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    Lutto in casa Lube: scomparso il papà di Jacopo Larizza

    Di Redazione Proprietà, dirigenti, collaboratori, squadra e staff della A.S. Volley Lube si stringono attorno all’atleta Jacopo Larizza e ai suoi cari per la scomparsa del padre Umberto. Alla famiglia Larizza vanno le più sentite condoglianze anche da parte dei tifosi biancorossi, di cui il Club si fa portavoce. Anche la Redazione di Volley News si stringe attorno alla famiglia di Jacopo Larizza e porge le più sentite condoglianze. LEGGI TUTTO

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    La pallavolo incontra il basket. Manfredi ha ricevuto Petrucci

    Di Redazione Il presidente federale Giuseppe Manfredi ha ricevuto in mattinata la visita del presidente della federazione italiana pallacanestro Giovanni Petrucci. Manfredi e Petrucci, insieme al segretario generale Alberto Rabiti, hanno discusso su diversi temi, il principale dei quali è stato l‘impiantistica sportiva. I numeri uno di pallavolo e basket hanno espresso la volontà di avviare un percorso comune e di collaborazione per superare le problematiche che interessano entrambe le discipline, come più volte evidenziato negli ultimi mesi.Al termine dell’incontro il presidente Petrucci ha salutato i vice presidenti federali Adriano Bilato e Luciano Cecchi. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Si separano le strade tra la Fipav e Kinder Joy of Moving

    Di Redazione Si conclude, dunque, la storica partnership durata più di un ventennio e che ha portato innumerevoli e reciproche soddisfazioni, sportive e non. Il logo del marchio (ex Kinder) del gruppo Ferrero ha accompagnato le squadre nazionali di tutte le fasce di età per un lunghissimo periodo, affiancando gli azzurri e le azzurre sui podi di tutto il mondo. Quello tra la FIPAV e l’azienda di Alba non è stato, però, un semplice rapporto di sponsorizzazione, ma è stato innanzitutto condivisione di valori sociali, sportivi e culturali.Un modello di collaborazione lavorativa in cui spesso le parti si sono fuse tra loro prima ancora di affiancarsi, con unico scopo: proporre un modello sportivo che avesse innanzitutto una valenza pedagogica ed educativa. Dopo numerosi anni in cui il logo ha campeggiato sulle divise delle squadre nazionali, infatti, il rapporto si è evoluto concentrandosi maggiormente sui progetti giovanili-scolastici e nelle gli ultimi anni, in particolar modo, sul progetto Volley S3. La Fipav ci tiene ad esprimere il più sentito e sincero ringraziamento per aver avuto al suo fianco per più di un ventennio uno dei brand più prestigiosi al mondo, sancendo una delle più longeve e vincenti collaborazioni nell’ambito del panorama sportivo nazionale.Il Presidente e tutto il Consiglio Federale augurano al gruppo le migliori fortune nella speranza che le strade possano presto incrociarsi nuovamente. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Nuovo riconoscimento. La Showy Boys Galatina è Centro CONI

    Di Redazione Continua, senza sosta, il percorso di crescita e di formazione della Showy Boys Galatina. Dopo l’attestazione di Scuola Regionale di Pallavolo e il Marchio d’Argento Fipav quale certificazione di qualità per l’attività giovanile, il club biancoverde riceve il riconoscimento di Centro CONI ed è annoverato tra le sei società di volley in Puglia a poter avviare i progetti sportivi riconosciuti dalla più alta istituzione sportiva nazionale. Il “Centro CONI – Orientamento e Avviamento allo Sport” intende offrire ai bambini ed ai ragazzi un luogo ideale in cui proporre, sperimentare e validare innovative strategie di formazione, di pratica, di orientamento e avviamento, appunto, all’attività sportiva giovanile. Progetti diretti ai partecipanti tra i 5 ed i 14 anni per un’attività differenziata per fasce di età e finalizzata a garantire attraverso il gioco, l’attività motoria e sportiva, la diffusione di principi basati sul rispetto dell’individualità, del gruppo e delle regole e sui valori del benessere psico-fisico, la socializzazione, l’integrazione e l’inclusione di soggetti svantaggiati, oltre a un sano e corretto stile di vita. L’attività in qualità di Centro CONI prevede la collaborazione con altre associazioni del territorio e di altre discipline e ciò risulta fondamentale per i giovani praticanti affinché possano vivere molteplici esperienze ed acquisire un bagaglio motorio più ampio possibile e tradurlo in abilità sportive generali, speciali e specifiche. Per la Showy Boys una nuova opportunità per evidenziare la preparazione e la qualificazione dello staff tecnico e, allo stesso tempo, un modo per sviluppare una multidisciplinarietà che è alla base dell’attività svolta dal CONI. Ogni allievo sarà coinvolto in un percorso di orientamento ed avviamento alla pratica sportiva che si adatterà alle caratteristiche psicofisiche di ciascuno, allo scopo di contrastare il fenomeno di abbandono, favorendo l’inclusione e valorizzando il talento, attraverso l’utilizzo di molteplici mezzi e strategie per apprendere e sviluppare il maggior numero di abilità motorie e sportive, sollecitando i diversi aspetti del movimento, dove i partecipanti e i tecnici avranno la possibilità di confrontarsi, nella logica dell’alternanza nelle diverse discipline. “Essere Centro CONI significa pianificare con le società che svolgono altri sport un programma comune e trasversale alle discipline coinvolte che contempli il trasferimento dei saperi e delle competenze fra allenatori – spiega il coordinatore tecnico della Showy Boys Marco Corina – il tutto in considerazione degli obiettivi prefissati e con la supervisione e il coordinamento del CONI attraverso la Commissione Tecnica Nazionale per le Attività Sportive Giovanili. Gli elementi principali del Centro CONI, nonché veri e propri punti di riferimento per i giovani partecipanti, sono gli educatori tecnico-sportivi responsabili della didattica, garanti della professionalità e dell’approccio impiegato durante lo svolgimento delle attività. Il primo progetto è iniziato in questi giorni con la fase di formazione riservata al nostro staff di allenatori e proseguirà con il coinvolgimento dei ragazzi nella pratica multidisciplinare”. Una nuova e interessante opportunità, quindi, per la Showy Boys Galatina che con la Scuola Volley e il laboratorio di tecnica e formazione (Lab Showy) concentra da anni tutto il suo lavoro sui giovani ricevendo sempre più attestazioni e riconoscimenti dagli organi federali. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Dalla Romania all’Italia negli anni Settanta: la vita avventurosa di Rodica Popa

    Di Redazione Nel lontano 1991 Gianni Mura, il grande giornalista sportivo scomparso lo scorso anno, inaugurò su La Repubblica la rubrica “L’altro straniero“: la protagonista della prima puntata era Rodica Popa, grande pallavolista rumena fuggita dal blocco sovietico nel 1971, a soli 21 anni, per rifugiarsi in Italia, dove poi ha coltivato per altri vent’anni una gloriosa carriera. In occasione del trentennale della storica intervista, che Mura definì “la più bella della mia vita“, il quotidiano ha ripubblicato l’articolo accompagnato da un colloquio tra Emanuela Audisio e l’ex giocatrice e allenatrice, che oggi ha 71 anni e vive a Fano. “Fu l’emozione più grande della mia vita extra-sportiva – racconta Popa, che all’epoca giocava in Serie B nella Silvio Pellico Sassari – il mito che bussa alla tua porta. Uscimmo a camminare per Sassari, mi portò in cantine ed enoteche, mi spiegò i vini. Intanto parlavamo, era curioso: voleva capire la mia esistenza di campionessa ribelle, di fuggitiva, di ragazza ingenua. Ero un libro bianco che lui poteva riempire, un personaggio sportivo che lo stuzzicava“. Oggi, a trent’anni di distanza, Rodica rivede con altri occhi la sua storia: “Miglior giocatrice europea nel ’69, transfuga nel ’71. Sono fuggita quando non fuggiva nessuno, molto prima di Nadia Comaneci. Cercavo la libertà, già da piccola, non mi andava di essere controllata. E soprattutto non sopportavo la noia di una vita in cui tutto era programmato e non c’era mai un imprevisto. Ho fatto finta di andare in farmacia e mi sono allontanata (durante i Campionati Europei a Reggio Emilia, n.d.r.), senza niente. Né una borsa né un documento. In Romania mi hanno condannata a sei anni per alto tradimento. E io sono finita in un campo profughi a Trieste, ma ero felice“. L’impatto con l’Italia e con il mondo occidentale fu scioccante: “Era un’Italia bellissima, nonostante gli anni di piombo. A Firenze ho scoperto i locali, respiravo libertà. Mettere le monete nel jukebox per me era un sogno. Avevo anche la passione per le moto, mi sono fatta regalare da un amico una Ducati 250 Scrambler, anche se avevo giurato ai dirigenti che sulle due ruote mai. Invece sempre, e sono pure caduta e ho dovuto saltare una partita“. Poi il trasferimento a Bari: “Mi dissero che era un posto pericoloso, di non uscire. Per i primi 5 anni sono rimasta tappata dentro, poi ho scoperto una città fantastica. Ma la delinquenza minorile c’era: mi hanno scippato Mary, la cagnolina, per riaverla ho dovuto pagare mezzo milione di lire. Per questo giravo in bici con una mazza da hockey, con la scritta ‘difensore d’ufficio’!“. Eppure Rodica Popa non ama vivere di ricordi, tutt’altro: “Ho un cattivo rapporto con il tempo – spiega – mi mette in crisi l’istante bellissimo che non c’è più. Non ho vecchie foto, né le voglio di adesso; del passato non ho tenuto niente, né trofei, né medaglie. Ho salvato una sola cosa: l’articolo di Mura. Dentro c’era tutto quello che ero io e tutto quello che era lui. Ma senza la fine“. LEGGI TUTTO

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    Serena Ortolani: “Inconcepibile che non ci siano tutele per le mamme atlete”

    Di Redazione Il caso di Lara Lugli ha riacceso il dibattito sulle tutele alle atlete in gravidanza: un argomento che Serena Ortolani conosce bene, avendo affrontato lo stop per la maternità a 25 anni, nel pieno della carriera. “Giocavo a Pesaro – ricorda l’opposta in un’intervista a Metropolis – mi avevano nominata capitano ed ero il punto di riferimento di una grande squadra, ma sono riuscita a fare solo la preparazione perché ho scoperto di essere incinta. Mi sono trovata anch’io a casa e senza aiuto economico“. La vicenda di Lugli, inevitabilmente, ha risvegliato la memoria di Serena: “Mi sono detta ‘Ecco, ci risiamo’. È una storia che va avanti da anni. Sono davvero contenta che abbia finalmente avuto visibilità e importanza. Noi atlete non siamo mai state tutelate sotto questo punto di vista. Il paradosso è che siamo comunque donne che lavorano, e veniamo abbandonate al nostro futuro. È assurdo costringerci a scegliere tra il lavoro e essere madri“. La nomina di Valentina Vezzali come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport apre uno spiraglio per migliorare la situazione? “Lo spero tanto – risponde Ortolani – soprattutto per cambiare questi contratti, perché sono davvero fuori dal normale. Dobbiamo essere più tutelate. La nostra carriera non dura molto, e fermarsi senza poter percepire alcun sussidio è inconcepibile, soprattutto se accade a una ragazza giovane che non prende uno stipendio particolarmente alto e improvvisamente si ritrova con un figlio e senza nessun tipo di tutela“. L’attaccante della Bartoccini Fortinfissi Perugia conclude l’intervista con un’anticipazione sul suo futuro: “Ho Gaia che da un po’ di tempo insiste per avere un fratellino, e quindi proveremo ad allargare la famiglia. Penso che l’anno prossimo mi prenderò una pausa e poi vedremo se sarà un addio definitivo oppure ritornerò in campo“. LEGGI TUTTO

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    Coppa Italia, l’arbitro Santi ha donato alla sua città il pallone della finale

    Di Redazione La scorsa domenica si è disputata, a Rimini, la finale che ha visto l’Imoco Volley riconfermarsi campionessa e alzare al cielo la Coppa Italia. Ad arbitrare il match contro Novara, Simone Santi, originario di Città di Castello. Ed è proprio alla sua città che Santi ha voluto donare il pallone utilizzato durante la finalissima, consegnandolo nelle mani del sindaco Luciano Bacchetta, come riporta La Nazione Umbria. Il fischietto tifernate, che ha diretto, tra le altre cose, 3 campionati del mondo, 1 Olimpiade (Londra 2012), centinaia di altre gare internazionali nonché ben 17 finali scudetto e 6 finali di Coppa Italia, ha voluto omaggiare la sua città, che porta con sé in ogni parte del mondo, in questo difficile periodo dato dalla pandemia in corso: “Sentire il nome della mia città è un emozione fortissima che mi ripaga dei tanti sacrifici e impegno. Oggi con questo pallone, simbolo di agonismo, lealtà sportiva e rispetto dell’avversario vogliamo cogliere l’occasione per ricordare tutte le vittime del Covid ed in particolare gli sportivi che a vari livelli professionistici e non sono stati stroncati dalla pandemia”. Il sindaco Bacchetta e l’assessore allo sport Massimo Massetti, hanno omaggiato Santi di una copia del volume “Prima e dopo Raffaello, Città di Castello e il Rinascimento”: “Nel suo girovagare per il mondo e in Italia Simone Santi veicola ormai da decenni l’immagine della nostra città, accostando lo sport alle eccellenze di cui disponiamo”. LEGGI TUTTO

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    Lutto per Paolo Cozzi. Scomparso l’amato papà

    Di Redazione Lutto in casa Cozzi. Questa mattina, purtroppo, è scomparso il padre dell’ex centrale azzurro Paolo Cozzi. A darne notizia lo stesso giocatore attraverso il suo profilo Facebook. In questo momento particolare tutta la Redazione di Volley News si stringe attorno alla famiglia Cozzi e si unisce al dolore di Paolo, dei familiari e degli amici. Questo il bel pensiero rivolto da Paolo al suo amato papà. “Ciao Papà, fa buon viaggio e continua a proteggerci da lassù. Vola alto nel cielo, più su di dove arrivavi con l’aliante….più su degli aerei che tanto ti appassionano…Ho ammirato tanto la forza con cui hai affrontato gli ultimi difficili anni e sono fiero di averti chiamato PAPÀ x quarant’anni. Mi mancherai tanto, mi manchi già tanto.Ma sei nel mio cuore, nella mamma, nella Susy e nelle mie bimbe. Ciao papà “ LEGGI TUTTO