo distanti dalla spiaggia, quindi in caso di nostalgia posso sempre rifugiarmi in mezzo alla sabbia! Scherzi a parte, sono molto contento e questi primi giorni mi hanno dato l’idea che ci sarà da faticare, ma anche da divertirsi parecchio“. La Sicilia della pallavolo negli ultimi anni ha iniziato a reinvestire in questo sport? “A Modica si respira un’aria molto piacevole. La gente ti ferma per strada perché segue la pallavolo e credo che avremo un bel seguito di tifosi che seguirà la squadra. Questo fa piacere. È un campionato fatto da ottime compagini, e da qualche sfida piuttosto interessante anche in terra siciliana“. La più attesa? “Sicuramente sarà bello giocare contro Palmi, perché ha allestito una squadra molto competitiva con molti ex della Superlega. Anche alle squadre campane sono curioso di trovarmi davanti. Poi ritroverò Mauro, nella gara contro Aversa. Insomma, ci aspetta un bell’anno“. LEGGI TUTTO

  • in

    Alberto Elia riparte da Ortona: “Ho riscoperto la voglia di giocare”

    Di Roberto Zucca Il suo nome è sempre collegato a qualche sorpresa, a qualche “mission”. Lo scorso anno, quando scelse di andare in A3 a Galatina, si pensava che la scelta fosse l’inizio di una discesa verso una seconda vita, più tranquilla, più quieta. Niente di più sbagliato: Alberto Elia ora risale in A2, in quella Moaconcept Impavida Ortona che in alcune annate è stata anche la regina del campionato. “Ortona è davvero una bella piazza. Ci sono arrivato perché noi pallavolisti sondiamo sempre il terreno prima di fare una scelta. Di Ortona mi hanno parlato come di una società un po’ vecchio stile, a conduzione familiare; una società onesta, fatta da chi davvero ama la pallavolo e fa stare bene i propri atleti“. L’anno scorso la scelta di scendere in A3 fu un po’ spiazzante. “Per me è stato un insieme di sensazioni. Avevo bisogno di ritrovare il piacere di giocare, che avevo un po’ perduto. Volevo una situazione che me lo permettesse e la società mi ha offerto tutto ciò di cui avevi bisogno. È stato un anno in cui ho riscoperto la voglia di giocare e nel quale ho avuto modo di arrivare ancora più convinto a riprendere un viaggio che poi, quest’anno, mi ha condotto ad Ortona“. Foto Lega Pallavolo Serie A Diciassette stagioni dopo, la voglia è sempre la stessa? “Anche di più. Quest’anno sarò per la prima volta il più anziano della squadra, ed è strano perché non avrò più la possibilità di nascondermi dietro i più senior! Scherzi a parte, le responsabilità che mi sono preso nell’aiutare anche i più giovani sono un grande stimolo per cercare di portare a compimento un buon ritorno in Serie A2“. A quali anni resta più legato? “Ce ne sono tanti, mi fa un domandone. Sicuramente gli anni di Monza, nei quali ho trascorso un bellissimo periodo sia in squadra che fuori dallo spogliatoio, mi rimangono davvero impressi. Sono uno che, e non lo dico per modestia, si è sempre portato a casa qualcosa da ciascuna stagione. Le amicizie costruite sul campo in primis“. Pochi sanno che lei giocò a Catania con Hugo e Facundo Conte, quest’ultimo tra le star delle ultime Olimpiadi di Tokyo. “Che ricordi! A Catania non fu subito amore con Hugo Conte. Ci siamo scontrati all’inizio, ed è servito ad entrambi per conoscersi. Al disaccordo è seguito un grande rispetto e una stima che, negli anni successivi, hanno fatto sì che, ovunque ci incontrassimo, Hugo non dimenticasse il buon rapporto che si era creato. Facundo era veramente giovane. Ma ricordo avesse già un grande talento“. È vero che la sera del bronzo ha ricevuto una telefonata dagli spogliatoi? “Sì, da Palacios. Con Ezequiel siamo diventati molto amici a Latina, e la sera in cui l’Argentina ha ottenuto il terzo posto mi ha subito chiamato e abbiamo festeggiato assieme. Ecco, quando le parlo della bellezza delle amicizie costruite sul campo mi riferisco ad episodi come questi“. Quello che si dice da sempre di lei è che fa bene allo spogliatoio. “Chi lo dice mi fa un’ottima pubblicità e mi fa piacere saperlo. Credo che tutto quello che si crea dentro il campo e soprattutto nello spogliatoio sia prezioso per un giocatore. Io ho sempre cercato di essere professionale, ma dentro lo spogliatoio capita di essere decisamente più sciolto e gioviale. Sono una persona estroversa. Il gruppo per me è giusto che si crei e che si coltivi nel corso della stagione. Una cena in più con i compagni di squadra è un’occasione per conoscersi e questo nel corso della vita professionale ti ritorna indietro positivamente“. LEGGI TUTTO

  • in

    Iacopo Botto ritrova Cuneo: “Torno dove tutto è iniziato”

    Di Roberto Zucca Il suo arrivo alla BAM Acqua S.Bernardo Cuneo è stato accolto da un mix di sorpresa ed entusiasmo. Iacopo Botto torna nel luogo in cui, poco più che maggiorenne, esordì nella massima serie, in una piazza sempre viva nella memoria di tutti gli appassionati di pallavolo: “Sono contento di ritornare qui perché da qui è iniziato tutto. Cuneo ha rappresentato l’inizio di un percorso che poi mi ha portato in altre piazze a cui sono legato. L’esordio in A è avvenuto in una squadra che ricordo molto bene“. Chi ricorda più di tutti? “Forse Giba e Wijsmans, due grandi campioni. Qualcuno diceva che avevo gli stessi gesti tecnici di Giba, e sicuramente per il personaggio che ha rappresentato è un bel complimento. Ricordo anche tutto il periodo delle giovanili, passate con Parusso, Parodi, Baranowicz. E ora sono qui per scrivere un’altra pagina della mia carriera“. Da lei si aspettano molto. Torna qui da capitano. “Sicuramente è una responsabilità che cercherò di onorare al meglio. La squadra mi piace, si respira una bella atmosfera e abbiamo tutti fame di fare bene quest’anno“. Foto Cuneo Volley A Cuneo per? “Giocare e vincere. Ho deciso di scendere di categoria perché ho chiesto fortemente di giocare. Gabriele Costamagna mi ha parlato di questo progetto e ho accettato subito quando me lo ha proposto. Nelle ultime stagioni ho sofferto un po’ il non poter entrare in campo quando serviva“. Cosa mancava a Piacenza? “Tante volte ero pronto, ma mi rendevo conto che non venivo mai opzionato per sostituire magari qualcuno che aveva un po’ di difficoltà in determinati incontri. Onestamente mi è spiaciuto. Col senno di poi ho la presunzione di pensare che avrei potuto giocarmela in tante gare lo scorso anno“. Tanti ottimi anni a Monza. Mi dica se è pentito di averla lasciata. “No, era un percorso che, dopo tanti belli anni trascorsi con persone che col tempo sono diventate amiche, era da considerarsi concluso. Avevo bisogno di stimoli nuovi e di fare delle esperienze diverse“. Foto Instagram Iacopo Botto Si parlò di lei per Perugia. “Quell’anno non mi lasciarono andare. È un rimpianto, perché avrei potuto giocare in una società così prestigiosa e così vincente. Mi sarebbe piaciuto. Ora però voglio guardare avanti, e qui a Cuneo vorrei davvero vincere“. Le manca? “Non sono uno che ha vinto così tanto in carriera, quindi non mi dispiacerebbe giocare questi anni per cercare di ottenere qualcosa di soddisfacente dalla pallavolo. Per il resto sono contento. Le soddisfazioni sono arrivate anche da altro“. La sua famiglia, Martina. Il suo mondo si è riempito di molte cose. “La mia famiglia mi è sempre stata accanto e ho cercato dagli scorsi anni di poter stare in ogni momento libero a casa. Martina, poi, sulla felicità ha sicuramente inciso e quest’anno mi spiace essere un pochino lontano da lei. Rimedieremo incontrandoci a La Spezia, dove abbiamo casa e dove mi piacerebbe vivere in futuro. Sassuolo e Cuneo sono esattamente a metà strada da lì…“. LEGGI TUTTO

  • in

    Jacopo Larizza riparte da Bergamo: “Adesso voglio giocarmela fino in fondo”

    Di Roberto Zucca Il suo arrivederci a Civitanova è figlio di una volontà di avviare un percorso di maturazione professionale che nel campo e nell’esperienza vede la sua massima espressione. Jacopo Larizza ha chiesto proprio questo all’Agnelli Tipiesse Bergamo, l’ambiziosa formazione di Serie A2 che ha deciso di avvalersi delle prestazioni del centrale marchigiano: “I presupposti per fare una buona stagione ci sono tutti. Bergamo è una bellissima società, nella quale già da questi primi giorni ho percepito una grande professionalità e un forte entusiasmo per il campionato che ci accingiamo a disputare“. Lo scorso anno Bergamo ha vinto tanto. Quest’anno? “Troppo presto per sbilanciarsi, ma una società così ambiziosa ha puntato su nomi come Padura Diaz come opposto e Finoli al palleggio solo per fare un esempio. È inoltre una squadra che lo scorso ha ottenuto la Coppa Italia e la Supercoppa. Quindi proveremo sicuramente a fare ancora meglio“. Foto Ufficio Stampa Cucine Lube Civitanova Lei arriva a Bergamo da campione d’Italia. “Lo scudetto cucito sulla maglia di Civitanova è una bella responsabilità, ma sogno di poter arrivare a un traguardo del genere giocandomelo in campo. È per questo che ho scelto Bergamo, perché voglio iniziare a fare il mio percorso in campo e giocarmela fino in fondo“. Le mancherà più Civitanova o casa? “Civitanova era praticamente a pochi passi da casa. Ed è stata casa per tanti anni, perché pallavolisticamente sono nato alla Lube. Ma sono davvero felice di essere qui, anche perché ho lasciato la società con un arrivederci e con la promessa di portare il buon nome della Lube nel mio gioco e nella mia persona. Poi certo, casa mi mancherà molto“. Foto Ufficio Stampa Cucine Lube Civitanova È stato un anno molto particolare per lei. Come si sente? “Ho trascorso l’estate a casa perché sapevo di dover mancare per molti mesi. Tornerò quando posso, ma la scomparsa di papà a marzo ha portato con sé delle responsabilità da assumersi e alcune cose da sistemare. In più volevo stare vicino alla mia famiglia e godermi gli amici. Era giusto così. Ora sono pronto per un nuovo inizio“. LEGGI TUTTO

  • in

    Leonardo Puliti torna in Serie A: “La pallavolo non è mai uscita dalla mia vita”

    Di Roberto Zucca “Non so cosa farò il prossimo anno“. Era il 2016 e Leonardo Puliti aveva giocato una stagione non proprio esaltante dal punto di vista dei risultati. Capita, nella vita di tanti atleti, di non girare per una stagione o di affidare al fato la propria carriera in attesa di una telefonata, che, nel suo caso, è arrivata qualche anno dopo. Non si fa tanto caso ad una dichiarazione del genere a fine campionato, ma per risentire la sua voce e per capire cosa ne è stato di quell’eccellente schiacciatore che tanto aveva lasciato il segno qualche anno prima a Monza, ho atteso ben cinque anni: “Vuole sapere cosa è successo? Sono tornato a casa, a Terni, avevo bisogno di dedicarmi ad altro che non fosse la pallavolo di alto livello. Mi sono messo in testa anni fa di completare gli studi in giurisprudenza e ho utilizzato il tempo che avevo per lo studio. Tra qualche settimana avrò 30 anni, ho una laurea in tasca e il progetto di frequentare un Master a Milano. Oltre all’obiettivo di giocare una bella stagione in Serie A“. Torniamo al 2016, Leonardo. Cosa non è andato? “Diciamo che non è tanto quello che è andato, ma una questione di scelte, di priorità. Ho scelto di darla allo studio. Ma la pallavolo non è mai uscita dalla mia vita perché non sarei mai stato in grado di rinunciare ad essa. Ho giocato a Terni, a San Giustino, in serie B, e sono state delle stagioni stupende, che mi porterò sempre nel cuore“. Foto Pallavolo San Giustino Ha sempre avuto una famiglia molto presente. Sono stati loro a guidarla nella scelta? “Sono stati a loro a non giudicarla e a riaprirmi la porta di casa. Mi hanno lasciato libero, dandomi il tempo per completare gli studi e seguendomi sempre durante le partite in serie B. Papà ora sarà contento di poter tornare allo stadio a vedere la Juve di sabato e poi la domenica venire a vedere la partita a Garlasco!“ Posso chiederle cosa le hanno dato quegli anni? “Una laurea, un sacco di amici a cui voglio molto bene. E la gioia pallavolistica di giocare in un ambiente che mi piaceva. Mi sono sentito utile alla squadra e responsabile tante volte della buona riuscita di una gara. Sono state stagioni emozionalmente forti dal punto di vista dei risultati. Quest’anno ho lasciato per andare a Garlasco“. Ritorna in Serie A. Dopo cinque stagioni. Paura? “No, intanto tengo molto a raccontare che il contatto è avvenuto grazie a Claudio Bonati del Vero Volley, che saputa la mia esigenza di trovare squadra al nord ha subito diffuso la voce. Marco Fumagalli, con cui per anni ho lavorato a Monza, mi ha chiesto assieme a Mario Motta, che è stato mio allenatore in Svizzera, di giocare a Garlasco“. Foto Lega Pallavolo Serie A Squadra neopromossa in A3. Con quale obiettivo? “Siamo una squadra giovane e ci daremo da fare per poter dire la nostra in questo campionato. Per me è un’esperienza totalmente nuova in un campionato in cui non ho mai giocato. Ma sono molto carico per questo nuovo impegno“. Oltre al campionato, è vero che si specializzerà nell’ambito del management sportivo? “Farò un master alla Business School del Sole 24 ore in Sport Business and Management. Il progetto è quello di aprire un’agenzia che tuteli gli atleti nel loro percorso di vita sportivo. Ho avuto modo di studiare legge e con una specializzazione nel mondo dello sport penso potrei essere utile alla causa“. Foto Pallavolo San Giustino Cosa le è mancato di più dei suoi anni passati? “L’adrenalina delle partite che giocavo in A. Oltre a questo tanti amici che ho trovato sul campo. A Monza stavo veramente bene. Ricordo gli anni assieme a Iacopo Botto, Thomas Beretta, Alberto Elia, Simone Tiberti. Anni belli dal punto di vista dei risultati, anni divertenti dal punto di vista della squadra che avevamo formato. Abbiamo ancora una chat in cui scriviamo praticamente ogni giorno“. A Garlasco tornerà schiacciatore dopo anni da opposto. “Dovrò scordarmi i punti che mettevo a segno in B! Ma sono nato schiacciatore, sarà bello tornare al primo ruolo“. LEGGI TUTTO