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    Claudio Mezzadri a SuperNews: “La Coppa Davis? Non esiste più. Il calendario dei prossimi eventi molto affollato, prevedo defezioni e infortuni.”

    SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Claudio Mezzadri, ex tennista oggi commentatore televisivo dei grandi eventi tennistici. Mezzadri ci ha raccontato come è nato l’amore per il tennis, quali sono stati i suoi traguardi sportivi più importanti e come ha conosciuto, nel ’98, il giovanissimo Roger Federer. Abbiamo chiesto al nostro intervistato una personale opinione sul futuro del campione svizzero, sul calendario stilato per i prossimi eventi di tennis e sul nuovo format ideato per la Coppa Davis. Infine, l’ex tennista ha commentato le potenzialità di alcuni giovani tennisti italiani.

    Come nasce la tua passione per il tennis?E’ stato papà a trasmettermi la passione per lo sport. Negli anni ’50, mio padre ha giocato e allenato in Serie A. In seguito, dopo essersi trasferito in Svizzera, ha continuato la carriera da allenatore di calcio, diventando tecnico di tutte le squadre del Ticino. Allo stesso tempo, però, amava giocare a tennis. Quando diventò maestro di tennis, anche io iniziai a praticarlo.
    Nel 1987, il tuo best ranking: 26esimo in classifica nel singolare e 23esimo nel doppio. Nello stesso anno, hai vinto 3 dei 5 tornei del tuo palmares, uno in singolo e due in doppio. Quale competizione hai più a cuore? E perché?Il torneo più importante che ho vinto è l’ATP di Ginevra, l’unico torneo del circuito maggiore vinto in singolare. Ho un ricordo veramente straordinario di quella competizione, è stato raggiungere il traguardo dopo anni di sacrifici. Il torneo che preferisco, invece, è quello degli Internazionali di Roma, in cui ho sempre giocato benissimo: nel 1985 e nell’1987 sono arrivato ai quarti di finale partendo dalle qualificazioni, mentre nel 1984 ho battuto Cash. A Roma ho sempre raggiunto ottimi risultati.
    Sei uno degli otto giocatori svizzeri che in Coppa Davis possiede un bilancio positivo sia nel singolare (11 vittorie e 4 sconfitte) sia nel doppio (3 vittorie e 2 sconfitte). Che emozioni ti regalava la Davis?La Davis è speciale per il tennis. Anzi, preferisco dire “era” speciale, dal momento che adesso non è più così. Quella attuale non ha nulla a che vedere con quella del passato. Nel tennis, la Coppa Davis rappresentava l’unica occasione di giocare per una propria squadra e per la propria nazione prima che per se stessi. Per questo motivo, c’era una responsabilità differente nei giocatori. Inoltre, il valore del pubblico era completamente diverso, sia per ciò che riguarda le partite giocate in casa sia per quelle giocate in trasferta. Era davvero una competizione affascinante, molto sentita dalla maggior parte dei giocatori.
    Cosa ne pensi del nuovo format ideato per la Coppa Davis? Rimani fedele al format precedente o trovi quello attuale ugualmente interessante?Il format attuale ha annichilito lo spirito della Coppa Davis: non esiste più il fattore campo, che era determinante quanto affascinante, si giocava al meglio dei cinque set, tutte le partite venivano disputate nell’arco di tre giorni, c’erano trasferte importanti, c’era una grande voglia di giocare per la propria bandiera. Adesso, la Davis è un campionato a squadre che dura otto giorni, che si gioca solo in Spagna, scelta che non considero equa, dal momento che l’unico team a giocare in casa è proprio quello spagnolo, con la conseguente presenza del solo pubblico spagnolo e di pochissimi tifosi delle altre nazioni. Inoltre, si gioca tutto nella stessa giornata, non giocano tutti e non si gioca al meglio dei cinque set. E’ un torneo che ad alcune persone piace e ad altre no, quello che però è certo è che questa non è più la Coppa Davis. Si tratta di un evento a cui auguro tutto il successo possibile, ma che non è la Coppa Davis. Il tennis ha perso qualcosa.
    Nel ’99 sei stato capitano del team svizzero. In squadra c’era un diciassettenne, un certo Roger Federer. C’erano già tutti i segni distintivi del fuoriclasse e i presupposti per una carriera straordinaria come la sua?Io non lo conoscevo. Sapevo dell’esistenza di questo ragazzo, che giocava molto bene, e sapevo che ci fossero delle aspettative su di lui, era un tennista conosciuto. Io ho avuto modo di conoscerlo nel ’98, quando mi nominarono capitano del team svizzero. Roger non era ancora in squadra, ma io questo ragazzino che giocava bene dovevo conoscerlo. Andai a vederlo giocare in un torneo. L’ho conosciuto in quell’occasione e l’ho inserito subito in squadra, facendolo debuttare. Era già un ragazzo speciale, con qualità eccezionali, era uno di quei giovani tennisti, come Hewitt, che promettevano molto bene. C’era un gruppo di giocatori dalle ottime capacità e lui ne faceva parte. Oggi, sappiamo tutti come è continuata la storia.
    Federer tornerà in campo a gennaio 2021. Pensi possa essere l’ultima stagione del “King”?Il programma è questo. Ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario per risolvere il suo problema al ginocchio. Quello che stupisce positivamente è il suo spirito, rimasto sempre quello di un ragazzino: Roger ha ancora una voglia incredibile di giocare, di girare il mondo, di competere, di sacrificarsi. Tuttavia, lo spirito deve essere sostenuto dal fisico. L’incognita è proprio questa, ovvero se il fisico lo sosterrà. Il prossimo anno Federer compirà 40 anni. Nelle ultime partite che ha giocato, lo svizzero ha dimostrato di esserci ancora. Lui vuole esattamente questo: continuare a giocare e ottenere nuovi risultati. Nel momento in cui si accorgerà di non essere più competitivo, sentirà di non avere più le forze e le energie necessarie, allora smetterà di giocare. Purtroppo, quel momento non è poi così lontano.
    A fine carriera, chi tra Djokovic, Nadal e Federer avrà collezionato più Slam?Se prendiamo in considerazione l’età e ciò che sta succedendo nell’ATP, direi che Djokovic e Nadal siano i due tennisti con più probabilità di superare Federer, Novak in particolare, soprattutto se ci riferiamo soltanto ai risultati degli Slam. E’ difficile immaginare che Federer possa ancora riuscire a vincere altri Slam. In realtà dicevamo così anche nel 2017, ma adesso ci sono tre anni in più a fare la differenza.
    Da commentatore, cosa pensi di questo finale di stagione, denso di appuntamenti e con un calendario stravolto a causa dall’emergenza sanitaria? Gli US Open sono a rischio. Se si giocassero, potrebbero registrare molte assenze a causa dei successivi appuntamenti su terra?Se si giocherà a New York, sicuramente ci saranno delle defezioni. E’ molto probabile che giocatori importanti non partecipino. Il sistema di classifica modificato, poi, permetterebbe a Nadal di rinunciare al torneo, poiché lo spagnolo manterrebbe i punti totalizzati lo scorso anno. Per questo, credo che il programma stravolto in questo modo sia una forzatura, che ha il solo intento di far perdere meno soldi ai tornei. Spostamenti di date, raggruppamento di tornei collocati uno dopo l’altro danno vita ad un programma difficile e affollato. Una cosa è certa: nessun tennista giocherà tutto, poiché significherebbe giocare Cincinnati, Us Open, Madrid, Roma e Parigi uno dietro l’altro. Una cosa pazzesca. Ci saranno tornei, al di là delle defezioni, con tabelloni meno forti, che daranno più spazio a giocatori di seconda fascia, pronti ad approfittare della situazione per conquistare classifica. Inoltre, mi aspetto infortuni, poiché non sarà possibile passare dal giocare sul cemento alla terra di punto in bianco, come se non ci fossero difficoltà. La finale di New York, poi, si giocherebbe nello stesso giorno d’inizio del torneo di Madrid. E’ una follia, un pericolo per molti giocatori. Un calendario più diluito sarebbe stato più auspicabile. Tuttavia, il tennis è un business e gli organizzatori dei tornei premevano tantissimo affinché si disputassero. Anche le ATP Finals si giocheranno, con la nuova regola, ed è quasi già stabilito che ci saranno gli stessi tennisti dello scorso anno, a meno che qualcuno non migliori i suoi stessi risultati superando chi lo precede. La qualificazione al Master avviene in base ai risultati ottenuti da marzo 2019 a oggi. Lo stesso Berrettini avrà la possibilità di giocarsi le ATP Finals, un’occasione fantastica per lui, anche se tutto ciò credo che non sia poi così giusto da un punto di vista sportivo. Ma, come dicevo prima, il tennis è anche business: si vuole il cartello importante alle Finals, quindi è fondamentale per gli sponsor avere i più forti nel torneo.

    C’è un giovane giocatore italiano che promette particolarmente bene?Io seguo molto gli svizzeri, ma credo che di italiani promettenti ce ne siano tanti: Musetti è molto bravo, Sinner promette davvero bene, ha la mentalità giusta, anche Sonego ha un buon carattere, un buon spirito. Sono giocatori in evoluzione, che si stanno definendo. Per ciò che riguarda le nuove promesse della Svizzera, ci sono tre, quattro tennisti classe 2003 molto interessanti. LEGGI TUTTO

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    Il nuovo ranking aiuta Nadal? Novak Djokovic ribatte: “È stata una decisione di tutti”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    L’ATP ha annunciato questa settimana un nuovo sistema di classifica fino alla fine della stagione, che protegge essenzialmente coloro che non vogliono competere fino alla fine del 2020. Entro il 31 dicembre di quest’anno la classifica conterà tutti i punti dal marzo 2019, il che significa che in quel giorno nessuno avrà meno punti di quanti ne abbia ora.
    Novak Djokovic, leader della classifica ATP e presidente del Consiglio dei giocatori, assicura che la decisione sulla nuova classifica è passata al vaglio dei tennisti. “Le nuove classifiche sono state discusse e approvate dal Consiglio dei giocatori e la nostra priorità è stata quella di non danneggiare i tennisti che non sono disposti a rischiare di gareggiare e viaggiare nel 2020. Molti non giocheranno nemmeno fino alla fine dell’anno e questo sistema li protegge perché non perderanno punti. D’altra parte, i giocatori che scelgono di giocare hanno la possibilità di guadagnare dei punti, quindi è una buona situazione per tutti”.

    Con questo nuovo sistema, alcuni ritengono che Rafael Nadal tragga vantaggio dal fatto che non potrà perdere i suoi punti agli US Open e Roland Garros anche se non confermerà o difenderà il titolo.Djokovic evita di vederla così. “Non voglio parlare di chi ne trae maggior beneficio. Ci sono sempre persone che si sentono danneggiate, ma insisto sul fatto che questa è stata una decisione di tutti. Molti diranno che non è giusto, perché i tennisti che non hanno punti da perdere potranno giocare più sciolti, ma è così che ora stanno le cose…”. LEGGI TUTTO

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    Nick Kyrgios ancora duro verso Djokovic, Thiem e Zverev

    Nick Kyrgios AUS, 1995.04.27

    Nick Kyrgios, 25 anni, è tornato a parlare di Novak Djokovic, Dominic Thiem e Alexander Zverev sulla scia delle controversie relative all’Adria Tour. Tutto perché Thiem ha difeso sia Djokovic che Zverev questo martedì, dicendo che persone come Nick Kyrgios, stanco di commettere errori nella sua vita, dovrebbero capire gli errori dei suoi colleghi invece di criticarli apertamente.

    “Di che diavolo stai parlando? Errori come rompere le racchette? Parlare a vanvera? Uscire una volta ogni tanto? Come fanno tutti gli altri? Nessuno di voi ha il livello intellettuale per capire da dove vengo. Questo dimostra solo cosa pensano Djokovic, Thiem e Zverev (della pandemia). Due di loro festeggiano come matti, ci sono persone che intanto muoiono e un altro viene per difenderli. Queste sono le persone che abbiamo al top”, ha sparato Nick. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic mette in dubbio la sua partecipazione agli US Open: “Non so se ci sarò” e conferma la partecipazione per il Roland Garros, Madrid e Roma

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Novak Djokovic, numero uno al mondo e, naturalmente, uno dei contendenti al titolo agli US Open, non ha ancora deciso se parteciperà al primo Grand Slam dopo la ripresa del circuito mondiale. Il serbo 33 enne, che ha contratto il coronavirus durante l’Adria Tour, un torneo che ha organizzato e promosso con tanta passione, non ha ancora preso decisioni sulla stagione americana.

    “Non giocherò a Washington, mentre Cincinnati dipenderà dal fatto che si giochi o meno agli US Open. Non so ancora però se ci andrò negli Usa anche se si disputasse lo Slam americano. Quel che è certo è che giocherò il Roland Garros e ho intenzione di andare a Madrid e Roma ”, ha affermato il leader della classifica ATP, che ha anche lasciato la sua opinione sulle nuove classifiche ATP. “Quello che stanno facendo con i punti mi sembra che sia giusto e vada bene”. LEGGI TUTTO

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    Jurgen Melzer in difesa di Novak Djokovic

    Jurgen Melzer, ex top ten in singolare e attualmente compete solo in doppio, ha parlato martedì scorso a Eurosport delle recenti polemiche che hanno coinvolto Novak Djokovic. L’austriaco pensa che Djokovic si trovi ad affrontare una situazione difficile dopo la controversia sull’Adria Tour, ma ricorda che il 33enne serbo è stato un grande presidente del […] LEGGI TUTTO

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    Milos Raonic parla dell’Adria Tour: “Siamo in un momento in cui la società è sempre alla ricerca di un colpevole per tutto” e su Novak Djokovic ” ha perso peso all’interno del circuito”

    Il tennista canadese Milos Raonic ha rilasciato un’intervista alla TSN dove ha parlato degli ultimi eventi riguardanti l’Adria Tour che hanno dato molto di cui parlare. “Mi sono reso conto che la stragrande maggioranza dei tornei si sarebbero svolti senza pubblico per la pandemia, ma quando ho visto il gran numero di persone che partecipavano […] LEGGI TUTTO