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    Il re di Bercy è Novak Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Parigi è una città che sarà per sempre legata alla carriera di Rafael Nadal, ma per via del Roland Garros. Quando si parla di Masters 1000 di Parigi, a Bercy, Novak Djokovic è il grande dominatore e nel 2022, si prepara a conquistare tutti i record del torneo gallico.
    Nole farà la sua sedicesima apparizione al Masters 1000 di Parigi, eguagliando Fernando Verdasco che non sarà presente. Oltre a questo record, Djokovic vanta il maggior numero di titoli (6), il maggior numero di finali (7), il maggior numero di titoli consecutivi (3), il maggior numero di finali consecutive (3), il maggior numero di incontri disputati (49), il maggior numero di incontri vinti (41) e il maggior numero di vittorie consecutive (17). LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Australia? Ci sono segnali positivi, ma ufficiosamente”

    Djokovic lo scorso gennaio in allenamento in Australia

    Novak Djokovic ha confermato ieri la propria presenza al Masters 1000 di Bercy. Come Rafa Nadal (anche l’iberico sarà in Francia), anche il campionissimo serbo è intenzionato a finire alla grande un 2022 per lui assai travagliato, pronto a ripartire ancor più determinato nella prossima stagione. Magari proprio da quell’Australian Open a lui così caro. Tutti ricordano l’incredibile vicenda che l’ha visto protagonista lo scorso gennaio: lo sbarco a Melbourne, il blocco alla dogana, la detenzione nell’hotel per la mancanza di un visto valido e il foglio di via, per mancanza dei requisiti dettati dalla normativa anti-covid in vigore nello stato di Victoria. Sono passati diversi mesi, la situazione della pandemia è notevolmente cambiata, ed è anche cambiato il governo nel Paese. Oggi i turisti non vaccinati possono entrare nello stato di Victoria. Djokovic ha ufficialmente un “ban” di tre anni, vista l’espulsione forzosa dello scorso gennaio; tuttavia il suo staff da molto tempo si è mosso per valutare la situazione e cercare uno spiraglio che gli consenta di tornare a gareggiare “down under”. In un’intervista rilasciata al medio serbo Sportal, Djokovic si è detto possibilista, quasi fiducioso, che le cose possano cambiare a suo favore. Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero, sulla situazione in vista dell’Australian Open 2023 e altro.
    “Relativamente al tema Australia, ci sono alcuni segnali positivi, ma tutto ancora in via ufficiosa. Stiamo lavorando tramite i miei avvocati in Australia, c’è uno scambio con le autorità responsabili sul mio caso. Spero di avere una risposta nelle prossime settimane, qualunque essa sia, anche se spero sia positiva e che quindi io possa avere abbastanza tempo per prepararmi alla prossima stagione, sperando che inizi proprio in Australia. Voglio davvero tornarci, quello che è successo quest’anno ormai è storia, ora voglio solo giocare a tennis, è quello che so fare meglio. L’Australia è sempre stata il luogo in cui ho giocato il mio miglior tennis, i risultati parlano da soli, quindi sono sempre assai motivato a tornarci. Questa volta ancora di più”.
    Novak era consapevole che la propria posizione sul tema vaccini l’avrebbe esposto a critiche e problemi. Ma questo non sposta di un millimetro le sue convinzioni in merito e anzi, a suo dire gli è anche servito per capire le persone che gli stavano intorno. “È stato un anno molto interessante e particolare. Mi sforzo sempre di ottenere cose positive da ogni esperienza, è una cosa fa parte del mio carattere e del mio approccio alla vita. Sono consapevole di tutto quello che è successo in Australia e del modo in cui le persone mi hanno trattato, non mi sembrava giusto ed è qualcosa che non ho mai sperimentato in vita mia. Questa situazione mi ha insegnato alcune lezioni preziose, lezioni su me stesso, sulla vita e su come dovrei andare avanti in questo mondo, specialmente nell’ecosistema del tennis. Sono cadute molte maschere, per così dire. Durante questo processo è stato interessante per me osservare il modo in cui alcune persone si sono comportate nei miei confronti. Continuo ad andare avanti, motivato e ispirato. Amo questo sport, amo dare il massimo in ogni allenamento e torneo perché ogni giorno è diverso e c’è sempre un’emozione, un’incognita, una sfida. I giovani stanno arrivando, hanno fame di successo, quindi anche questo mi dà una motivazione in più”.
    Djokovic rispetta le decisioni di paesi come USA e Australia, molto stretti nelle norme anti covid, ma crede che anche la propria posizione meriti rispetto: “Rispetto il fatto che ognuno abbia un modo diverso di pensare quando si tratta della mia situazione e delle circostanze. Dopotutto, non ho mai offeso nessuno né cercato di essere irrispettoso in alcun modo. Ho sempre cercato di dimostrare che è importante che ognuno abbia il diritto e la libertà di scegliere. Per via delle decisioni che ho preso, sapevo che ci sarebbero state conseguenze come non poter entrare negli Stati Uniti, e basta. Per l’Australia è stato un caso diverso, io ho ottenuto un’esenzione, ma alla fine non ha funzionato. Sappiamo cosa è successo, non voglio rivangare il passato ma nemmeno fare un passo indietro. Adesso sto aspettando di nuovo il permesso. È positivo che ora abbiano aperto le frontiere agli stranieri non vaccinati che viaggiano in Australia. Su di me c’è quel divieto, spero che venga revocato. Come ho detto, la situazione non è nelle mie mani, mi fido del popolo del governo australiano per ottenere una risposta positiva”.
    Queste le parole, molto chiare, del campione serbo. Adesso la palla passa alla sfera legale e amministrativa in Australia. Vedremo soprattutto se ci sarà una decisione in tempi rapidi, oppure se Djokovic dovrà vivere un dicembre “caldo”, in attesa di notizie fino all’ultimo… LEGGI TUTTO

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    Ivanisevic: “Non è sicuro che Djokovic andrà a Bercy. “

    Goran e Novak

    Goran Ivanisevic ha rilasciato una breve intervista al media Sportske Novosti nella quale si è sofferto su alcuni temi di attualità in merito al proprio assistito, Novak Djokovic. Tornato in gara dopo molti mesi (era fermo da Wimbledon), il campionissimo serbo ha brillato vincendo ad Astana e Tel Aviv. Due successi che lo lanciano verso il finale di stagione. L’obiettivo è tornare ad alzare il trofeo delle Finals, a Torino. Più incerta invece la sua presenza al Masters 1000 di Bercy, molto vicino all’appuntamento torinese. Ecco alcuni passaggi delle parole del croato.
    “È chiaro che giocherà a Torino (alle ATP Finals), ma resta la domanda se prima andrà a Parigi. Non è sicuro, ancora non è stato deciso. Novak è tornato e ha giocato in modo spettacolare, soprattutto ad Astana. È come se non si fosse mai fermato. Eppure non aveva giocato nessun torneo dai tempi di Wimbledon”.
    Ricordano a Goran che i 103 titoli di Federer o addirittura i 109 di Connors (recordman assoluto) non sono poi così lontani. “I record? Qualsiasi aspetto relativo a qualche tipo di record è interessante per Novak. La domanda rimane per quanto tempo giocherà e quanto durerà al suo incredibile livello, ma al momento sono sicuro che potrebbe raggiungere anche quei record. Niente è impossibile per lui. È stato sempre fisicamente in forma, anche nei periodi in cui non ha giocato. Non è mai stato un problema per lui l’allenamento e se rimane così sono convinto che potrebbe restare al vertice o vicino alla vetta per altri tre anni e lottare per tutti i titoli maggiori”.
    Ultima nota per l’Australian Open. Laconica la risposta di Ivanisevic: “Dato che nulla è cambiato nelle sue convinzioni sul vaccino, resta da vedere cosa e come decideranno gli australiani in merito”. LEGGI TUTTO

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    Si complica la possibilità di vedere Novak Djokovic agli Australian Open?

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Una nuova telenovela promette di durare fino all’inizio degli Australian Open. Novak Djokovic non ha bisogno di vaccinarsi per entrare in Australia, ma spera che il governo rimuova il divieto di tre anni dopo che il suo visto è stato ritirato all’inizio dell’anno. Ora il serbo mantiene questa speranza, ma Craig Tiley, direttore dell’evento, assicura che non farà pressione su nessuno affinché il giocatore numero sette del ranking ATP abbia questo “aiuto”.
    “La questione di Novak riguarda direttamente lui e il governo federale. Devono risolvere la situazione e poi seguiremo le istruzioni. Non è una cosa su cui possiamo fare pressione. È una questione che rimane tra queste due parti, a seconda del risultato daremo il benvenuto a Djokovic agli Australian Open”, ha affermato.
    Tiley ha inoltre assicurato di voler contare su Djokovic. “Ha già detto che gli piacerebbe tornare in Australia, ma sa che alla fine sarà una decisione del governo federale. Ha accettato la sua posizione. È una questione privata tra loro, ma vorremmo riavere Novak. È un nove volte campione”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Australian Open 2023: nuova “doccia fredda” per Djokovic? Karen Andrews contraria a concedere un visto al serbo

    Novak in Australia nel gennaio 2022

    L’accesso di Novak Djokovic ai prossimi Australian Open 2023 è tutt’altro che scontato. Ad affermarlo il ministro ombra degli affari interni australiano Karen Andrews (ex ministro fino allo scorso maggio), che in un’intervista rilasciata ad ABC Radio (Melbourne) si è detta fermamente contraria all’annullamento della sentenza che ha stabilito il divieto a concedere un visto per il campione serbo.
    Attualmente è in vigore la sentenza che vieta l’accesso in Australia a Djokovic per tre anni, come stabilisce la legge per chi ha cercato di entrare nel paese mettendo piede nel Paese senza averne i requisiti. Su questo tema si dice irremovibile Karen Andrews: “Non credo che ci sia alcun motivo per cui debba essere ribaltata la decisione semplicemente perché qualcuno ha molti soldi”, ha detto Andrews, aggiungendo “Il governo dovrebbe chiaramente guardare a tutte le altre persone che hanno subito la cancellazione del visto e vedere se dovrebbero essere ammessi o meno anche loro nel paese. Non può esistere una regola per Novak Djokovic e una regola diversa per tutti gli altri che non valgono milioni”.
    Ad oggi Djokovic resta fermo sulla propria posizione contraria alla vaccinazione.  Con l’abolizione dei requisiti di vaccinazione per i viaggiatori internazionali da parte dell’Australia, molti credevano che il nuovo status quo avrebbe aperto la strada a Novak per tornare “down under”. Inoltre c’è stato anche un cambio di governo da quando, lo scorso gennaio, fu presa decisione. Andrews non è più a capo di un ministero, ma oltre che parlamentare resta una persona molto influente nel Paese, e la sua posizione sul tema è secca: “Se il dipartimento di immigrazione ora sceglie di concedere un’indennità speciale a Novak Djokovic, la domanda ovvia è cosa faranno tutti gli altri che si sono trovati in circostanze simili. Ribaltare la decisione sarebbe uno schiaffo in faccia per quelle persone in Australia che hanno fatto la cosa giusta [si sono vaccinate] … se all’improvviso Novak Djokovic fosse autorizzato a tornare nel paese, semplicemente perché è un campione nel tennis con molti milioni di dollari in banca”.
    Craig Tiley pochi giorni fa si era detto molto fiducioso sul poter avere al via del torneo 2023 “tutti i migliori giocatori al mondo”, includendo quindi anche il campionissimo serbo. Forse un nuovo “lungo” avvicinamento agli Australian Open è appena iniziato… LEGGI TUTTO

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    Nuovo record per Djokovic: miglior percentuale di vittorie nell’Era Open

    Novak Djokovic

    Con il titolo all’Astana Open, Novak Djokovic non solo ha raggiunto i 90 tornei vinti in carriera, ma ha fatto segnare un altro record di grande prestigio. Il match vinto contro Tsitsipas nella finale dell’ATP 500 kazako è stato il suo successo n.1022 in carriera, contro 205 sconfitte. Questo significa una percentuale di vittorie dell’83,29%, la migliore dell’Era Open considerando giocatori con 500 partite disputate. In questa specialissima classifica, “Nole” ha scavalcato Nadal, appena dietro con l’83,28% di successi (1066 vittorie, 214 sconfitte).
    Ecco i migliori 15 in questa classifica, solo grandissimi campioni ovviamente.
    1 – Novak Djokovic – 1022 W 205 L – 83,29%
    2 – Rafael Nadal – 1066 W – 214 L – 83,28%
    3 – Bjorn Borg – 654 W – 140 L – 82,4%
    4 – Roger Federer – 1251 W – 275 L – 82%
    5 – Jimmy Connors – 1274 W – 283 L – 81,8%
    6 – John McEnroe – 883 W – 198 L – 81,7%
    7 – Ivan Lendl – 1068 W – 242 L – 81,5%
    8 – Rod Laver – 576 W – 146 L – 79,8%
    9 – Pete Sampras – 762 W – 222 L – 77,4%
    10 – Boris Becker – 713 W – 214 L – 76.9%
    11 – Guillermo Vilas – 951 W – 297 L – 76,2%
    12 – Andre Agassi – 870 W – 274 L – 76%
    13 – Andy Murray – 714 W – 230 L – 75,6%
    14 – Arthur Ashe – 793 W – 259 L – 74,8%
    15 – Stefan Edberg – 801 W – 270 L – 74,8% LEGGI TUTTO

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    Inarrestabile Djokovic: “Sono super motivato a finire alla grande la stagione”

    Novak Djokovic in campo nella finale di Astana

    90. Djokovic ad Astana ha fatto cifra tonda, vincendo il suo novantesimo torneo in carriera e soprattutto confermando che quando il “Djoker” scende in campo al meglio, l’uomo da battere resta ancora lui. Nella finale del torneo kazako (un 500 che valeva quanto un 1000 per i partecipanti al via) ha regolato Tsitsipas in 75 minuti, dimostrando ancora un discreto gap tecnico ed agonistico sulla nuova generazione.
    Dopo il successo ha parlato ai microfoni dell’ATP, confermando di sentirsi benissimo, motivato, pronto a chiudere alla grande una stagione per lui molto difficile, senza l’Australian Open e con i punti di Wimbledon (sarebbero stati ben 2000…) non assegnati per la nota questione sui giocatori russi. Nonostante queste notevoli difficoltà, il suo percorso dalla scorsa primavera resta piuttosto impressionante – come sottolinea nelle dichiarazioni: dalla sconfitta patita da Alcaraz a Madrid, il serbo ha vinto al 1000 di Roma, ha perso a Parigi dal “solito” imbattibile Nadal, quindi ha una striscia aperta di vittorie da Wimbledon, con i successi a Tel Aviv e Astana. Tutto lascia pensare che se avesse potuto prendere parte ai tornei sul cemento USA (due M1000 e gli US Open) e soprattutto avesse potuto contare sui 2000 punti di Wimbledon, quasi sicuramente il n.1 al mondo sarebbe ancora lui. Con buona pace di tutti.
    “I 90 titoli? Ho sempre sognato in grande, ho sempre sperato di fare una grande carriera” dichiara Novak, “ovviamente non sapevo il numero di finali che avrei giocato e il numero di tornei che avrei vinto, ma la mia intenzione era quella di raggiungere la vetta nel nostro sport. Sono molto grato e fortunato di poter giocare ancora così bene in questa fase della mia vita. 35 anni non sono 25. Probabilmente l’esperienza, in questo tipo di partite e nelle grandi occasioni, aiuta anche mentalmente ad affrontare le partite nel modo giusto”.
    In effetti in campo oltre ai valori tecnici, è evidente vinccome un Djokovic ben preparato resti un grandissimo agonista e giochi quasi sempre alla perfezione i punti importanti, massimizzando il rapporto rischio-rendimento. La qualità dei grandi campioni.
    Djokovic è molto felice di aver ripreso subito a vincere: “Non potevo chiedere una ripresa migliore della stagione. Dopo più di tre mesi dalla finale di Wimbledon, lo stop era davvero lungo. Praticamente da Madrid ho perso solo contro Rafa, tutto il resto sono state vittorie. Sono super carico e motivato a finire la stagione al massimo, continuando a giocare come ho fatto in queste ultime due settimane. Questo titolo ad Astana significa molto per me, considerando tutto quello che è successo quest’anno. Non ho mai avuto tre mesi di pausa, tranne le volte in cui sono stato infortunato. Ricominciare non è mai facile, sta andando tutto per il verso giusto e ora non mi voglio fermare”.
    Parole forti e chiare. I rivali a Bercy e soprattutto a Torino, sono avvisati…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO