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    8 marzo, donne & tennis Pro. Shapovalov: “Non dovrebbe esistere il gender gap”

    Denis Shapovalov

    8 marzo, festa internazionale delle donne. Nel mondo del tennis, come purtroppo in moltissimi altri campi del vivere sociale, è ancora netta la differenza di trattamento tra uomini e donne. Il miglior modo per parlare di come la questione è vissuta nel tennis è quello di lasciare la parola a chi il tennis lo vive ogni giorno. Ancor più interessante il punto di vista di un giovane professionista come Denis Shapovalov, cresciuto e allenato da sua madre. In un lungo articolo pubblicato su The Player Tribune, il mancino canadese ha parlato della questione, andando dritto al punto: perché c’è disparità di trattamento tra uomini e donne? Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero, netto e chiarissimo.

    “Ero ingenuo riguardo al tennis. Quando ho iniziato, pensavo che i professionisti uomini e donne fossero trattati allo stesso modo. Aveva solo senso, sai? Voglio dire, perché dovrebbe essere diverso?” inizia Denis. “Poi ho incontrato la mia ragazza, Mirjam Björklund, e mi ha davvero aperto gli occhi. È anche una tennista professionista, tra le prime 150 al mondo. L’anno scorso si è qualificata per un WTA 250, il quinto livello di torneo più alto del tour dopo Slam, WTA Finals, WTA 1000 e WTA 500. Ho detto a Mirjam: “Oh, fantastico! Riceverai almeno $ 7.000 solo per partecipare al tabellone principale. Mi ha guardato come se fossi completamente nuovo nel tennis. Non lo dimenticherò mai. Era tipo “Denis … penso che sia come mille dollari”. Ero tipo “Di cosa stai parlando? Come è possibile??”Non sono sicuro che tutti si rendano conto di quanto questo sia dannoso per il tennis. L’otto marzo è la Giornata internazionale della donna e voglio parlare del divario di genere. È così ingiusto. Non ha alcun senso. E conta, perché le spese sono folli nel tennis: viaggi tutto l’anno, soggiorni in hotel, paghi il tuo staff tecnico. Le grandi star non devono preoccuparsene, ma molti nel tour stanno lottando solo per raggiungere il pareggio dei costi. Per questi giocatori, il premio in denaro non consiste nell’ottenere una bella somma di denaro extra. Riguarda la sopravvivenza. Sfortunatamente, sembra che se sei una giocatrice, le tue possibilità di sopravvivere come professionista siano molto più basse… perché sei una donna”.
    “Continuo a non capire come si sviluppa il pensiero in merito” continua Shapovalov. “Alcuni dicono che le donne non vendono tanti biglietti, ma quando vado alle partite gli stadi sono pieni. Ho scattato una foto degli spalti mentre Mirjam giocava con Daria Saville al WTA 250 a Washington, D.C., nell’agosto dello scorso anno. Era pieno. Il gioco è stato pazzesco, intenso. La qualità era incredibile. Saville ha vinto il terzo set al tiebreak. Gli uomini stavano giocando un torneo da 500 nello stesso momento. I vincitori maschili del primo round hanno ricevuto $ 14.280. Saville ha ottenuto $ 4.100. È meno di un terzo! E va bene, sono tornei diversi, ma anche se li confronti con gli ATP 250, i numeri non hanno senso. Quel WTA 250 a D.C. aveva giocatori come Jessica Pegula, che era tra le prime 10 al mondo. La vincitrice ha guadagnato $ 33.200. Può sembrare molto, ma immagina quanti anni di duro lavoro ti servono per vincere un torneo del genere. È da pazzi. Quindi confrontalo con il tennis maschile. Ho fatto la finale dell’ATP 250 a Seoul lo scorso settembre. Come finalista, ho ricevuto $ 100.000. Voglio dire, non è nemmeno vicino!”
    “So che il tennis è di gran lunga lo sport più importante al mondo per le donne in termini di modalità di condivisione di questi premi. È cresciuto così tanto negli ultimi 30 anni grazie a Billie Jean King e alla formazione del WTA Players’ Council. Gli Slam stanno andando bene. È anche fantastico che la WTA abbia reso obbligatoria l’ospitalità gratuita e aumentato i premi in denaro ai tornei Challenger. Le cose stanno decisamente andando nella giusta direzione. Ma nel complesso il divario è ancora enorme. Forse sono cinico, ma penso che alcune persone potrebbero pensare all’uguaglianza di genere come mera correttezza politica. In fondo non sentono che le donne meritino tanto, sai? E questo è terribile”.
    “La questione mi prende sul personale, e non solo a causa di Mirjam. Anche mia madre, Tessa, era una tennista. È lei l’unica ragione per cui gioco a tennis oggi. Ha iniziato a insegnarmi il gioco quando avevo cinque anni, in un country club a Richmond Hill, Toronto, dove lavorava come allenatrice. Aveva un occhio incredibile per il tennis. Per farti un esempio, ha detto che tutto l’allenamento che ho fatto è stato per prepararmi per quando avrei compiuto 18 anni. Voleva che potessi giocare contro i migliori professionisti (…) Quando avevo 10 anni, la federazione canadese di tennis mi ha invitato a un programma di allenamento nazionale. Sfortunatamente, mia madre e io sentivamo che gli allenatori non facevano il giusto tipo di lavoro. Non conoscevano il mio gioco. Ogni volta che diceva loro qualcosa sul modo in cui giocavo, la ignoravano semplicemente. Non avrebbero accettato il suo consiglio in alcun modo. Era completamente inutile. Dopo un paio di mesi, i miei risultati stavano ovviamente peggiorando e abbiamo deciso che dovevamo andarcene. Ripensarci ora quella situazione fa davvero schifo. Era un’ex giocatrice della nazionale sovietica. Aveva vinto campionati nazionali. Conosceva il mio gioco meglio di chiunque altro. Allora perché nessuno l’ha ascoltata? Perché non è stata presa sul serio? Era perché era una donna? Ho pensato molto a come è stata trattata. Dal punto di vista del tennis, non ha ancora senso”.
    “Quando mia madre giocava in Unione Sovietica, sentiva di non avere l’opportunità di realizzare il suo potenziale a causa dei soldi. Quindi ha dedicato la sua vita adulta a darmi questa possibilità. Quando ho lasciato il programma canadese, ha affittato un magazzino e ci ha messo due campi. Questa era la mia nuova accademia. Era molto rischioso per lei finanziariamente, ma voleva costruire un posto dove potessi sviluppare il mio gioco. Ha invitato i migliori giocatori che conosceva nella zona e ha iniziato ad allenarci. Tutti i soldi guadagnati dall’accademia sono andati a pagare le mie spese. Quella è mia madre. È così forte, così intelligente, così premurosa. Senza di lei, le mie possibilità di diventare professionista sarebbero state pari a zero”.
    “Sono felice che il tennis abbia fatto tanta strada da quando ero piccolo. Ma non credo che potremo essere felici finché non sarà completamente uguale per tutti. Mi piacerebbe vedere un tour in cui i tornei sono gli stessi per donne e uomini ogni settimana. Di solito le persone guardano il calendario e dicono, Dove giocano le donne? Dove giocano gli uomini? Dovrebbe essere lo stesso”.
    “Per quanto riguarda i Prize money, qualsiasi altra cosa tranne la completa uguaglianza non è solo ingiusta, ma blocca anche la partecipazione. Se le giocatrici non vengono trattate in modo equo, alcune di quelle ai livelli inferiori potrebbero scoprire di non potersi permettere di continuare. Le potenziali star se ne andranno. E poi il tennis femminile diventerà davvero meno “popolare”. Sarà mostrato meno in TV. Avrebbe un effetto domino. E la parte più triste è che arriva fino ai bambini. Mi sono ispirato a Roger, ma se il tennis femminile ottiene meno visibilità, la ragazzina davanti alla TV potrebbe pensare che per lei non ci sarà modo che diventi una realtà. E questo è straziante. Forse la bambina non diventerà professionista, dopotutto, ma non dovrebbe essere perché le donne sono trattate ingiustamente. Diamo a tutti la stessa possibilità. Paghiamo gli stessi Prize money. Smettiamola di parlare di riduzione del gender gap. Se vogliamo che il tennis sia equo, il gender gap non dovrebbe esistere affatto”. LEGGI TUTTO

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    L’Australian Open avrà un montepremi record di 76,5 milioni di dollari

    Ash Barty, campionessa agli AO22

    L’Australian Open 2023 sarà il più ricco di sempre. Il primo torneo dello Slam della nuova stagione infatti avrà un montepremi record di 100 milioni di dollari australiani, ossia 76,5 milioni di dollari statunitensi, con un aumento del 3,4% rispetto alla scorsa edizione. Al vincitore (maschile e femminile, i due draw hanno stessi premi) andranno 2.975.000 dollari, al finalista 1.625.000 e via scalare, fino agli sconfitti al primo turno del main draw, che otterranno comunque un cospicuo assegno di 106.250 dollari. Chi esce al primo turno di “quali” incasserà 26mila dollari, decisamente un “bottino” che vale il viaggio.
    Così Craig Tiley, direttore del torneo di Melbourne: “È fondamentale per il continuo successo dell’estate tennistica australiana fornire opportunità di gioco forti e rilevanti e garantire che i migliori giocatori del mondo siano adeguatamente ricompensati. Vogliamo assicurarci che l’Australia sia il trampolino di lancio per la stagione globale e che ne vediamo il maggior numero possibile. Ci ispirano tutti a impegnarci in questo fantastico sport e ispirano le generazioni future. Per il prossimo Australian Open abbiamo aumentato i premi in denaro per ogni turno, dalle qualificazioni alle finali, con maggiori aumenti nei primi turni, dove questi sostanziosi premi aiutano i giocatori a investire nella propria carriera e, in molti casi, a prepararsi per successo durante tutto l’anno”.
    Annunciate anche diverse novità all’interno del sito di Melbourne Park, dove va in scena il cosiddetto “happy Slam”: da rinnovate aree relax per i giocatori a una nuova “Enhanced Player Performance Spaces”, dove i tennisti e loro staff troveranno attrezzature all’avanguardia per preparare i match e recuperare dopo le fatiche del caldo australiano. Per il pubblico è stata rinnovata l’area ristorazione, come la sezione dedicata all’accoglienza dei neonati e dei genitori. LEGGI TUTTO

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    US Open aumenta i prize money, più 22%. Ai vincitori 2,5 mln $, al primo turno 75mila

    Dopo il durissimo anno 2020, segnato dalla pandemia, US Open torna alla normalità, anzi, si supera. Gli organizzatori hanno annunciato i Prize money per il torneo che scatterà lunedì prossimo con i tabelloni principali, con un montepremi record per lo Slam della “grande mela”. US Open infatti distribuirà ben 57,5 ​​milioni di dollari, segnando un aumento del […] LEGGI TUTTO

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    Wimbledon: ai vincitori 2021 un assegno di -27% rispetto al 2019. Piccoli aumenti fino a quarti di finale

    Il torneo di Wimbledon nel 2020 si è “salvato” economicamente grazie alla polizza assicurativa che ha coperto la maggior parte dei mancati guadagni. Con l’edizione 2021 ormai alle porte, ecco la lista dei Prize money assegnati ai giocatori in relazione al proprio piazzamento nel torneo. Nel singolare, dal primo turno ai quarti di finale c’è […] LEGGI TUTTO

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    Il vincitore al Masters 1000 di Madrid guadagnerà 315mila euro, -73% rispetto all’edizione 2019

    La Caja Magica di Madrid

    Il Masters 1000 di Madrid nell’avveniristico impianto della Caja Magica è pronto a scattare, senza il n.1 Novak Djokovic che così non difenderà il titolo conquistato nel 2019.
    Proprio rispetto all’edizione 2019 (l’ultima disputata) il Prize money del torneo è stato notevolmente decurtato: l’evento attribuisce lo stesso premio per ATP e WTA, con un montepremi totale combinato di € 5.228.930, in calo del 60% rispetto a due anni fa. Il calo è progressivo verso l’alto, ossia è stato decurtato maggiormente l’assegno per i giocatori che arriveranno più avanti nel torneo. Infatti il campione a Madrid 2021 porterà a casa 315.160 euro, una riduzione del 73,79% rispetto a quello che Novak Djokovic e Kiki Bertens hanno ricevuto ciascuno nel 2019. Il finalista riceverà 188.280 euro, in calo del -69,07% rispetto a due anni fa. Le riduzioni si riflettono a cascata (ma progressivamente in modo minore) su tutti i participanti.
    Ecco la lista completa, che riportiamo da perfectennis:
    Qualificazioni 1° turno: 4.080 € (-10,33%)
    Qualificazioni 2° turno: 7.665 € (-15,93%)
    1° turno tabellone principale: 15.060 € (-36,7%)
    2° turno: 22.720 € (-46,19%)
    3° turno: 36.400 € (-54,85%)
    Quarti di finale: 58.370 € (-63,73%)
    Semifinali: 106.690 € (-65,83%)
    Finale: 188.820 € (-69,07%)
    Vincitore: 315.160 € (-73,79%)

    Si conferma quindi a Madrid il piano annunciato dall’ATP di riduzioni del montepremi ma colpendo di meno chi perde nei primi turni, con i giocatori “meno ricchi” penalizzati in misura minore rispetto agli assegni pre-pandemia.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP annuncia misure di supporto e novità nel ranking, protetto con nuove modalità fino al 15 agosto

    Il centrale di Monte Carlo, nel 2021 non ci sarà pubblico

    L’ATP ha annunciato oggi una serie di misure di sostegno per tennisti e tornei, ed anche importanti modifiche sul calcolo della classifica mondiale. Andiamo per ordine, partendo proprio dalle novità relative al ranking.

    Ranking
    L’ATP prevede di tornare al ranking “tradizionale” per tutti (ossia il calcolo dei punti accumulati nelle ultime 52 settimane, tra tornei obbligatori e opzionali) il prossimo 16 agosto 2021. Fino ad allora ci sarà una protezione che è stata così strutturata. Resta in vigore fino al Masters 1000 canadese (9 agosto 2021) il sistema “Best Of” per le classifiche. I risultati di tutti gli eventi disputati tra il 4 marzo e il 5 agosto 2019, che non sono stati giocati nel 2020 per colpa della pandemia, verranno estesi di ulteriori 52 settimane ma solo al 50% dei punti accumulati. La riduzione entrerà nel calcolo del ranking di ogni tennista alla data di rilascio originariamente designata per ogni evento, e grazie al sistema “Best Of” conterà solo il migliore dei due punteggi di un giocatore dallo stesso evento, 2019 o 2021. Esempio: per il Masters 1000 di Madrid (non disputato nel 2020), i tennisti vedranno nel proprio ranking o il 100% dei punti raccolti nell’edizione 2021 o il 50% di quelli ottenuti nell’edizione 2019, a seconda di quale dei due sia migliore per il tennista stesso.I risultati degli eventi riprogrammati del 2020 (Kitzbuhel, Amburgo, Roma e Roland Garros) saranno inclusi anche per ulteriori 52 settimane al 50% dalla data di rilascio originariamente programmata e saranno confrontati con l’evento del 2021 sempre secondo il sistema “Best Of”. L’edizione 2019 di questi quattro eventi scalerà dalle classifiche in base alla data di rilascio attualmente programmata. Nel 2021, tutti i risultati prima di Wimbledon verranno conteggiati come “Best of Other” nella ripartizione delle classifiche di un giocatore, con una revisione degli eventi successivi a seguire.A condizione che non vengano apportate ulteriori modifiche al calendario, una classifica tradizionale, che incorpora solo i risultati delle 52 settimane precedenti, verrà nuovamente applicata il 16 agosto 2022.La decisione di trattenere il 50% dei punti guadagnati nel 2019 durante il periodo corrispondente alla sospensione del 2020, mira a fornire ai giocatori una misura di sicurezza nei mesi a venire, mentre continuano ad essere applicate restrizioni di viaggio e rigorose misure di salute e sicurezza.

    Ranking protetto Covid
    L’Atp introduce un sistema di protezione nel ranking per i tennisti che hanno dovuto interrompere l’attività per colpa di un contagio Covid-19. Potranno usufruirne i giocatori costretti ad uno stop di 4 settimane consecutive, da usare per iscriversi 4 eventi (Olimpiadi e Slam esclusi).

    Sostegno ai tornei per misure sanitarie anti-Covid
    L’ATP ha stanziato $ 10.000 per ogni evento ATP Tour e ATP Challenger Tour nella stagione in corso per coprire i costi di alloggio che possono derivare da ulteriori periodi di isolamento o quarantena, richiesti in caso di risultati positivi del test Covid-19 o situazioni di contatto ravvicinato. Con questa misura l’ATP spera di coprire le spese dei tornei e giocatori dai costi imprevisti legati alla salute e alla sicurezza.

    Innalzamento dei Prize Money per ATP 250 e 500 e utilizzo del Bonus Pool ATPTra l’Australian Open e Wimbledon, i livelli minimi di prize money per i tornei ATP 250 e ATP 500 saranno aumentati rispettivamente dell’80% e del 60%. Questi incrementi, che equivalgono a una spesa massima di 5,2 milioni di dollari, saranno principalmente finanziati attraverso una ridistribuzione del Bonus Pool ATP, normalmente assegnato ai primi 12 giocatori alla fine della stagione. La ridistribuzione di questo fondo – sottolinea l’ATP – è avvenuta con il supporto dell’ATP Player Council, con l’avallo dei rappresentanti dei top10 Roger Federer e Rafael Nadal.Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP, ha dichiarato in merito: “I ricavi dei nostri tornei continuano a essere fortemente influenzati dalle restrizioni sulla vendita dei biglietti, e un sostanziale miglioramento su questo fronte sembra improbabile prima di metà anno. Il nostro obiettivo è garantire che il Tour continui a supportare il maggior numero di giocatori possibile e vorrei ringraziare i migliori giocatori e il Player Council per il supporto di questa misura, che contribuirà a migliorare le condizioni per il gruppo di giocatori più ampio nei prossimi mesi “.

    Una serie di misure concrete, in risposta alle tante critiche che l’ATP ha ricevuto nelle ultime settimane visto il cospicuo taglio dei prize money dei prossimi tornei e la richiesta di protezione visto che la situazione non sembra migliorare sul lato contagi. Il fatto che siano stati menzionati esplicitamente Roger e Rafa come promotori di questa importante ridistribuzione di risorse, è forse anche un segnale ai promotori della PTPA (in primis Djokovic), che hanno fatto leva sulla carenza di attenzione verso i tennisti da parte dell’ATP per raccogliere adesioni al loro progetto. Politica tennistica a parte, è importante questa mossa dell’ATP per sostenere giocatori e tornei, in difficoltà per le limitazioni causate dall’onda lunga di una pandemia tanto complessa da arginare.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kevin Anderson: “Fusione ATP – WTA? Non ne abbiamo ancora parlato. La riduzione dei prize money è necessaria”

    Il due volte finalista Slam Kevin Anderson è uno dei giocatori più rappresentativi in seno all’ATP, forte di un’esperienza decennale. In primavera dovrebbe essere rieletto come Presidente dei giocatori nel Player Council, in una fase storica molto delicata per lo sport. La pandemia ha non solo bloccato e rallentato l’attività, ma messo in crisi sul […] LEGGI TUTTO

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    Kermode (ex CEO ATP): “Abbiamo aumentato i prize money in modo importante. La PTPA? Non avrà un forte impatto”

    Chris Kermode

    Il britannico Chris Kermode è stato CEO dell’ATP per ben sette anni, prima della sfiducia da parte dei giocatori nel 2019 che ha portato al non rinnovo della sua carica. Dopo un periodo “sabbatico” in cui s’è esposto ben poco con la stampa, lasciando così libertà di campo al suo successore Andrea Gaudenzi, Kermode è intervenuto nel corso del programma “The Tennis Podcast” condotto dal collega David Law. Le parole di Chris sono state interessanti, e ferme. Pur non facendo polemica in merito all’interruzione del suo percorso a guida dell’ATP, ha rivendicato gli ottimi risultati (a suo dire) nel suo mandato, sottolineando soprattutto l’aspetto economico, proprio quello che a detta dei giocatori invece gli è “costato il posto”.
    Ecco alcuni passaggi del pensiero di Kermode, con alcune considerazioni finali, visto che l’ultima parte dell’intervista è quella più interessante.

    “Nel corso del mio mandato come CEO dell’ATP ho ricoperto un ruolo politico. Credo molto nell’ATP, penso che sia un’organizzazione che funziona. Il tennis è uno dei pochi sport in cui giocatori e tornei sono ascoltati ogni giorno, a differenza degli sport USA dove si trovano accordi collettivi che diventano operativi per diversi anni e quindi non c’è necessità di ritrovarsi, nonostante ci possano essere anche litigi e conflitti. Le decisioni che abbiamo preso sono state quasi totalmente all’unanimità, direi per il 98%. Ovviamente è successo di ritrovarmi in mezzo ad un conflitto tra tornei e giocatori, serve un amministratore proprio per questo. Durante la mia presidenza in sole 8 votazioni su 350 il mio voto è stato decisivo, e in queste ben 7 su 8 ho votato sposando la parte vicina al parere dei tennisti. Sono stato il CEO a decidere per il maggior incremento dei prize money nella storia dell’ATP tour. Devo dire che se esiste un punto debole nel sistema è nel fatto che la politica può diventare determinante e il peso si sposta su questa piuttosto che sul miglioramento della disciplina. Quindi è importante trovare le persone giuste per far crescere il tennis”.
    “Se fossi stato confermato? Avrei lavorato per trovare il modo migliore per aumentare ancora i prize money. Siamo riusciti a centrare l’obiettivo per la categoria 500, avrei lavorato per trovare lo stesso equilibrio in 250 e Masters 1000″.
    “La nascita delle NextGen Finals testimonia che abbiamo guardato in modo deciso alla crescita dei giovani insieme a possibili cambiamenti delle regole del gioco. Siamo stati consapevoli fin dall’inizio che tutti gli esperimenti della manifestazione non sarebbero diventati novità sull’ATP Tour, ma ci siamo posti delle domande e provato sul campo. Alcune cose sono state un successo. Col mio mandato inoltre è nata la ATP Cup. I giocatori spingevano per avere nuovi eventi, la ATP Cup è stata una risposta, portando 15 milioni ai protagonisti, diventando così una apertura nuova e interessante per la stagione. Abbiamo osservato l’andamento degli ascolti televisivi: i numeri salivano solo a marzo con Indian Wells, era indispensabile trovare una novità che facesse scattare prima l’interesse per l’ATP tour, già in gennaio e quindi per febbraio. L’ATP Cup è nata in questa ottica”.

    “La pandemia? Non ho mai pensato in realtà a come l’avrei potuta affrontare. Mi dispiace molto per Gaudenzi, è stato sicuramente sfortunato ad iniziare il suo mandato in un anno così difficile. In un periodo come questo è necessario aver i nervi saldi per mantenere la corretta prospettiva ricordandosi che stiamo governando il tennis, attività importante ma che, in una visione globale, ha un’importanza relativa. Bisogna resistere, forse si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma i primi sei mesi del 2021 saranno altrettanto duri. Credo che il tennis sopravviverà, anche se i problemi saranno tanti. Dall’altro lato, possiamo dire che in tempo di crisi si può sfruttare la contingenza per spingere su cambiamenti più radicali, cosa più difficile da realizzare quando tutto va bene e non è facile toccare qualcosa che sembra funzionare”.
    “Unire ATP e WTA? Sì, ne ha parlato anche Federer, ma la situazione è complessa, servirebbe superare la storia delle due organizzazioni, che sono diverse. Si può partire da una maggior collaborazione e quindi vedere di accrescere i punti di contatto. Fare ex novo un calendario? Facile a dirsi, difficilissimo da realizzare. Ci sono tanti punti di vista diversi, mediare non è affare comodo. Non ci dobbiamo dimenticare il tennis è lo sport globale per eccellenza, quindi non siamo noi a poter decidere tutto, ogni paese ha proprie peculiarità, governi ed esigenze. I giocatori vogliono giocare molto, i tornei devono essere sostenibili, non è per niente facile”.
    “Di cosa vado più fiero del mio mandato? È stato un periodo molto intenso, stressante, ma anche ricco di soddisfazioni, un onore guidare l’ATP . I numeri che abbiamo lasciato alla nuova dirigenza sono molto buoni e ne vado orgoglioso: il fatturato è passato da 97 milioni di dollari nel 2013 a 150 milioni nel 2018, il montepremi è passato da 85 a 135 milioni nello stesso periodo, e il numero di i giocatori che hanno raccolto più di un milione di dollari sono aumentati del 90%. La crescita è stata reale nei guadagni per i giocatori tra il n.50 e n.100, aumentati del 69%, e per i tennisti tra il n.150 e n.200, aumentati del 65%. Siamo riusciti a fare una ridistribuzione del denaro ai giocatori di rango inferiore, oltre ad aver aumentato anche il fondo pensione del 60%. Sono numeri indiscutibili, che i giocatori conoscono”.
    “PTPA? Non è la prima volta che succede che i giocatori vogliano qualcosa, ma il Board non lo approva, quindi non possono fare quello che vogliono che accada. Vedremo cosa succederà con la PTPA, personalmente non credo che questa iniziativa alla fine avrà un grande impatto, ma è un messaggio che va ascoltato. I giocatori non ascoltati? Non è vero, ci sono i membri del Consiglio, sono adeguatamente rappresentati. Il problema è che le esigenze del numero 1 al mondo sono diverse da quelle del 2000 e queste due cose sono difficili da conciliare. Non so quali siano le intenzioni di Djokovic, non posso giudicare. Penso che dovremmo stare molto attenti quando facciamo affermazioni generali che possono essere suggerite da persone che non hanno nulla a che fare con il tennis. Quando ero in carica come CEO, una delle cose che leggevo molto era che stavamo mettendo troppe energie nei giocatori di rango inferiore. I numeri suggeriscono che questo non è vero. La situazione è molto, molto complicata: da un lato è certamente molto difficile per questi giocatori guadagnare abbastanza per mantenersi, ma è anche vero che i tornei Challenger non sono redditizi, è necessario che il sistema sia sostenibile perché senza tornei nessun giocatore può guadagnare qualcosa. E questo apre la questione di definire cosa sia un “tennista professionista”. È necessario disporre di un sistema in cui non sia possibile per un giocatore trascorrere 10-15 anni sul circuito Challenger. I Challenger devono essere una categoria di transizione per arrivare al circuito ATP, non un luogo dove trascorrere l’intera carriera”.

    Quelle conclusive sono le affermazioni più nette. Ovvio che Kermode difenda il suo mandato, ma obiettivamente non gli si può rimproverare di non aver fatto crescere “la torta”. Che magari questa sia cresciuta con “fette non abbastanza grandi” per i giocatori, può essere la vera questione. Come anche il fatto dei Challenger: è una questione dibattuta da tempo. Per la visione di Kermode i tennisti considerati davvero Pro dovrebbero essere quindi meno di 300, con altri 200 (al massimo) che lottano per salire al piano di sopra e quindi considerarsi dei veri professionisti. Chiaro che solo con l’ingresso nel 100 oggi un tennista vive “bene” e guadagna abbastanza di potersi assicurare – con vari anni stabilmente dentro – un futuro sereno dopo la carriera.
    È una visione altamente meritocratica e spinta verso l’eccellenza, e anche Gaudenzi – anche se non l’hai mai dichiarato con questa nettezza – ha lasciato intendere una visione simile. Che ne pensate?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO