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    Mastrangelo e Berruto ora si sfidano in politica: Lega contro Pd

    Di Redazione Insieme hanno vinto una storica medaglia di bronzo a Londra 2012, ma tra poco l’ex centrale e l’ex coach della nazionale azzurra si troveranno a giocare, almeno idealmente e ideologicamente, contro. Non stiamo parlando però del volley sul taraflex o il parquet, bensì della competizione elettorale per le politiche in Italia del 25 settembre.Tornata alla urne che vedrà Mauro Berruto, ex commissario tecnico degli azzurri candidato alla Camera per il Pd (ne abbiamo già parlato in questo articolo) e Luigi “Gigi” Mastrangelo correre invece per la Lega di Matteo Salvini. Tutto questo, come detto, a dieci anni di distanza dal più bel successo che Berruto e il “Mastro” hanno vinto assieme, il bronzo olimpico a Londra. Foto: www.legavolley.it Per l’ex centralone, oggi 47enne e definito proprio ai Giochi di Londra, l’atleta più sexy da un sondaggio svolto dal sito di incontri per donne sposate, gleeden.com, non si tratta in realtà della prima esperienza in politica con il partito di Salvini, con il quale lo lega anche un’amicizia di lunga data. Alle ultime amministrative a Cuneo aveva raccolto però solo 57 preferenze. Foto Federvolley Dallo scorso maggio, l’ex centrale, già personaggio televisivo per via della partecipazione ai programmi Rai e Mediaset “Ballando con le Stelle”, “Pechino Express” e “Ciao Darwin” è anche responsabile nazionale dello Sport per la Lega.  Trai gli impegni recenti di Gigi Mastrangelo a cavallo tra sporto e politica la promozione del binomio “Sport & Salute”, movimento governativo che vede coinvolti anche Valentina Vezzali a Yuri Chechi con lo scopo di diffondere tra i giovani, attraverso incontri nelle scuole, la cultura dello sport, i suoi valori e uno stile di vita sano. Ma anche dare sostegno e visibilità alle realtà sportive locali, fondamentali per la promozione di questa cultura.Tra lui e Berruto potrebbe essere insomma un bel match all’insegna del fair-play e dell’etica degli sportivi. LEGGI TUTTO

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    Montecchio in campo per combattere la sindrome di Rett

    Di Redazione L’Unione Volley Montecchio Maggiore – Ipag Sorelle Ramonda scende in campo per i malati colpiti dalla sindrome di Rett, grave patologia neurologica dello sviluppo che colpisce prevalentemente le bambine. La squadra femminile di volley A2, che per il prossimo campionato ha scelto come campo di gioco il Palaferroli di San Bonifacio, dedicherà infatti le sue iniziative a scopo solidale al Centro Airett Innovazione e Ricerca, presieduto da Lucia Dovigo, che ha sede a Verona e si occupa di promuovere e finanziare la ricerca genetica per individuare soluzioni alle numerose problematiche che un soggetto affetto da Sindrome di Rett si trova quotidianamente ad affrontare. “Da anni facciamo squadra su temi sociali importanti, cercando di dare il nostro contributo sia economico, sia promozionale – sottolinea  Carla Burato, presidente di Unione Volley Montecchio Maggiore – Abbiamo cercato di sensibilizzare sull’importanza della prevenzione per il tumore al seno con il progetto “Lo sport e il volley sposano l’Andos”, facendo indossare alle nostre giocatrici la maglietta con la scritta “Facciamo muro contro il tumore al seno”. Abbiamo sostenuto il Paese di Alice e i suoi ragazzi diversamente abili e dato supporto ad Avis per promuovere le donazioni di sangue. Abbiamo anche appoggiato l’iniziativa “Just The Woman I Am”, promossa dal centro universitario torinese per la prevenzione inclusione e parità di genere a sostegno della ricerca contro il cancro e l’associazione Cuore di Kevin, a sostegno delle famiglie in difficoltà per la perdita di familiari in tragici incidenti. Nel prossimo campionato vogliamo lanciare alcune iniziative per il centro Airett, che tanto sta facendo per le famiglie delle bambine colpite da questa terribile patologia, fortemente debilitante, con formazione di medici e terapisti, progetti mirati e programmi di riabilitazione”. Il Centro Airett è un punto riferimento a livello nazionale. L’equipe è composta da un team multidisciplinare: neuropsicomotricisti, pedagogisti, psicologi, terapisti specializzati in strategie comportamentali, logopedisti, ricercatori, ingegneri e tecnici informatici. “Ad oggi il centro ha preso in carico 150 bambine da tutta Italia – spiega Rosanna Trevisan, membro del direttivo dell’associazione e rappresentante dei genitori per il Veneto – La percentuale delle bimbe colpite dalla patologia è in crescita e necessita di personale medico specializzato per la diagnosi, il check up e la stesura di un adeguato programma di riabilitazione e cura della sintomatologia. Nel centro ogni bambina viene sottoposta a una valutazione multidisciplinare delle abilità cognitive, comunicative, motorie e delle competenze sociali con strumenti innovativi e specifici per la sindrome di Rett. Segue la stesura di un progetto educativo personalizzato, che permette di avviare un percorso di apprendimento adeguato e funzionale. C’è, infine, la possibilità di fare tele-riabilitazione, un sistema innovativo che favorisce la rete di collaborazione e comunicazione tra caregivers e terapisti, eliminando il problema logistico delle distanze.  Spesso manca una preparazione per accogliere e seguire queste bambine, chiamate “bimbe dagli occhi belli” proprio perché comunicano solo con gli occhi”. Descritta per la prima volta negli anni Sessanta da un medico austriaco, Andreas Rett, colpisce quasi esclusivamente le femmine con un’incidenza di 1 ogni 10.000 nascite. I sintomi compaiono dopo un primo periodo di sviluppo apparentemente normale. Attorno ai sei-ventiquattro mesi di vita, c’è un rallentamento dell’acquisizione delle capacità. Segue un periodo di regressione con riduzione o perdita delle abilità comunicative, l’uso finalizzato delle mani (con aumento di movimenti stereotipati tipo il “washing hand”), i disturbi dell’andatura e il rallentamento del normale tasso di crescita della testa. (fonte Comunicato Stampa) LEGGI TUTTO

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    L’ex ct azzurro Mauro Berruto capolista alla Camera per il PD

    Di Redazione“Ho una notizia. Voglio condividerla, con parole mie. Eccola qui. Il Partito Democratico mi ha proposto la candidatura come capolista per l’elezione alla Camera dei Deputati, nella grande area della Città Metropolitana di Torino” si apre così il messaggio Facebook di Mauro Berruto, già commissario tecnico degli azzurri (suo il bronzo di Londra 2012) che annuncia la sua discesa in campo in politica. Dal 2015 Berruto non si siede più su una panchina di volley. Ha però avuto esperienza sportive nel tiro con l’arco, sempre a livello federale. Nel suo sito internet mauroberruto.com il 53enne torinese che lanciò nel volley che conta il suo allora vice in azzurro, ovvero Chicco Blengini, non senza qualche mal di pancia da parte del primo, si definisce “coach, ispirational speaker, giornalista e storyteller”. “Ho avuto l’onore immenso di dedicare una vita al mondo dello sport. La pallavolo mi ha insegnato la bellezza del sentirsi parte una squadra, la gioia per la vittoria, il dolore della sconfitta, la forza del pensiero collettivo e la solitudine nel momento della decisione individuale. La pallavolo, soprattutto, mi ha insegnato che è impossibile raggiungere qualsiasi obiettivo da soli. Da alcuni anni mi sono impegnato a raccontare ciò che avevo imparato dallo sport: l’ho fatto nelle imprese, nelle associazioni, nei teatri, nelle scuole, tra le quali una meravigliosa che ho avuto l’onore di dirigere. Ho incontrato migliaia di giovani, di donne e di uomini, cercando di lasciare in loro un segno. Oggi, un altro cambio di paradigma. Forse il più difficile di sempre, certamente quello che sento come la responsabilità più alta: fare politica”. “Voglio stare dalla parte della storia di chi si impegna a fare tutto il possibile per consegnare questo mondo migliore di come l’ha trovato. Adesso si inizia. Insieme. Mauro” si conclude il messaggio di Berruto. LEGGI TUTTO

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    Buon Ferragosto a tutti da Volley NEWS!

    Di Redazione La pallavolo, si sa, non si ferma mai: in qualsiasi condizione climatica e in ogni giorno dell’anno c’è sempre qualcuno pronto a lottare sotto rete, che sia in un palazzetto o su una spiaggia assolata. Oggi, però, anche la redazione di Volley NEWS si prende un giorno di vacanza: in occasione della giornata di Ferragosto ci concediamo un giorno di riposo e gli aggiornamenti del sito sono momentaneamente sospesi. Ma non preoccupatevi, torneremo domani con tutte le ultime novità sul mondo del volley… Nel frattempo, buon Ferragosto a tutti! LEGGI TUTTO

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    Fiori d’arancio all’orizzonte: Kathryn Plummer ha detto sì al suo Michael

    Di Redazione Fiori d’arancio in vista in casa Imoco: dopo oltre quattro anni di fidanzamento, Michael Boden, pitcher all’università di Stanford, ha chiesto la mano di Kathryn Plummer. A pubblicare su Instagram gli scatti della proposta di matrimonio è proprio la schiacciatrice californiana. “Mille volte sì” ha scritto la pantera “Sono al settimo cielo nel sapere che passerò la vita con te”. Ai futuri sposi gli auguri e le congratulazioni della redazione di Volley NEWS! LEGGI TUTTO

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    Abusi nello sport, nasce We Protect, il grazie della mamma con una figlia “violata”

    Di Paolo Annoni L’associazione Change The Game, oltre a pensare alle iniziative in programma da settembre (sportello, sede, spot, mostra) partecipare e organizzare incontri monotematici con la FIFA e Safe Sport, ha avviato il primo podcast sugli abusi nello sport dedicato a tutti i ragazzi e le ragazze. Uno spazio di condivisione reale, non solo virtuale. “Troppo spesso sentiamo dire dai giovani: Perché nessuno ci chiede nulla, nessuno ci ascolta?” sottolinea la presidente dell’associazione Daniela Simonetti, giornalista e scrittrice. Il podcast è uno spazio aperto alle vittime di abusi e al loro racconto. Ci sono persone che hanno tenuto dentro segreti a lungo e che soltanto a distanza di tempo sono in grado di condividere con serietà e precisione l’esperienza di una violenza. Nei tribunali di tutti Italia sono ancora in corso diversi processi che riguardano abusi nell’ambito sportivo. “La vera difficoltà è isolare dallo sport i colpevoli – ribadisce la presidente – molti continuano a gravitare nel mondo dello sport, che non riesce ad espellerli. Nomi di persone condannate in via definitiva dalla giustizia sportiva sono stati cancellati dagli archivi federali. Chi può garantire che non potranno reiterare il reato commesso? Non si tratta di fare la caccia alle streghe, ma solo di trasparenza. Credo che nessuno si possa scandalizzare se i tesserati, di tutte le federazioni sportive, non appartengano a una sorta di blacklist dei condannati per abusi, in particolare sui minori. Le famiglie e le stesse società sportive pretendono di essere tranquillizzate e tutelate. Esiste un problema di privacy? Credo si possa risolvere. Venga chiesto un certificato antipedofilia a tutti i tecnici, i dirigenti, gli educatori. Non un’autocertificazione però, qualcosa che si possa verificare“. La presidente di Change The Game sottolinea inoltre come altri espedienti siano indispensabili in materia: “L’ambiente dello spogliatoio prima e dopo l’attività sportiva va protetto, perché purtroppo nei casi analizzati si rivela quello maggiormente a rischio. L’esempio del Consorzio Vero Volley, che ha vietato di portare negli spogliatoi qualsiasi tipo di device è sicuramente da seguire. Alcune denunce riguardano episodi avvenuti nelle stanze degli alberghi, tra allenatori e atleti. Si dovrebbero vietare questi incontri. I meeting tecnici si tengano nella hall o altre aree pubbliche. Che bisogno c’è di andare nelle stanze delle atlete dopo cena? Si tratta di semplici accorgimenti che possono scongiurare episodi drammatici, accaduti in passato. Lo scopo delle nostre iniziative è anche creare una cultura dello sport lecito, di prevenire situazioni a rischio“. L’obiettivo dichiarato di Change The Game è di giungere a una riforma normativa specifica e alla creazione di un’agenzia indipendente, che si occupi della questione abusi in ambito sportivo. Risultato che a livello nazionale e internazionale si potrà ottenere solo grazie alla volontà delle maggiori federazioni sportive. Già identificati il nome e il logo dell’agenzia, “We Protect“, che possiamo presentarvi in anteprima su Volley NEWS. “ Tutti devono unire le forze – dice Simonetti – per una vicenda che vive tra diversi coni d’ombra. L’obiettivo è creare una struttura alla quale partecipino diversi soggetti con le competenze maturate dalle esperienze fatte. Noi ci siamo, però ora serve che si muovano anche le Federazioni. Cito una frase che non è mia, ma di Gianni Santini: ‘Per troppo tempo si è nascosta la polvere sotto il tappeto’. Ora serve linearità per contrastare l’abuso. Finora le cose sono andate in un certo modo anche perché non c’è stata la ferma volontà di cambiare. Attenzione, ma la nostra non è una posizione solo critica e di denuncia. Io e Alessandra Marzari siamo riuscite a rompere quel muro del silenzio. Non esiste più, grazie all’associazione, al libro (‘Impunità di gregge’, scritto da Simonetti, n.d.r.) allo sportello“. “Se leggete la lettera che ci ha appena inviato la madre di una vittima – dice ancora la presidente – capirete che qualcosa si è mosso, eccome. Adesso si deve scrivere una pagina nuova, convogliare i progetti avviati in un sistema unico, un approccio corretto. È il momento di tenere la luce accesa, costruire e dialogare, senza mai rinunciare a denunciare qualsiasi abuso. La trasparenza è una virtù inderogabile per Change The Game e tutte le sue iniziative. Nulla arriva per caso, c’è sempre un percorso articolato alle spalle di un risultato, nello sport come nella vita“. Chiudiamo così con la lettera di una mamma di una giovane atleta inviata attraverso Ti Ascolto per ringraziare Change The Game e Consorzio Vero Volley dell’attività svolta: “Questo tipo di feedback dà una forza incrollabile a me ed Alessandra Marzari – conclude Simonetti – Sono certa che da settembre saremo tutti testimoni di un nuovo momento di svolta e di crescita“. Di seguito il testo della lettera: “Mia figlia di 15 anni ha subito un episodio di abuso sessuale da parte di un allenatore. Nonostante l’appoggio di polizia, avvocato e centro violenze che ci hanno sostenuti sin dal subito, siamo cadute nel baratro per la reazione di tutte quelle persone che nel mondo dello sport non erano preparate a supportare una vittima di abusi, non erano preparate a crederle. Perché non informate, perché il loro mondo stava arrancando e quell’episodio venuto alla luce aveva smontato l’idilliaca stagione in corso. Quel mondo così immacolato, che diffondeva valori di solidarietà, lealtà, del rispetto della persona e delle regole, quel mondo a cui ho affidato mia figlia sin da bambina perché costruisse saldi principi di collaborazione e appartenenza, ora non era pronto. Una sera tra le tante in cui cercavo disperatamente informazioni utili nel web, ho scoperto Change The Game. Sono entrata nel sito, ho letto gli intenti e non ho esitato a fare subito una segnalazione attraverso il portale. Dopo pochi minuti è arrivato un messaggio via email: ‘Ti chiamo domani mattina’. Ho visto una luce. L’indomani sono stata contattata direttamente dalla fondatrice Daniela Simonetti. Mi ha ascoltata attentamente e attivamente, mi ha spiegato il percorso che avremmo intrapreso insieme con la Giustizia Sportiva, mi ha anche spiegato cos’è la Giustizia Sportiva, perché fino a quel momento non ne ero a conoscenza. Daniela mi ha informata delle implicazioni di quanto accaduto sulle nostre vite, mi ha compresa, preparata poi supportata e incoraggiata, mi ha preso per mano e fatta rialzare. Da quel giorno non sono stata più sola. Attraverso Change the Game ho trovato la forza. Mia figlia sente questa sicurezza e si è affidata completamente senza bisogno di fare più domande, consapevole che abbiamo preso la strada giusta e che siamo accompagnati da persone di fiducia. Daniela è diventata in poco tempo un’amica, la sua motivazione personale ci sostiene e spinge ad azioni concrete tanto da farmi credere che stiamo perseguendo la giusta strada. Finalmente dopo il baratro io e mia figlia abbiamo alzato lo sguardo e guardiamo al futuro. La solida motivazione di Change the Game ha a cuore il tema dell’efficienza della giustizia civile e sportiva. Sento forte sulla pelle questo vento di cambiamento e desidero fermamente esserne testimone, per mia figlia, per me stessa, per lo sport e i suoi valori“. 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    Change the Game, si intensifica la lotta agli abusi: sede, sportello, spot e mostra

    Di Paolo Annoni Per i lettori di Volley NEWS il progetto “Ti Ascolto” ideato da Consorzio Vero Volley e Change the Game è qualcosa ormai di familiare e consolidato. Nella homepage del nostro sito c’è un banner che vi porta al modulo per segnalare in forma anonima casi di abusi e di violenza e a tutte le informazioni sull’iniziativa contro gli abusi nel mondo dello sport. Abbiamo chiesto alla presidente di Change the Game, Daniela Simonetti, giornalista e scrittrice pluripremiata, quali siano gli ultimi sviluppi della realtà e i progetti per il prossimo futuro. Ne è nata una lunga e formativa chiacchierata, che ora vi raccontiamo ora in due “puntate”: la prima oggi e la seconda domani. Perché il progetto intrapreso da Daniela, con il sostegno diretto di Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley, è come un grande albero, sul quale sono cresciuti molti rami, e ciascun ramo ha iniziato a dare i suoi frutti. Foto Premio Internazionale Città di Como “Diciamo che più che un albero con dei frutti, io ed Alessandra, oggi, possiamo parlare di miracoli – spiega Daniela Simonetti – siamo sempre in movimento. Per quanto riguarda la fase progettuale e anche fisica, di Change the Game, visto che a breve potremo inaugurare la nostra sede all’interno dell’Arena di Monza. Si tratta di un luogo con un potente valore simbolico. Change the Game dentro un grande palasport. Servono del resto segnali concreti, affinché venga combattuta e condannata ogni tipo di violenza in ambito sportivo“. L’approccio dell’associazione si fonda su valori positivi e di prevenzione. Attraverso percorsi formativi con gli allenatori, ad esempio: “In settembre avvieremo un primo corso. Stiamo giocando d’anticipo anche rispetto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dobbiamo unire nella formazione allenatori, famiglie e atleti, ovvero i principali attori dello sport” spiega sempre Daniela Simonetti. “Stiamo parlando di un progetto che non ha precedenti in Italia. Parlare a tutti e non soltanto a una categoria, ha una forte spinta positiva e propositiva. Non si vuole e deve criminalizzare nessuno. L’allenatore non è sul banco degli imputati, anche sovente è proprio il coach al centro di casi di abusi e violenza. Noi cerchiamo di fare cultura sportiva e sociale e non solo repressione“.  All’attività da remoto, avviata con lo sportello telematico “Ti Ascolto” in collaborazione con il Consorzio Vero Volley, si unisce un secondo importante progetto in presenza: a Milano è infatti prevista l’apertura del primo sportello di ascolto. “Partiamo da Milano, con uno sportello fisico – spiega la presidente – anche alla luce delle numerose segnalazioni di abusi ricevute a livello telematico. Se c’è una cosa che mi ha molto colpito è il fatto che tutte le denunce ricevute avevano un fondamento. Le stiamo seguendo una ad una. Non riguardano un solo sport, spaziano dalle arti marziali, al volley, dal nuoto alla ginnastica. Credo siano elementi che devono fare riflettere. Queste famiglie si sono rivolte a noi a ragion veduta, nella consapevolezza di aver individuato un soggetto che abbia la capacità e la forza di sostenerle nel difficile percorso che prevede la denuncia di un abuso. Noi siamo innanzitutto delle persone che sanno ascoltare. Non per nulla io ed Alessandra abbiano battezzato lo sportello: Ti ascolto“. Lo sportello in presenza nasce dal serrato dialogo tra Change the Game e il Comune di Milano: “Anche la vicinanza con le istituzioni, tutte, ha un forte valore simbolico. Lo spiegheremo in settembre all’inaugurazione dello sportello. Queste vittime, queste persone fragili, non solo vanno ascoltate, ma devono sentire la solidarietà e il coinvolgimento delle istituzioni. Troppo spesso le vittime di abusi si sono sentite prima ingannate e violate e poi cancellate e dimenticate da tutti“. Per quanto riguarda il prezioso lavoro svolto con le Federazioni sportive, Change the Game ha intensificato i colloqui con la FIFA, per realizzare la prima realtà a livello mondiale in tema di abusi sfruttando l’expertise italiano. L’associazione sta collaborando anche con la Federcalcio a livello nazionale in particolare con contatti con l’Area di supporto psicologico del settore giovanile azzurro. “La Figc sta facendo un lavoro straordinario, che speriamo venga presto seguito da altre federazioni – commenta sempre la presidente Simonetti – Per me è stata un’esperienza a livello umano e professionale totalizzante dal punto di vista dell’impegno, dell’interesse e della qualità. Faccio parte della Commissione tutela dei minori. Un tavolo attivo e operativo, che è in grado di dare un forte segnale a tutto lo sport“. La proposta è di istituire un osservatorio triennale per il monitoraggio del fenomeno di tutti i tipi di violenza: sessuale, psicologia e fisica nello sport. La fenomenologia fino ad oggi non è infatti mai stata analizzata a livello quantitativo e qualitativo. “La speranza è che già entro dicembre si possa ragionare su dati oggettivi per costruire delle politiche più specifiche per combattere ogni forma di violenza. Prima di tutto è necessario comprendere la dimensione del fenomeno. Se dobbiamo basarci sull’esperienza di questi primi mesi di sportello telematico, i numeri sono già drammatici. Da quando abbiamo fondato l’associazione sono arrivate un centinaio di denunce. Ora si deve giungere a interventi mirati. Abbiamo individuato le possibilità di intervento da parte della Giustizia sportiva, un primo pacchetto di proposte ha già avuto l’accoglimento da parte del CONI“. Change the Game si batte, in particolare, affinché qualsiasi tesserato che venga riconosciuto nei tre gradi di giudizio colpevole di un abuso venga radiato a vita dalle Federazioni: “Adesso questo non avviene. Ci sono tesserati con condanne definitive per abuso sui minori, che sono passati ad esempio da uno sport all’altro. Sono ancora a contatto con dei bambini o dei ragazzi” spiega la presidente. Change The Game ha chiesto di rendere obbligatoria la presentazione dei certificati penali anche per alcune figure che lavorano nello sport. Oggi la legge non lo prevede e spesso ai contratti viene allegata soltanto un’autocertificazione: “La giustizia sportiva deve adeguarsi a quella che è una nuova emergenza. Si devono affilare le armi per una tutela reale delle bambine e dei bambini nello sport – dice ancora – ma si deve lavorare anche in altre direzioni. Pensiamo ad esempio a una task-force di professionisti dedicati a queste vicende, che vanno affiancare le Procure federali nei casi che richiedono competenze specifiche. La guerra contro gli abusi non è una battaglia che si vince in un giorno solo. Servono rigore, organizzazione, tempo e pazienza“. E serve anche la mano tesa da parte della politica. Politica che fin dai primi passi di Change The Game, non si è rivelata affatto sorda. Basti pensare che grazie a un progetto del Dipartimento della Famiglia il prossimo 18 settembre verrà girato a Milano il primo spot televisivo sociale sul tema. Lo spot sarà diretto dal regista monzese Claudio Casazza, da tempo impegnato anche su temi sociali. Un altro messaggio potente dedicato all’ambito sportivo. Verranno coinvolti nello spot atleti di volley, di baseball e softball, ed è in corso un dialogo anche per il coinvolgimento della Federugby. Prevista pure la realizzazione di una mostra fotografica con protagonisti tutti i bambini che prenderanno parte allo spot televisivo. “Sono tutti segnali importanti di collaborazione tra i vari sport, dal calcio, con il quale abbiamo trovato piena convergenza, a discipline molto diverse, ma purtroppo non immuni da possibili casi di violenza. Stiamo lavorando tantissimo anche con l’estero, per allineare l’Italia e altri Paesi del mondo grazie al collegamento e al coordinamento della FIFA. Si deve sempre prendere spunto da quello che fanno gli altri. L’esempio deve essere di stimolo per fare meglio, fare rete ed avere maggiore forza. Si è visto già nell’esperimento dell’osservatorio sulla parità di genere. Lo stesso modello va replicato sul tema degli abusi sessuali sui minori. Tema che purtroppo il mondo ha finora un po’ oscurato e che necessita di essere illuminato con una luce nuova anche nel mondo dello sport. E noi stiamo lavorando tantissimo anche in queste ore, anche in questo mese di agosto affinché tutto possa partire a breve“. Stretto il dialogo anche con il prefetto savonese Ugo Taucer, Procuratore generale dello Sport all’interno del CONI. Taucer ha chiesto a tutti i procuratori Federali di non applicare più nella giustizia sportiva la formula del patteggiamento senza incolpazione. Il classico colpo di spugna che lascia la vittima violata ancora più sola e il colpevole del reato senza neppure una menzione. Alcune Federazioni non hanno però ancora recepito questa indicazione. Change the Game auspica una collaborazione ancora maggiore con i centri antiviolenza, come sottolineato dal presidente del Cipm (Centro italiano per la promozione della Mediazione), il criminologo Paolo Giulini. (Il seguito dell’intervista a Daniela Simonetti sarà online da domani, venerdì 5 agosto) LEGGI TUTTO

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    Solidarietà, dentro le pantere batte ancora un Cuoredarena

    Di Redazione

    Cuoredarena e Prosecco DOC Imoco Volley fianco a fianco anche nella prossima stagione sportiva all’insegna del tifo e della solidarietà. Il club di tifosi impegnato nel campo della solidarietà e della beneficenza avrà ancora il prezioso e prestigioso sostegno della società, con le Pantere che faranno da madrine alle iniziative sociali in occasione delle gare al Palaverde.

    Prosecco DOC Imoco Volleye Cuoredarena saranno presenti insieme alla tradizionale Festa delle Associazioni, che riprende dopo un anno di sospensione a causa della pandemia e che animerà il centro storico di Conegliano domenica 4 settembre. Dalle 9 alle 18 lo stand gialloblù e lo staff di Cuoredarena attendono i tifosi delle Pantere per ripartire con una nuova stagione di sport, tifo e solidarietà.

    Non mancherà nemmeno quest’anno l’attesissima serata “No Pantere… No Party!” dove saranno ufficializzate le pantere-madrine delle associazioni no profit che saranno ospiti al Palaverde in occasione delle gare di campionato. All’evento sarà presente la rinnovata super squadra di coach Santarelli per il primo incontro con i suoi tifosi. In occasione dell’evento ci sarà anche la consegna delle borse di studio in ricordo dell’amico Marco Guerrato alle atlete ed atleti selezionati della società Montebelluna Volley.

    A dicembre ci sarà poi il primo dei tre eventi con le associazioni del territorio che sarà dedicato alla LILT, con la giornata “Un Peluche per un Sorriso”. A febbraio 2023 il social day sarà “Un Cuore per l’Autismo” dedicato alla Fondazione Oltre il Labirinto, mentre a marzo 2023 “La Bontà Scende in Campo” con l’AIPD Marca Trevigiana. Le giornate, nelle quali saranno raccolti fondi in favore delle tre associazioni, sono ancora da definire in base al calendario Lega Volley. Le tre iniziative vedranno come madrine le Pantere della Prosecco DOC Imoco Volley.

    (fonte: Comunicato Stampa) LEGGI TUTTO