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    Djokovic: “Davis? Si cercano i soldi, la tradizione o un equilibrio tra i due?”

    Novak Djokovic

    Novak Djokovic ha parlato in merito alle voci – ben accreditate – che parlano con insistenza di un probabile spostamento della fase finale della Davis ad Abu Dhabi. La società Kosmos, che gestisce per l’ITF la storica competizione tennistica a squadre, è in difficoltà a far quadrare i conti dell’evento, per questo sta pensando di sbarcare nel ricco mercato degli Emiri. Ma le controindicazioni sportive hanno sollevato un coro assai consistente di sdegno e malumore in cui ancora crede nel valore della manifestazione nata nel 1900.
    Ecco il pensiero del serbo a proposito, che come sempre è molto netto nei suoi giudizi.
    “So che in Medio Oriente c’è un grande interesse per il tennis e le grandi competizioni. Quando il format è stato cambiato ci sono state reazioni negative per tutto ciò che implica la rivoluzione di un torneo tradizionale come questo, ma era chiaro che qualcosa doveva cambiare rispetto a prima. Secondo me l’ideale sarebbe raggiungere un punto intermedio, ero un fautore di un cambiamento, ma non mi è piaciuto quello che è successo due anni fa. Credo che ci debbano essere più sedi per dare a più paesi la possibilità di ospitare questa competizione, la Coppa Davis, dovrebbe contribuire allo sviluppo del tennis in molte nazioni. Sceglierei di avere sei sedi diverse”.
    Continua Novak: “La domanda che bisogna porsi è se stiamo perseguendo il denaro, preservando la tradizione o un equilibrio tra le due cose. C’è chi crede che dobbiamo evolverci e guardare al futuro, altri pensano che dobbiamo attenerci a ciò che la Coppa Davis è sempre, e io sono per una via di mezzo. Bisogna rispettare la tradizione e la storia, attenersi alle cose che rendono riconoscibile questo evento, oltre che andare avanti e trovare nuove formule di gara”.
    Tristezza per gli spalti vuoti a Innsbruck, per colpa della nuova ondata di contagi che ha portato l’Austria a misure molto severe: “L’ultima cosa che volevamo era ritrovarci di nuovo senza pubblico sugli spalti. Il pubblico è una parte essenziale di questo sport e abbiamo la responsabilità, come atleti professionisti, di dare spettacolo, ma ci sono cose molto più importanti di questa. La salute e la vita delle persone vengono sempre al primo posto, molte persone stanno lottando in situazioni difficili e prego che possiamo superare collettivamente tutto questo”.
    Tre Slam vinti in stagione, un Grande Slam quasi completato, ma per Djokovic la Davis resta un appuntamento importante del suo calendario stagionale: “Sono molto motivato a rappresentare il mio Paese. In uno sport individuale come il tennis, mi manca molto sentirmi così coinvolto in qualcosa come è il giocare per tutti i tuoi connazionali e insieme ai tuoi connazionali. Sarò sempre disponibile a partecipare a eventi come questo o l’ATP Cup, l’altra competizione che abbiamo adesso, anche se ovviamente la Davis resta la più importante per tradizione e storia. Oggi mi sentivo molto bene, Novak ha un gioco completo e mi ci è voluto un po’ per trovare il modo di imporre il mio ritmo. È stata una buona prestazione da parte mia”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le proposte di Djokovic per rivitalizzare la Davis

    Novak Djokovic

    Novak Djokovic sarà una delle stelle al via della fase finale della Coppa Davis, che con le novità targate 2021 scatta tra Madrid, Torino e Innsbruck. Secondo il n. 1 del mondo, la nuova formula è un passo avanti, ma ancora ha bisogno di qualche modifica per avere più appeal, sia tra i giocatori che per il pubblico. Il serbo ne ha parlato a latere della sua presenza a Torino, ecco alcuni passaggi del suo pensiero sulla “insalatiera”.
    “La Coppa Davis è passata da un estremo all’altro alcuni anni fa, quando l’intera competizione si è svolta in una città (Madrid), cosa che non mi piaceva affatto. D’altra parte, non credo nemmeno che il vecchio formato fosse la soluzione migliore. Il mio voto va a una via di mezzo, qualcosa di simile a quello che stanno cercando di fare ora”.
    “La mia proposta? Aggiungerei altri tre sedi, in modo che ci sia un gruppo in ogni città, seguito da una fase a eliminazione diretta in una sola città. Inoltre, cambierei la sede della fase finale ogni due anni, proprio come farei con le ATP Finals: sento che queste due competizioni rappresentano una grande opportunità per portare il nostro sport in luoghi dove al momento non è così popolare, il che sarebbe buono per la promozione.”
    Purtroppo il peggioramento della pandemia in Austria farà sì che ad Innsbruck la arena sarà vuota. Ecco il pensiero del serbo: “La cattiva notizia è che giocheremo davanti con le tribune vuote, ma la Serbia è nei nostri cuori. Sappiamo di aver un grande sostegno e cercheremo di portare gioia alla nostra gente a casa. Le settimane in cui rappresento la Serbia sono per me una delle più significative: ATP Cup e Coppa Davis, con la maglia del mio paese voglio sempre dare il massimo. Spero che avremo successo”.
    “Ora tutta la mia attenzione è sulla Coppa Davis. La stagione finisce davvero molto avanti, non è facile, ma ora la testa è solo sulla Davis, dobbiamo prendere quel che c’è. Vogliamo arrivare fino in fondo: abbiamo una squadra giovane e allo stesso tempo esperta, e abbiamo uno specialista del doppio come Nikola Cacic, che è molto importante in questo formato”.
    La Serbia è inserita nel Gruppo F, insieme ad Austria e Germania. Oltre al n. 1 del mondo, il team è composto da Krajinovc, Kecmanovic, Lajovic e Cacic. Nel 2010 vinsero la coppa, unico successo al momento per Djokovic e compagni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic dovrà sciogliere in questi giorni la riserva per l’Australian Open

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    La stagione 2021 non è ancora finita – ci sono le finali di Coppa Davis, che iniziano questo giovedì – ma ormai siamo in un vero e proprio conto alla rovescia verso gli Australian Open. Il governo del paese richiede vaccinazioni complete per chiunque voglia prendere parte all’evento (o entrare nel paese), quindi Novak Djokovic, che ha ancora non ha deciso se giocare meno il torneo, dovrà prendere una decisione presto.
    “La matematica è semplice. Le liste degli Australian Open si chiudono il 6 dicembre, ma quelle dell’ATP Cup qualche giorno prima, quindi in questi giorni dovrà decidere. Infatti, se vorrà viaggiare in Australia dovrà fare il vaccino questa settimana,” dichiara Todd Woodbridge, ex numero uno del mondo in doppio e collegato alla struttura organizzativa dell’evento.
    Craig Tiley, direttore del torneo, è sicuro che Djokovic giocherà l’evento. “Non vorrà iniziare l’anno mancando un Grand Slam, ipotecando fin dall’inizio la possibilità di completare il Grande Slam del calendario nel 2022. La squadra di Novak è consapevole di tutti i passi e le procedure, ma non so se giocherà o meno”. LEGGI TUTTO

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    Holger Rune su Novak Djokovic: “Djokovic è quello più generoso con le nuove generazioni”

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Holger Rune ha parlato di alcuni argomenti interessanti.
    “Da questo 2021 che sta terminando ho capito l’importanza di essere al 100% non solo fisicamente ma anche mentalmente. Quella del tennista è una vita incredibile e amo essere un giocatore. È speciale esibirsi sui più grandi palcoscenici.Agli US Open ho avuto la pelle d’oca. Rivalità con Alcaraz? Molte persone la descrivono come la nuova rivalità Federer-Nadal. È possibile. Giochiamo contro da quando eravamo bambini e abbiamo dato vita sempre a grandi partite.Lui è più avanti rispetto a me e ha più esperienza a livello ATP. È stato bello sfidarlo alle Next Gen Finals. Lui è più maturo di me ora. Penso di aver disputato una buona stagione. Pianifico sempre degli obiettivi e lavoro duramente per raggiungerli.”
    “Nel 2022 voglio vincere un torneo ATP, penso sia un obiettivo realistico. Credo anche che nella seconda parte dell’anno sarò in grado di lottare per vincere un torneo ATP 500. Non sarebbe poi male giocare eventi Masters 1000 e tornei dello Slam.Devo migliorare ancora molto. Ho solo 18 anni. Big 3? Mi sono allenato con Novak per la prima volta quando avevo 14 anni. Mi disse: ‘Ti piace il modo in cui giochi?’ . Io risposi di sì. Ho pensato fosse una domanda strana all’epoca, ma ora ho capito quello che voleva dirmi.”
    “Devi sempre giocare il tennis che ti rende felice. Djokovic mi ha dato tanti consigli. È divertente, perché sono sempre Federer e Nadal ad essere etichettati come ‘bravi ragazzi’ , ma Djokovic è quello più generoso con le nuove generazioni.Non ho sentito molto volte Federer e Nadal dare consigli ai giovani, forse lo fanno solo con i tennisti della propria nazione. Penso che Djokovic sia quello più generoso” . LEGGI TUTTO

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    ATP Finals 2021 – Torino: Novak Djokovic sconfitto. Alexander Zverev conquista la finale

    Alexander Zverev nella foto

    A contendere il titolo delle ATP Finals di Torino a Daniil Medvedev (ATP 2) non sarà Novak Djokovic (1). Come già alle Olimpiadi di Tokyo, i sogni di gloria del serbo sono andati in frantumi al cospetto di Alexander Zverev (3), impostosi nella seconda semifinale con il risultato di 7-6 (7/4) 4-6 6-3 al termine di un braccio di ferro lungo poco meno di 2 ore e mezza.
    Il primo set sarebbe potuto andare diversamente se Nole avesse concretizzato un set point sul 5-4 e servizio dell’avversario. Il campione olimpico in carica ha invece preso forza dal tie-break e sembrava in grado di prendere il sopravvento anche nella seconda frazione andata invece a Djokovic al termine di un elaborato turno di battuta.
    Un break prematuro nel quarto gioco ha poi condizionato il terzo set con Zverev abile a tenere il servizio sul 4-2 dopo aver annullato una fondamentale palle break e chiudere con autorevolezza due game più tardi la partita per 6 a 3.
    ATP ATP Tour Finals Turin Djokovic N.663 Zverev A.746 Vincitore: Zverev A. ServizioSvolgimentoSet 3Zverev A. 15-0 30-0 40-03-5 → 3-6Djokovic N. 15-0 30-0 40-02-5 → 3-5Zverev A. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-402-4 → 2-5Djokovic N. 15-0 30-0 40-01-4 → 2-4Zverev A. 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4Djokovic N. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3Zverev A. 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2Djokovic N. 0-15 0-30 30-30 40-300-1 → 1-1Zverev A. 30-00 30-15 40-15 0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Djokovic N. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-405-4 → 6-4Zverev A. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-4 → 5-4Djokovic N. 15-0 30-0 40-03-4 → 4-4Zverev A. 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4Djokovic N. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-302-3 → 3-3Zverev A. 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3Djokovic N. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2Zverev A. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Djokovic N. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-1 → 1-1Zverev A. 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 1*-2 2*-2 2-3* 2-4* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6*6-6 → 6-7Zverev A. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-306-5 → 6-6Djokovic N. 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-405-5 → 6-5Zverev A. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-405-4 → 5-5Djokovic N. 15-0 30-0 40-0 40-154-4 → 5-4Zverev A. 15-0 30-0 40-04-3 → 4-4Djokovic N. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-3 → 4-3Zverev A. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-2 → 3-3Djokovic N. 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2Zverev A. 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2Djokovic N. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-1 → 2-1Zverev A. 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1Djokovic N. 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Caso Peng: Novak Djokovic “L’intera comunità tennistica dovrebbe essere unita, penso che sarebbe illogico per noi continuare a competere in Cina fino a quando questa vicenda non sarà risolta”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    La scomparsa di Shuai Peng sta sconvolgendo il mondo e, col passare del tempo, le domande sono sempre più grandi e le risposte non arrivano.
    Chi ha reagito a questo caso è stato Novak Djokovic e il serbo ha sostenuto la decisione della WTA di considerare di non giocare più in Cina. “L’unica cosa che desidero è sapere in prima persona che sta bene, è sana e salva. Speriamo di evitare il peggio e che la situazione si risolva al più presto. Quello che voglio chiarire è che sostengo pienamente la posizione presa dalla WTA”, ha detto in conferenza stampa.
    “L’intera comunità tennistica dovrebbe essere unita, penso che sarebbe illogico per noi continuare a competere in Cina fino a quando questa vicenda non sarà risolta. È incredibile quello che sta succedendo e sostengo al 100% nel tagliare qualsiasi relazione con la Cina fino a quando tutto sarà più chiaro”. LEGGI TUTTO

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    Badio (fisioterapista di Djokovic) racconta il lavoro con il n.1: “È come una Ferrari”

    Badio al lavoro con Djokovic

    Nel tennis di oggi la figura del fisioterapista è diventata sempre più importante, per preservare il fisico in uno sport terribilmente duro dal punto di vista atletico. Il collega Nacho Albarran del quotidiano AS ha fatto una bella intervista a Ulises Badio, “fisio” del n.1 al mondo Djokovic. Ne riportiamo alcuni passaggi, che spiegano come Novak abbia una metodologia di preparazione molto personale, con un approccio che cerca coinvolgere completamente l’aspetto mentale insieme a quello fisico, oltre all’attenzione maniacale al dettaglio. Sono, di fatto, alcuni dei segreti del Campione.

    “Lavoravo per l’ATP, non per un tennista specifico, dal 2011, ho iniziato a Roma. Nel 2017, prima del 1000 di Madrid, fui contattato dall’entourage di Djokovic. Come per tutte le cose, volevo vedere di cosa si trattava, perché era un nuovo mondo per me. Sono entrato senza conoscere come funzionava nel loro team. Sapevo come lavorare e quale fosse il mio ruolo specifico a livello professionale, ma non quale fosse il mio ruolo all’interno della sua squadra. Le cose sono andate bene fin dall’inizio, e dato che eravamo molto spesso solo noi due, si è stabilito un forte legame. Si è instaurato un rapporto molto saldo e profondo”.
    “La responsabilità con un tennista come Djokovic è del 200%, perché quando tocchi un atleta del genere, di così alto livello, in qualsiasi momento puoi essere a un secondo dal fargli male. Devi conoscere la sua anatomia e la tua professione, così come lui conosce il suo corpo. Era importante avere una vasta esperienza nel campo professionale e, inoltre, essere un po’ più a un livello alternativo e olistico. Ho studiato medicina cinese per molti anni. Questa mia esperienza in altri campi gli è stata di aiuto”.
    “Seguiamo un approccio olistico. Uniamo tutto in qualcosa di molto globale, corpo e mente, con un senso spirituale, non tanto di religione, visto che ne abbiamo una diversa. Questo ci rende due persone molto spirituali che meditano e con uno spazio per imparare. Restiamo da soli per molto tempo e creiamo una connessione senza parole. In effetti, lavoro molto in silenzio con lui”.
    È molto interessante il passaggio sul metodo di lavoro, che fa capire l’attenzione al dettaglio del n.1.
    “Inizia il giorno prima di un torneo o di una partita. Devo sapere come dormirà, tutte le cose di cui ha bisogno, preparare i suoi drink con gli elettroliti, cosa dovrebbe prendere la sera prima, la sua dieta… devo avere tutto questo controllo e quando arriva il giorno della partita gli chiedo come sta. È un lavoro di 24 ore con lui. Non posso passare quattro ore a curarlo e poi non andare a vederlo prima di giocare. Devo seguirlo in ogni momento, anche quando è seduto, per vedere qual è la sua postura, o per sapere quanta acqua ha bevuto o quanto ha mangiato, o se ha parlato a lungo con una persona al telefono, perché ogni minimo dettaglio può alterarlo in una partita. Quella è la parte esterna. Quando lo curo fisicamente, arriva la parte in cui devo lavorare a livello manuale con la terapia in modo che sia in condizioni ottimali. È una macchina, una Ferrari, come la chiamo io, e va sempre regolata al millimetro”.
    “La sua elasticità? A livello scientifico può essere qualcosa di strutturale e genetico, che i tuoi genitori o la tua famiglia possano già avere una base, ma la puoi modellare e migliorare con un intenso lavoro. Ricordo che nel 2017 mi chiese se secondo me andava bene continuare con quell’elasticità o non lavorarci tanto. Sono un fisioterapista che sottolinea l’importanza dello stretching e quanto sia fondamentale, perché fa la differenza quando il giocatore deve raggiungere una palla. Questa elasticità fa sì che Novak oggi abbia questo modo di giocare. Normalmente, facciamo allungamenti ed estensioni circa quattro volte al giorno”.
    Importante anche il rapporto tra stress e infortuni: “Ci sono studi che dimostrano che quando l’atleta sta in campo il contorno e la gente producono stress e lo sottopongono a continue tensioni, che spesso provocano lesioni muscolari a seconda dello stato psicologico di quella persona. Ecco perché lavoriamo a livello mentale, a livello propriocettivo (relativo alla propriocezione, alla percezione inconscia dei movimenti e alla posizione del corpo, indipendente dalla visione). Deve essere consapevole dei suoi muscoli, prendersi cura di se stesso e mangiare correttamente”.
    “È difficile definirlo come persona, è molto complesso. È molto intelligente, molto spirituale. Questo ci fa avere una connessione che io chiamo yin e yang, perché all’interno di ognuno c’è il bianco e il nero. Novak è una bravissima persona, molto sensibile, che percepisce tutti i dettagli. E non è mai soddisfatto, per questo è un campione”.
    La chiusura è sull’immagine del serbo, che secondo il suo fisioterapista è assai distorta dalla realtà.
    “Djokovic come il cattivo? È una visione ingiusta, e credo che questo lo sia non solo per lui, accada a tutti noi nella vita. Prima di vedere qualcuno come il cattivo nel film, guardati. Chi è esente dal peccato scagli la prima pietra. Si parla di una persona quando non la conosci e questo spesso ferisce, perché quando ti attaccano, la prendi sul personale. Ad ogni modo, visto che lo conosco molto bene, il fatto che spesso venga attaccato può trasformarsi anche essere qualcosa di favorevole perché può trasformarlo in forza. Impari da questo e non lo prendi come qualcosa di negativo, ma lo trasformi in positivo, in energia”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO