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    Nuovo riconoscimento. La Showy Boys Galatina è Centro CONI

    Di Redazione Continua, senza sosta, il percorso di crescita e di formazione della Showy Boys Galatina. Dopo l’attestazione di Scuola Regionale di Pallavolo e il Marchio d’Argento Fipav quale certificazione di qualità per l’attività giovanile, il club biancoverde riceve il riconoscimento di Centro CONI ed è annoverato tra le sei società di volley in Puglia a poter avviare i progetti sportivi riconosciuti dalla più alta istituzione sportiva nazionale. Il “Centro CONI – Orientamento e Avviamento allo Sport” intende offrire ai bambini ed ai ragazzi un luogo ideale in cui proporre, sperimentare e validare innovative strategie di formazione, di pratica, di orientamento e avviamento, appunto, all’attività sportiva giovanile. Progetti diretti ai partecipanti tra i 5 ed i 14 anni per un’attività differenziata per fasce di età e finalizzata a garantire attraverso il gioco, l’attività motoria e sportiva, la diffusione di principi basati sul rispetto dell’individualità, del gruppo e delle regole e sui valori del benessere psico-fisico, la socializzazione, l’integrazione e l’inclusione di soggetti svantaggiati, oltre a un sano e corretto stile di vita. L’attività in qualità di Centro CONI prevede la collaborazione con altre associazioni del territorio e di altre discipline e ciò risulta fondamentale per i giovani praticanti affinché possano vivere molteplici esperienze ed acquisire un bagaglio motorio più ampio possibile e tradurlo in abilità sportive generali, speciali e specifiche. Per la Showy Boys una nuova opportunità per evidenziare la preparazione e la qualificazione dello staff tecnico e, allo stesso tempo, un modo per sviluppare una multidisciplinarietà che è alla base dell’attività svolta dal CONI. Ogni allievo sarà coinvolto in un percorso di orientamento ed avviamento alla pratica sportiva che si adatterà alle caratteristiche psicofisiche di ciascuno, allo scopo di contrastare il fenomeno di abbandono, favorendo l’inclusione e valorizzando il talento, attraverso l’utilizzo di molteplici mezzi e strategie per apprendere e sviluppare il maggior numero di abilità motorie e sportive, sollecitando i diversi aspetti del movimento, dove i partecipanti e i tecnici avranno la possibilità di confrontarsi, nella logica dell’alternanza nelle diverse discipline. “Essere Centro CONI significa pianificare con le società che svolgono altri sport un programma comune e trasversale alle discipline coinvolte che contempli il trasferimento dei saperi e delle competenze fra allenatori – spiega il coordinatore tecnico della Showy Boys Marco Corina – il tutto in considerazione degli obiettivi prefissati e con la supervisione e il coordinamento del CONI attraverso la Commissione Tecnica Nazionale per le Attività Sportive Giovanili. Gli elementi principali del Centro CONI, nonché veri e propri punti di riferimento per i giovani partecipanti, sono gli educatori tecnico-sportivi responsabili della didattica, garanti della professionalità e dell’approccio impiegato durante lo svolgimento delle attività. Il primo progetto è iniziato in questi giorni con la fase di formazione riservata al nostro staff di allenatori e proseguirà con il coinvolgimento dei ragazzi nella pratica multidisciplinare”. Una nuova e interessante opportunità, quindi, per la Showy Boys Galatina che con la Scuola Volley e il laboratorio di tecnica e formazione (Lab Showy) concentra da anni tutto il suo lavoro sui giovani ricevendo sempre più attestazioni e riconoscimenti dagli organi federali. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Dalla Romania all’Italia negli anni Settanta: la vita avventurosa di Rodica Popa

    Di Redazione Nel lontano 1991 Gianni Mura, il grande giornalista sportivo scomparso lo scorso anno, inaugurò su La Repubblica la rubrica “L’altro straniero“: la protagonista della prima puntata era Rodica Popa, grande pallavolista rumena fuggita dal blocco sovietico nel 1971, a soli 21 anni, per rifugiarsi in Italia, dove poi ha coltivato per altri vent’anni una gloriosa carriera. In occasione del trentennale della storica intervista, che Mura definì “la più bella della mia vita“, il quotidiano ha ripubblicato l’articolo accompagnato da un colloquio tra Emanuela Audisio e l’ex giocatrice e allenatrice, che oggi ha 71 anni e vive a Fano. “Fu l’emozione più grande della mia vita extra-sportiva – racconta Popa, che all’epoca giocava in Serie B nella Silvio Pellico Sassari – il mito che bussa alla tua porta. Uscimmo a camminare per Sassari, mi portò in cantine ed enoteche, mi spiegò i vini. Intanto parlavamo, era curioso: voleva capire la mia esistenza di campionessa ribelle, di fuggitiva, di ragazza ingenua. Ero un libro bianco che lui poteva riempire, un personaggio sportivo che lo stuzzicava“. Oggi, a trent’anni di distanza, Rodica rivede con altri occhi la sua storia: “Miglior giocatrice europea nel ’69, transfuga nel ’71. Sono fuggita quando non fuggiva nessuno, molto prima di Nadia Comaneci. Cercavo la libertà, già da piccola, non mi andava di essere controllata. E soprattutto non sopportavo la noia di una vita in cui tutto era programmato e non c’era mai un imprevisto. Ho fatto finta di andare in farmacia e mi sono allontanata (durante i Campionati Europei a Reggio Emilia, n.d.r.), senza niente. Né una borsa né un documento. In Romania mi hanno condannata a sei anni per alto tradimento. E io sono finita in un campo profughi a Trieste, ma ero felice“. L’impatto con l’Italia e con il mondo occidentale fu scioccante: “Era un’Italia bellissima, nonostante gli anni di piombo. A Firenze ho scoperto i locali, respiravo libertà. Mettere le monete nel jukebox per me era un sogno. Avevo anche la passione per le moto, mi sono fatta regalare da un amico una Ducati 250 Scrambler, anche se avevo giurato ai dirigenti che sulle due ruote mai. Invece sempre, e sono pure caduta e ho dovuto saltare una partita“. Poi il trasferimento a Bari: “Mi dissero che era un posto pericoloso, di non uscire. Per i primi 5 anni sono rimasta tappata dentro, poi ho scoperto una città fantastica. Ma la delinquenza minorile c’era: mi hanno scippato Mary, la cagnolina, per riaverla ho dovuto pagare mezzo milione di lire. Per questo giravo in bici con una mazza da hockey, con la scritta ‘difensore d’ufficio’!“. Eppure Rodica Popa non ama vivere di ricordi, tutt’altro: “Ho un cattivo rapporto con il tempo – spiega – mi mette in crisi l’istante bellissimo che non c’è più. Non ho vecchie foto, né le voglio di adesso; del passato non ho tenuto niente, né trofei, né medaglie. Ho salvato una sola cosa: l’articolo di Mura. Dentro c’era tutto quello che ero io e tutto quello che era lui. Ma senza la fine“. LEGGI TUTTO

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    Serena Ortolani: “Inconcepibile che non ci siano tutele per le mamme atlete”

    Di Redazione Il caso di Lara Lugli ha riacceso il dibattito sulle tutele alle atlete in gravidanza: un argomento che Serena Ortolani conosce bene, avendo affrontato lo stop per la maternità a 25 anni, nel pieno della carriera. “Giocavo a Pesaro – ricorda l’opposta in un’intervista a Metropolis – mi avevano nominata capitano ed ero il punto di riferimento di una grande squadra, ma sono riuscita a fare solo la preparazione perché ho scoperto di essere incinta. Mi sono trovata anch’io a casa e senza aiuto economico“. La vicenda di Lugli, inevitabilmente, ha risvegliato la memoria di Serena: “Mi sono detta ‘Ecco, ci risiamo’. È una storia che va avanti da anni. Sono davvero contenta che abbia finalmente avuto visibilità e importanza. Noi atlete non siamo mai state tutelate sotto questo punto di vista. Il paradosso è che siamo comunque donne che lavorano, e veniamo abbandonate al nostro futuro. È assurdo costringerci a scegliere tra il lavoro e essere madri“. La nomina di Valentina Vezzali come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport apre uno spiraglio per migliorare la situazione? “Lo spero tanto – risponde Ortolani – soprattutto per cambiare questi contratti, perché sono davvero fuori dal normale. Dobbiamo essere più tutelate. La nostra carriera non dura molto, e fermarsi senza poter percepire alcun sussidio è inconcepibile, soprattutto se accade a una ragazza giovane che non prende uno stipendio particolarmente alto e improvvisamente si ritrova con un figlio e senza nessun tipo di tutela“. L’attaccante della Bartoccini Fortinfissi Perugia conclude l’intervista con un’anticipazione sul suo futuro: “Ho Gaia che da un po’ di tempo insiste per avere un fratellino, e quindi proveremo ad allargare la famiglia. Penso che l’anno prossimo mi prenderò una pausa e poi vedremo se sarà un addio definitivo oppure ritornerò in campo“. LEGGI TUTTO

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    Coppa Italia, l’arbitro Santi ha donato alla sua città il pallone della finale

    Di Redazione La scorsa domenica si è disputata, a Rimini, la finale che ha visto l’Imoco Volley riconfermarsi campionessa e alzare al cielo la Coppa Italia. Ad arbitrare il match contro Novara, Simone Santi, originario di Città di Castello. Ed è proprio alla sua città che Santi ha voluto donare il pallone utilizzato durante la finalissima, consegnandolo nelle mani del sindaco Luciano Bacchetta, come riporta La Nazione Umbria. Il fischietto tifernate, che ha diretto, tra le altre cose, 3 campionati del mondo, 1 Olimpiade (Londra 2012), centinaia di altre gare internazionali nonché ben 17 finali scudetto e 6 finali di Coppa Italia, ha voluto omaggiare la sua città, che porta con sé in ogni parte del mondo, in questo difficile periodo dato dalla pandemia in corso: “Sentire il nome della mia città è un emozione fortissima che mi ripaga dei tanti sacrifici e impegno. Oggi con questo pallone, simbolo di agonismo, lealtà sportiva e rispetto dell’avversario vogliamo cogliere l’occasione per ricordare tutte le vittime del Covid ed in particolare gli sportivi che a vari livelli professionistici e non sono stati stroncati dalla pandemia”. Il sindaco Bacchetta e l’assessore allo sport Massimo Massetti, hanno omaggiato Santi di una copia del volume “Prima e dopo Raffaello, Città di Castello e il Rinascimento”: “Nel suo girovagare per il mondo e in Italia Simone Santi veicola ormai da decenni l’immagine della nostra città, accostando lo sport alle eccellenze di cui disponiamo”. LEGGI TUTTO

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    Lutto per Paolo Cozzi. Scomparso l’amato papà

    Di Redazione Lutto in casa Cozzi. Questa mattina, purtroppo, è scomparso il padre dell’ex centrale azzurro Paolo Cozzi. A darne notizia lo stesso giocatore attraverso il suo profilo Facebook. In questo momento particolare tutta la Redazione di Volley News si stringe attorno alla famiglia Cozzi e si unisce al dolore di Paolo, dei familiari e degli amici. Questo il bel pensiero rivolto da Paolo al suo amato papà. “Ciao Papà, fa buon viaggio e continua a proteggerci da lassù. Vola alto nel cielo, più su di dove arrivavi con l’aliante….più su degli aerei che tanto ti appassionano…Ho ammirato tanto la forza con cui hai affrontato gli ultimi difficili anni e sono fiero di averti chiamato PAPÀ x quarant’anni. Mi mancherai tanto, mi manchi già tanto.Ma sei nel mio cuore, nella mamma, nella Susy e nelle mie bimbe. Ciao papà “ LEGGI TUTTO

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    Comitato 4.0, Decreto Sostegni deludente: “Così non possiamo continuare”

    Di Redazione Il Comitato 4.0 manifesta grande delusione verso il decreto sostegni, che prevede interventi strutturali in diversi settori tranne che per lo sport. “Siamo molto amareggiati, le proposte che abbiamo avanzato e che erano contenute nel vecchio decreto ristori 5 sono state sfilate dal decreto sostegni” dichiarano Francesco Ghirelli, presidente Lega Pro, Umberto Gandini, presidente Lega Basket Seria A, Pietro Basciano, presidente Lega Nazionale Pallacanestro, Massimo Righi, presidente Lega Pallavolo Serie A, Mauro Fabris, presidente Lega Pallavolo Serie A Femminile, Massimo Protani, presidente Lega Basket Femminile. “Lo sport non ha solo un valore agonistico, disputare campionati e coppe, e così preparare gli atleti per le varie competizioni, dalle Olimpiadi ai campionati giovanili, ma è anche un importante settore economico con imprenditori che sostengono le società, contribuiscono al welfare delle famiglie e danno lavoro. In questo senso il Governo deve capire che lo sport va trattato come ogni altro settore economico” proseguono i presidenti. “Il calcio, la pallavolo, il basket non si sono mai fermati durante la pandemia, hanno tenuto compagnia a milioni di persone, entrando nelle loro case e concedendo qualche momento di leggerezza. Lo sport si è fatto carico dei costi dei protocolli sanitari senza poter contare su un euro di incasso, per via delle chiusure di stadi e palazzetti. Ci chiediamo allora se avremmo fatto meglio a fermarci e lasciare a casa migliaia di atleti e lavoratori senza contratto. Crediamo nella nostra responsabilità sociale e nell’importanza delle nostre attività per il territorio”. “Il premier Draghi ha anticipato la necessità di un ulteriore scostamento di bilancio perché si possa fare un ulteriore decreto. Abbiamo bisogno che le misure da noi proposte vengano recuperate in quel testo, pensiamo alle misure di liquidità, al credito di imposta, al ristoro per le spese sanitarie” proseguono i presidenti. “C’è bisogno di un impegno in prima linea del Sottosegretario Vezzali che sappiamo essersi data da fare, ma non basta, ci vogliono i risultati” conclude il Comitato 4.0. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Giulia Pisani ai microfoni di SoloVolley su Radio BustoLive

    Di Redazione Ospite d’eccezione per la nuova puntata di SoloVolley, in onda questa sera, venerdì 19 marzo, a partire dalle 20.30 su Radio BustoLive. Ai microfoni del magazine radiofonico dedicato alla pallavolo varesina, italiana e internazionale interverrà infatti Giulia Pisani, ex giocatrice di Serie A1 e oggi volto e voce di RaiSport, oltre che direttore tecnico della Giotti Victoria Volley. Il programma, condotto come sempre da Samuele Ferretti, Marco Colombo e Annalisa Gibin, anche questa settimana darà spazio alle classiche rubriche: “Nutrivolley” di Diana Caroli, dedicata al connubio tra la giusta alimentazione e la pallavolo, e “The Red Point” di Gianluigi Rossi sui campionati di Serie B, C e D, a cui si aggiungerà il consueto intervento del caporedattore di Volley NEWS, Eugenio Peralta. Completa il quadro l’angolo “Pillole di BustoSport” curato da Giovanni Castiglioni, che presenterà le notizie più importanti delle altre realtà sportive di Busto Arsizio. SoloVolley può essere seguita in diretta streaming sul sito www.bustolive.it, sulla pagina Facebook, sul canale YouTube della radio, sulla skill di Alexa dedicata o sulla App gratuita per iOS e Android. Per interagire con la diretta è possibile inviare un messaggio Whatsapp al numero 347-3862105. LEGGI TUTTO

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    Fipav Lazio: MaBasta bullismo e valori dello sport con Paolucci e Cavagnini

    Di Redazione È un Volley Scuola di grandi valori quello che si sta svolgendo, in questo 2021, con la modalità della didattica a distanza. Al momento senza parte giocata e senza quelle emozioni vissute per quasi 30 anni sui campi, ma con importanti contenuti educativi per gli studenti delle scuole medie e superiori di Roma e provincia. Lo storico torneo targato FIPAV Lazio, nato nel 1994 da un’intuizione dell’attuale vicepresidente della Federazione Italiana Pallavolo, Luciano Cecchi, continua a veicolare messaggi positivi e inclusivi. In questa edizione inedita è stato infatti lanciato il progetto “V Volley Scuola. V come Valori”, con una serie di seminari online partiti lunedì 8 marzo; nella giornata di ieri, mercoledì 17 pv, ne sono stati organizzati due, entrambi dedicati ai valori dello sport. Nel primo, durante la mattinata, è intervenuto Mirko Cazzato di “MaBasta”, Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti. Mirko, 19enne di Lecce, nel 2016 ha creato insieme ai suoi compagni di classe un movimento composto da studenti per contrastare una vera e propria piaga sociale, facendo cultura e informazione sul tema in tutta Italia. Dopo aver incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, essere saliti sul palco di Sanremo e aver ricevuto una benedizione da Papa Francesco, i ragazzi di “MaBasta” hanno attivato delle sinergie con le federazioni sportive e ieri hanno portato la loro esperienza alle classi protagoniste del 28° Volley Scuola. Negli ultimi mesi è stato lanciata inoltre la campagna “Sport batte bullismo 1000 a 0”, sposata da grandi campioni e finalizzata proprio a sensibilizzare una platea vastissima sull’impegno quotidiano contro bullismo e cyberbullismo. I valori dello sport sono stati poi approfonditi da Alessandro Fidotti, responsabile territorio e promozione del CR presieduto da Andrea Burlandi e voce storica del torneo, che ha illustrato i principi della carta olimpica e l’importanza del “vivere da sportivi” tutti i giorni, dentro e fuori dal campo. Nel seminario pomeridiano sono intervenuti altri due testimonial d’eccezione: Adriano Paolucci, ex atleta, campione d’Italia di pallavolo e protagonista anche in azzurro, e Matteo Cavagnini, campione di sitting volley e di basket in carrozzina, disciplina nella quale ha fatto incetta di trofei diventando capitano della Nazionale. Il primo da studente vinse il Volley Scuola: quello che ha imparato giocando con i suoi compagni di classe l’ha poi trasportato nella sua esperienza di atleta di alto livello, raccontando aneddoti e curiosità sulla sua carriera che si è sempre ispirata ai valori del volley. Emozionante anche la storia di Cavagnini, al quale è stata amputata una gamba nel 1989 in seguito a un incidente stradale: Matteo non si è mai arreso, trovando nello sport un’opportunità di rinascita. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO