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    Simeonov incoraggia la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione

    Di Redazione
    In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.
    Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:
    “Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.
    Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.
    Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza e fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.
    Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.
    Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?
    “Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.
    Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?
    “La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.
    Invece le due annate successive, come sono state?
    “La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.
    Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?
    “Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.
    Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?
    “Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    #tonnocallipoHISTORY- Simeonov rivolge il suo in bocca al lupo ai giallorossi: “Date anima e cuore”

    Il saluto dell’ex atleta per incoraggiare la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione 2020-21.
    In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.
    Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:
    “Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.
    Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.
    Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza e fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.
    Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.
    Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?
    “Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.
    Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?
    “La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.
    Invece le due annate successive, come sono state?
    “La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.
    Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?
    “Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.
    Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?
    “Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.
    UFFICIO STAMPA
    Rosita Mercatante
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    Poche ore all’esordio ufficiale, Baldovin: “Partiamo con la voglia di metterci alla prova”

    La Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia ha iniziato la volata verso il ritorno in campo: domenica 13 settembre alle ore 15.30 (partita a porte chiuse – diretta Eleven Sports) i giallorossi sfideranno Monza in terra lombarda. La gara, valevole per la prima giornata degli Ottavi di finale della Del Monte Coppa Italia, sarà il primo impegno ufficiale della stagione 2020-21 dopo una lunga pausa che si protrae dallo scorso 4 marzo quando i calabresi, sempre in trasferta, affrontarono Ravenna per il quint’ultimo match della regular season interrotta poi bruscamente a causa dell’emergenza Coronavirus. Il programma della competizione organizzata in due gironi da tre squadre prevede per la Callipo, inserita nel pool A, la sfida in casa con Milano sabato 19 settembre e mercoledì 23 la trasferta a Verona. Secondo la nuova formula pensata da quest’anno accederanno ai quarti le prime due classificate.
    Quella a Monza sarà la 14esima gara in Coppa Italia per la Tonno Callipo la cui ultima partecipazione è datata stagione 2017-18, perdendo in casa contro Ravenna per 1-3 agli ottavi di finale. In totale 9 sconfitte e 4 vittorie nelle tredici gare disputate nel torneo tricolore.
    Tra le due squadre è il primo confronto in Del Monte® Coppa Italia.
    LE DICHIARAZIONI
    In casa giallorossa, dopo due mesi di preparazione in cui la squadra del neo allenatore Valerio Baldovin ha messo a punto schemi ed intese, cercando di trovare la giusta intesa di gruppo, l’attenzione è focalizzata sulla partita contro Monza:
    “Il primo appuntamento è come il primo giorno di scuola. C’è titubanza, eccitazione, voglia di mettersi in mostra e di farsi vedere. Per noi sarà un’occasione preziosa per testarci sul campo sia dal punto di vista tecnico-tattico che della capacità di reagire nelle situazioni di difficoltà” spiega coach Baldovin e aggiunge: “Arriviamo al primo appuntamento stagionale desiderosi di calcare nuovamente il campo da gioco. I due mesi di preparazione ci sono serviti per amalgamare il gruppo e per lavorare intensamente anche se senza quasi mai giocare. Difatti una delle sfide che dovremo affrontare domenica sarà quella di riuscire a trovare il ritmo partita prima possibile. Guardando all’avversario c’è da dire che Monza ha allestito anche quest’anno un’ottima squadra puntando su giovani talenti come il centrale Holt e potendo ancora contare su giocatori esperti come Orduna e Dzavoronok. Per noi sarà una gara difficile sotto il profilo tecnico ma interessante da interpretare. L’ obiettivo principale in questa fase sarà guardare dentro la nostra casa e cercare di capire che tipo di squadra siamo e di conseguenza mettere ordine e pulizia sulla qualità del gioco”.
    LA TONNO CALLIPO AI NASTRI DI PARTENZA
    E’ una Tonno Callipo che ha irrobustito la sua ossatura quella che si appresta a disputare il 14esimo torneo in Superlega. Il roster è stato allestito partendo dai riconfermati Abouba, una vera e propria scoperta nel suo esordio nel campionato italiano, lo schiacciatore americano De Falco ed il nazionale francese Chinenyeze chiamati a confermare le potenzialità e il talento visti la scorsa stagione, poi i liberi Rizzo e Sardanelli, oltre al giovanissimo Fioretti proveniente dal vivaio giallorosso. Otto i nuovi volti che si sono aggiunti al gruppo: l’esperto palleggiatore Saitta col suo vice l’americano Chakravorti, gli schiacciatori Rossard (nazionale francese), Victor Birigui (che si aggiunge alla schiera dei 18 brasiliani approdati a Vibo), il calabrese Corrado (un ritorno) ed il vice opposto croato Dirlic; quindi il pluridecorato centrale Cester col promettente Gargiulo in rampa di lancio a chiudere gli arrivi. In panchina è arrivato Valerio Baldovin in cerca di nuove sfide dopo un settennato a Padova. Denominatore comune la motivazione e l’orgoglio di vestire i colori del Club calabrese che con soddisfazione si appresta a tagliare il nastro della sua 20esima partecipazione nella massima serie (tra A1 e A2). Un traguardo importante per la squadra del presidente Pippo Callipo che conferma ancora una volta il suo impegno per far emergere, anche attraverso la pallavolo, i valori positivi della Calabria.
    L’AVVERSARIO
    Dall’altra parte della rete della Callipo ci sarà una formazione molto giovane, rivisitata rispetto allo scorso anno con l’inserimento di due interessanti giocatori come l’opposto turco Lagumdzija e lo schiacciatore bielorusso Davyskiba. I brianzoli si affacciano alla nuova stagione avendo come punti fermi su cui fare affidamento l’esperto palleggiatore Orduna, il centrale Beretta. Tra le conferme anche lo schiacciatore ceco Dzavoronok. Al centro l’americano Holt arrivato da Modena. Completano lo scacchiere lo schiacciatore croato Sedlacek e il libero Federici. In panchina l’allenatore Fabio Soli alla sua terza stagione con i monzesi.
    ROSTER COMPLETO – VERO VOLLEY MONZAPalleggiatori ORDUNA, CALLIGAROCentrali BERETTA, HOLT, GALASSISchiacciatori DZAVORONOK, SEDLACEK, DAVYSKIBA, FALGARI, LAGUMDZIJA, RAMIREZ-PITALiberi FEDERICI, BRUNETTIAllenatore SOLI
    ROSTER COMPLETO – TONNO CALLIPO CALABRIA VIBO VALENTIAPalleggiatori SAITTA, CHAKRAVORTICentrali CHINENYEZE, GARGIULO, CESTERSchiacciatori DRAME NETO, DIRLIC, FIORETTI, ROSSARD, CORRADO, DEFALCO, ALMEIDALiberi RIZZO, SARDANELLIAllenatore BALDOVIN
    PRECEDENTISette i precedenti e tutti in SuperLega (5 successi Monza, 2 successi Vibo Valentia). L’ultima volta le squadre si sono affrontate al PalaValentia nella passata stagione il 15 dicembre 2019 (12a giornata di andata SuperLega Credem Banca 2019/20). Vinsero i calabresi per 3-2.GLI EX DELLA GARAMarco Rizzo, a Monza dal 2015 al 2019
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
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    Giallorossi ancora a lavoro. Gargiulo: “Ansiosi di scendere in campo e carichi per la prima partita ufficiale”

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    Quella in corso è per la Tonno Callipo la settimana numero otto della fase di preparazione pre-season oltre che l’ultima senza gare ufficiali. Una settimana intensa che sarà alimentata dagli impegni sia in sala pesi che sul taraflex del PalaValentia per le sedute tecniche previste dal programma stilato da coach Valerio Baldovin e dal suo staff. I giallorossi saranno chiamati a sudare in palestra anche sabato mattina per poi godere della domenica di riposo.
    Manca ormai veramente poco all’esordio ufficiale di Saitta e compagni nella stagione 2020-2021 che avrà inizio con il primo match di Coppa Italia contro Monza in casa dei lombardi, in programma domenica 13 settembre (alle ore 15.30 – diretta Eleven Sports).
    Giorni cruciali per il tecnico veneto che coadiuvato dal suo secondo Francesco Guarnieri continua ad osservare i suoi uomini e a testare i meccanismi di gioco concentrandosi sulla definizione dei tratti fisionomici della squadra.
    Tra le fila giallorosse si avverte il forte desiderio di riassaporare il gusto del volley giocato: “Siamo ansiosi di scendere in campo e siamo carichi a mille in vista della prima gara ufficiale. Nel frattempo stiamo lavorando intensamente e con concentrazione e siamo spronati dalla volontà di voler giocare bene” afferma il centrale Giovanni Maria Gargiulo. Due mesi di allenamento si sono rivelati utili per un processo di crescita globale del gruppo: “Stiamo migliorando giorno dopo giorno sia dal punto di vista tecnico che dell’unione e dell’intesa di gruppo. Stiamo sfruttando – prosegue l’atleta campano classe ’99 – la possibilità di mescolare le nostre esperienze e le nostre capacità per ottenere una buona combinazione. Essere uniti ci servirà molto per poter affrontare un campionato difficile che ci metterà a dura prova ogni qualvolta giocheremo una partita”.
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
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    Sesta settimana di preparazione: al PalaValentia si lavora con il gruppo al completo

    Il primo impegno ufficiale dei giallorossi si avvicina e si iniziano a testare i meccanismi di gioco.
    Il conto alla rovescia è iniziato: mancano esattamente 23 giorni al debutto della Tonno Callipo di coach Valerio Baldovin nella stagione 2020-2021 al via con le tre gare della Del Monte Coppa Italia, valide per gli ottavi di finale della manifestazione, in programma il 13 settembre a Monza, poi Milano in casa e Verona fuori (19 e 23 settembre).
    Mentre il lasso di tempo che manca da qui alla gara con i lombardi si assottiglia la sesta settimana di preparazione pre-campionato è agli sgoccioli. Al PalaValentia Saitta e compagni saranno impegnati fino a venerdì prevalentemente per svolgere lavoro con la palla. Appuntamenti doppi tutti i giorni in questo blocco di lavoro, ad eccezione di mercoledì, in cui lo staff ha pianificato sedute in sala pesi e di tecnica individuale mentre nel pomeriggio allenamento sullo sviluppo delle situazioni di gioco.
    I giallorossi riposeranno poi sabato e domenica, prima di dare inizio alla settima settimana di allenamento lunedì prossimo, 24 agosto.
    Fase determinante per la Tonno Callipo che ha iniziato a testare i meccanismi di gioco come spiega il tecnico Baldovin: “Fino ad ora avevamo privilegiato il lavoro analitico mentre dopo l’ultimo aggiornamento del protocollo Fipav della scorsa settimana ci ha permesso di indirizzare l’attenzione sullo sviluppo di tematiche di gioco e di provare il gruppo. I meccanismi sono tutti da oleare ed occorrerà tempo per farlo. Un segnale molto positivo è che i ragazzi si mostrano impazienti di avvicinarsi al gioco reale e a impadronirsi del ritmo partita”.
    Sull’arrivo in gruppo del giovane schiacciatore brasiliano Victor Birigui: “Siamo contenti – prosegue Baldovin – di avere finalmente tutti a disposizione da lunedì scorso. Victor si sta dimostrando molto propenso al lavoro e apprezza ben volentieri correzioni e spiegazioni da parte dello staff tecnico. Servirà almeno un mese per poter avere maggiori indicazioni su di lui. Intanto l’obiettivo è fargli raggiungere lo stesso obiettivo degli altri giocatori tenendo in conto che non si allenava da cinque mesi”.
    In foto l’opposto croato Petar Dirlic
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    Rosita Mercatante
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    Stagione 2020/21, un mese al debutto. Rizzo: “Siamo impazienti di scendere in campo”

    Manca esattamente un mese al debutto ufficiale nella stagione 2020/21. La prima prova sul campo per la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia è, infatti, in programma per il prossimo 13 settembre quando, per gli Ottavi della Del Monte Coppa Italia, affronterà in trasferta Monza. Nel frattempo la squadra guidata dal tecnico Valerio Baldovin prosegue la sua preparazione e conclude oggi la quinta settimana di lavoro in coincidenza della vigilia di Ferragosto.
    Prima di sostenere la sessione pomeridiana di tecnica il libero Marco Rizzo – uno dei giocatori più esperti del gruppo e tra i riconfermati dalla passata stagione insieme al suo secondo Sardanelli, al centrale Chinenyeze, all’opposto Abouba e allo schiacciatore Defalco – ha analizzato il percorso compiuto fino ad adesso con lo sguardo rivolto al prossimo futuro.
    “Dopo un mese di attività le impressioni sono molto buone sia sul gruppo che si sta formando sia sugli allenamenti. Stiamo lavorando tanto e con qualità cercando di curare gli aspetti tecnici e tattici. Come tutti non vediamo l’ora di giocare e aspettiamo con ansia la prima partita”.
    Dopo l’aggiornamento dei protocolli di allenamento, da qualche giorno si è potuto effettuare i primi 6 vs 6 della stagione. Occasione preziosa per testare i meccanismi di gioco e valutare la condizione fisica dopo i carichi del primo periodo di lavoro: “Abbiamo giocato l’ultima partita a Ravenna lo scorso 4 marzo quindi sono passati diversi mesi da quel giorno. C’è mancato tanto allenarci e poterci misurare con gli avversari. Lo stop forzato per la pandemia non ha fatto bene a noi atleti e sicuramente neppure a tutto il movimento per cui siamo impazienti di riprendere la normalità”.
    Feeling collaudato con la città e con l’ambiente: “A Vibo sto bene e sono felice di poterci stare. Voglio giocare bene per la squadra, per i tifosi e per la società che fa sacrifici e investe tanto per cui ci sentiamo in dovere di ripagarla nel migliore dei modi”.
    Sulla Callipo che sarà: “È ancora troppo presto per dire dove possiamo arrivare ma siamo una squadra ben attrezzata che si è rinforzata durante il mercato. Con umiltà ci concentreremo su ogni singola partita e lotteremo su ogni pallone”.
    Sul livello del campionato: “Sarà un torneo molto equilibrato dove ogni pallone può fare la differenza ai fini dell’esito finale della classifica”.
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
    ufficiostampa@volleytonnocallipo.com LEGGI TUTTO

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    #tonnocallipoHISTORY, Fosco Cicola: “Vibo occupa un posto speciale nel mio cuore”

    Di Redazione
    L’ex beacher Fosco Cicola racconta il suo forte legame con la Calabria dove, oltre ad aver vissuto un lustro entusiasmante ed indimenticabile, è pure nata sua figlia.
    Cicola detiene il record di aver brindato a ben due promozioni in A1 con la Callipo. Prima tra le fila dell’armata che ha portato il nome della  squadra calabrese per la prima volta nell’Olimpo del volley e dopo qualche anno, uno dei trascinatori del gruppo che hanno riscattato Vibo dalla retrocessione del 2007. Con il club giallorosso iniziò a giocare nel ruolo di libero dopo che fino ad allora aveva sempre schiacciato da posto-4.
    Quello di Fosco Cicola è un nome scritto con l’inchiostro indelebile sul libro dei ricordi della Tonno Callipo. Per cinque stagioni l’atleta romano classe ’74 ha indossato la casacca giallorossa rendendosi protagonista delle avventure agonistiche dei calabresi nella famosa stagione culminata con la vittoria del campionato. Da lì la scelta di affrontare nuove sfide all’estero per poi fare ritorno nuovamente a Vibo per una permanenza ‘felice’ di quattro anni. Atleta carismatico in campo e nello spogliatoio, Fosco Cicola ha sempre avuto il pallino del beach volley a cui si è dedicato dopo aver concluso l’attività indoor nel 2012.
    Alla Tonno Callipo sbarca nella stagione 2003-04 come schiacciatore ed è subito un successo con la prima storica promozione in A1. Ricordi scolpiti nella memoria passano in rassegna le emozioni di tante avventure sportive e, al contempo, i volti dei compagni di viaggio. “Quello fu un anno molto bello ed intenso – racconta Cicola –, tutti volevamo fortemente dimostrare quanto fossimo una squadra importante. La cronaca della finale play off è emblematica: abbiamo lottato con il coltello tra i denti fino alla fine. All’inizio a guidarci ci fu Claudio Torchia, poi arrivò Ricci probabilmente per dare quella spinta in più per raggiungere l’obiettivo prefissato. Io con entrambi ho un avuto un ottimo rapporto: comunque Claudio è stato fondamentale per gran parte della stagione, senza il suo lavoro probabilmente non saremmo arrivati ad avere la determinazione per lottare e arrivare in A1. Ricordo De Giorgi, Axè, Kirchhein, Tomasello, Belardi, Garilli, Marini, Neri. Di quell’annata è difficile dimenticare qualcuno, eravamo veramente una squadra molto ben assortita e molto unita. Tutto ciò ci è servito per arrivare in fondo e vincere il campionato”.
    Insomma un legame indissolubile specie dopo un inizio così entusiasmante: “Definisco Vibo come una seconda casa: lì ho tantissimi amici, puntualmente alle feste ci scambiamo gli auguri e c’è sempre un filo che ci unisce. Sono rimasto molto impressionato dal pubblico che è stato sempre vicino alla squadra, riempiendo il PalaPace nel mio primo anno e poi il PalaValentia in quelli a seguire. Vibo è sempre nel mio cuore e poi il legame con la Calabria si è rafforzato ancor di più dal fatto che mia figlia è nata proprio lì”.
    Della stagione 2006-07 culminata con la retrocessione cosa pensi non abbia funzionato? “Credo che all’epoca abbiamo pagato l’inesperienza di alcuni giocatori sui quali si era puntato. Penso ad esempio a Polster che poi a gennaio andò via. Anche se poi nella seconda parte disputammo davvero un buon campionato arrivando a lottare per la salvezza, ma alla fine alcuni risultati particolari ci hanno fatto retrocedere. Ricordo che Padova vinse a Roma, insomma risultati che non agevolarono la nostra rincorsa per la salvezza. Ciò nonostante anche quell’anno eravamo una squadra di assoluto livello: c’era Raphael palleggiatore della Nazionale brasiliana, Luis Diaz e tanti altri grandissimi giocatori che poi hanno dimostrato il loro valore negli anni successivi. La cosa bella fu che la stagione successiva rimanemmo quasi tutti per riportare Vibo dove meritava. Arrivarono giocatori forti quali Oro, Sirri, Contreras, Dentinho. In panchina sedeva Travica”.
    Il soggiorno calabrese è stato intervallato da altre esperienze ma, alla fine, il richiamo della sua città d’adozione è stato più forte di ogni altra cosa. Cosa ha influito nella tua decisione di fare ritorno a Vibo dopo due anni di pausa? “Sicuramente i buoni rapporti che avevo intrecciato con la società. Dopo la promozione del 2004 furono fatte scelte diverse ed io ho avuto possibilità di fare altre esperienze.  Sono tornato perché sentivo che la stima era reciproca”.
    E il presidente Pippo Callipo? “È sempre stato molto presente e attento alle necessità della squadra: ci faceva visita ogni settimana nello spogliatoio dandoci la carica quando capiva che c’era bisogno del suo supporto. In qualche occasione ci ha anche strigliato”.
    Ricordi qualche aneddoto particolare che riesce ancora a strapparti qualche sorriso? “Ce ne sono stati tanti ma in particolare ricordo quello del presidente che indossò il costume di Babbo Natale per venire a farci gli auguri. Ricordo anche che mi faceva divertire parecchio il modo buffo di parlare in italiano del tecnico australiano Stelio De Rocco”.
    Hai seguito negli ultimi anni l’andamento della Callipo? Che torneo immagini nel post-Covid? “Seguo sempre le vicende giallorosse anche se a distanza: so che per la nuova stagione hanno allestito una squadra con la volontà di ben figurare nella massima serie. Tutte le squadre si sono rinforzate e quindi mi aspetto un campionato equilibrato. Probabilmente nella prima parte di stagione non ci sarà il pubblico sugli spalti per cui ritengo che il fattore campo non sarà così determinante”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    #tonnocallipoHISTORY – Fosco Cicola: “Vibo occupa un posto speciale nel mio cuore” 

    L’ex beacher racconta il suo forte legame con la Calabria dove, oltre ad aver vissuto un lustro entusiasmante ed indimenticabile, è pure nata sua figlia.
    Cicola detiene il record di aver brindato a ben due promozioni in A1 con la Callipo. Prima tra le fila dell’armata che ha portato il nome della  squadra calabrese per la prima volta nell’Olimpo del volley e dopo qualche anno, uno dei trascinatori del gruppo che hanno riscattato Vibo dalla retrocessione del 2007. Con il club giallorosso iniziò a giocare nel ruolo di libero dopo che fino ad allora aveva sempre schiacciato da posto-4.
    Quello di Fosco Cicola è un nome scritto con l’inchiostro indelebile sul libro dei ricordi della Tonno Callipo. Per cinque stagioni l’atleta romano classe ’74 ha indossato la casacca giallorossa rendendosi protagonista delle avventure agonistiche dei calabresi nella famosa stagione culminata con la vittoria del campionato. Da lì la scelta di affrontare nuove sfide all’estero per poi fare ritorno nuovamente a Vibo per una permanenza ‘felice’ di quattro anni. Atleta carismatico in campo e nello spogliatoio, Fosco Cicola ha sempre avuto il pallino del beach volley a cui si è dedicato dopo aver concluso l’attività indoor nel 2012.
    Alla Tonno Callipo sbarca nella stagione 2003-04 come schiacciatore ed è subito un successo con la prima storica promozione in A1. Ricordi scolpiti nella memoria passano in rassegna le emozioni di tante avventure sportive e, al contempo, i volti dei compagni di viaggio. “Quello fu un anno molto bello ed intenso – racconta Cicola –, tutti volevamo fortemente dimostrare quanto fossimo una squadra importante. La cronaca della finale play off è emblematica: abbiamo lottato con il coltello tra i denti fino alla fine. All’inizio a guidarci ci fu Claudio Torchia, poi arrivò Ricci probabilmente per dare quella spinta in più per raggiungere l’obiettivo prefissato. Io con entrambi ho un avuto un ottimo rapporto: comunque Claudio è stato fondamentale per gran parte della stagione, senza il suo lavoro probabilmente non saremmo arrivati ad avere la determinazione per lottare e arrivare in A1. Ricordo De Giorgi, Axè, Kirchhein, Tomasello, Belardi, Garilli, Marini, Neri. Di quell’annata è difficile dimenticare qualcuno, eravamo veramente una squadra molto ben assortita e molto unita. Tutto ciò ci è servito per arrivare in fondo e vincere il campionato”.
    Insomma un legame indissolubile specie dopo un inizio così entusiasmante: “Definisco Vibo come una seconda casa: lì ho tantissimi amici, puntualmente alle feste ci scambiamo gli auguri e c’è sempre un filo che ci unisce. Sono rimasto molto impressionato dal pubblico che è stato sempre vicino alla squadra, riempiendo il PalaPace nel mio primo anno e poi il PalaValentia in quelli a seguire. Vibo è sempre nel mio cuore e poi il legame con la Calabria si è rafforzato ancor di più dal fatto che mia figlia è nata proprio lì”.
    Della stagione 2006-07 culminata con la retrocessione cosa pensi non abbia funzionato?
    “Credo che all’epoca abbiamo pagato l’inesperienza di alcuni giocatori sui quali si era puntato. Penso ad esempio a Polster che poi a gennaio andò via. Anche se poi nella seconda parte disputammo davvero un buon campionato arrivando a lottare per la salvezza, ma alla fine alcuni risultati particolari ci hanno fatto retrocedere. Ricordo che Padova vinse a Roma, insomma risultati che non agevolarono la nostra rincorsa per la salvezza. Ciò nonostante anche quell’anno eravamo una squadra di assoluto livello: c’era Raphael palleggiatore della Nazionale brasiliana, Luis Diaz e tanti altri grandissimi giocatori che poi hanno dimostrato il loro valore negli anni successivi. La cosa bella fu che la stagione successiva rimanemmo quasi tutti per riportare Vibo dove meritava. Arrivarono giocatori forti quali Oro, Sirri, Contreras, Dentinho. In panchina sedeva Travica”.
    Il soggiorno calabrese è stato intervallato da altre esperienze ma, alla fine, il richiamo della sua città d’adozione è stato più forte di ogni altra cosa. Cosa ha influito nella tua decisione di fare ritorno a Vibo dopo due anni di pausa?
    “Sicuramente i buoni rapporti che avevo intrecciato con la società. Dopo la promozione del 2004 furono fatte scelte diverse ed io ho avuto possibilità di fare altre esperienze.  Sono tornato perché sentivo che la stima era reciproca”.
    E il presidente Pippo Callipo?
    “È sempre stato molto presente e attento alle necessità della squadra: ci faceva visita ogni settimana nello spogliatoio dandoci la carica quando capiva che c’era bisogno del suo supporto. In qualche occasione ci ha anche strigliato”.
    Ricordi qualche aneddoto particolare che riesce ancora a strapparti qualche sorriso?
    “Ce ne sono stati tanti ma in particolare ricordo quello del presidente che indossò il costume di Babbo Natale per venire a farci gli auguri. Ricordo anche che mi faceva divertire parecchio il modo buffo di parlare in italiano del tecnico australiano Stelio De Rocco”.
    Hai seguito negli ultimi anni l’andamento della Callipo? Che torneo immagini nel post-Covid?
    “Seguo sempre le vicende giallorosse anche se a distanza: so che per la nuova stagione hanno allestito una squadra con la volontà di ben figurare nella massima serie. Tutte le squadre si sono rinforzate e quindi mi aspetto un campionato equilibrato. Probabilmente nella prima parte di stagione non ci sarà il pubblico sugli spalti per cui ritengo che il fattore campo non sarà così determinante”.
    UFFICIO COMUNICAZIONE
    Rosita Mercatante
    ufficiostampa@volleytonnocallipo.com LEGGI TUTTO