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    I criteri di accesso ai contributi a fondo perduto per ASD e SSD

    Di Redazione
    E’ stato pubblicato sul sito del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri l’avviso per i criteri di accesso ai contributi a fondo perduto a favore di associazioni e società sportive dilettantistiche
    La presentazione delle istanze può avvenire esclusivamente attraverso la piattaforma web https://www.sportgov.it/fondo-perduto-novembre/it/home/  disponibile dalle ore 16:00 del 18 novembre 2020 fino alle ore 16:00 del giorno 24 novembre 2020. 
    Nell’avviso si legge che per accedere la società ASD/SSD deve possedere i seguenti requisiti:
    Essere affiliata alla data del 31 ottobre 2020 a un organismo sportivo riconosciuto dal CONI (Federazione Sportiva Nazionale, Disciplina Sportiva Associata, Ente di Promozione Sportiva).
    Essere regolarmente iscritta nel registro del Coni e/o nel registro parallelo del CIP alla data del 31 ottobre 2020.
    Non essere titolare di uno o più contratti di locazione.
    Essere in regola con le autorizzazioni amministrative e sanitarie richieste dal comune di appartenenza per lo svolgimento delle attività sportive dichiarate.
    Possedere alla data del 31 ottobre 2020 un numero di tesserati atleti pari ad almeno a n. 25.
    Avere almeno 1 istruttore in possesso di laurea in scienze motorie o di diploma ISEF o, in alternativa, in possesso della qualifica di tecnico/istruttore rilasciata dal CONI e/o dal CIP o dagli organismi affilianti riconosciuti dal CONI e/o dal CIP a cui aderisce la ASD/SSD.
    Non aver beneficiato dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto 5098 dell’11 giugno 2020 del Dipartimento per lo Sport.
    Di avere, o meno, ottenuto o richiesto, dagli organismi a cui è affiliata (FSN, DSA, EPS), da Enti Pubblici (Regioni, Provincie, Comuni), associazioni, fondazioni o altri organismi contributi di qualsiasi tipo finalizzati al superamento dell’emergenza derivante dall’epidemia COVID-19 per il mese di novembre 2020.
    Di non avere richiesto o di non aver usufruito dei contributi previsti dall’art. 1 del D.L. n.137 del 28.10.2020 (cd Decreto Ristori).
    Comunicazione dell’IBAN per l’accredito del contributo, che dovrà appartenere a un Conto Corrente intestato esclusivamente alla ASD/SSD e non ad altro soggetto.
    La domanda dovrà essere presentata dal rappresentante legale della a.s.d./s.s.d., e dovrà essere allegata copia di un documento d’identità in corso di validità del rappresentante legale nonché la dichiarazione dell’ente nazionale cui l’a.s.d./s.s.d. è affiliata (di seguito il link per scaricare il modello:  fac-simile-modulo-per-fed-dsa-eps-contributi-a-fondo-perduto-1  ) contenente il numero dei tesserati al 31 ottobre 2020.
    Il testo integrale dell’avviso del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Allegati: 
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Corso per ufficiali di gara 2020

    Di Redazione
    Per diventare Arbitro di Pallavolo ci vuole impegno, determinazione e tanta passione, ma la fatica sul campo viene sempre ripagata.
    Questa l’indizione sul sito di Federvolley:
    Diventare arbitro significa entrare a far parte di una famiglia, di una squadra, di un mondo fatto di Rispetto, Divertimento, Energia e Amore per lo Sport.
    E’ il tuo momento, sei pronto a scendere in campo? Scrivi a ioarbitro@federvolley.it indicando nome, cognome, residenza e città in cui preferisci fare il corso. Verrai subito contattato dal comitato territoriale della tua città.
    Requisiti per partecipare al Corso di Arbitro di PallavoloPotranno iscriversi al corso ed essere nominati arbitri i cittadini (maschi e femmine):
    • della Comunità Europea o i cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno;
    • con un’età compresa tra i 16 e i 54 anni;
    • in possesso del certificato di idoneità sportiva non agonistica (da presentare a fine corso);
    • che non abbiano riportato condanne con sentenze definitive.
    Il Corso Ufficiale Arbitri di Pallavolo 2020Il Programma del Corso è strutturato in 11 Unità Didattiche di base, per un totale di 20 ore di formazione (la parte Teorica,in aula e/o formazione a distanza, la parte Pratica in palestra) e prevede il superamento di un esame finale di abilitazione.
    Le lezioni sono tenute da Docenti con competenze specifiche in ambito pallavolistico e formativo.
    Periodo, sedi e orari del corso saranno definiti solo al termine delle iscrizioni e verranno comunicati agli iscritti, dai Responsabili Territoriali di competenza.
    Tesseramento FIPAVUna volta completato il Corso e superato l’Esame si consegue subito il titolo di Arbitro e si diventa un Tesserato del Comitato Provinciale FIPAV. Il tesseramento è gratuito per la prima stagione sportiva; successivamente ogni Arbitro sarà tenuto al pagamento di una minima quota annuale.

    La Carriera di Arbitro di PallavoloAppena conseguito il titolo di Arbitro si inizia subito ad arbitrare in affiancamento a un collega più esperto (Tutor) per circa 5 gare nella Categoria Provinciale.
    Successivamente, sulla base delle capacità e dell’impegno, inizia la progressione nei ruoli, con il passaggio dapprima nella Categoria Regionale e, in base all’età anagrafica e ai meriti, nella Categoria Nazionale (Ruoli B e A). Il passaggio ad Arbitro Internazionale avviene superando un corso specifico, a cui partecipano in base ad età e alle capacità, esclusivamente i migliori arbitri di Ruolo a livello Nazionale.
    All’Arbitro Tesserato FIPAV, per ogni partita, viene riconosciuto un Compenso per la Direzione di Gara e il Rimborso delle spese sostenute.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La lettera della Pallavolo Anderlini: “Essere in palestra è un privilegio da custodire”

    Di Redazione
    La Scuola di Pallavolo Anderlini affida a Facebook una lunga lettera: uno sfogo in cui racconta come le società stanno vivendo questo periodo di emergenza e grande incertezza e di come stiano facendo di tutto per garantire ai ragazzi di poter continuare a fare lo sport che amano:
    “Siete pazzi, scriteriati, non avete giudizio, irresponsabili, non avete a cuore la salute dei ragazzi, volete solo le quote.
    Chi, nel nostro settore, non se l’è sentito dire negli ultimi mesi? Sì, siamo pazzi. Siamo pazzi perché crediamo che il vero valore dello sport siano le relazioni umane.Siamo pazzi perché non vogliamo che i ragazzi si chiudano in casa sul divano o finiscano in giro per strada.Siamo pazzi perché crediamo che in un momento così, si possa ancora trovare la gioia di stare insieme.Siamo pazzi perché nonostante tutto cerchiamo una parvenza di normalità.Siamo pazzi perché amiamo profondamente in quello che facciamo.
    Siamo pazzi anche perché crediamo che tutto questo si possa fare seguendo le regole. E allora ci proviamo la febbre, teniamo registri, autocertificazioni, scriviamo e riscriviamo i protocolli, leggiamo i DPCM 10 volte per essere sicuri di aver capito bene, e ogni volta che prendiamo una decisione ci chiediamo: sarà quella giusta? E la risposta che ci diamo è sempre quella: in coscienza sentiamo che stiamo facendo la cosa giusta.
    E allora scriviamo lettere, ci assumiamo responsabilità, ci prepariamo ai controlli delle autorità, rompiamo le scatole ai nostri collaboratori, rassicuriamo le famiglie, gestiamo le emergenze, chiamiamo i medici, la federazione, il comune, i consulenti. E ogni tanto abbiamo paura.
    Ma chi ce lo fa fare? L’amore per lo sport, la gioia di stare insieme, le relazioni umane, la ricerca della normalità.
    Ci mancano i campionati, ci mancano come l’aria. Perché se vai in palestra ogni giorno e ti alleni, poi la vuoi giocare quella partita, e vuoi anche sognare di vincerlo quel campionato. Ma quando alle 17.30 esce il bollettino, capisci che giocare la partita non è una priorità.
    La priorità è salvaguardare anni di lavoro, tutelare la salute fisica e mentale dei nostri ragazzi e collaboratori, dando loro l’opportunità di stare bene, in un ambiente sicuro. Oggi essere in palestra è un privilegio da custodire, un’opportunità da coltivare. Perché le mura della palestra sono la nostra seconda casa, dove si vivono emozioni, fatica, rabbia, delusione, gioia, felicità, i primi amori, le decisioni importanti.
    E proprio come una casa, desideriamo che questo sia un luogo sicuro e sano, dove stare bene. Ci vediamo dopo, a casa”. 
    (Fonte: Facebook Scuola di Pallavolo Anderlini) LEGGI TUTTO