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    Matteo Bortolozzo, emozioni da MVP: “La Coppa Italia, un momento stupendo”

    Di Roberto Zucca Le storie come quella di Matteo Bortolozzo sono ciò che più si spera di ottenere da un momento vincente come la conquista di una Coppa Italia, per ragioni che la nostra penna scava, più che scrivere, all’interno della vicenda personale del giocatore. Sabato 5 marzo Matteo ha conquistato la prima Del Monte Coppa Italia di Serie A3 insieme alla Tinet Prata, dopo aver avuto la meglio sull’attuale capolista Grottazzolina. Non solo, ma da quella partita il centrale è uscito con il premio per il miglior giocatore: “Non sono ancora capace, dopo giorni, di pensare a quei momenti senza emozionarmi. È stato un momento stupendo, che ho condiviso con un gruppo di ragazzi speciali, che assieme a me hanno cercato, voluto e lottato per conquistare quel titolo“. Foto Lega Pallavolo Serie A Festeggiato con i “passerotti”, i tifosi di Prata. “A Bologna erano 350. È una città che ti vuole bene, che si muove per te, che ti segue, che ti fa sentire importante ogni gara. Era un dovere per noi cercare di fare del nostro meglio per regalare quel trofeo ad una tifoseria così. E a una società come Prata“. Che ha creduto in lei. “Decisamente. Da due anni crede in me, ma soprattutto quest’anno ho sentito la loro volontà forte, decisa, di avermi ancora dentro questo progetto. È stato importante, e mi ha dato la spinta per decidere di continuare a credere in questo sogno“. Foto Lega Pallavolo Serie A Mi dica chi non ha creduto in lei, invece. “Non ho mai parlato di una vicenda che mi ha toccato diversi anni fa e lo dico a lei per la prima volta. Durante il mio secondo anno in A2, a Città di Castello, a metà stagione sono stato ceduto ad Isernia. Non c’era più fiducia in me, nel mio lavoro. È stato un salto nel vuoto terribile, perché per la prima volta non avevo più la fiducia di una società. Mi sono rimboccato le maniche, ho finito la stagione lì e poi sono ripartito da Sant’Antioco, dalla Sardegna in B“. Sardegna “refugio peccatorum”? “Sardegna è famiglia. Un periodo bellissimo, con una società che mi ha aiutato a ricominciare, e col tempo, a ritrovare le mie certezze. Con quelle certezze ho risalito la china, e sono arrivato fino alla Superlega, a Ravenna“. Foto Lega Pallavolo Serie A Molti di quei compagni di squadra, parlo di Lavia e Cavuto, le hanno regalato parole molto belle dopo la conquista della Coppa. “Il bene e l’affetto che nutrono per me è ampiamente ricambiato. Hanno fatto parte di un bellissimo anno, che è quello trascorso a Ravenna, e vederli adesso vestire quella maglia di Trento, e mietere uno dopo l’altro tanti successi, mi riempie di grande orgoglio“. E ora? In A3 si ha più paura di sedersi dopo un trofeo o si fa più paura a chi adesso vi ritrova in cima? “Torno in palestra con la volontà di guardare negli occhi quei ragazzi e di chiedere di proseguire, per fare sì che i nostri momenti magici non si fermino solo alla Coppa Italia. È un periodo di entusiasmo, in cui bisogna tenere la barra dritta e non mollare“. Ph.-Franco-Moret Mi dica, quando si gira verso la panchina, cosa prova a trovare Dante Bonifante e Samuele Papi come allenatori. “Eh, provo a spiegarglielo. Dante è un allenatore davvero in gamba, e lo è stato anche come giocatore. È una persona che ha vinto tanto e che ogni giorno cerca di trasmetterti qualcosa con l’umiltà che lo contraddistingue. Prima della finale ci ha aiutato a rilassarci e ad entrare in campo con la consapevolezza di ciò che era il nostro obiettivo. Non dimentichiamo che lui ha vissuto prima di noi certi momenti. Papi è Papi, è stato mio compagno alla Sisley Treviso quando ho militato lì nelle giovanili e in prima squadra. La sua eccezionalità è nel saper stare un passo indietro. È lì per te, ma non te la fa mai pesare. È un bel sodalizio“. Vada come vada, chiude un biennio importante. Nel 2022 la Coppa, nel 2021 ha conseguito la laurea. “In Scienze motorie. Cerco di destreggiarmi tra l’impegno della pallavolo e l’impegno del lavoro in una palestra che ho messo su con il mio socio Mauro. Non è semplice, anche perché in A3 ci si allena esattamente come nelle categorie superiori. Su questo ringrazio sempre la società che ha un’attenzione anche verso la nostra vita extrapallavolistica“. LEGGI TUTTO

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    Fabio Balaso tra la Lube e il matrimonio: “Il 30 luglio sposerò Sara”

    Di Roberto Zucca Il libero azzurro Fabio Balaso rappresenta oggi il prototipo del giocatore a cavallo tra il perfezionismo e la totale assenza di edonismo. Sempre un passo indietro rispetto ai riflettori, sempre pronto a minimizzare ciò che ha ottenuto come atleta e pallavolista di successo, Fabio è oggi l’uomo simbolo della nuova Cucine Lube Civitanova che ha deciso di blindarlo con un contratto non per una, ma per ben cinque future stagioni: “Sono molto felice per la proposta della Lube. È una società molto seria, che vuol bene agli atleti, molto professionale. Insomma, non potevo fare una scelta migliore“. Foto Lega Pallavolo Serie A Civitanova per lei è casa? “Quando penso a qualcosa che mi fa sentire in un luogo bello, protetto, sì. Sono nato pallavolisticamente a Padova, che è stata la mia casa per moltissimi anni. Poi è arrivata la proposta della Lube e in questi primi quattro anni ho deciso di acquistare una casa in cui vivere con Sara, la mia compagna. Se dovessi pensare a un progetto di vita più lungo, le direi che non mi dispiacerebbe restare qui“. Con Sara quest’anno coronerà il sogno delle nozze. “Ebbene sì, dopo nove anni, abbiamo deciso di fare questo grande passo. Ci sposeremo a Padova il 30 luglio, una cerimonia a cavallo tra la fine della stagione e la nuova stagione da programmare“. Foto Scatti Speciali/Instagram Fabio Balaso Testimone di nozze? “Mio fratello. È una persona che è stata sempre al mio fianco, e a cui voglio davvero un gran bene. Era naturale che fosse lui la persona da avere accanto a me e Sara quel giorno“. La pallavolo è sempre sullo sfondo. Riesce mai a staccare? “Capita raramente, ma ogni tanto ne ho bisogno anche io. Sono una persona abituata a portare avanti ogni impegno con il massimo del sacrificio ed è difficile per me non pensare alla mia vita in campo, visto quanto impegno richiede sette giorni su sette. Qualche momento libero riesco a ritagliarmelo, ma sono felice con poco. Basta un giorno libero, da passare con le persone care, e mi ricarico totalmente“. Difficile digerire la tabella di marcia dei prossimi mesi. “Beh, non è facile, ma è nostro dovere inseguire ogni traguardo e giocare al 100% ogni singolo incontro. È un anno molto particolare, lo è per tutti, ma siamo la Lube, e siamo chiamato a garantire il massimo per questa maglia“. Molte sfide, altrettante pressioni. “Proveremo a farcela. Sicuramente il campionato che inizia con i play off azzera ciò che è stato tutto il resto dell’anno. Poi, una volta terminato il tutto, per me inizierà la seconda stagione in azzurro“. Viaggio di nozze? “(ride, n.d.r.) Per ora abbiamo fissato solo la data delle nozze. Al viaggio non abbiamo ancora pensato, ma per ora ci saranno gli impegni pallavolistici. Poi, quando sarà il momento di uno stacco, ci penseremo. Magari prenderò davvero una settimana per andare al mare e rilassarmi un po’ con Sara“. LEGGI TUTTO

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    Giuseppe La Rosa: “Giocare sulla neve, una novità piacevole e divertente”

    Di Roberto Zucca Era una domenica di febbraio quella in cui, sulle nevi alle pendici dell’Etna, è andato in scena il primo torneo della storia dello Snow Volley siciliano. Una bellissima occasione non solo per vedere 18 fortunati atleti cimentarsi con la palla e la neve in una location mozzafiato, ma per dare a tutti il forte messaggio che lo Snow Volley è una disciplina che tutti possono svolgere e soprattutto che la pallavolo arriva in qualsiasi luogo e a qualsiasi temperatura. A vincerlo – con i compagni di squadra Andrea Di Salvo e Riccardo Garofalo – è stato un veterano del volley italiano, nonché protagonista del movimento siciliano, come Giuseppe La Rosa: “Il torneo si è svolto sull’Etna, a 1800 metri, precisamente a Piano Provenzana. Immaginate una location stupenda, con il vulcano sullo sfondo, una giornata di sole e quasi venti gradi di temperatura. Il tutto con un panorama mozzafiato. Si è svolto in un’unica giornata e ha visto la partecipazione di sei squadre per la parte professionisti, più un torneo amatoriale che si svolgeva in parallelo nei campi adiacenti“. Foto Federazione Italiana Pallavolo Prima volta sulla neve? “Sì. Non avevamo mai giocato sulla neve, quindi è stata una piacevole novità per tutte le squadre. Anche perché lo stavamo facendo in Sicilia, un luogo in cui è la spiaggia il posto scelto per questo genere di discipline. Comunque una volta che ognuno di noi ha preso confidenza con la neve ci siamo divertiti moltissimo“. Foto Federazione Italiana Pallavolo E avete vinto. “Bella soddisfazione. Era una formula 3×3, in cui la parte relativa alla difesa è stata tanta. La nostra squadra era composta da me, Riccardo Garofalo e Andrea Di Salvo che gioca con noi in indoor. In finale abbiamo avuto la meglio su una squadra che fa capo al Masterball di Catania, una bella scuola di beach, composta da Federico e Giuliano Andronico e Simone Lombardo“. Foto Federazione Italiana Pallavolo Catania e Palermo nuove capitali del beach volley in Sicilia? “Parlo per noi come Beach Volley Gala a Palermo, e non posso che dirmi soddisfatto, perché non immaginavamo di avere tutto questo seguito. In inverno per ora abbiamo circa 25 corsisti, tra amatori, semi pro, e mini beach. In Sicilia non pensavo di poter allenare appassionati con otto gradi di temperatura e sotto la pioggia, ma ho dovuto ricredermi e sono davvero orgoglioso dei risultati raggiunti“. Il Gala è una realtà messa in piedi da lei e..? “Riccardo Garofalo. Ci alterniamo, ma è stato un progetto fortemente voluto da entrambi. Ci aspettiamo inoltre che dopo la fine di tutti i tornei invernali di volley e con l’arrivo dell’estate i numeri crescano in parallelo. Ovviamente puntiamo a fare una grande estate, con eventi, tornei. Vorremo portare più atleti possibili nei vari tornei regionali e nazionali. Per ora è work in progress!“ Lei, oltre al beach, è anche un atleta del Mam Provenzano di Partinico. “Una società che tra i suoi esordienti ha avuto il grande Roberto Russo. Si, gioco e alleno anche qui con Riccardo e Franco Lunetto, che è un presidente con una grande passione per la pallavolo. È una stagione in divenire, nella quale dobbiamo lottare per trovare più continuità in trasferta, ma soprattutto dobbiamo centrare l’obiettivo salvezza. Sono fiducioso. Ce la faremo. Il nostro motto è ‘A qualunque costo’“. LEGGI TUTTO

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    Tommaso Fabi: “Ribaltare la classifica? Un miracolo, ma ci proviamo”

    Di Roberto Zucca Tommaso Fabi è molte cose. È un concentrato di energia, che mette su ogni pallone, ma è anche un vulcano di vita e di idee. Che mette nero su bianco in un colloquio in cui il centrale spazia e plana su diversi cieli: la sua voglia di vincere con la maglia della Sieco Service Ortona, la sua futura carriera di designer e il suo essere un divoratore di consigli ed esperienze. Che quest’anno arrivano da un suo pari ruolo, Alberto Elia: “Mi fa piacere parlare di lui perché è una persona che si dimostra felice del mio rendimento e non si risparmia mai un consiglio, un suggerimento, una parola in più. Ecco, di persone come Alberto mi piace circondarmi, perché sono persone che ancora mi fanno riflettere, che hanno da insegnarmi molto“. Un giocatore navigato, di esperienza. È così che vorrebbe diventare? “Vorrei arrivare dove è arrivato lui, vorrei giocare in Superlega, vorrei avere sempre di fianco degli allenatori che mi fanno venire fame di miglioramento, di conoscenza, di vittorie. Ma vorrei anche vincere qui, ad Ortona, che è un posto che mi evoca sempre il contesto familiare. Un contesto di fiducia, di affetto, di lealtà“. Foto Lega Pallavolo Serie A Ortona non è partita col piede giusto. Ma il girone di ritorno sembra un’altra storia. “Abbiamo vinto 5 partite su 6, segno che la scossa tanto sperata c’è stata. Siamo partiti un po’ così, forse nessuno di noi si aspettava di incontrare tanta difficoltà nel riuscire a raccogliere punti. Sicuramente sapevamo di essere una squadra che avrebbe dovuto lottare ogni domenica“. Quindi l’obiettivo è ribaltare la classifica? “Forse non riusciremo in questo miracolo, ma sicuramente voglio e vogliamo vincere molto. Lo dobbiamo a questa società e io credo che unendo gli intenti e giocando la pallavolo che abbiamo visto nelle ultime gare, ci si possa riuscire“. Lei è uno che gioca una pallavolo passionale. “Per me la pallavolo è libertà, è impegno, significa sognare in grande. Sono uno di quelli che, se sbaglia un allenamento, la vive ancora come una sconfitta. Quindi è meglio starmi alla larga (ride, n.d.r.). La pallavolo è la mia vita, è vero, e come tale ad essa associo ogni tipo di emozione“. Foto Lega Pallavolo Serie A Oltre la pallavolo, ci sono i suoi studi. Si laurea in design. “Ho respirato l’aria di una famiglia che è sempre stata dentro la moda, dentro l’economia marchigiana fatta di abbigliamento e calzaturifici. Credo che questo mi abbia influenzato anche se poi lo sport ha preso il sopravvento in questa parte della mia vita“. Il futuro dopo la pallavolo cosa è? “Un insieme di cose, che sto cercando di mettere in ordine. Ho maturato una serie di competenze e sto cercando di capire come incanalare le energie e le aspirazioni per il dopo. Ci sono tante cose che mi piacerebbe fare, e tante realtà in cui mi vedrei bene. Mi prendo ancora del tempo per scegliere la strada giusta“. LEGGI TUTTO

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    Alessandro Preti prende per mano Cuneo: “Non molliamo la presa”

    Di Roberto Zucca La stagione di Alessandro Preti e della Banca Alpi Marittime Acqua S. Bernardo Cuneo è sicuramente indicativa di una strada che in qualche modo ha rilanciato la squadra piemontese nell’Olimpo della pallavolo che conta, un po’ quello di cui la storica cittadina si è nutrita negli anni addietro. Con il sogno di ritrovare Cuneo in Superlega, Preti prende le giuste distanze ma non disdegnerebbe di proseguire la sua avventura in questa casa della pallavolo italiana: “Mi piacerebbe molto, non solo perché anche dal mio contributo nascerebbe una promozione in Superlega, ma anche perché se la società volesse io mi metterei a disposizione per un futuro campionato nella massima serie. Bisogna lavorare, dobbiamo avere continuità, non dobbiamo soprattutto mollare la presa anche in questo girone di ritorno. Ma il bilancio sin da ora è positivo”. (Foto: Instagram Alessandro Preti) Se dovesse invece scegliere qualcuno che si meriterebbe come voi la promozione? “Se dovessi scegliere un giocatore, sarei curioso di vedere Finoli in Superlega, ottimo avversario. Anche i giovani della Conad, tipo Held o Cominetti. Sono i primi nomi che mi vengono in mente non dovendo risponderle che vorrei vedere Cuneo in quelle vesti!” La Coppa Italia se l’è aggiudicata Reggio Emilia. Cosa rimane? “Rimane un caleidoscopio di emozioni. La delusione resta, ma la consapevolezza di essere stati protagonisti di una grande finale c’è”. Tra qualche settimana completerà i suoi studi in Giurisprudenza? “Si, voglio essere scaramantico e dirle che sono ancora in fase di completamento, ma ormai gli esami sono finiti e la tesi è alle battute finali”. (Foto: Instagram Alessandro Preti) Soddisfazione personale o in qualche modo si vede spinto verso la carriera nell’avvocatura? “Sicuramente soddisfazione personale. Gli studi sono stati una mia scelta e mi hanno interessato parecchio. Ho cercato di incastrarli con la carriera e di studiare in ogni ritaglio di tempo possibile. Nel futuro non mi vedo concretamente immerso nella professione di avvocato, ma sicuramente penso di aver maturato una solida base per ciò di cui mi vorrò occupare in futuro”. La pallavolo ad alti livelli, una laurea importante. Anche la vita privata so che va molto bene. “È un anno importante, è in generale un periodo importante della mia vita. Al di fuori del campo è vero, è arrivata Carola, con cui sto insieme da più di un anno, e che in questo senso mi ha dato una mano a trovare maggior equilibrio, oltre ad aver trovato qualcuno con cui condividere la mia quotidianità fatta di pallavolo e del resto”. Sarà difficile fare delle scelte in futuro, rispetto a tutto ciò che ha conquistato? “Avrò sicuramente un bagaglio più importante alle spalle. Ma vorrei continuare a puntare sulla pallavolo, magari riconquistare degli spazi e dei traguardi e giocare così determinato fino alla fine della carriera”. (Foto: Instagram Alessandro Preti) Quella determinazione, quella bussola sempre ben posizionata la deve a mamma Claudia e a papà Marco? “Sicuramente mi hanno permesso di fare un percorso in una fase precoce della mia vita. Dalla terza superiore in poi la mia vita ha ruotato attorno alla sveglia alle 7, alla scuola, il riposo e gli allenamenti fino all’orario di cena. Poco spazio per altro ma è una vita che ho scelto con determinazione e che se tornassi indietro, risceglierei all’infinito. Mamma e papà di questo sono stati sempre i primi ad essere felici, ed io ho cercato di ripagarli nel tempo cercando di trascorrere il mio tempo libero con loro e cercando di esserci come figlio. Questo forse mi ha dato modo di non perdere la testa quando sono arrivate delle conquiste importanti”. LEGGI TUTTO

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    Mauro Sacripanti: “Ho capito subito che Aversa poteva fare bene”

    Di Redazione Per tutti quelli che negli anni 2000 affollavano le tribune del Pala Tiziano di Roma, nonna Silvana Sacripanti era una certezza. Un po’ tifosa, un po’ osservatrice, un po’ dispensatrice di sorrisi, e soprattutto amata mamma di Vittorio, dirigente che ha attraversato la storia del volley italiano, e adorata nonna di Mauro, attuale schiacciatore della Wow Green House Aversa. Che con emozione e col suo stile, educato e silenzioso l’ha ricordata qualche giorno fa in un post di Instagram: “Nonna non mancava mai in tribuna. Ho postato una foto di un Natale in cui lei è venuta a vedermi a Civita Castellana e per l’occasione ho sfoggiato anche un cappello da Babbo Natale. Una tifosa, una sostenitrice, una presenza che porto dentro sempre“. Foto Instagram Mauro Sacripanti Quanto c’è di nonna Silvana nel carattere di Mauro oggi? “Direi molto. Nei modi, nel carattere. Io sono uno molto determinato, so dove voglio arrivare, so cosa voglio dalla vita. Sono uno che pensa e ripensa a come affinare il tutto per renderlo migliore la volta successiva. Sono un metodico“. Quasi laureato magistrale in Management dello Sport. Poi verso cosa è orientata la sua vita? “All’università tengo molto, ho quasi concluso gli esami della magistrale e cerco sempre di tenere il passo. Sicuramente il far parte di un polo universitario che ospita molti sportivi mi agevola, nel senso che non c’è bisogno di spiegare un’assenza data dalla distanza o dagli impegni che questa carriera porta con sé“. Gli impegni ad Aversa, in testa alla classifica della A3. “Lei è sorpreso? Io, le devo dire la verità, non più di tanto. Ho capito subito che potevamo fare bene. È una squadra di tante anime, di esperienza, ma anche di quella gioventù che ha voglia di emergere. Ci sono atleti, che come nel mio caso, sono stati un investimento e una scommessa. Ed io ho cercato di ripagare la fiducia con il massimo dell’impegno“. Foto Lega Pallavolo Serie A Sacripanti non è una scommessa. È una certezza di questo campionato. “La ringrazio per questa considerazione, ma c’è ancora molto da lavorare. La società ci ha chiesto chiaramente ad inizio stagione di fare bene. Mi dispiace solo di non aver proseguito con il percorso della Coppa Italia. L’eliminazione a tavolino l’ho trovata ingiusta. I tempi per giocare si potevano trovare, così come si sono trovati per recuperare le gare di campionato“. Nei giorni successivi ha detto di avere il fuoco che bruciava dentro. “Sì, ci ho sofferto, ero dispiaciuto. Non solo per l’ingiustizia, ma perché io ad ogni piccolo traguardo tengo molto per me e per i compagni di squadra. Sono uno testardo, convinto che potevamo e dovevamo esserci. Avremo avuto anche la semifinale da giocare in casa. E in quelle competizioni da dentro o fuori, sono ancora convinto che il fattore casalingo sia un fattore determinante“. Non a caso per quell’occasione ha scelto una foto di lei in spiaggia. “Penso spesso al mare. Al 4 Vele, a Manuel e al Beach Volley. Mi rifugio in quei ricordi, mi fa bene ed è una passione che brucia, anche quella“. Con Manuel Alfieri è nata una coppia molto affiatata. “Cercheremo anche la prossima estate di fare meglio della scorsa. Manuel è come un fratello. Ci siamo ritrovati avversari in campo quest’anno ed è stato strano, se vogliamo, perché siamo stati compagni di squadra fino allo scorso anno anche nel volley. Stiamo pianificando l’estate, e questo è sempre molto entusiasmante“. Finiamo col volley. Aversa conquista la A2. Sacripanti parte verso altri lidi o resta? “Domandona. Riparliamone a fine stagione, e prima arriviamo al traguardo“. LEGGI TUTTO

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    Alberto Pol, rivelazione della A2: “Non potevo fare scelta migliore di Porto Viro”

    Di Roberto Zucca La Delta Group Porto Viro ha salutato l’arrivo di Alberto Pol come un lieto evento durante il mercato di inizio stagione. E lo ha fatto pensando che, all’interno di un mazzo di carte più blasonate come quelle di Vedovotto o Fabroni, con Alberto l’investimento in termini di talento sarebbe stato proficuo. Mai profezia fu più azzeccata. Oggi lo schiacciatore classe 2001 è una delle novità più interessanti della A2: “Faccio sempre fatica ad immagazzinare gli attestati di stima, ma sono contento, perché è vero il fatto che non potevo fare scelta più azzeccata nello scegliere Porto Viro. È una bellissima realtà, e mi trovo molto bene sia a livello di spogliatoio che a livello societario“. Un anno da dentro o fuori per lei? “È un anno sicuramente di grande investimento sul futuro, un anno in cui mi sono affacciato sulla A2 per la prima volta e in cui mi interfaccio con un campionato interessante. È il primo anno anche per Porto Viro e fino ad ora siamo soddisfatti del rendimento. La seconda parte del campionato sarà interessante e noi dovremo mantenere la lucidità in tutte le gare e giocare con l’entusiasmo che ha contraddistinto la prima parte“. Foto Lega Pallavolo Serie A La sua carriera parte da Treviso. Che aria ha respirato? Quella del tempio del volley? “Sono arrivato alla pallavolo della Ghirada subito dopo l’uscita della Sisley dal grande volley. Ma l’aria era sempre quella di una grande società che ha fatto la nostra pallavolo. I simboli erano sempre presenti, si sentiva che la Ghirada e il palazzetto di Treviso avevano vissuto degli anni di grande gloria. E molte persone di quelle che facevano parte della storica società le ho trovate ancora lì“. Poi il passaggio a Trento. Gli anni di A3 servono per sviluppare la tempra? “Sono stati anni importanti per la mia formazione. A Trento ho fatto la A3 con persone come Magalini, Michieletto, e tutti i miei compagni di ruolo e mi sono serviti molto per crescere. Io ero tra quelli più giovani e mi sono impegnato per emergere. Poi in parallelo ho avuto la possibilità di vestire la maglia della prima squadra. Ed è stato importante ed emozionante condividere in campo con atleti come quelli della Itas“. Foto Lega Pallavolo Serie A Del suo privato si sa poco. Tutto casa e pallavolo? “(ride, n.d.r.) In realtà non condivido molto perché ho una dimensione privata che reputo giusto tenere per me. Faccio fatica a condividere anche le serate tra amici, magari bastano le foto del volley. Attualmente sono concentrato sulla pallavolo. È vero, sono uno che alterna la casa all’allenamento, perché penso che questi siano anni fondamentali da investire più in palestra che fuori dal campo“. La nazionale. Continui lei… “Ne ho fatto parte, poi quest’anno ho partecipato al collegiale ma non sono stato tra le scelte finali. Il rammarico c’è stato, non lo nego. Ma non sono uno che si piange troppo addosso. Ho ripreso a lavorare in palestra, con Porto Viro e ho messo le energie non tanto nel curare il dispiacere quanto a fare sì che potesse essere una stagione importante per me. La nazionale non deve essere un’ossessione, almeno non per me. Vorrei farne parte come vorrei tanto altro dalla mia carriera. Mi prendo il tempo giusto per ottenere tutto“. LEGGI TUTTO

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    Federico Rossatti, umiltà al potere: “Non sono Giannelli, ma la mia carriera l’ho fatta…”

    Di Roberto Zucca È il simbolo di una Serie A3 giocata con entusiasmo e senza troppi pensieri, per il gusto piacevole e vivido di realizzarsi attraverso la pallavolo. Lo schiacciatore Federico Rossatti racconta così la sua avventura con la Maury’s Com Cavi Tuscania, a cui è approdato ormai due stagioni fa (con un intermezzo in Svizzera): “Fino a quando sei giovane e puoi sognare è relativamente più semplice. Ad un certo punto capisci di non poter fare solo quello. Dopo i vent’anni ho avuto la consapevolezza di non essere un Giannelli, di non poter arrivare chissà dove ma di poter fare un’onesta carriera. L’ho fatta, ma con la consapevolezza che questo non possa essere totalizzante per tantissimo tempo“. Lo ha fatto e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Si gode infatti il primato a Tuscania. “Sono molto soddisfatto di questa prima parte di campionato con Tuscania. Durante il mercato estivo sulla carta c’erano squadre più blasonate di noi. Penso a Palmi, per esempio, che con Rosso, Gitto, Paris aveva fatto degli acquisti di grande livello. Io ho deciso di stare qui dopo l’anno in Svizzera e i play off dello scorso anno giocati a Tuscania, perché sapevo si potesse fare bene. Onestamente, però, non pensavo di finire il girone d’andata addirittura in cima alla classifica!“. Foto Luca Laici/Tuscania Volley Nato a Verona, cresciuto a Mezzolombardo. Continui lei. “Io sono di Mezzolombardo, ma mio padre faceva il militare a Verona e quindi sono nato lì. Ho iniziato proprio dalle giovanili a Mezzolombardo e poi sono passato ad una squadra che si chiama Argentario Volley con cui ho fatto poi le finali nazionali Under 18. Da lì ho avuto la grande vetrina del Club Italia, poi tante stagioni in B, e ora in A3 da qualche anno. Me la gioco per guadagnarmi sul campo la A2“. Una gavetta di tanti anni in B. Scelta sua? “Non essendo cresciuto in un settore giovanile importante, ho dovuto sempre sgomitare per farmi un po’ di strada. Ho sempre pensato che l’obiettivo fosse quello di giocare e io oltre a far parte di una squadra importante, desideravo in primis soprattutto quello. Dopo la trafila fatta in A2 a Reggio Emilia e Castellana, dove qualche entrata in Superlega l’ho fatta, le proposte successive erano sempre quelle che non mi davano la possibilità di giocare in maniera costante, quindi ho preferito scendere di categoria e godermi questo sport da titolare“. Foto Luca Laici/Tuscania Volley Ho letto da qualche parte che ha accarezzato l’opportunità di fare Beach Volley. “No, smentisco. Ho giocato amatorialmente in Emilia Romagna dove facevo l’Eurocamp, ma non ho mai pensato di dedicare l’estate al Beach Volley. Cerco sempre di staccare in quei mesi. Se la partita di beach capita, è solo ed esclusivamente per divertimento“. E qui ci colleghiamo alla la passione per i viaggi. Cosa rappresenta per lei quel mondo? “Evasione. Voglio staccare completamente, e cambiare luoghi. Ricominciando da zero. Dopo la pandemia, mi piacerebbe molto girare l’Europa in autobus. Lo stiamo pianificando con la mia fidanzata Francesca per la prossima estate“. Foto Luca Laici/Tuscania Volley Francesca, anche lei una pallavolista. “Già. Lei gioca in serie B e stiamo assieme da molti anni. Mi piace il fatto che siamo sulla stessa lunghezza d’onda per ciò che riguarda il nostro vivere la vita sportiva con serenità e cercando di equilibrare il tutto. Non le nascondo che in futuro vorrei riavvicinarmi a Modena, e costruire qualcosa di più stabile. Sono stanco di essere distante da lei“. Quindi se Tuscania sale in A2 cosa farà Rossatti? “Ci devo pensare, è una domanda tosta! Giocare la A2 mi piacerebbe molto. Se ci fosse l’occasione di giocare titolare lo considererei eccome! Francesca sicuramente lo comprenderebbe“. LEGGI TUTTO