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    MotoGp, Puig su Rossi: “Le gare non risentiranno del suo addio”

    ROMA – Per la prima volta dopo 26 anni, il motomondiale partirà senza Valentino Rossi. Dopo nove titoli mondiali e 115 Gran Premi vinti, il campione di Tavullia ha deciso di ritirarsi nella scorsa stagione, abbracciando una nuova sfida nelle quattro ruote. Il 42enne ha esordito in quella che allora era la classe 500 nel 2000 con la Honda, scuderia che lo ha poi visto trionfare per tre anni consecutivi. Ed è proprio il team manager della casa giapponese, Alberto Puig, a commentare così l’assenza di Rossi, in un’intervista riportata da MotorSport Total: “Valentino sarà ricordato sempre fra i più grandi, ma viviamo nel presente e le corse non verranno influenzate dalla sua assenza”, ha detto.
    Nuove generazioni
    Dal 1996 al 2021 Valentino Rossi ha contribuito, come egli stesso ha ammesso, a far crescere la MotoGp. Il Dottore ha messo in pista talento e carisma, tanto da avere ad oggi una fanbase di tifosi sparsa in tutto il mondo. Ma questo è il passato e Alberto Puig afferma: “Ci sono stati tanti piloti in grado di lasciare il segno e Valentino è uno di loro. Ma, a loro volta, anche questi si sono ritirati: è una situazione ricorrente nel nostro sport. l motomondiale è già di per sé eccitante e sta arrivando una nuova generazione di piloti”, ha concluso lo spagnolo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ciabatti su Rossi: “Solo Agostini come lui: è insostituibile”

    ROMA – La MotoGp si prepara a vivere la prima stagione senza Valentino Rossi in pista. Con il Dottore però potrebbero dire addio al motomondiale coloro che, sparsi in tutto il mondo, si sono avvicinati alle due ruote solo per godersi le gesta della leggenda di Tavullia. Una carriera brillante, quella di Rossi, capace di vincere nove titoli mondiali, che però non ha trovato modo di esprimersi al meglio in Ducati nel biennio 2011-2012. Ed è proprio Paolo Ciabatti, Sporting Director del team di Borgo Panigale, a parlare così del Dottore in un’intervista raccolta da MotorSport Total: “È insostituibile. Era un pilota iconico e non sarà facile per gli altri piloti ottenere lo stesso seguito”.
    Nuovi beniamini
    Anche lo stesso Valentino Rossi è consapevole di aver avuto un forte impatto sulla MotoGp, ora piena di tanti giovani che ammiravano le sue staccate da bambini. “Come lui – ha aggiunto Ciabatti – ricordo solo Giacomo Agostini, famoso anche al di là dell’aspetto prettamente sportivo”. Il dirigente della Ducati però guarda avanti: “La MotoGp è uno sport emozionante e abbiamo tanti piloti veloci e, anche se Valentino ci mancherà molto, spero che queste giovani promesse possano comunque ispirare i tifosi”. Anche se il Dottore non correrà, il suo numero in pista ci sarà comunque e a portarlo sulla livrea ci saranno due piloti. Saranno infatti Luca Marini, fratello di Rossi, e Marco Bezzecchi, i quali l’anno prossimo correranno per la scuderia Mooney VR46 Racing Team. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ciabatti: “Rossi è insostituibile, come lui solo Agostini”

    ROMA – L’addio di Valentino Rossi alla MotoGp rischia di lasciare un vuoto nel mondo delle due ruote. Sono in tanti, sparsi in tutto il mondo, coloro che si sono infatti avvicinati al Motomondiale solo per godersi le gesta della leggenda di Tavullia. Una carriera brillante, quella di Rossi, capace di vincere nove titoli mondiali, che però non ha trovato modo di esprimersi al meglio in Ducati nel biennio 2011-2012. Ed è proprio Paolo Ciabatti, Sporting Director del team di Borgo Panigale, a parlare così del Dottore in un’intervista raccolta da MotorSport Total: “È insostituibile. Era un pilota iconico e non sarà facile per gli altri piloti ottenere lo stesso seguito”.
    Le parole di Ciabatti
    Anche lo stesso Valentino Rossi è consapevole di aver avuto un forte impatto sulla MotoGp, che per la prima volta partirà senza il numero 46. “Come lui – ha aggiunto Ciabatti – ricordo solo Giacomo Agostini, famoso anche al di là dell’aspetto prettamente sportivo”. Il dirigente della Ducati però guarda avanti: “La MotoGp è uno sport emozionante e abbiamo tanti piloti veloci e, anche se Valentino ci mancherà molto, spero che queste giovani promesse possano comunque ispirare i tifosi”. Tuttavia, a onorare il buon nome del Dottore, in pista scenderanno suo fratello, Luca Marini, e Marco Bezzecchi, che correranno l’anno prossimo con il Mooney VR46 Racing Team. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta avverte: “Diremo no alla quarantena”

    ROMA – Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, mette le cose in chiaro per il 2022: niente Gran Premi nei Paesi che imporranno al paddock del Motomondiale la quarantena. Nella scorsa stagione il sistema delle “bolle” in MotoGP ha funzionato. L’individuazione e la messa in quarantena dei positivi è stata rapida e precisa, tuttavia la variante Omicron preoccupa non poco, con Ezpeleta che ha parlato così al Forum EFE “Sport Business Days”, tenutosi oggi a Madrid:  “Se ci imponessero la quarantena per quattordici giorni, la nostra risposta sarà chiara: non ci andremo. C’è un limite”. Contestualmente a questa dichiarazione, il numero uno dell’azienda spagnola ha garantito che, a fronte dei 21 Gran Premi in programma per il 2022, verrà garantito un numero minimo di tappe pari a 19.
    Sull’impatto di Rossi
    La MotoGp, prima della gestione Dorna, iniziata nel 1992, era considerata come un campionato di nicchia, per pochi appassionati. Stando a quanto afferma Ezpeleta, il valore dell’azienda è poi passato da “90 milioni di euro nel 1998 a 560 milioni nel 2006”. Forse fra le ragioni di questo aumento esponenziale ci sono anche la carriera e il carisma di Valentino Rossi. Il Dottore quest’anno a Valencia ha dato il suo addio al mondo delle due ruote, con Ezpeleta che ha così commentato l’era Rossi: “Tutto ciò che ha seminato resta qui. Sentiremo la sua mancanza, anche se è una situazione che si è già presentata nel nostro sport”. L’amministratore delegato di Dorna ha avuto anche una parola per Marc Marquez, ancora alle prese con il recupero dagli infortuni: “Credo che tornerà in forma ma non possiamo far altro che aspettare”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Ezpeleta: “Niente Gp se dovremo fare la quarantena”

    ROMA – Lo spettro del Covid minaccia la MotoGp 2022 e Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, alza le barricate. Nella scorsa stagione il sistema delle “bolle” ha funzionato. L’individuazione e la messa in quarantena dei positivi è stata rapida e precisa, tuttavia la variante Omicron preoccupa non poco, con Ezpeleta che ha parlato così al Forum EFE “Sport Business Days”, tenutosi oggi a Madrid:  “Se ci imponessero la quarantena per quattordici giorni, la nostra risposta sarà chiara: non ci andremo. C’è un limite”. Contestualmente a questa dichiarazione, il numero uno dell’azienda spagnola ha garantito che, a fronte dei 21 Gran Premi in programma per il 2022, verrà garantito un numero minimo di tappe pari a 19.
    Al via l’era post-Rossi
    La MotoGp, prima della gestione Dorna, iniziata nel 1992, era considerata come un campionato di nicchia, per pochi appassionati. Stando a quanto afferma Ezpeleta, il valore dell’azienda è poi passato da “90 milioni di euro nel 1998 a 560 milioni nel 2006”. E chissà se a questo incremento ha contribuito con i suoi nove successi mondiali e il suo carisma Valentino Rossi. Il numero 46, che quest’anno ha detto basta con le due ruote, ha segnato un’epoca. “Tutto ciò che ha seminato – ha aggiunto il manager catalano – resta qui. Sentiremo la sua mancanza, anche se è una situazione che si è già presentata nel nostro sport”. L’amministratore delegato di Dorna ha parlato anche di Marc Marquez, che sta cercando di recuperare dai guai fisici del 2021: “Credo che tornerà in forma ma non possiamo far altro che aspettare”. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi: “Io diverso dagli altri grandi piloti di MotoGp”

    ROMA – Valentino Rossi, intervistato da “Speedweek.com”, ha parlato ancora una volta a pochi mesi dal suo ritiro dalla MotoGp dopo una pluridecennale carriera, celebrata con un degno addio durante il weekend di Valencia dello scorso novembre. “Sono un po’ diverso da tutti gli altri grandi piloti della MotoGp della storia. Non so perché, ma per qualche motivo sono riuscito a portare le corse di moto a tante persone. Prima che arrivassi al Motomondiale non sapevano niente delle classi 125, 250, 500 o MotoGP. E ciò vale soprattutto per l’Italia”.
    Sempre sotto i riflettori
    “Nella mia prima parte di carriera sono riuscito a fare qualcosa che ha suscitato le emozioni di un pubblico molto ampio. Ne sono molto orgoglioso – ha aggiunto Rossi, che ha poi parlato dell’altra faccia della medaglia -. La mia fama ha reso difficile la mia vita quotidiana. Perché poi sei sempre sotto i riflettori e quindi sotto pressione. Ho sempre cercato di rimanere normale e con i piedi per terra. La celebrità era il rovescio della medaglia. Ma andava bene. Sono sempre stato bravo e ho apprezzato la mia popolarità”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Valentino Rossi: “Sono diverso dagli altri piloti”

    ROMA – “Sono un po’ diverso da tutti gli altri grandi piloti della MotoGp della storia. Non so perché, ma per qualche motivo sono riuscito a portare le corse di moto a tante persone. Prima che arrivassi al Motomondiale non sapevano niente delle classi 125, 250, 500 o MotoGP. E ciò vale soprattutto per l’Italia”. Valentino Rossi, intervistato da “Speedweek.com”, ha parlato ancora una volta a pochi mesi dal suo ritiro dalla MotoGp dopo una pluridecennale carriera, celebrata con un degno addio durante il weekend di Valencia dello scorso novembre.
    Tanta fama, ma piedi per terra
    “Nella mia prima parte di carriera sono riuscito a fare qualcosa che ha suscitato le emozioni di un pubblico molto ampio. Ne sono molto orgoglioso – ha aggiunto Rossi, che ha poi parlato dell’altra faccia della medaglia -. La mia fama ha reso difficile la mia vita quotidiana. Perché poi sei sempre sotto i riflettori e quindi sotto pressione. Ho sempre cercato di rimanere normale e con i piedi per terra. La celebrità era il rovescio della medaglia. Ma andava bene. Sono sempre stato bravo e ho apprezzato la mia popolarità”. LEGGI TUTTO

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    Aspar Martinez confessa: “Decisi per il ritiro con l'arrivo di Rossi”

    ROMA – Tanti sono stati i rivali di Valentino Rossi. Hayden, Pedrosa, Stoner, Lorenzo, Biaggi, solo per ricordare solo alcuni dei piloti che hanno cercato di contrastarlo nella vittoria dei suoi nove titoli mondiali. In pochi però ricorderanno il primo vero avversario del Dottore, Jorge ‘Aspar’ Martinez. Lo spagnolo, quattro volte campione del mondo, si è ritirato nel 1997, a 35 anni, mentre cioè il fenomeno Rossi era appena agli albori con la vittoria in classe 125. “È lui – rivela il classe 1962 a DAZN – ad avermi fatto prendere la decisione sul ritiro. Sono contento perché me ne andai con successo. Ma rimane l’amarezza, perché penso che per un altro anno avrei potuto ancora correre”.
    Il veterano e la matricola
    La fine della carriera di Martinez coincise dunque con la nascita del mito di Valentino Rossi, capace nel 1997 di vincere sull’Aprilia 11 Gran Premi sui 15 disponibili. “Rossi arrivò nel motomondiale nel 1996, faceva grandi passi avanti e il suo team notò che era diverso. Poi in Austria sono caduto e da lì tutto è cambiato per me, anche se gradualmente”, continua l’ex pilota valenciano, intervenuto nell’ultima puntata della serie DAZN “Yo, Piloto”. Una situazione, quella fra Martinez e Rossi, che si è andata a ripresentare lungo la carriera del 46. Molte volte è stato proprio l’italiano a rivestire i panni del veterano, spesso andando a vincere su piloti più giovani in MotoGp. LEGGI TUTTO