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    Djokovic n.1 per la settimana n.350

    Novak Djokovic, n.1 al mondo per 350 settimane

    350. Questa l’incredibile cifra record raggiunta oggi da Novak Djokovic come n.1 al mondo, trecentocinquanta settimane. Un record mostruoso, che ha disintegrato quello precedente di Roger Federer (ritenuto da molti imbattibile) e che mette il serbo a caccia del record assoluto, maschile e femminile.
    Steffi Graf, con 377 settimane in cima al ranking WTA, è la leader all time nello sport della racchetta. Riuscirà Novak a superare anche la tedesca?
    Molto dipende dalla sua presenza all’Australian Open 2022. Essendo Djokovic il campione in carica, ha una cambiale molto pesante da difendere. Medvedev potrebbe approfittarne, anche se il russo è stato finalista l’anno scorso, quindi a sua volta ha un bel bottino di punti in scadenza. LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Sono sfinito, ho bisogno di riposarmi con la mia famiglia”

    Novak Djokovic

    Si chiude senza la Davis il 2021 stellare di Djokovic, arrivato ad un passo dal completare il Grande Slam e capace di terminare l’annata nuovamente da n.1, stabilendo un record assoluto per il tennis moderno. Il serbo ha parlato alla stampa dopo la sconfitta a Madrid, dicendosi davvero esausto, con il bisogno di staccare la spina prima di pensare alla nuova stagione.
    “Questa lunghissima stagione è finita. Non mi pento di niente di quello che ho fatto quest’anno, do sempre il massimo quando scendo in campo. Giocare per il mio paese ha un significato speciale e purtroppo non siamo riusciti ad andare avanti. È molto crudele vincere tutte le partite di singolare e non poter essere in finale, ma non c’è altro, questo è lo sport. Quello che faccio sempre è trarre lezioni da tutte le sconfitte. Per quanto questo faccia male, battute d’arresto di questo tipo sono ciò che serve a rafforzarti e a crescere come persona e come atleta. Di sicuro dobbiamo migliorare il doppio in vista del prossimo anno”.
    “Cercherò di utilizzare i prossimi giorni per recuperare bene, dimenticare completamente il tennis e ricaricare le mie energie. Sono molto, molto stanco per tutta la stagione, esausto, quindi ora devo concentrarmi su un periodo di riabilitazione per rimettere a posto il mio corpo e trascorrere del tempo di qualità con la mia famiglia. Poi vedremo cosa ci riserva il futuro. So che vorreste sapere una cosa in particolare, ma non ne parlerò adesso. Sarete informati della mia decisione molto presto, ma non posso dirvi una data specifica”.
    Ovviamente Djokovic si riferisce alla sua presenza agli Australian Open, che sembrano ormai decisi a non fare sconti a coloro che insistono nel non vaccinarsi. Il n.1 dovrà nel caso procedere alla vaccinazione entro pochi giorni, per poter completare un ciclo e quindi essere accettato “down under”, dove solo giocatori completamente vaccinati potranno disputare i tornei di inizio stagione, Australian Open incluso. Non resta che attendere la decisione di Novak.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il ministro dello Sport dello stato di Victoria risponde al padre di Djokovic: “Non c’è alcun ricatto, vogliamo solo proteggere le persone”

    Srdjan Djokovic, il padre del numero uno del mondo, ha lasciato il mondo del tennis sorpreso quando ha affermato che suo figlio probabilmente non giocherà gli Australian Open a causa della questione della vaccinazione obbligatoria. Ha persino parlato di ricatto fatto a Novak su questa vicenda, ma un alto funzionario australiano è già uscito pubblicamente […] LEGGI TUTTO

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    Srdjan Djokovic: “Mio figlio probabilmente non giocherà gli Australian Open”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Srdjan Djokovic, il controverso padre del numero uno del mondo Novak, ha confessato domenica che suo figlio molto probabilmente non gareggerà agli Australian Open tra un mese e mezzo, date le restrizioni e la vaccinazione obbligatoria.
    “Mio figlio probabilmente non giocherà gli Australian Open. Di fronte a tutti questi ricatti e costrizioni, mio figlio è incline a non giocare”, ha dichiarato alla stampa serba.
    Djokovic, 34 anni, è il più grande campione nella storia del torneo – nove titoli – e mantiene il tabù per quanto riguarda la sua vaccinazione, insistendo che è una questione privata. LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Chiedo sempre ai migliori dei vari sport consigli e opinioni. Mi rivedo in Alcaraz e Sinner”

    Djokovic, Bryant e Ovechkin

    Uno dei segreti del successo di Novak Djokovic è la sua continua voglia di imparare, l’attenzione al dettaglio, la ricerca della perfezione. Tutti i suoi vari coach l’hanno sempre confermato, Novak non si accontenta mai e guarda avanti pensando che si possa sempre migliorare in qualche aspetto. La sua storia lo conferma: probabilmente nessun campione dell’epoca moderna è riuscito ad evolvere così tanto migliorando in modo eccezionale colpi e tattica. Quando il serbo vinse il suo primo Slam in Australia nel 2008, il suo diritto era assai meno preciso ed efficace. Idem per il servizio, colpo su cui ha lavorato intensamente e con vari coach, riuscendo a trasformarlo in arma micidiale negli ultimi anni (decisivo per i suoi successi a Wimbledon, soprattutto nell’edizione leggendaria del 2019, quando nei tiebreak non concesse nulla ad un fortissimo Federer). Ha migliorato tantissimo la posizione sulla rete e il gioco di volo, come la capacità di cambiare ritmo.
    Da persona estroversa e curiosa, Djokovic ha confermato di approfittare di ogni contatto con i migliori atleti di altri sport per trarre preziosi insegnamenti. Il confronto con i grandi dello sport è un momento di arricchimento personale, ma anche tecnico. Ne ha parlato a latere della Davis, parlando con la stampa nazionale. Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero in merito.
    “Sono una persona che ascolta, mi piace il confronto, chiedere consigli. Naturalmente li accetto sempre dai miei più cari e vicini – la famiglia, gli amici e il team – mi conoscono meglio di chiunque altro e i loro consigli arrivano sempre nei momenti opportuni, è sempre proprio quello che ho bisogno di sentire”
    “Vanja Grbic (ex campione di pallavolo, attivo anche in Italia tra Padova, Cuneo e Roma, ndr) è una persona che stimo molto, ho un rapporto molto piacevole con lui. È estremamente intelligente, uno sportivo di successo, un grande campione e una leggenda dello sport serbo. Ha condiviso con me la saggezza sia per lo sport che per la vita. È famoso per essere un impavido lottatore, alla massima intensità e devozione per il suo sport. Confrontarsi con lui è importante”.
    I suoi colloqui vanno ben oltre i grandi sportivi del suo paese. “Ero vicino a Kobe Bryant, così come a Monica Seles, Andre Agassi e Boris Becker, che sono stati i miei allenatori, ma anche Pete Sampras. Ho parlato spesso con loro e ultimamente mi confronto di frequente con Tom Brady sui temi dell’allenamento e del recupero. È incredibile come resti al massimo alla sua età. Cerco di sfruttare l’opportunità di condividere qualcosa con tutti gli sportivi e le sportive, cose che mi hanno aiutato o ostacolato, e faccio domande, soprattutto a coloro che hanno raggiunto l’apice del loro sport“.
    Djokovic intravede doti di se stesso in alcuni dei giovani più forti: “Riconosco in qualche modo parti di me in alcuni dei giovani più forti, alcune caratteristiche che avevo in gioventù: fiducia in me stesso, consapevolezza, tanta voglia di vincere, passione e devozione per lo sport. Chi? Li vedo in Alcaraz, così come in Sinner, e anche Zverev quando muoveva i primi passi importanti nei tornei”.
    “Posso essere capriccioso ed emotivo in campo, quindi non mi dispiace quando qualcuno mostra le proprie emozioni, ma d’altra parte è decisivo riuscire a controllarsi e rimanere composto nei momenti che contano. Quell’abilità si acquisisce nel tempo: più partite si vivono sul grande palcoscenico, meglio ti comporterai la prossima volta che scendi in campo sottoposto alle stesse tensioni”.
    In alcune interviste Djokovic ha dichiarato di voler giocare ancora altri anni al massimo livello, ma ha già chiaro in mente quel che sarà il suo futuro: investire nel suo Novak Tennis Centre in Serbia, sviluppare i giovani talenti e perché no accompagnarli anche sul tour Pro. Chissà come sarà il Djokovic coach…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO