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    Passione Volley – Irriducibili Rosa: “Il tifo si fa anche in tribuna!”

    Di Agnese Valenti Il nostro viaggio nelle tifoserie del volley italiano questa volta tocca una tappa molto speciale, portandoci alla scoperta di una delle due anime del tifo della VBC Trasporti Pesanti Casalmaggiore. I gruppi che seguono la squadra casalasca sono infatti (almeno) due, Passione Rosa Supporters e Irriducibili Rosa, ma questi ultimi hanno una particolarità rispetto a tutti gli altri collettivi che abbiamo conosciuto: seguono la partita dalla tribuna e non dalla curva, la classica “casa” delle tifoserie organizzate. Il perché di questa scelta e le altre caratteristiche degli Irriducibili ce li spiega Alberto Zontini, uno dei responsabili del gruppo: con lui parliamo, come sempre, anche degli aspetti più peculiari e di quelli più problematici del tifo pallavolistico. Un mondo di cui si parla poco ma che – come si sta vedendo chiaramente nelle fasi decisive della stagione – ha un’importanza fondamentale per il presente e il futuro del nostro sport. Ci può raccontare com’è nato il vostro gruppo e qual è la sua particolarità? “Gli Irriducibili Rosa nascono nell’estate del 2018, un po’ dalle ceneri di precedenti esperienze di tifosi più o meno organizzati a Casalmaggiore. L’esigenza è nata con ‘l’avventura’ del trasferimento forzato delle nostre partite casalinghe dal palazzetto di Viadana, dove abbiamo giocato nella prima stagione di A1 e per un pezzo della seconda, in seguito alla nevicata che ha fatto crollare il tetto e ha reso inagibile il palazzetto. La ristrutturazione dell’impianto verrà probabilmente terminata l’anno prossimo, quindi non ci sono grandi prospettive di riuscire a giocare vicino a Casalmaggiore. Ci siamo trasferiti a Cremona: da un lato è stato un problema, dall’altro anche una fortuna, perché ha dato maggiore visibilità alla squadra“. All’interno del PalaRadi a Cremona c’è una particolarità: ci sono ben due gruppi di tifoseria organizzata. “Ci differenziamo perché, mentre l’altro gruppo di tifosi (Passione Rosa, n.d.r.) è formato da persone di Cremona, noi abbiamo voluto mantenere il legame con il luogo di ‘nascita’ della nostra squadra, anche se non giochiamo più a Casalmaggiore dall’arrivo nelle serie maggiori. Già dalla serie A2, infatti, giocavamo a Viadana, poi ci siamo allontanati ulteriormente e noi, proprio per questo, abbiamo voluto creare un gruppo di tifosi ‘locali’. All’interno del palazzetto ci situiamo nella Tribuna Gialla, che per intenderci è di fronte all’inquadratura televisiva, e il nostro non è un tifo per cui si passa in piedi tutta la partita a cantare e urlare: piuttosto realizziamo alcune coreografie ad inizio partita, con striscioni, cartelloni… e cerchiamo di farci vedere soprattutto nella palestra di casa a Casalmaggiore, dove le giocatrici si allenano quotidianamente! Quando non c’era il COVID facevamo anche fisicamente delle comparsate nella nostra palestra: nelle ultime stagioni magari lasciamo qualche cartellone, in accordo con la società abbiamo organizzato dei piccoli rinfreschi e qualche merenda, dei regalini di Natale, alcune decorazioni nella sede… è un modo di tifare per la squadra fatto di presenza magari un po’ più discreta, non tanto “caciarona”, ma di costante vicinanza alla squadra, anche durante la settimana. Casalmaggiore è una cittadina di 15mila abitanti, le atlete vivono tutte qui in paese: è una realtà magari simile, parlando di Serie A1, a Vallefoglia. Capita di vedere le giocatrici in giro al supermercato, oppure il sabato mattina quando c’è il mercato, e di scambiare due parole con loro. Io personalmente negli anni passati ho avuto la fortuna di essere vicino di casa di Carli Lloyd! Questo per dire che c’è ancora quasi un rapporto personale con le giocatrici e i componenti della società“. Com’è il rapporto con l’altro gruppo di tifosi? “Buono! Non ci sono problemi: il nostro è uno stile più tranquillo. Poi ci situiamo in una zona del palazzetto che normalmente sarebbe, dal punto di vista del tifo, ‘fredda’. Questo è un altro motivo per cui ci siamo posizionati in quel settore, per vivacizzarlo un po’: vogliamo far sentire che tutto l’impianto partecipa alla partita e trasmettere l’affetto di tutti alla squadra“. Come avete vissuto questi anni di pandemia, e pensate ci possa essere un allontanamento dei tifosi dalla pallavolo? “Sicuramente un allontanamento c’è stato. Quando è stato possibile vedere le partite in presenza, noi ci siamo sempre stati: come tifoseria organizzata, per una serie di motivi, purtroppo non riusciamo a partecipare alle trasferte, quindi siamo più che altro ‘il gruppo di casa’. In questo senso, lo svuotamento dei palazzetti si è sicuramente sentito, anche a Cremona. Il pubblico è diminuito, prima purtroppo obbligatoriamente, poi magari per abitudinarietà della gente: qualcuno, che aveva smesso di venire al palazzetto a causa del Covid, non è più rientrato. La nostra idea è quella di continuare quest’esperienza, e possibilmente di tornare ad essere più presente alle sessioni di allenamento in casa e soprattutto alle partite casalinghe. Bisogna ovviamente valutare la situazione sanitaria per capire cosa si può fare e cosa no: ad esempio, fino a tre anni fa avevamo sempre organizzato una cena di Natale con varie atlete, l’ultima volta Caterina Bosetti e Mina Popovic. Quest’anno, per fortuna, è stato possibile almeno fare una festa di saluto a fine stagione con la squadra! È chiaro che molta dalla nostra attività dipende dalle possibilità di fare certe cose: ovviamente l’intenzione è quella di proseguire, e nei limiti del possibile di intensificarla“. Quali sono le caratteristiche tipo di un tifoso della pallavolo e cosa c’è di diverso rispetto agli altri sport? “Sicuramente è diverso! Lo dico anche per esperienza diretta, essendo un tifoso di calcio: non ci sono elementi di insulto, non parliamo di violenza, cosa che purtroppo c’è in altri sport. Questo sicuramente è qualcosa che caratterizza gli appassionati di volley, in particolare quello femminile, anche rispetto a quello maschile. Faccio l’esempio della nota vicenda tra Modena e Perugia, che riguarda più che altro i giocatori in campo: è chiaro che la tensione che c’è stata in quel frangente non era del tutto indipendente dall’atmosfera che si respirava intorno al campo e non solo al suo interno. Sicuramente il nostro è un ambiente sereno, sportivo, bello, rumoroso nel modo ‘giusto’. Ci sono persone di tutte le età, famiglie con bambini. I palazzetti sono ambienti belli da frequentare: la pallavolo è sicuramente uno sport piacevole da seguire di persona“. Nell’ambiente del tifo pallavolistico ci sono altri problemi in questa fase? “A volte le variazioni legate alla programmazione televisiva non sono particolarmente comode per i tifosi che si devono recare al palazzetto: per carità, è una cosa molto bella che il volley femminile abbia trovato spazio su Sky, che magari ha anche una visibilità maggiore rispetto a RaiSport. Ma posso anche immaginare che una partita la domenica sera alle 19.30 non sia proprio facilissima da seguire, tanto più che per noi di Casalmaggiore ogni partita è quasi una ‘minitrasferta’ ogni partita, essendo distanti circa 45 km da Cremona! Non è vicinissimo, quindi per noi è comunque uno spostamento che bisogna organizzare, non come a Viadana, quando eravamo a 7 km da casa e potevamo spostarci anche in bicicletta. Per il momento la pallavolo non è uno sport particolarmente ‘caro’. C’è stata una bella iniziativa che è stata fatta dalla nostra società per gli abbonati della prima e sfortunata stagione con il Covid: chi ha voluto confermare la propria presenza al palazzetto di fatto ha avuto l’abbonamento gratuito, avendo pagato la tessera dell’anno precedente senza assistere a nessuna partita. È stata un’iniziativa decisamente lodevole, per mantenere il rapporto stretto con i tifosi. Da questo punto di vista abbiamo avuto un trattamento ottimo, e in generale penso che la pallavolo sia uno sport che non è complicato da vedere. Inoltre, come penso succeda in molti altri palazzetti, a Cremona il servizio campo è svolto a turno dalle giovanili del comprensorio della provincia di Cremona: spesso, quando magari ci sono atleti Under 12 oppure Under 14, vengono a vedere la partita anche i genitori. Così si crea anche un volano promozionale per il nostro sport“. Ci può raccontare qualche momento indimenticabile della sua vita da tifoso di Casalmaggiore? “Purtroppo, sportivamente, le ultime stagioni sono state ‘avare’ nei confronti di Casalmaggiore: chiaramente ripenso subito a quell’anno e mezzo in cui ci siamo ritrovati improvvisamente a vincere una Champions, uno scudetto e una Supercoppa. Sono i ricordi più belli: la festa scudetto, la festa della Champions. Nella Final Four di Montichiari c’era tanta gente del paese che aveva seguito la squadra, anche magari persone che abitualmente non seguono la pallavolo. Si può immaginare cosa significhi per una cittadina di 15mila abitanti essere catapultati in un contesto del genere: in quella settimana tutte le televisioni erano a Casalmaggiore! Quello è stato sicuramente un periodo in cui la pallavolo era un po’ sulla bocca di tutti, il momento di visibilità più bello: per la squadra, per la società, per noi tifosi ma anche per la città. Poi ci sono stati tanti momenti da ricordare con le atlete: le cene di Natale, i ritrovi, la presentazione della squadra e del nuovo roster. Ed è bello che sia proprio la società a farsi sentire con noi per invitarci a questi eventi: ritengo ci sia un buon rapporto tra i tifosi e la dirigenza, credo che sia un interesse reciproco, per noi di essere presenti e per la società di avere un seguito“. 1° PUNTATA – I Sirmaniaci2° PUNTATA – Amici delle Farfalle3° PUNTATA – Irriducibili Gialloblu4° PUNTATA – Nobiltà RossoBlu (continua) LEGGI TUTTO

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    Sequestrati 74mila euro alla “falsa top model” che truffò Roberto Cazzaniga

    Di Redazione Primi sviluppi nel caso di Roberto Cazzaniga, il pallavolista truffato da una donna che, assumendo una falsa identità e utilizzando le foto della top model internazionale Alessandra Ambrosio, gli avrebbe sottratto negli anni oltre 600mila euro. La vicenda era stata resa nota negli scorsi mesi dalla trasmissione Le Iene grazie alle testimonianze di parenti, amici e compagni di squadra. Le indagini della Procura di Monza, come riporta il quotidiano Il Giorno, hanno portato al sequestro di 74mila euro alla finta “fidanzata” Valeria Satta, disposto dal Gip ed effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza. Gli investigatori sarebbero riusciti a ricostruire 1400 singole transazioni effettuate tra il 2008 e il 2021 attraverso le quali Cazzaniga avrebbe trasferito, tramite ricariche e bonifici Postepay, l’enorme somma di denaro alla donna. Una quota dei soldi sarebbe finita nelle mani dell’amica Manuela, complice della truffatrice e a sua volta indagata, e di alcuni membri della sua famiglia. Per gran parte delle elargizioni effettuate, tuttavia, il reato risulta prescritto: per questo motivo è stato possibile recuperare solo una minima parte della somma. (fonte: Il Giorno) LEGGI TUTTO

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    La Tonno Callipo incontra gli studenti dell’Istituto “G. Galilei”

    Di Redazione Gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico “Galileo Galilei” di Vibo Valentia hanno ricevuto la visita dell’atleta giallorosso Davide Candellaro accompagnato per l’occasione dal dirigente Nico Agricola e dal team manager Giuseppe Defina. Un incontro formativo in cui i ragazzi del corso ad indirizzo sportivo hanno interagito con i rappresentanti della Tonno Callipo Volley affrontando diverse tematiche che ruotano intorno al variegato mondo della pallavolo. A partire dal significato del “fare squadra” fino ad arrivare al valore del sacrificio e dell’impegno come mezzo per ogni conquista umana e professionale. Introdotto dal professore Giorgio Lico, è stato Nico Agricola, Responsabile del Settore Giovanile giallorosso, a prendere la parola: “La nostra Società è da sempre vicina al mondo della scuola. È bello vedere che ci sono ragazzi interessati alla pratica sportiva. Noi oggi siamo qui per promuovere la pallavolo ma è doveroso ricordarvi che qualsiasi sport è importante ai fin della vostra crescita. In un territorio come questo che offre molto poco ai giovani dovete essere abili a cogliere qualsiasi occasione di occupare il vostro tempo libero con attività utili e formative che possano tirare fuori abilità e talenti, allontanandovi da situazioni pericolose o dalla noia. Lo sport, inoltre, ha anche il merito di mettere insieme le persone, di creare aggregazione e confronto”. La testimonianza del giocatore Davide Candellaro, che vanta un’esperienza decennale nella massima serie della pallavolo italiana, è stata utile per far comprendere ai giovanissimi che la strada verso le soddisfazioni professionali è lunga e impegnativa. Si parte dal basso per tentare, con perseveranza, l’ascesa nell’élite del volley: così è stato per il centrale classe ‘89 che ha iniziato nelle giovanili del Treviso e distinguendosi per le sue qualità è riuscito ad arrivare anche in Nazionale “Nessun traguardo – ha aggiunto Agricola – può essere raggiunto subito e senza sacrificio. Lo sport insegna proprio che i risultati migliori si ottengono con l’abnegazione e la dedizione. Dietro alle prestazioni tecniche di un grande campione ci sono ore di duro lavoro in palestra”. Dal canto suo Candellaro ha risposto alle domande dei ragazzi che hanno cercato di esplorare tra le pagine già scritte della sua carriera: l’emozione di calcare il campo della Superlega per la prima volta, le difficoltà che ha dovuto affrontare come i ripetuti infortuni, il rapporto con i compagni di squadra. Significativo il messaggio sull’essere parte di una squadra. È come avere un’arma in più in quanto far parte di un gruppo coeso permette di condividere dispiaceri e soddisfazioni. L’unione diventa lo strumento per supportarsi nei momenti di difficoltà e superare gli ostacoli. (fonte: Comunicato Stampa) LEGGI TUTTO

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    Lutto a Roma per la scomparsa di Emanuele Provvedi

    Di Redazione Lutto per la ASD Montesacro Roma, per l’improvvisa e prematura scomparsa di Emanuele Provvedi, 43 anni, allenatore del settore pallavolo. A dare la notizia, attraverso un lungo post su facebook, è la società sportiva per cui lavorava: “La ASD Montesacro Roma comunica l’improvvisa e prematura scomparsa di Emanuele Provvedi, allenatore del settore pallavolo. Ci stringiamo tutti attorno al fratello Domenico e alla sua famiglia in questo tragico momento“. Sospese per la giornata di oggi le attività della pallavolo agonistica, mentre per la giornata di domani, quando si terrà la cerimonia funebre laica (ore 15.30 presso l’area esterna dell’ex GIL in viale Adriatico 136)​, saranno sospese tutte le attività sportive in tutte le sedi via Pintor, Buenos Aires, PalaFucini e calcio a 5. Alla famiglia, agli amici e alla società le più sentite condoglianze dalla redazione di Volley NEWS. (fonte: Facebook ASD Montesacro Roma) LEGGI TUTTO

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    Velasco e Zorzi a Padova per raccontare “Come Michele diventò Paso”

    Di Redazione “Come Michele diventò Paso”: questa sera alle 20.30 ci saranno Julio Velasco e Andrea Zorzi alla Kioene Arena di Padova a raccontare, con il giornalista Massimo Salmaso e con l’assessore allo sport del comune di Padova, ed ex calciatore professionista, Diego Bonavina, la vita i valori e l’esempio di Michele Pasinato, a un anno dalla sua scomparsa. Sulle tribune i ragazzi del settore giovanile bianconero e le loro famiglie, oltre a tutta la famiglia del Paso. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Da tifosa a scrittrice: Michela Bosani Moroni racconta la storia del nonno partigiano

    Di Eugenio Peralta Una vita nei palazzetti di tutta Italia e non solo, prima da giocatrice (centrale) nei campionati giovanili e territoriali a Parabiago, Nerviano e Legnano, poi da sfegatata tifosa di Novara ma soprattutto di Sara Anzanello, Tai Aguero e Serena Ortolani, che sono diventate anche sue grandi amiche. Eppure nel suo libro, pubblicato a dicembre 2021, il protagonista non è il volley: Michela Bosani Moroni lo ha scritto per ricordare il nonno Pio Vittorio Moroni, scomparso nel 2017, che fu partigiano nella Seconda Guerra Mondiale e prese parte attiva alla Resistenza con la 182esima Brigata Garibaldi di Legnano, oggi intitolata a Mauro Venegoni. “Ti racconto la storia del nonno – Il partigiano Moroni” è il titolo del libro, edito da Evoé Edizioni, in cui Michela si ispira alla sua vicenda per quello che, più che una biografia, è un romanzo storico: “Ho deciso di scriverlo – racconta in un’intervista di Francesco Jacini per Baloo Volley – per mantenere una promessa che gli avevo fatto. Lui ci teneva molto a raccontarmi ciò che aveva visto e vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale, per lui era molto importante che la storia non venisse dimenticata, che essa non cadesse nell’oblio. Gli ho promesso che, dopo di lui, avrei continuato io a raccontare il suo trascorso, e così è stato. Ho iniziato a scrivere a gennaio 2019, abbandonando poi la mia prima bozza verso aprile-maggio; poi ho ripreso il tutto due anni dopo, con il desiderio di riuscire a pubblicare il mio libro in occasione del centenario della nascita di mio nonno, l’11 dicembre 2021, e ce l’ho fatta!“. L’autrice, molto legata al “partigiano Moroni” (ha chiamato il figlio Vittorio proprio in suo onore), descrive il nonno come “un pensatore autonomo, critico e libero nello spirito, che si adattò alla vita da soldato per sopravvivere e per non causare problemi alla propria famiglia, ma non condivise mai il pensiero unico imperante all’epoca. Dopo l’armistizio di Cassibile divenne uno sbandato, e con un viaggio denso di peripezie tornò a casa, dove scoprì di essere in pericolo. Conobbe la realtà partigiana e riconobbe se stesso nei suoi valori: aderì quindi al movimento diventandone parte attiva. Più volte rischiò la vita senza scendere a compromessi, ma sopravvisse a quel quinquennio devastante portando con sé i traumi di ciò che aveva vissuto“. La festa della Liberazione dal nazifascismo rappresenta da sempre un’occasione particolare in casa Moroni: “Sicuramente il 25 aprile è stata per lui una data importante, che segnava la fine di un periodo buio della sua vita e un inizio speranzoso di un futuro migliore: lui venne smobilitato ufficialmente il 1° maggio 1945. In occasione del settantesimo anniversario della Liberazione ho voluto fargli una foto con in mano il tricolore e la scritta ’25 aprile 1945, io c’ero!’. Ha posato sorridente per quella foto, ma so che dietro a quel sorriso sono nascosti tanti brutti ricordi del passato. Una sera in ospedale a Legnano ho capito quanto la guerra lo avesse davvero segnato: stava sonnecchiando tranquillo, ma a un certo punto ha sbarrato gli occhi, terrorizzato. Si è messo seduto sul letto e mi ha intimato di scappare: diceva che i tedeschi stavano arrivando a prenderci, che lui non riusciva a muovere le gambe ma io dovevo correre e mettermi al sicuro. A distanza di oltre 70 anni, ancora gli capitavano questi incubi“. Quello con la guerra è rimasto infatti, per tutta la vita di Pio Vittorio Moroni, un rapporto complesso: “Mio nonno mi raccontava spesso ciò che aveva visto e vissuto durante il conflitto – ci ha spiegato l’autrice – e lo faceva con tranquillità, con molto tatto e con tantissima sensibilità. Ma non mi ha mai raccontato cose atroci e crude, e sono sicura che tanti ‘segreti’ se li sia portati via con lui. Un po’ per vergogna, forse, un po’ per un forte senso di protezione… non è mai facile per nessuno raccontare le brutte esperienze, e quando si parla di una guerra, con annessi e connessi, credo sia ancora più difficile“. Ora la sua storia è diventata un libro, una testimonianza importante anche per le nuove generazioni: “Vorrei che attraverso il mio racconto passasse un messaggio di coraggio – dice Michela – la storia di un ragazzo come tanti, che a 20 anni si è visto catapultato in una realtà che non gli apparteneva. Ha dovuto tenere duro, non arrendersi mai, seguire un ideale che non era quello in cui credeva. Ma poi, non appena ha potuto, con tantissimo coraggio e anche tanta paura e tante incertezze, ha deciso e voluto scegliere la strada più difficile, senza mai scendere a compromessi e mettendo a repentaglio anche la sua stessa vita“. “Non c’è notte tanto lunga da impedire al sole di risorgere, diceva Jim Morrison – conclude Michela – e, se ci pensiamo, è così anche in questo caso. La guerra ha rubato a mio nonno 5 anni della sua vita, ma poi è finita! Lui ha ripreso in mano la sua vita, si è costruito la sua famiglia, ha sempre lavorato sodo per non far mancare nulla ai suoi due figli e poi a noi nipoti“. Un messaggio di speranza che vale per la festa del 25 aprile come per tutti i giorni di quest’epoca in cui i fantasmi della guerra sono tornati a ripresentarsi in Europa. LEGGI TUTTO

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    AIP partecipa all’assemblea generale di EU Athletes

    Di Redazione Questa mattina, per la prima volta dalla sua nascita, AIP – Associazione Italiana Pallavolisti ha preso parte a Valencia all’Assemblea Generale di EU Athletes, la confederazione europea che racchiude le associazioni di categoria di vari sport provenienti da Spagna, Belgio, Francia, Rep. Ceca, Danimarca, Irlanda, Grecia, Croazia, Islanda, Norvegia, Olanda, Lituania, Svezia, Slovenia, Regno Unito e Polonia. Insieme a GIBA (Giocatori Italiani Basket Associati), componente storico di EU Athletes, AIP ha avuto una prima preziosa occasione per unire le forze a livello europeo, continuare un percorso di crescita e apprendimento per l’Associazione stessa, per il bene del mondo degli atleti e per sviluppare insieme i temi comuni che sono emersi. Nel corso della riunione si è parlato in particolare del riconoscimento dei diritti e doveri per tutti i lavoratori e le lavoratrici sportive, dell’importanza del coinvolgimento delle associazioni di categoria nelle decisioni da parte delle Federazioni e, infine, dell’attenzione alla salute fisica e mentale degli atleti, alla dual career-post career e al fenomeno delle partite “truccate”. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    PNRR: la Federazione “sponsorizza” il nuovo palazzetto di Cagliari

    Di Redazione È il nuovo palazzetto di Cagliari la struttura scelta dalla Federazione Italiana Pallavolo per concorrere al finanziamento di 4 milioni di euro previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per la costruzione di nuovi impianti sportivi. In base al bando nazionale, infatti, ogni Federazione aveva la possibilità di proporre un solo progetto per la valutazione da parte del Dipartimento dello Sport: dopo aver esaminato tutte le richieste pervenute, la Fipav ha selezionato la proposta del Comune del capoluogo sardo, che prevede la realizzazione del palazzetto nel quartiere Sant’Elia. Tra le motivazioni della scelta indicate dalla Federazione ci sono la possibilità di intervenire su una delle principali carenze strutturali della Sardegna, dotando la regione di un palazzetto da 8000 posti in grado di ospitare manifestazioni pallavolistiche di alto livello nazionale ed internazionale; la rilevanza dell’investimento totale, che prevede un contributo di 25 milioni di euro da parte del Comune; la convergenza di altre Federazioni sportive sullo stesso progetto, con la possibilità di avviare sinergie e iniziative multidisciplinari; e, infine, la disponibilità dell’impianto per le attività pallavolistiche federali. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO