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    F1 Ferrari, Sainz e le voci su Binotto: “Solo rumors, non commento”

    ABU DHABI – Carlos Sainz ha parlato alla vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota della Ferrari ha risposto senza esporsi alla domanda sulle voci di un addio di Mattia Binotto a fine anno, circolate durante questa settimana. “Non ho ancora vissuto nessun cambio di team principal e non so come mi sentirò ma finché sono solo rumors, io preferisco non parlarne – ha detto ai microfoni di Sky Sport -. Non lo trovo necessario perché può essere uno che se lo inventa, può essere uno che non capisce bene. Io sono tranquillo, vedo la squadra tranquilla a casa e vedo tanta unità dentro al team”.Guarda la galleryRoberto Carlos impazzisce per Sainz, Alonso e Verstappen al GP del Brasile!
    Le parole di Sainz
    Durante la giornata dedicata ai media, lo spagnolo ha parlato anche del weekend in arrivo a Yas Marina: “Il nostro obiettivo sarà la vittoria. A prescindere da ciò, però, proveremo ad ottenere punti importanti. In caso di una doppietta Mercedes le cose si farebbero complicate per noi. Tuttavia noi cercheremo di concentrarci esclusivamente sul nostro weekend. Se ci riusciremo, avremo l’opportunità di conquistare un buon risultato. Quando scendiamo in pista cerchiamo sempre di essere in pole e di vincere; poi al termine del weekend si faranno i bilanci”.
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    F1 Ferrari, Sainz su Binotto e il futuro

    ABU DHABI – “Non ho ancora vissuto nessun cambio di team principal e non so come mi sentirò ma finché sono solo rumors, io preferisco non parlarne. Non lo trovo necessario perché può essere uno che se lo inventa, può essere uno che non capisce bene”. Carlos Sainz ha parlato così ai microfoni di Sky Sport alla vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il pilota della Ferrari ha risposto senza esporsi alla domanda sulle voci di un addio di Mattia Binotto a fine anno, circolate durante questa settimana. “Io sono tranquillo – ha detto -, vedo la squadra tranquilla a casa e vedo tanta unità dentro al team”.Guarda la galleryDalla Ferrari all’Alfa Romeo: Roberto Carlos non resiste al GP del Brasile
    Verso il Gran Premio
    Durante la giornata dedicata ai media, lo spagnolo ha parlato anche del weekend in arrivo a Yas Marina: “Il nostro obiettivo sarà la vittoria. A prescindere da ciò, però, proveremo ad ottenere punti importanti. In caso di una doppietta Mercedes le cose si farebbero complicate per noi. Tuttavia noi cercheremo di concentrarci esclusivamente sul nostro weekend. Se ci riusciremo, avremo l’opportunità di conquistare un buon risultato. Quando scendiamo in pista cerchiamo sempre di essere in pole e di vincere; poi al termine del weekend si faranno i bilanci”.
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    F1: Ferrari per la prima vittoria ad Abu Dhabi. Hamilton, ultima chiamata per il record

    ROMA – La stagione 2022 di Formula 1 va verso la conclusione. Con il Gran Premio di Abu Dhabi calerà il sipario su un Mondiale che ha già espresso i suoi principai verdetti nel mese scorso, con la Red Bull e Max Verstappen che si sono portate a casa i titoli piloti e costruttori. Da decidere, però, c’è ancora il podio completo di entrambe le graduatorie, con Mercedes e Ferrari in lotta per l’argento nei costruttori, mentre Charles Leclerc e Sergio Perez partiranno alla pari per la seconda piazza nel Mondiale Piloti.Guarda la galleryBinotto via dalla Ferrari? Sui social si scatena l’ironia
    Ferrari mai davanti ad Abu Dhabi
    La Ferrari, oltre agli obiettivi di classifica, arriva ad Abu Dhabi per cercare una vittoria che manca da troppo tempo, e che sul circuito di Yas Marina non è mai arrivata dalla nascita del GP nel 2009. Ma non è solo il Cavallino a cercare un successo che vale tanto: Lewis Hamilton, infatti, ha sempre vinto almeno una gara dal 2007, anno del suo esordio in Formula 1. In caso non arrivasse il trionfo nemmeno ad Abu Dhabi, il britannico rimarrebbe a digiuno per la prima volta in assoluto, interrompendo una storica striscia.
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    F1: ad Abu Dhabi la Ferrari cerca la prima vittoria nella storia del GP

    ROMA – Manca poco alla fine del campionato 2022 di Formula 1. Con il Gran Premio di Abu Dhabi calerà il sipario su un Mondiale che ha già espresso i suoi principai verdetti nel mese scorso, con la Red Bull e Max Verstappen che si sono portate a casa i titoli piloti e costruttori. Da decidere, però, c’è ancora il podio completo di entrambe le graduatorie, con Mercedes e Ferrari in lotta per l’argento nei costruttori, mentre Charles Leclerc e Sergio Perez partiranno alla pari per la seconda piazza nel Mondiale Piloti.Guarda la galleryRoberto Carlos impazzisce per Sainz, Alonso e Verstappen al GP del Brasile!
    Ferrari e Hamilton
    La Ferrari, oltre agli obiettivi di classifica, arriva ad Abu Dhabi per cercare una vittoria che manca da troppo tempo, e che sul circuito di Yas Marina non è mai arrivata dalla nascita del GP nel 2009. Ma non è solo il Cavallino a cercare un successo che vale tanto: Lewis Hamilton, infatti, ha sempre vinto almeno una gara dal 2007, anno del suo esordio in Formula 1. In caso non arrivasse il trionfo nemmeno ad Abu Dhabi, il britannico rimarrebbe a digiuno per la prima volta in assoluto, interrompendo una storica striscia.
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    Ferrari, Binotto in bilico e quelle voci su Vasseur

    TORINO – C’è un cambio al vertice in vista a Maranello? Possibile, benché non ancora ufficiale. Lo ha scritto “Il Resto del Carlino” per mano di un noto opinionista Sky (Leo Turrini): i vertici del Cavallino, delusi dall’andamento della seconda parte della stagione, vogliono cambiare la guida della squadra, avvicendando Mattia Binotto. I nomi che sono stati avanzati sono due: uno è quello di Frederic Vasseur, esperto “navigatore” della Formula 1, da qualche tempo al comando della Sauber (che ha una partnershiip stretta con l’Alfa Romeo). Francese, vicino al manager di Charles Leclerc (ma comunque in ottimi rappporti con il “gruppo Sainz”) è uomo di grande pragmatismo, molto politico (con un’estrazione molto diversa da quella di Binotto). L’alternativa sarebbe “made in Maranello”, ossia Antonio Coletta, il manager che sta gestendo il ritorno ufficiale della Ferrari a Le Mans. Di Vasseur s’è detto che ha buoni rappoorti con il verticee Stellantis, ma forse c’è chi fatica a capire che la Ferrari non è più da tempo un’azienda del gruppo, ma fa parte esclusivamente di Exor (in comune c’è il presidente, John Elkann).Guarda la galleryBinotto via dalla Ferrari? Sui social si scatena l’ironia

    Elkann, Binotto e la successione

    Che Elkann non sia soddisfatto dell’andamento della stagione è facile da intuire. A Monza aveva confermato la fiducia a Binotto, ma senza esimersi dal mostrarsi non troppo convinto e comunque critico. Può essere che nelle ultime ore ci sia stata un’accelerata. L’azione di Binotto, in questi anni, è stata in linea con l’eredità Marchionne: “mercato” dei tecnici contenuto e spinta alla crescita dei tecnici (italiano o stranieri) già in forza alla Ferrari. Una linea coerente con la filosofia del budget cap, che punta a contenere le spese. L’impressione, però, è che più che una debolezza tecnico agonistica, alla Ferrari di Binotto si imputi un calo di influenza politica (come si è visto nel caso della sostanziale assoluzione della Red Bull, cosa che non era avvenuta due anni fa con la Ferrari). Il rischio, se John Elkann andrà avanti per questa strada, è che Binotto finisce ad allungare la lista di bocciati eccellenti che poi, fuori dalla Ferrari, hanno trovato ruoli e spazi incredibili. Da Aldo Costa (che per anni ha progettato le Mercedes campioni del mondo) ai motoristi silurati (loro pure finiti in Mercedes) a Stefano Domenicali, oggio capo supremo della Formula 1. Chissà cosa riserva il futuro a Mattia.
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    GP Brasile, nervi tesi in Red Bull: duro botta e risposta tra Verstappen e Perez

    SAN PAOLO – Per la seconda volta in stagione, la Red Bull non porta nemmeno una monoposto sul podio di una gara di F1. Sul tracciato di Interlagos, che ospita il GP del Brasile, per la prima volta il team campione del mondo fa un passo indietro e dovrà affrontare una settimana delicata. Al di là del sesto e settimo posto finale, ciò che ha attirato l’attenzione è il botta e risposta tra Max Verstappen e Sergio Perez nel finale di gara, che ha evidenziato un rapporto tutt’altro che amichevole tra i due, i quali si sono beccati a vicenda. Andiamo a ripercorrere cos’è accaduto.
    Scintille tra Sergio e Max
    A pochi giri dal traguardo, Verstappen sorpassa Perez nonostante via radio gli sia stato detto di non farlo. A Perez viene dunque detto che Max gli cederà la posizione all’ultimo giro se non dovesse succedere nulla. Ciò però non accade dato che Verstappen va per la sua strada e dice: “Non lascio passare chi non mi ha dato la scia”. Perez ovviamente non la prende bene e, nell’intervista post gara, replica “Se Verstappen ha vinto due Mondiali è grazie a me”. Quindi la giustificazione del campione del mondo: “Red Bull deve capire le mie ragioni. Se ‘Checo’ ne avrà bisogno, ad Abu Dhabi lo aiuterò”.
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    Ordini di squadra, dinieghi, dispetti: la Ferrari e i tanti risvolti della gara in Brasile

    TORINO – Spettacolari, divertenti e – se si può usare un aggettivo un po’ fuori moda – sempre ardimentosi i piloti di Formula 1. Ma a volte, sospinti dalla foga o traditi dall’adrenalina, scivolano su comportamenti (o magari solo in conversazioni via radio) che ne offuscano un po’ l’immagine. Ieri è accaduto con il duo red Bull e, molto meno, con quello Ferrari. Sergio Perez, impegnato nella lotta per il secondo posto nel Mondiale, ha chiesto che Max Verstappen gli lasciasse la posizione, cosa che non è accaduta: «Non capisco – ha detto il messicano – lui ha vinto due titoli mondiali grazie a me». Max ha risposto. Prima alla squadra: «Ne abbiamo già parlato, non dovete darmi ordini di scuderia. Terrò la mia posizione». E poi (indirettamente) al compagno: «Ho le mie ragioni, tutto sommato è bene che siamo riusciti a chiarirci. Ora posso dire che, se necessario, ad Abu Dbahi lo aiuterò». Vecchie ruggini, voglia di primeggiare sempre. Magari nell’ultima gara ci sarà armonia, ma è difficile pensare a due piloti finalmente in sintonia tra loro.

    Nessuna frizione a Maranello, meno male

    In Ferrari le cose sono andate un po’ diversamente. Anche Leclerc ha chiesto la posizione e per ben due volte, ma la squadra non lo ha accontentato. In questo caso, però non ci sono state frizioni con Sainz, semplicemente la squadra temeva che ordini vari avrebbero fatto perdere terreno a tutti e due. Niente polemica, ma resta quella richiesta via radio che è parsa (anche se è facile giudicare dal di fuori) eccessiva; Sainz stava comunque conquistando un podio. Ma la verità è che anche in Ferrari, seppure meno che in Red Bull, gli ordini di squadra restano un tema delicato e spinoso. E forse, senza fare moralismi, non sarebbe male che i piloti riscoprissero l’orgoglio di competere in uno sport individuale.

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    Ferrari, Sainz mastica amaro: “Potevamo lottare per la vittoria”

    SAN PAOLO – La Mercedes domina il GP del Brasile, penultima prova del campionato di F1, ma alle spalle di Russell ed Hamilton c’è Carlos Sainz. Nonostante il secondo posto nella Sprint Race, il pilota della Ferrari partiva dalla settima posizione per via delle cinque posizioni di penalità ma è riuscito a risalire la china. Decisivo ai fini del podio finale il sorpasso ai danni di Sergio Perez, oltre alla maggiore velocità rispetto al compagno di squadra Charles Leclerc, che nel team radio ha chiesto più volte (invano) la posizione.
    Il commento di Sainz
    “Avevamo il passo per lottare per la vittoria. Peccato per la penalità e per la visiera” ha messo in chiaro lo spagnolo ai microfoni di Sky Sport. “Siamo felici per il podio. Dopo il problema ai freni all’inizio, ho spinto al massimo e fatto buoni sorpassi – ha proseguito Carlos, che poi ha elogiato la Mercedes – Squadra solida, spaventa sempre. Al momento sembra più veloce sia di noi che della Red Bull. Tuttavia sono convinto che noi torneremo più forti nel 2023. Se miglioriamo in certi aspetti potremo giocarcela”.
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