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    Padova, undici bianconeri che giocheranno in prestito tra SuperLega, A2 e A3

    Di Redazione Vi è una squadra che giocherà il prossimo campionato di SuperLega indossando la maglia della Kioene Padova. Ma c’è un’altra “PadovA”, ossia quella virtuale e formata da atleti bianconeri in prestito che affronteranno il campionato 2021/22 tra SuperLega, A2 e A3. I giocatori sono 11, quasi un intero roster. Atleti che avranno modo di mettere in mostra le loro qualità, di confermarsi e di crescere. Ecco chi sono in ordine alfabetico: Nicolò Casaro (Aurispa Libellula Lecce – A3), Leonardo Ferrato (HRK Motta di Livenza – A2), Francesco Fusaro (Consar Ravenna – SuperLega), Stefano Giannotti (Gruppo Consoli McDonald’s Brescia – A2), Stefano Gozzo (Vigilar Fano – A3), Enrico Lazzaretto (Med Store Macerata – A3) , Simone Marzolla (Delta Group Porto Viro – A2), Pietro Merlo (Volley Team San Donà di Piave – A3), Sebastiano Milan (Rinascita Lagonegro – A2), Matteo Pedron (Banca Alpi Marittime Acqua S. Bernardo Cuneo – A2) e Nicolò Seveglievich (Gruppo Consoli McDonald’s Brescia – A2). «Da quando è nata Pallavolo Padova – dice il presidente Giancarlo Bettio – abbiamo dato vita a un progetto sui giovani che, anno dopo anno, si è sviluppato. Credo che questi numeri siano il frutto del grande lavoro svolto e sul quale la Società crede molto. Un lavoro che paga e che ci rende fieri del percorso intrapreso. Gli atleti che arrivano a Padova e che crescono nel nostro settore giovanile sanno che avranno l’opportunità non solo di poter ambire alla nostra prima squadra, ma anche di sviluppare una loro carriera che consenta di vivere diverse esperienze in numerose squadre di grande livello in tutta Italia. Anche per questo il mio grazie va a tutti i tecnici e collaboratori del nostro settore giovanile, che dimostrano la qualità del loro operato». Parole che confermano anche l’ossatura della Kioene Padova 2021/22, la quale conta nel proprio roster ben 7 giocatori su 14 cresciuti nel vivaio patavino: Nicolò Bassanello, Mattia Bottolo, Andrea Canella, Mattia Gottardo, Tommaso Guzzo, Andrea Schiro e Francesco Zoppellari. RUZZA CONVOCATO IN NAZIONALE ALLIEVI. Su segnalazione del Direttore Tecnico Giovanile maschile Prof. Julio Velasco, l’atleta dell’Under 14 Andrea Ruzza (classe 2007) parteciperà con la Selezione Nazionale Allievi ad uno stage che si svolgerà da lunedì 26 luglio al centro sportivo di Vigna di Valle (Roma). DOMENICA A CACCIA DEL PASS PER LE FINALI DI COPPA ITALIA DI DIVISIONE. Alle ore 18.00 di domenica 25 luglio al PalAntenore, i giovani della Kioene Padova affronteranno la Novi Pallavolo nella gara determinante per accedere alle Finali nazionali della Coppa Italia di Divisione. Le finali (sia maschili che femminili) si svolgeranno il 29 e 30 luglio a Montegrotto Terme (PD). Sempre la  prossima settimana (dal 26 al 28 luglio), Montegrotto e Battaglia Terme saranno inoltre palcoscenico delle finali di Coppa Italia maschile e femminile di serie D. Tutte le informazioni sulle finali e su come seguirle in diretta si possono trovare sul sito www.fipavveneto.net. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Trentino Volley, tanti i gialloblù protagonisti dei Giochi a Cinque Cerchi

    Di Redazione Sin da quando ha iniziato la propria attività, nel 2000, Trentino Volley è sempre stata grande protagonista dell’appuntamento a Cinque Cerchi. All’Olimpiade di Sidney, nel suo primo anno di attività, la Società di via Trener inviò infatti ai Giochi ben cinque suoi “futuri” atleti: i russi Ushakov e Goriouchev, lo spagnolo De la Fuente e gli slavi Mester e Boskan. Ad Atene 2004 parteciparono invece quattro giocatori, in seguito a disposizione di Silvano Prandi nella stagione 2004/05: gli italiani Tofoli e Sartoretti, il brasiliano Heller e il serbo montenegrino Vujevic, mentre a Pechino 2008 i rappresentanti gialloblù furono Emanuele Birarelli (Italia), il palleggiatore Nikola Grbic (Serbia), gli schiacciatori Matey Kaziyski (Bulgaria) e Michal Winiarski (Polonia), tutti reduci dalla vittoria del primo storico scudetto. A Londra 2012 ci fu spazio invece nuovamente ancora per Birarelli ma pure per il libero Andrea Bari, che poi conclusero il loro torneo sul terzo gradino del podio. A Rio 2016, nell’ultima Olimpiade precedente, furono cinque i gialloblù di scena: Antonov, Colaci, Giannelli e Lanza con l’Italia (poi secondi) e Solé con l’Argentina. Tredici, in totale, i giocatori che tornarono a Trento con una medaglia al collo: Boskan, Mester (oro), Goriouchev e Ushakov (argento) nel 2000; Heller (oro), Tofoli e Sartoretti (argento) nel 2004; Bari e Birarelli nel 2012 (bronzo) e Antonov, Colaci, Giannelli e Lanza nel 2016 (argento). (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La proposta di Valentina Vezzali: capienza al 50% per gli impianti al chiuso

    Di Redazione Prima di partire per il Giappone, dove assisterà alle Olimpiadi di Tokyo, la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali ha affidato alla sua pagina Facebook la proposta che ha affidato alla cabina di regia del Governo per la riapertura al pubblico degli impianti sportivi. Un tema di cui non tratterà il decreto che sarà pubblicato nei prossimi giorni, ma che inevitabilmente dovrà essere affrontato prima della fine dell’estate. La proposta di Vezzali accoglie le richieste presentate, tra gli altri, dalla Fipav, prevedendo la possibilità di una capienza al 50% per gli impianti al chiuso (in zona bianca). “Ho proposto alla cabina di regia – spiega Vezzali – di prevedere, per gli eventi sportivi in zona bianca, il 75% della capienza per gli impianti all’aperto ed il 50% per quelli al chiuso. Nelle zone gialle, invece, ho proposto di superare gli attuali limiti massimi di 1000 persone all’aperto e 500 al chiuso, seppure consapevole dell’esigenza di continuare a mantenere alta la soglia di prudenza e di cautela“. (fonte: Facebook Valentina Vezzali) LEGGI TUTTO

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    Valeria Caracuta e il volley al Sud: “Difficoltà doppie, ma si può fare”

    Di Agnese Valenti Sesto appuntamento con le “Storie dal Sud“, il ciclo di interviste dedicato da Volley NEWS ai personaggi, le storie, le opportunità e i problemi della pallavolo al Meridione. La protagonista di oggi è Valeria Caracuta, palleggiatrice salentina che non ha bisogno di presentazioni: il suo curriculum parla tra l’altro di due scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane, oltre ai successi sulla sabbia. Caracuta, che nell’ultima stagione è tornata a giocare nel Mezzogiorno con la Seap Dalli Cardillo Aragona, ha anche fondato una scuola di pallavolo a Lecce, la città in cui vive. Come si è avvicinata alla pallavolo? “Grazie alla mia famiglia. È una storia semplice: quando io e mia sorella gemella Laura siamo nate, la mia mamma giocava a pallavolo e mio padre allenava. Mia madre ha continuato a giocare fino ai miei 7-8 anni, per cui fin dal primo momento ci hanno portate nei palazzetti, con la palla in mano, ed è stato piuttosto semplice avvicinarsi a questo sport. È pur vero che da piccole ci hanno lasciato libere di scegliere: mia sorella ha iniziato con la danza, mentre io con la piscina, ma alla fine l’amore e la passione per la pallavolo sono state troppo forti“. Quando ha capito che la pallavolo poteva diventare un mestiere? “L’ho capito subito: ho sempre avuto le idee molto chiare. Dal primo momento in cui ho iniziato a giocare, conoscevo il mio obiettivo e quale fosse il mio sogno. Già quando ho finito le scuole medie avevo detto a papà ‘fatemi fare una scuola che non mi porti a fare necessariamente l’università!’: loro ovviamente contentissimi di avere una figlia che non voleva studiare (ride, n.d.r.)! Non sapevo se ci sarei riuscita, ma ho capito fin da subito che volevo mettere le mie energie in questo mio progetto per il futuro“. Foto Facebook Valeria Caracuta Cosa pensa manchi al Sud per arrivare ai livelli che invece squadre del Nord riescono a raggiungere? Pensa che i giovani meridionali abbiano delle difficoltà a trasformare la pallavolo in un vero e proprio lavoro? “Sì, credo di sì. Le strutture e la disponibilità sono differenti rispetto al Nord. Non vuole essere assolutamente una discriminazione, ma è la realtà. Qui è tutto un po’ più complicato. Ho voluto creare una scuola di pallavolo due anni fa, insieme alla mia famiglia, proprio per questo motivo, perché credo che si debba dare a tutti la possibilità di maturare e sviluppare questa passione. Vorrei mostrarmi come un esempio: se ci credi davvero puoi raggiungere i tuoi obiettivi. Certo, con il doppio delle difficoltà: se io non avessi avuto la mia famiglia che mi accompagnava a 40 chilometri di distanza tutti i giorni, o comunque la disponibilità di persone che mi sostenevano e mi assecondavano in questo sogno, sarebbe stato tutto più complicato. Però, sicuramente si può fare. Con tante difficoltà, ma si può fare“. La ValeCaracuta Volley School, appunto: una scuola di pallavolo per ragazze e ragazzi dai 7 ai 15 anni. Come sta andando questa esperienza e pensa che potrebbe essere una strada per sviluppare la pallavolo di base nella sua regione, da un lato, e crearsi un’alternativa professionale dall’altro? “L’abbiamo creata con l’idea di trasmettere questa passione: mio padre non ha mai smesso di allenare i giovani, e volevo che anche lui avesse la possibilità di stare a contatto nuovamente con altri futuri giocatori. È anche un discorso legato al mio futuro, vorrei coltivare questo progetto finché ci sarà la possibilità di farla crescere. Detto questo, sta andando bene. Purtroppo anche noi abbiamo avuto difficoltà legate al Covid: ovviamente è stato complicato per i ragazzi. A livello più alto hai delle tutele, mentre i giovani fino all’ultimo sono un po’ in bilico in questa situazione. Anche noi siamo stati in bilico: non sapevamo se continuare o meno. Con le nostre forze ci abbiamo provato anche quest’anno, e alla fine è andata abbastanza bene. Speriamo che si possa tornare a lavorare bene e alla normalità“. Foto Instagram Valeria Caracuta Ha menzionato la sua famiglia, che la sosteneva nei suoi spostamenti. Pensa che questa differenza tra Nord e Sud possa essere anche una questione culturale, che lo sport al Mezzogiorno sia visto spesso solo come un hobby? “Per l’esperienza che ho, mi rendo conto che sono stata davvero fortunata. Pensando ad alcune ragazzine che hanno iniziato a giocare a pallavolo con me quando ero piccola, probabilmente non avevano la stessa passione oppure avevano anche altri interessi che potevano portarle lontano dai campi. Infatti hanno tutte smesso a distanza di qualche anno. Noi, come squadra, abbiamo tanti giovani che hanno tanta voglia e soprattutto famiglie che hanno disponibilità a portarli in giro. Un esempio: quando giocavo a Scandicci sono partite in 3-4 e sono venute a vedere la mia partita con i genitori. È chiaro che non tutti possono avere la possibilità: non per una disponibilità economica, ma anche di impegno e altri fattori. Non so se è una questione culturale: fortunatamente non ho mai conosciuto famiglie che hanno allontanato dalla pallavolo i propri figli. Penso che lo sport, a prescindere da tutto, sia fondamentale per tutti i ragazzi: ti arricchisce tanto e ti fa crescere. La questione culturale potrebbe anche esserci, ma non ho avuto esperienze tali da confermarlo. Forse anche essendo stata ad un certo livello, spero di trasmettere ai nostri ragazzi qualcosa in più che magari in altre società può non esserci“. Dopo aver giocato molto al Nord, si è trasferita in Sicilia: uno degli obiettivi della sua società è “creare un network di imprenditori ed imprese”. Lei crede che questa unità che finora è mancata alle società meridionali, possa essere una ricetta efficace per far crescere questa disciplina anche al Meridione? “Assolutamente sì. Mi reputo fortunata: ho fatto questa scelta perché sapevo che Aragona è una città storica che vuole avere non solo una solidità a livello economico, ma anche a livello strutturale. Credo ci sia bisogno di altri aiuti qui al Sud, non solo della passione. È un discorso diverso dal Nord: al Nord ci sono maggiori possibilità, più aziende che possano investire. Al Sud bisogna trovare, con le proprie forze, qualcuno che abbia voglia e che creda in questi progetti. Sono convinta che la società di Aragona sia una società solida, che sta crescendo molto, sotto tanti aspetti. Quest’anno ci sono altre società che hanno raggiunto l’A2 in Sicilia, e sono società che vogliono strutturare qualcosa. Speriamo che si riesca a farlo, e che ci siano gli aiuti per farlo. Sono sicura che questo potrebbe essere un primo passo per far sì che il Sud possa rinascere anche ad alto livello sportivo“. Foto LVF Durante la sua carriera si è spostata molto, ha anche giocato all’estero: quali pensa siano le differenze tra sistema italiano e straniero? “Per quanto riguarda la Francia, non posso non menzionare il tema del professionismo. In Francia hai le ferie pagate, hai una busta paga, insomma è un lavoro pienamente riconosciuto dallo Stato. Questa è la differenza principale: per il resto la palla è tonda, quindi anche se il livello tecnico può essere più o meno alto, le differenze sono davvero minime. In Polonia ci sono stata solo due mesi: la differenza che mi ha colpito di più è che la pallavolo è vista come il primo sport. I palazzetti si riempiono come lo stadio, il tifo è da stadio. Non che in Italia, ad alti livelli, non ci sia seguito, ma in Polonia anche l’ultima squadra del campionato è seguita molto, ogni partita è un evento. È veramente pazzesco!”. Qualche idea per il futuro? Le piacerebbe rimanere al Sud? “Se avrò la possibilità di rimanere ad Aragona, mi piacerebbe farlo. Sono stata molto bene. Poi io amo il ‘calore’ del Sud! Sono stata benissimo in molte società, ma l’affetto che ho trovato in alcuni paesini del Sud è veramente inimitabile. In tempi brevi, mi piacerebbe poter continuare lì. Se così non fosse, valuteremo altro. Piano piano vorrei riavvicinarmi a casa: ho un’età per cui mi piacerebbe di più godermi la famiglia e la mia nipotina che è nata da due mesi“. LE PUNTATE PRECEDENTI:1. La questione meridionale nel volley: perché manca il Sud ad alti livelli?2. Filippo Maria Callipo: “Sacrificio e costanza, le chiavi del successo di Vibo”3. Carlo Parisi: “Al volley del Sud mancano cultura e capacità dirigenziale”4. Giuseppe Guarracino e il network Volley Lab: “Al Sud servono buoni esempi”5. Vincenzo Di Pinto: “Il Mezzogiorno deve crescere nella capacità di fare sistema” LEGGI TUTTO

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    Brisbane 2032: sarà l’Australia ad ospitare le Olimpiadi numero 35

    Di Redazione A due giorni dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Tokyo, il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato che sarà l’Australia ad ospitare la 35esima edizione dei Giochi Olimpici nel 2032. La città di Brisbane, con 72 sì e 5 no su 77 voti validi, si è aggiudicata l’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici: sarà la terza volta, dopo le edizioni di Melbourne 1956 e Sydney 2000, che l’Australia ospiterà le Olimpiadi. Il presidente del CIO, Thomas Bach, ha dichiarato: “Incoraggiamo i progetti dei Giochi Olimpici che siano sostenibili ed economicamente responsabili, che offrano la migliore esperienza possibile ai Giochi per atleti e fan e che lascino solide eredità alle comunità locali. La visione di Brisbane 2032 e il piano dei Giochi si inseriscono nelle strategie regionali e nazionali a lungo termine per lo sviluppo sociale ed economico nel Queensland e in Australia e negli obiettivi del Movimento Olimpico delineati nell’Agenda olimpica 2020 e 2020+5“. Entusiasta il primo ministro australiano, Scott Morrison: “I Giochi Olimpici e Paralimpici del Queensland del 2032 forgeranno un’eredità duratura per l’intera nazione. Sosterranno la crescita economica e gli investimenti, offriranno benefici duraturi alla comunità e ispireranno la prossima generazione di atleti australiani. Sono orgoglioso dell’Australia, orgoglioso del Queensland e orgoglioso della nostra squadra che ha assicurato questa vittoria al nostro paese“. (fonte: CIO) LEGGI TUTTO

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    Daniele Santarelli e Nikola Grbic relatori del workshop allenatori al Centro Pavesi

    Di Redazione Dopo l’inevitabile cancellazione dell’edizione 2020, torna l’appuntamento con il Workshop per allenatori di pallavolo organizzato dalla Fipav Lombardia al Centro Pavesi di Milano. Anche quest’anno il corso, che si svolgerà domenica 19 settembre, potrà contare su due relatori d’eccezione, i due tecnici campioni d’Europa per club: Daniele Santarelli, che ha vinto tutto con l’Imoco Volley Conegliano, e Nikola Grbic, fresco di trasferimento alla Sir Safety Conad Perugia dopo la Champions League conquistata con lo Zaksa. Santarelli tratterà il tema “Il lavoro analitico nel sistema allenamento” mentre Grbic parlerà de “La fase di side out“. Come sempre la giornata, che si aprirà alle 14 con l’intervento di Santarelli (via agli accrediti alle 13), si comporrà di due moduli, al termine dei quali sarà aperto un confronto tra i partecipanti. Il corso può essere valido alternativamente come 1 modulo o 2 moduli di aggiornamento per i tecnici di ogni ordine e grado, validi come aggiornamenti per la stagione 2021-2022, come recuperi per quella 2020-2021 oppure uno come recupero e uno per nuova stagione. A tutti i partecipanti sarà regalato il libro “Confidenze sottorete – Faccia a faccia con i campioni del volley durante il lockdown” di Lorenzo Dallari. Il corso è a numero chiuso, per un massimo di 250 partecipanti; le iscrizioni dovranno essere completate esclusivamente on line sul sito della Fipav Lombardia. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Comitato Regionale allo 02-66105997 oppure inviare una mail a scuola.lombardia@federvolley.it. (fonte: Fipav Lombardia) LEGGI TUTTO

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    La Spes Belluno piange Davide Bristot: “Il dolore è troppo grande”

    Di Redazione La Spes Belluno e tutto il mondo della pallavolo sono sotto shock per l’improvvisa scomparsa di Davide Bristot, fratello dell’azzurrino Alessandro, che ha lasciato la nazionale impegnata nei Campionati Europei Under 17 per raggiungere la famiglia. Davide aveva appena 18 anni ed era un grande sportivo: pallavolo nella Spes e nella rappresentativa scolastica dell’Itis Segato, atletica leggera nell’Athletic Club Firex e anche le due ruote con il downhill. Come riporta il Corriere delle Alpi, il giorno precedente alla morte si era recato in pronto soccorso per un malore, ma era stato rimandato a casa: la procura ha aperto un’inchiesta e ha disposto l’autopsia. “Non ci credo ancora – dice la presidente della Spes Fabiana Bianchini a Il Gazzettino – sono una mamma anche io, non ci sono davvero parole in circostanze come queste. Proprio in questi giorni avrei dovuto incontrare Paolino, il papà di Davide, tanto per cambiare per parlare di pallavolo. E questa notizia è un colpo al cuore. Tutta la Spes è in lutto, Davide è resterà una parte di noi: ci stringiamo forte attorno alla sua famiglia. Continuerà a vivere nei nostri cuori e nei nostri pensieri“. “Davide ha l’età di mio figlio, il dolore è davvero troppo grande. Li ho visti crescere tutti i nostri ragazzi, è quasi come se fossero dei miei figli. Mi sento in lutto anch’io, faccio fatica a parlare” confessa la vicepresidente Olivia Puccetti, che racconta come Davide le avesse confidato l’intenzione di tornare a giocare: “Aveva deciso di smettere proprio in corrispondenza dell’espandersi della pandemia. A settembre ne avremmo sicuramente riparlato. Sarebbe stato bello poterlo riaccompagnare nelle trasferte della nostra squadra, voleva sempre salire in macchina con me“. LEGGI TUTTO

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    Grave lutto per l’azzurrino Alessandro Bristot. Scomparso il fratello Davide

    Di Redazione Il Presidente della Federazione Italiana Pallavolo Giuseppe Manfredi, l’intero Consiglio Federale e tutta la pallavolo italia si stringono attorno alla famiglia Bristot e ad Alessandro per la prematura scomparsa di suo fratello Davide. Alessandro Bristot, impegnato in questi giorni con la nazionale U17 agli Europei di categoria in Albania, ha fatto ritorno in Italia in queste ore. Nel pomeriggio gli azzurrini prima della gara con l’Austria, in programma alle 17.30, porteranno in campo la maglia di Alessandro e giocheranno con il lutto al braccio. Anche la Redazione di Volley News si stringe attorno ad Alessandro Bristot e alla famiglia e porge le più sentite condoglianze. LEGGI TUTTO