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    Franco Bertoli ospite della Showy Boys

    Di Redazione
    Dagli allievi della Scuola Volley sarà certamente ricordato come un pomeriggio speciale e carico di emozioni. Uno stage formativo che ha visto protagonisti i ragazzi della prima squadra della Showy Boys Galatina, composta, come noto, quasi esclusivamente da atleti under 19 che hanno avuto l’opportunità di conoscere una icona della pallavolo, il pluripremiato Franco Bertoli.
    Pochi altri giocatori possono vantare un curriculum così importante nel panorama del volley continentale come quello di “Mano di Pietra” che nel corso di oltre un decennio, che ha abbracciato gli interi anni ’80, ha martellato con le sue poderose schiacciate i parquet di mezza Europa e vincendo tantissimo.Franco Bertoli, ex atleta della Nazionale e giocatore simbolo della Panini Modena negli anni ’80-’90, è stato ospite della società galatinese e ha svolto con la squadra biancoverde uno stage molto interessante che si è suddiviso in una prima parte volta al miglioramento della performance individuale e di team e, a seguire, in un allenamento tecnico e atletico.
    “Valorizzare l’individuo e la squadra portando all’esterno il potenziale e permettere così di esprime tutto il proprio valore”: è questo, in breve, il concetto su cui Franco Bertoli, formatore, mental coach e ideatore di performance sostenibile, ha incentrato l’incontro con i ragazzi della Showy Boys. Loro tutti lì, in silenzio, di fronte ad un grande atleta di cui avevano sempre sentito parlare e visto sul web partite con la maglia azzurra e degli altri club in cui ha militato. Ora, come in un sogno, si è materializzato davanti ai loro occhi, si è seduto accanto a loro, come uno di loro, nella sua semplicità, cortesia, disponibilità. I ragazzi, catturati dalla sua personalità, ad ascoltare con attenzione i messaggi, gli input, le parole chiave, a riflettere su quegli aspetti motivazionali che fanno la differenza per uno sportivo e per un uomo.
    “In un momento di sfida importante come atleti, noi giochiamo sempre due partite: una interiore e una esteriore – ha spiegato Franco Bertoli ai giovani partecipanti – nella prima tutto accade dentro noi stessi, vale a dire dubbi, paure di fallimento, insicurezze, ansia e, in secondo luogo, il nostro stato interiore va in contatto con gli altri. Ecco che l’obiettivo deve essere quello di ridurre quelle che vengono chiamate auto-interferenze al fine di evolvere le proprie capacità di apprendimento naturale, facilitare il giocatore e la squadra al raggiungimento di prestazioni d’eccellenza”.
    Concetti importanti che Bertoli ha spiegato ai ragazzi con semplicità, con coinvolgimento, facendo intendere che l’avversario che si nasconde nella mente è molto più forte di quello che si trova dall’altra parte della rete.“La formula è semplicissima e dice che la prestazione di quello che noi facciamo è uguale al potenziale meno le interferenze – aggiunge l’ex Nazionale – è necessario un lavoro di conoscenza interiore volto a rendere minime proprio queste interferenze, poiché farle scomparire è quasi impossibile, ma nel momento in cui cominciamo a riconoscerle diventiamo responsabili, non cerchiamo degli alibi per cui qualcosa che in realtà ci fa paura la scarichiamo a qualcun altro e tendiamo ad aumentare il potenziale che abbiamo. Fatto questo passo, si lavora sull’esterno, a quel punto esce la parte migliore di ognuno di noi e si ottengono ottimi risultati anche con i compagni di squadra”.
    Un’ora di confronto, quindi, fatto di ascolto, interazione, riflessione che ha arricchito ognuno dei ragazzi e portato maggiore consapevolezza. Svestiti i panni di formatore e mental coach ed indossata la divisa di allenamento della Showy Boys, Franco Bertoli è sceso in campo accanto ai giovani biancoverdi per una seduta di allenamento guidata dal tecnico Gianluca Nuzzo.
    “Dopo aver ascoltato gli interessanti argomenti oggetto dell’incontro è stato emozionante vedere i nostri ragazzi allenarsi al fianco di un campione del volley – dichiara il presidente Daniele G. Masciullo – ho visto nei loro occhi una grande gioia e tanto entusiasmo e questo allenamento con Franco Bertoli rimarrà sicuramente tra i ricordi più belli. Oltre all’aspetto sportivo e professionale, ciò che mi ha colpito è stata la disponibilità e lo spessore umano. E’ questo che fa grande una persona, campione dentro e fuori dal campo di gioco”.
    Terminato lo stage, Franco Bertoli ha visitato la sede sociale, in piazza San Pietro a Galatina, dove ha incontrato i dirigenti biancoverdi e ricevuto una copia del libro “Showy Boys la Gloriosa” in cui viene raccontata la storia dello storico club di pallavolo.
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    Simone Giannelli protagonista della terza puntata di “RTTR Volley”

    Di Redazione
    Il programma, condotto da Sara Ravanelli, ospiterà in questa occasione negli studi di via Zanella il capitano e simbolo gialloblù. Con lui in particolare si traccerà il bilancio della prima di due sfide con Civitanova per la semifinale di Del Monte Supercoppa 2020
    Al termine della trasmissione, la differita integrale della partita giocata il giorno prima alla BLM Group Arena.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    UPV Buggiano entra a far parte del progetto UYBA & FRIENDS

    Di Redazione
    Grande novità in casa UPV Buggiano.
    La società, infatti, è entrata a far parte del progetto UYBA & FRIENDS, promosso da Uyba Volley società partecipante, con la propria prima squadra, al campionato Italiano di Serie A1 Femminile (Unet E-Work Busto Arsizio).
    Tale progetto si pone l’obiettivo di elevare ulteriormente il patrimonio di conoscenze e di esperienza della Società e dello staff tecnico, al fine di esaltare le potenzialità e le qualità tecniche delle giovani atlete UPV, favorendone il futuro inserimento ai livelli appropriati, che siano territoriali o nazionali.
    Il fine è anche quello di partire da un rapporto di affiliazione per arrivare ad una vera e propria sinergia, una forma stretta di collaborazione, regolamentata, che dovrà portare reciproci vantaggi. La partnership è stata accolta con entusiasmo e motivazione da tutta la grande famiglia gialloblù. Restrizioni sanitarie permettendo, il protocollo d’intesa prevede visite, incontri, presenze a gare di campionato, o ad allenamenti (per lo staff) e tutta una serie di punti tra cui l’utilizzo del marchio UYBA & FRIENDS.
    L’Unione Pallavolo Valdinievole è stata fondata nel 1984 a Borgo a Buggiano, Pistoia, dall’attuale presidente, Leandro Landi. Nel corso degli anni ha disputato anche categorie prestigiose (B1 e B2), ma stagione dopo stagione è emersa una spiccata predisposizione per l’attività giovanile. La Società, infatti, ha sempre puntato sulla qualità del settore tecnico, più che sul reclutamento o la selezione, riuscendo a portare a buon livello tantissime atlete del territorio, e potendo inserire in prima squadra molte ragazzine entrate al Palazzetto in età da Minivolley. Anche per questo UPV è diventata un polo di attrazione, allargando la zona di influenza e attirando bambine da località e comuni limitrofi.
    A Settembre del 2019, il consiglio direttivo ha approvato il Volley Up Project, un progetto che racchiude le linee guida fondanti, e gli obiettivi, dell’attività in palestra. Un percorso finalizzato alla qualità dell’insegnamento e all’esaltazione e valorizzazione delle potenzialità di ogni singola tesserata, con attenzione rivolta ai risultati di squadra come chiave di accesso per un più alto livello di competizione (campionati regionali e nazionali).
    L’accordo con un network tra i più qualificati nel volley nazionale, come UYBA & FRIENDS, e il potersi accostare ad altre realtà consociate da tempo, tra queste Orago, Torri Vicenza, Lecco, Pavia, come altre, conferma la volontà di crescere e di emergere grazie al confronto continuo con modelli di riferimento più alti, per cultura sportiva e organizzazione.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Banca Valsabbina Millenium lancia le sue GIF personalizzate

    Banca Valsabbina Millenium

    Di Redazione
    Usa le immagini divertenti nel formato GIF di Volley Millenium che raffigurano celebrazione, successo e vittoria!
    Le Leonesse si sono prestate a registrare espressioni e momenti divertenti e da oggi è possibile utilizzarne le GIF nei social come TikTok o per le storie di Instagram e Facebook, o in qualunque ambiente che faccia riferimento al database di Giphy.
    Cos’è una GIF? Per i nativi digitali è una domanda abbastanza semplice, ma per chi ne ha meno dimestichezza spieghiamo che per Graphics Interchange Format (in acronimo GIF, lett. “formato di interscambio grafico”) si intende, secondo Wikipedia, un formato di file per immagini di tipo bitmap utilizzato nella grafica digitale e divenuto molto diffuso grazie a Internet. Più in generale sono immagini animate che possono esprimere un’emozione, un concetto, possono sostituire una risposta o possono semplicemente essere qualcosa di divertente da condividere con gli amici. Grazie alla sua natura leggera, alla compatibilità totale di apertura con qualsiasi dispositivo e alla facilità con la quale è condivisibile online, il file GIF è diventato lo strumento ideale anche nelle applicazioni di instant messaging.
    Si possono trovare trovare agilmente le GIF digitando nell’apposita barra di ricerca “Volley Millenium” o “Volley Millenium Brescia”, o cercare direttamente le iniziali e il numero della vostra Leonessa del cuore.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Simeonov incoraggia la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione

    Di Redazione
    In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.
    Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:
    “Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.
    Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.
    Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza e fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.
    Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.
    Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?
    “Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.
    Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?
    “La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.
    Invece le due annate successive, come sono state?
    “La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.
    Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?
    “Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.
    Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?
    “Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Giulia Pisani si laurea in Scienze della Comunicazione

    Foto Facebook Giulia Pisani

    Di Redazione
    È il momento della festa per Giulia Pisani: l’ex giocatrice toscana, oggi apprezzata commentatrice per RaiSport, ha conseguito ieri la laurea in Scienze della Comunicazione all’università telematica e-Campus, con un voto di 106/110. “Chiamatemi Dottoressa Piso” scrive in un post su Facebook Giulia, che aggiunge: “Molte volte ho pensato di non farcela, visti tutti gli impegni, ma alla fine la determinazione, la costanza e la forza di volontà sono sempre prevalse. Grazie alla mia famiglia e alle persone che mi sono state accanto e continueranno a esserci“.
    A Giulia le congratulazioni di tutta la redazione di Volley NEWS!
    (fonte: Facebook Giulia Pisani) LEGGI TUTTO

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    L’AIP chiede ai club un rigoroso rispetto delle regole

    Di Redazione
    AIP ha ricevuto segnalazioni in merito a partite amichevoli e/o allenamenti congiunti, svolti o da svolgere senza i dovuti controlli tramite test sierologico entro i 7 giorni antecedenti l’evento, come confermato telefonicamente e come previsto per tutte le altre categorie dal Protocollo Federale del 10.09.2020 (in precedenza era entro i 5 giorni).
    AIP è costretta a informare i propri associati perché sino ad oggi, a fronte di rassicurazioni soltanto verbali, si rileva un comportamento di alcuni club difforme dalle linee guida dettate dal protocollo federale, con informazioni contraddittorie opportunamente date agli atleti/e.
    Tutti e tutte noi vogliamo che i campionati possano ripartire; pertanto, come si chiede responsabilità alle giocatrici, ai giocatori e agli staff, si chiede ai club un rigoroso rispetto delle regole, perché molte società stanno investendo per tutelare la salute degli atleti/e, nella consapevolezza che il sistema di prevenzione non può reggere se qualcuno interpreta arbitrariamente il protocollo per tentare di aggirare le prescrizioni.
    Per AIP la salute è il bene primario, per cui, di fronte all’impossibilità di rispettare i controlli indicati, si invitano i club a non svolgere allenamenti congiunti/amichevoli, nel pieno rispetto di tutte le persone coinvolte.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La scuola di Pallavolo Anderlini incontra lo Zanshin Tech

    Di Redazione
    ‘Sicuri in rete‘, nello sport come nella vita di ogni giorno; per questo la Scuola di Pallavolo Anderlini si presenta al tradizionale workshop di inizio stagione rivolto al proprio staff con una nuova idea di collaborazione che aiuterà i ragazzi a essere vincenti in campo e nella quotidianità.
    Domenica 13 Settembre al Palanderlini a Modena, avrà luogo un incontro che vedrà protagonisti il team della Scuola di Pallavolo Anderlini e i Sensei di Zemian Dojo, il primo Dojo modenese ed emiliano romagnolo di Zanshin Tech. Obiettivo: illustrare le finalità e le modalità di questa collaborazione, finora unica nel panorama nazionale.
    Le regole dello Zanshin Tech, la prima arte marziale digitale mai creata che unisce i precetti tradizionali delle arti marziali (la non violenza, il rispetto dell’altro e delle regole, la serena concentrazione e la disciplina) con conoscenze tecnologiche tratte dal mondo della cyber security, diventeranno, infatti, parte della preparazione dei giovani atleti della Scuola di Pallavolo Anderlini, grazie alla formazione che seguiranno i loro allenatori ma anche gli atleti stessi e i genitori.
    La recente emergenza ha evidenziato il bisogno di nuove conoscenze sia nel mondo fisico che in quello digitale: sarà un anno all’insegna dello sport dunque, ma anche della crescita personale e della disciplina, intesa come rispetto degli altri e consapevolezza delle proprie azioni, in campo, come nella vita reale o digitale.
    Il progetto parteciperà a un bando Personae 2020 della Fondazione di Modena, che consentirà una collaborazione inedita fra eccellenze del mondo dello sport e del digitale, dal titolo Volley Against Bully.
    La Scuola di Pallavolo Anderlini è oggi una delle realtà maggiormente conosciute e apprezzate nel proprio settore d’attività e opera in una realtà, quella modenese, in cui lo sport della pallavolo vanta una tradizione riconosciuta a livello mondiale.
    Zemian Dojo è un’associazione di promozione sociale, di cui fanno parte consulenti informatici, psicologi, educatori ed esperti in legge, che si prefigge lo scopo di organizzare corsi di autodifesa tecnologica, con l’obiettivo di insegnare ai ragazzi e agi adulti a navigare sicuri in rete essendo in grado di proteggere al contempo se stessi e gli altri da fenomeni di aggressione di tipo digitale, come cyber bullismo, adescamento, truffe online, cyberstalking e sexting. Ha sede in via Rainusso 110, a Modena, presso Alchimie Digitali, una delle più importanti realtà locali di consulenza informatica.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO