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    Rafael Nadal e Stefanos Tsitsipas e la possibilità di avere 4 n.1 del mondo nello stesso anno

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199

    Uno dei tanti punti di interesse delle ATP Finals è la questione del numero uno mondiale. In assenza di Carlos Alcaraz, Rafael Nadal e Stefanos Tsitsipas hanno chiare possibilità di raggiungere la vetta della classifica ATP e il compito è teoricamente più semplice per il tennista spagnolo, anche se il greco dipenderà solo da se stesso: dovrà vincere ogni partita.
    Quello che è certo è che se uno dei due ruberà il trono a Carlitos, accadrà qualcosa di molto raro. Perché Nadal o Tsitsipas potrebbero diventare il quarto giocatore a occupare il primo posto della classifica ATP in questa stagione, dopo Novak Djokovic, Daniil Medvedev e lo stesso Carlos Alcaraz.
    Questo è accaduto solo tre (!) volte nella storia del circuito maschile, in particolare nel 1999, quando i giocatori sul trono erano addirittura cinque. Si trattò di Pete Sampras, Carlos Moyà, Evgeny Kafelnikov, Andre Agassi e Patrick Rafter. L’anno successivo la mania continuò, con Agassi, Sampras, Marat Safin e Gustavo Kuerten ai vertici. Nel 2003, altri quattro furono al vertice: Lleyton Hewitt, Agassi, Juan Carlos Ferrero e Andy Roddick. LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Rafa è un esempio di come si può migliorare. Giocherà ancora due anni”

    Toni Nadal

    Toni Nadal in un evento a Caceres (Spagna) ha parlato dei suoi metodi di allenamento ed esperienza maturata insieme al nipote Rafa in molti anni ricchi grandi successi sul tour professionistico. Oggi Toni si occupa dei giovani e dell’organizzazione presso la nota Accademia a Maiorca, e segue ancora Felix Auger Aliassime, seppur part time. Nell’interessante chiacchierata, ha anche rivelato quel che a suo dire resta a Rafa da giocare. “Gli restano ancora un paio di annate”, afferma il coach.
    “Quello che ho fatto sul campo da tennis è lo stesso che avrei coltivato anche fuori. Credo nella fatica, nel lavoro, nella meritocrazia, credo che le persone guadagnino le cose con il sudore della fronte, nel caso di Rafael con il sudore di tutto il corpo, ed è quello che abbiamo fatto insieme” racconta Toni.
    Secondo Toni “Non è possibile programmare di essere il numero uno, poiché non dipende solo da noi ma è possibile lavorare al proprio massimo per superarsi. Alla fine, superare gli altri non è sempre fattibile, superare se stessi è la grande sfida, è ciò a cui Rafael era obbligato più o meno fin da piccolissimo. Lo ha capito, e nella vita la cosa fondamentale è migliorare sopra infrangendo ogni limite È un esempio di come si possa sempre migliorare”.
    Riguardo all’importanza della preparazione mentale, Toni Nadal ha sottolineato che nel tennis, come nella vita, dalle sconfitte si impara moltissimo, è importante “rafforzare il carattere affinché questo influisca il meno possibile sulla prestazione. Dovremmo chiederci ogni volta se siamo un po’ più deboli di fronte alle difficoltà. Mi dispiace per chi ha problemi, è importante stare bene, ma dobbiamo anche abituarci al fatto che le cose non vadano necessariamente bene o come volevamo”. LEGGI TUTTO

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    Ranking ATP: Lotta a tre per il primo posto alla fine dell’anno

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Con la fine della sua avventura a Parigi-Bercy nei quarti di finale e con l’annuncio del suo ritiro dalle ATP Finals, c’è la possibilità che Carlos Alcaraz non finisca la stagione come numero uno del mondo. I suoi avversari diretti in questa lotta sono Rafael Nadal, che ha perso al secondo turno a Parigi, e Stefanos Tsitsipas, che ha raggiunto la semifinale del torneo francese. Dopo il ritiro dell’attuale numero uno del mondo, lo spagnolo e il greco potranno rubare il primo posto ad Alcaraz, solo se:
    Nadal vinca le finali ATPNadal raggiunge la finale delle ATP Finals con un record di 3-0 nella fase a gironiTsitsipas vince le ATP Finals con un record di 3-0 nella fase a gironiSe Stefanos e Rafa dovessero incontrarsi nella finale delle ATP Finals con un record di 3-0 nella fase a gironi e battesse lo spagnolo, Tsitsipas arriverebbe primo, Nadal secondo e Alcaraz terzo. LEGGI TUTTO

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    Nadal può “togliere” il numero uno ad Alcaraz già a Parigi. Ma non sarà semplice

    Rafael Nadal e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Rafael Nadal torna a gareggiare questa settimana all’ATP Masters 1000 di Parigi-Bercy e ha la prima opportunità di salire in cima alla classifica mondiale, posizione attualmente occupata dal giovane connazionale Carlos Alcaraz. I calcoli di questa settimana sono semplici.
    Nadal dovrà essere campione a Bercy per la prima volta per avere qualche possibilità di tornare numero uno e, anche in questo caso, Carlitos dovrebbe perdere prima delle semifinali.
    In ogni caso, la lotta potrebbe spostarsi alle ATP Finals, dove ci sono (ancora) più punti in palio. Tsitsipas e Ruud hanno ancora la possibilità matematica di essere numeri uno alla fine dell’anno, ma non dopo Parigi. LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal giocherà gli ultimi tornei della stagione

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Buone notizie per i fan di Rafael Nadal. Nonostante sia lontano dalle competizioni ufficiali dagli US Open – ha giocato solo una partita di doppio alla Laver Cup per partecipare all’addio di Roger Federer – il 36enne spagnolo si sta già allenando dopo essere diventato padre per la prima volta una settimana fa è sara in grado di affrontare le ultime due sfide ufficiali della stagione: l’ATP Masters 1000 di Parigi Bercy e le ATP Finals, due grandi eventi che non è mai riuscito a vincere in carriera.
    L’assicurazione del suo rientro è stata data dal suo medico, Ángel Ruiz-Cotorro, un uomo chiave nella carriera del campione di 22 titoli del Grand Slam. “Rafa sta bene ed è molto felice di essere diventato padre. Si sta allenando a Maiorca per seguire il suo normale programma fino alla fine del 2022”, ha assicurato il medico che accompagna la leggenda spagnola nei tornei più importanti. LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal e Maria Perelló sono diventati genitori. E’ nato Rafael

    Rafael Nadal e Maria Perelló nella foto

    Una bella notizia che arriva direttamente dalla Spagna. Rafael Nadal e Maria Perelló sono diventati genitori, in quello che sarà, senza dubbio, il momento più importante e speciale della loro vita.
    Il nome del bambino è Rafael, che è nato nel pomeriggio di sabato, come annunciato dal quotidiano Marca. Il parto è andato bene e il bambino sta bene. D’ora in poi, El Toro vivrà una nuova fase della sua vita.Ricordiamo che, sebbene il motivo non sia mai stato rivelato, la gravidanza non è stata facile e ha persino portato Nadal a dire (dopo la sconfitta agli US Open) che c’erano cose più importanti del tennis in questo momento della sua vita.
    A proposito di tennis, i prossimi giorni saranno dedicati alla famiglia per Nadal, che resterà a casa per aiutare e sostenere la moglie Maria. Il ritorno alle competizioni dello spagnolo è previsto per l’ATP 1000 di Parigi, evento al quale risulta ancora iscritto. LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “Voglio vincere sempre, ma soprattutto contro Nadal”

    Daniil Medvedev, oggi in campo contro Djokovic

    Daniil Medvedev sarà protagonista oggi con Novak Djokovic di una sfida stellare all’Astana Open. I due si sono affrontati già 10 volte, con un bilancio di 6 vittorie a 4 per il campionissimo serbo. Due tennis molto diversi e due personalità opposte, a creare un’interessante rivalità che ha già vissuto pagine molto importanti. Su tutte le loro sfide spicca quella del settembre 2021 a New York, nella finale di US Open, quando Daniil ha impedito un clamoroso Grande Slam a Novak vincendo quello che è stato finora il suo primo e unico major. Una bella rivalità, ma secondo il moscovita l’avversario che desidera battere più di ogni altro è Rafael Nadal. Ecco le parole di Medvedev a riguardo.
    “Djokovic è il mio prossimo avversario, sì. Se è quello che desidero sconfiggere più di ogni altro? In realtà no. Voglio battere tutti quando scendo in campo, ma Rafa (Nadal) ancora di più di ogni altro, perché contro di lui ho perso due finali del Grande Slam”.
    “Sono felice di giocare contro Novak, perché ci siamo incontrati solo in un torneo quest’anno, il Roland Garros” continua Daniil, “penso che non sia la migliore rivalità la nostra, nemmeno lontanamente paragonabile a quella che lui ha vissuto contro Roger (Federer) o Rafa. Per vincere dovrò essere al mio miglior livello”.
    Djokovic è ottima forma dopo il rientro la scorsa settimana a Tel Aviv. L’ex n.1 del mondo non giocava dal successo di Wimbledon, quindi anche se con una lunga pausa nella scorsa estate viene da una striscia di 14 vittorie consecutive. LEGGI TUTTO

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    Nadal: “Federer sarà irripetibile, per quel che ha fatto e come lo ha fatto”

    Roger e Rafa

    L’immagine di Roger e Rafa piangenti sulla panchina alla Laver Cup lo scorso venerdì, con i due che ti tenevano per mano in un momento di grande emozione, resterà scolpita nella memoria dello sport. Rafa ne ha riparlato a freddo nel corso del programma radiofonico “Onda Cero”, nel quale è tornato sulla propria amicizia e rivalità con Roger. Ecco alcuni passaggi delle sue dichiarazioni, nelle quali conferma l’infinita stima per il grande rivale e la sintonia tra i due, che col passare degli anni è diventata così profonda da rendere ogni loro match qualcosa di speciale, portandola oltre al puro fatto sportivo.
    “Sono stati momenti molto belli ed emozionanti, ma allo stesso tempo anche un po’ tristi. Una combinazione di sentimenti molto forti. Da un lato c’era l’entusiasmo e la motivazione per giocare, anche il nervosismo per vivere un momento speciale, e infine la soddisfazione di aver potuto giocare e far parte di quel momento storico. Se ne va una delle più grandi icone della storia dello sport, qualcosa che si vive con tristezza. Se ne sta andando qualcuno che ha intrattenuto, emozionato e ispirato molte persone in tutto il mondo, me compreso”.
    “Le lacrime? Non ho visto le immagini, ma sono stati momenti intensi. Non volevo piangere, era il suo momento, ma sono una persona sensibile, vederlo così emozionato ha reso tutto davvero difficile. È sempre stata una rivalità molto sana, sin dalla prima partita che abbiamo giocato a Miami nel 2004, dove non ero ancora alla sua altezza. Da quel momento abbiamo avuto un buon feeling. Roger oltre ad essere una parte molto importante della mia carriera professionale, è soprattutto una persona che mi ha sempre ispirato, uno da cui ho imparato molto e che mi ha aiutato a progredire. Smette un giocatore che, negli ultimi dieci anni, ha creato con me un legame fortissimo. Abbiamo vissuto tante cose insieme, centinaia di momenti condivisi sia dentro che fuori dal campo. Il ricordo di qualcuno resta irripetibile, per tutto quello che ha fatto e per come lo ha fatto, maestoso ed elegante, anche a livello umano”.
    “Abbiamo avuto una rivalità sportiva molto importante ma, con il passare degli anni, soprattutto con persone che sentono una certa affinità, per le tante cose che abbiamo vissuto insieme, è sbocciata una vera sintonia. In questo senso, invecchiando, abbiamo apprezzato tutte le cose che stavamo vivendo, ci siamo goduti la rivalità più ora che all’inizio, dove l’ambizione di vincere era più feroce. Chiaro vuoi ancora vincere ed essere migliore dell’altro, ma all’interno di quell’idea, abbiamo apprezzato il fatto che le nostre partite fossero qualcosa di diverso dal resto. Ciò che si respirava nell’atmosfera ogni volta che scendevamo in campo per giocare erano sensazioni diverse da quelle che normalmente accade in un’altra partita. Lo abbiamo percepito così, ecco perché erano momenti così speciali, ecco perché abbiamo saputo vivere bene la rivalità, capire che il rapporto personale era più importante di ogni altra cosa”.
    “Sapeva che mi trovato in una situazione difficile, che la mia presenza in Laver Cup sembrava quasi impossibile. Ha annunciato il suo ritiro il 15, ma dieci giorni prima mi ha chiamato per dirmi cosa sarebbe successo. È stata una conversazione difficile, abbiamo passato un quarto d’ora a parlare, mi ha spiegato come erano andati i suoi ultimi mesi ed è stato onesto con me spiegandomi il motivo della sua decisione. Da quel momento mi ha detto che gli sarebbe piaciuto se fossi potuto essere presente a Londra per giocare la sua ultima partita insieme, purché la situazione me lo permettesse. All’epoca nemmeno lui era convinto di essere in forma per la partita, finché non abbiamo parlato di nuovo e mi ha detto che sarebbe stato felice di giocare in doppio. Alla fine sono riuscito ad essere presente, per lui è stato un momento importante e per me è stato un grande onore. Se era importante per lui, diventava ancora più importante e speciale per me”.
    Ultima nota sul proprio futuro ritiro: “Le cose spesso non si possono preparare con molto tempo, non credo che la vita ti permetta di avere una visione così chiara. Adesso non ci penso, è qualcosa che, quando dovrà essere, sarà. Dico sempre la stessa cosa, non puoi preparare le cose così tanto, devi vivere le cose in modo naturale, non credo che neanche Roger l’avesse preparato. Ha avuto l’addio che meritava, poteva essere in campo, cosa che sembrava difficile qualche settimana fa, ma questo per lui era fondamentale. Sono felice che sia riuscito a salutare tutti giocando, lo vorrei anche io. Ma non ci penso, perchè quando inizi a pensarci vuol dire che qualcosa non va, in questo momento la mia testa mi dice che voglio ancora che questo continui”. LEGGI TUTTO