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    Mondiali 2022: la Russia chiede un risarcimento di 80 milioni di dollari

    Di Redazione La Federazione della Russia intende intentare una causa alla FIVB presso il Tribunale Arbitrale dello Sport per la mancata assegnazione dei Campionati Mondiali maschili, che si sarebbero dovuti svolgere in 10 città del paese dal 26 agosto all’11 settembre; lo scoppio della guerra in Ucraina ha portato la Federazione internazionale alla decisione di spostare l’evento in altra sede (al momento non ancora definita). Il segretario generale Alexander Yaremenko ha dichiarato che la Federazione russa richiederà un risarcimento di circa 80 milioni di dollari. Yaremenko ha spiegato anche che la Russia, per supplire all’esclusione dalle competizioni internazionali decisa da CEV e FIVB, intende far rivivere alcuni storici tornei organizzati in passato: il Memorial Vladimir Savvin per nazionali maschili e la Eltsin Cup per le squadre femminili. Il dirigente ha fatto anche i nomi di alcune nazionali che potrebbero partecipare ai due eventi, come Cina, Serbia, Turchia, Cuba, Iran, Repubblica Dominicana e Thailandia (anche se la possibilità che le autorità internazionali ne autorizzino la presenza è tutta da verificare). In estate, inoltre, si terranno le Spartakiadi, una sorta di Olimpiadi esclusivamente russe, che prevederanno anche tornei di pallavolo e Beach Volley. Il segretario della Federazione ha infine minimizzato l’impatto della guerra sulle squadre di club, ricordando che “hanno lasciato la Russia solo 5 giocatori ucraini, tre uomini e due donne, ma tutti impegnati in squadre non di vertice. Solo le partenze di Laura Dijkema dal Leningradka e di Malwina Smarzek dalla Lokomotiv Kaliningrad sono perdite significative“. (fonte: BO Sport) LEGGI TUTTO

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    Russia: la Dinamo Kazan vince il recupero contro la Lokomotiv Kaliningrad

    Di Redazione La Dinamo Kazan è a un passo dal primo posto nella stagione regolare in Russia: nel recupero di ieri, Fabris e compagne hanno superato per 3-1 (25-9, 25-18, 22-25, 25-19) la Lokomotiv Kaliningrad, consolidando il proprio primato in classifica. A due giornate dalla fine, la squadra di Kazan ha due vittorie in più rispetto alla Dinamo Mosca seconda: le basterà vincere uno dei due match conclusivi contro Yenisei Krasnoyarsk e Tulitsa Tula per confermarsi in vetta. La partita ha evidenziato ancora una volta tutte le difficoltà incontrate dalla Lokomotiv dopo l’addio di Malwina Smarzek in conseguenza dello scoppio della guerra in Ucraina, anche se i problemi maggiori nei primi due set sono stati in ricezione, specialmente per Tatiana Ezhak, sui servizi di Fabris e Kadochkina. La battuta di Evdokimova e gli attacchi dell’opposta Stalnaya hanno consentito alle campionesse di Russia di riaprire la partita, salvo poi soccombere nel quarto set ai colpi di classe di Bricio e a una Fabris in formato stellare (64% in attacco). La Lokomotiv ora è terza in classifica, con poche possibilità di raggiungere la Dinamo Mosca. Ieri si è giocato anche un altro recupero, quello tra Zarechie Odintsovo e Uralochka Ekaterinburg, vinto nettamente per 0-3 (10-25, 21-25, 23-25) dalle ospiti, che si confermano al quinto posto in classifica. (fonte: BO Sport) LEGGI TUTTO

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    Malwina Smarzek lascia la Russia dopo il sostegno della Lokomotiv all’invasione dell’Ucraina

    Di Redazione Hanno fatto il giro del web le immagini dell’ultima partita casalinga della Lokomotiv Kaliningrad, disputata sabato 12 marzo contro il Lipetsk: molti gli scatti in cui i tifosi della squadra russa sventolano orgogliosamente cartelli con la famigerata “Z”, simbolo dell’invasione russa in Ucraina, consegnati al pubblico dalla stessa società all’ingresso nel palazzetto. Una situazione che ha suscitato particolare scandalo in Polonia, dato che nella Lokomotiv gioca la nazionale polacca Malwina Smarzek. Foto VK Lokomotiv Proprio questa vicenda, però, potrebbe aiutare l’opposta ex Novara e Bergamo a risolvere il suo contratto con il club di Kaliningrad: il suo agente Jakub Dolata ha dichiarato a Przeglad Sportowy che Smarzek “lascerà la Russia il prima possibile“. L’aperto sostegno della Lokomotiv alla guerra, infatti, potrebbe essere un importante argomento a favore della giocatrice nella trattativa che, a quanto riferiscono i media polacchi, si sta svolgendo da oltre due settimane. A pochi giorni dallo scoppio del conflitto Smarzek aveva dichiarato via Instagram di voler restare in Russia, argomentando che un suo addio non avrebbe aiutato in alcun modo la causa della pace. La situazione si è però ben presto esacerbata e diversi altri giocatori stranieri hanno lasciato il paese: il caso più noto è quello dell’ucraino (di nazionalità russa) Dmitry Pashitsky, che si è accasato al Trefl Gdansk provocando le ire dello Zenit San Pietroburgo. (fonte: Przeglad Sportowy) LEGGI TUTTO

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    Russia, prolungato di 2 mesi l'arresto della campionessa WNBA

    Non sembra esserci pace per Britney Griner. La custodia della stella statunitense della WNBA è stata estesa di altri due mesi. La statunitense era stata arrestata a febbraio all’aeroporto di Mosca con l’accusa di essere in possesso di cartucce di vaporizzatori contenenti olio di hashish nel suo bagaglio. Secondo quanto riportato dai media statali russi, la sua detenzione è stata prorogata fino al 19 maggio 2022.Sullo stesso argomentoRussia, arrestata per droga una campionessa americana di basketBasket LEGGI TUTTO

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    Russia, prorogato di 2 mesi l'arresto della campionessa americana di basket

    È stata estesa di altri due mesi la custodia in Russia della stella statunitense della WNBA, Britney Griner, arrestata a febbraio all’aeroporto di Mosca con l’accusa di essere in possesso di cartucce di vaporizzatori contenenti olio di hashish nel suo bagaglio. La sua detenzione è stata prorogata fino al 19 maggio, secondo quanto riportato dai media statali russi.Sullo stesso argomentoBasketRussia, campionessa americana di basket arrestata per droga LEGGI TUTTO

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    Dmitry Fomin: “Il futuro del volley in Russia è incerto, soffriremo tutti”

    Di Redazione Gli appassionati di pallavolo con qualche anno sulle spalle non possono certo dimenticare il suo nome: Dmitry Fomin è stato un grandissimo protagonista del campionato italiano negli anni Novanta e Duemila con le maglie di Ravenna e Treviso, oltre che uno degli avversari più tenaci degli azzurri della Generazione di Fenomeni, con l’URSS prima e la Russia poi. Oggi Fomin è il presidente delle due squadre di Nizhny Novgorod, l’ASK maschile e lo Sparta femminile, ma sta anche vivendo un momento particolarmente difficile: l’ex campione è infatti nato a Sebastopoli, in Crimea (attualmente annessa alla Russia), e la sua famiglia si trova tuttora in Ucraina. In una lunga intervista a BO Sport, Fomin ha parlato anche (con ovvia cautela) di questa situazione: “Ho mia madre, mia sorella e mia nipote a Kiev, e non so come farli uscire dalla città. Non c’è nessun posto dove rifugiarsi, è pericoloso. Inoltre mia madre ha 85 anni, è sopravvissuta all’occupazione tedesca in Crimea durante la Seconda Guerra Mondiale, e ora deve sentire di nuovo il rumore degli spari. È una condizione molto difficile da sopportare. Non riesco a credere, come penso tanti altri, che stia accadendo davvero“. L’intervista si concentra soprattutto sulle inevitabili conseguenze che la guerra avrà per la pallavolo russa. Fomin le ha già sperimentate in prima persona, avendo perso un giocatore dell’ASK, il lettone Deniss Petrovs, che ha scelto di risolvere il contratto: “Ci ha spiegato che il governo e la Federazione del suo paese gli avevano raccomandato di lasciare la Russia. Gli ho detto che non avremmo interferito nella sua decisione, e ci siamo lasciati bene. Capisco perfettamente la situazione e la pressione che c’era su di lui, anche se per noi è una grande perdita: Deniss era uno dei leader della squadra“. Diversi stranieri, invece, hanno scelto per il momento di rimanere in Russia: “Ogni caso fa storia a sé. È possibile che qualcuno sia genericamente poco interessato alla politica, ma credo che il motivo principale sia quello economico. Le persone non vogliono perdere il loro lavoro e interrompere buoni contratti, quindi preferiscono restare fino a che la situazione la consente“. Fomin è però convinto che i risvolti negativi della crisi non mancheranno: “Ci hanno portato via i Mondiali, le nostre squadre sono state escluse dalle Coppe: non c’è nulla di buono per noi in questa situazione. Tutti soffriremo. Il budget di molti club dipende direttamente da alcuni sponsor, che rischiano di subire sanzioni, e più in generale ci aspetta un’inflazione del 20%. Se la situazione peggiora, le squadre ricche diventeranno meno ricche e quelle medie potrebbero impoverirsi. Sarà inevitabile anche un taglio agli stipendi dei giocatori“. Un altro dubbio riguarda la prossima stagione e la possibilità di tesserare nuovi stranieri: “Ci sono troppe incertezze in questo momento – ammette Fomin –. I giocatori stranieri potranno entrare in Russia? Vorranno essere pagati in rubli? Per ora è difficile anche ritirare i propri stipendi in euro o in dollari. E cosa accadrà alla nostra economia? Potremo pagarli? Spero che tutto vada bene, che torni alla normalità, ma in questo momento i contratti degli stranieri sono un problema per le società: se non prevedevano un tasso di cambio fisso, gli stipendi aumenteranno del 40%“. “La spettacolarità del torneo – conclude l’ex fuoriclasse sovietico – calerà sicuramente. Abbiamo stranieri in ruoli chiave, che fanno la differenza. E un’altra domanda è se i giocatori russi vorranno andare all’estero: magari non in Polonia, ma l’Italia potrebbe approfittarne. Oggi, comunque, non è neppure possibile ottenere un visto per un paese europeo, quindi il problema non si pone. C’è da capire se ci si potrà trasferire in Asia“. (fonte: BO Sport) LEGGI TUTTO

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    F1, il Circus saluta la Russia: niente gare in tv

    ROMA – La Formula 1 si allontana ulteriormente dalla Russia. Il Circus ha infatti interrotto anzitempo il contratto che consentiva all’emittente russa MatchTV di mandare in onda i vari Gran Premi. Inoltrem, la visione delle gare non sarà più possibile neanche agli utenti online, che – fino a qualche ora fa – potevano abbonarsi a F1-TV per seguire il Mondiale. L’accordo con la televisione russa riportava una scadenza al 2023, ma l’aggravarsi della situazione in Ucraina ha fatto sì che la Formula 1 prendesse unilateralmente questa scelta.
    Le mosse della FIA
    A partire dal 24 febbraio scorso, ossia dall’inizio delle ostilità in Ucraina, la Formula 1 ha da sùbito preso provvedimenti. Il primo contratto a saltare è stato quello del Gran Premio di Russia, inizialmente previsto per il 25 settembre prossimo. A Sochi, non solo non ci sarà nessuna gara quest’anno, ma la FIA ha chiuso i rapporti con l’intera struttura organizzativa dell’evento, che – al momento – non verrà riproposto nei prossimi calendari. La Federazione ha poi deciso per la rimozione delle insegne russe dalla Haas 2022, con la scuderia che è arrivata addirittura a licenziare il proprio pilota, il russo Nikita Mazepin, prontamente sostituito con Magnussen. La Formula 1 è dunque apertamente scherata contro la Russia e a favore dell’Ucraina, una posizione che però comporterà inevitabilmente un calo nei ricavi. LEGGI TUTTO