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    Djokovic giocherà l’Australian Open 2023: il ministro dell’immigrazione cancellerà il divieto di ingresso nel paese

    Novak lo scorso gennaio a Melbourne

    Buone notizie per Novak Djokovic dall’Australia. Secondo fonti molto vicine al governo del paese, il campionissimo serbo potrà partecipare all’edizione 2023 del primo Slam stagionale grazie all’intervento del governo federale, che cancellerà il divieto di tre anni alla concessione di un visto di ingresso nel paese, mettendo quindi la parola dine all”incredibile vicenda dello scorso gennaio. Il nuovo ministro dell’Immigrazione Andrew Giles concederà a Djokovic un visto, annullando il divieto automatico di tre anni previsto con la precedente cancellazione del visto.
    Ricordiamo che lo scorso gennaio Novak sbarcò in Australia, “forte” di un’esenzione che però non fu ritenuta valida, con alcune dichiarazioni non chiare del giocatore una volta arrivato alla frontiera. Dopo una breve disputa legale, con Djokovic di fatto detenuto in attesa di giudizio, l’allora ministro Hawke usò i suoi poteri personali per annullare il visto di Djokovic ai sensi della sezione 133C(3) del Migration Act “per motivi di salute e di ordine pubblico, sulla base del fatto che era nell’interesse pubblico procedere in quella direzione”. Djokovic fu espulso dal paese, con un divieto di tre anni all’ingresso alla frontiera australiana. Hawke ha affermato che all’epoca il governo era “fermamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare in relazione alla pandemia di COVID-19”.
    La scorsa primavera il governo del paese è cambiato, le procedure anti-covid sono state allentate, tanto che ai viaggiatori non vaccinati adesso è permesso l’ingresso in Australia. Su Djokovic tuttavia pende ancora la condanna di tre anni, ed è diventato questo il suo problema al ritorno a Melbourne. Secondo quanto si apprende stamattina, questa condanna dovrebbe essere cancellata.
    Martedì scorso, il direttore dell’Australian Open Craig Tiley aveva dichiarato di esser molto fiducioso sul ritorno di Djokovic “down under”.
    Dopo l’ottima vittoria su Tsitsipas nell’esordio alle Finals a Torino, Novak sul tema si è detto ancora cauto: “Ancora niente di ufficiale”, ha affermato, “stiamo aspettando. Stanno trattando con il governo dell’Australia. Questo è tutto quello che posso dirvi per ora.” ma le notizie che arrivano da Melbourne sono assai più confortanti per il serbo. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic parla dopo il match contro Lorenzo Musetti “non ha giocato al suo miglior livello e lo sa”. Djokovic alle Finals di diritto anche senza i punti di Wimbledon e senza aver potuto giocare due Slam

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic parla dopo aver ottenuto la semifinale del torneo Masters 1000 di Parigi Bercy: “Musetti non ha giocato al suo miglior livello e lo sa, il pubblico anche se n’è accorto, ma io ho contribuito a questo.Oggi ho giocato un gran match. Sin dall’inizio del torneo mi sono sentito a mio agio su questo campo; poi un buon allenamento e una buona concentrazione aiutano. Più gioco e più mi sento a mio agio. Sul primo set c’è poco da dire: tutto è andato alla perfezione”.In genere voglio sempre essere aggressivo e togliere il tempo al mio avversario. Quando gli concedi il tempo Lorenzo può essere molto pericoloso e lo ha dimostrato questa settimana, e anche negli ultimi due anni. È stato uno dei giovani più in vista che ha molto potenziale e un grande futuro davanti a lui. Io ho eseguito i miei colpi alla perfezione, in particolare nel primo set. Era qualcosa che avevo pianificato di fare, era il mio piano tattico e l’ho eseguito perfettamente. Nel secondo set il pubblico ha cercato di tirarlo su di morale e io ho perso il servizio lì. Ma era importante contro-brekkarlo e l’ho fatto ribaltando il momento negativo e portandolo dalla mia parte e ho continuato su quel livello.Non ho giocato molti tornei quest’anno; dopo Wimbledon c’è stata una pausa, e anche dopo Astana e qui, quindi ho avuto molto tempo per recuperare e per prepararmi bene”.
    Djokovic si è presentato al Masters 1000 di Parigi sapendo di non dover raggiungere gli obiettivi minimi per qualificarsi alle ATP Finals, in quanto tale obiettivo era coperta dalla vittoria di Wimbledon e da un posto nella top 20. Questo ha generato critiche, ad esempio da parte di Cameron Norrie, ma la verità è che il serbo si è garantito abbastanza punti per qualificarsi alle ATP Finals anche senza questa regola e in una stagione molto atipica.
    Vediamo. Djokovic è virtualmente all’ottavo posto nella Race con 3.080 punti, e potrebbe ancora salire fino al settimo. Questo senza i 2.000 punti guadagnati a Wimbledon e senza aver avuto la possibilità – perché non vaccinato contro il Covid-19 – di giocarne altri 8.000: Australian Open, US Open e i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montreal e Cincinnati.
    1 ✓ Carlos Alcaraz 19 ESP 68202 ✓ Rafael Nadal 36 ESP 58203 ✓ Stefanos Tsitsipas 24 GRE 53504 ✓ Casper Ruud 23 NOR 50205 ✓ Daniil Medvedev 26 RUS 40656 ✓ Félix Auger-Aliassime 22 CAN 39957 ✓ Andrey Rublev 25 RUS 35308 ✓ Novak Djoković 35 SRB 3080 Punti per la qualif. all’ ATP Finals 30809 ✗ Taylor Fritz 25 USA 295510 ✗ Hubert Hurkacz 25 POL 2905 LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Parigi-Bercy: troppo Djokovic per un Musetti molto teso. L’azzurro cede nettamente in due set

    Lorenzo Musetti

    “Tutto quello che poteva andare male, è andato peggio…”. Questa massima racchiude alla perfezione la netta sconfitta patita da Lorenzo Musetti nei quarti di finale al Masters 1000 di Parigi Bercy contro Novak Djokovic. Tutti si aspettavano una partita difficile, difficilissima, ma purtroppo il responso del campo è davvero pesante per il giovane azzurro. Pesante e inatteso in queste proporzioni. Il 6-0 6-3 conclusivo in poco più di un’ora di gioco descrive fedelmente una partita dominata dal campione serbo. Una prestazione maiuscola la sua, soprattutto all’avvio: è entrato in campo come un fulmine, uno scatto terrificante che ha tramortito un Musetti nervoso, incapace di scuotersi per tutto il primo parziale. E Novak, da vero n.1, ha fatto sentire tutta la sua presenza e forza, nessuno sconto, come si conviene quando un campione affronta un giovane talento. Un po’ meglio l’azzurro nel secondo set, anche grazie ad una fase iniziale contraddistinta dai troppi errori del serbo, andato sotto di un break all’improvviso, ma solo in pochissimi scambi si è visto in Musetti quel tennis di qualità e sostanza che gli ha regalato grandi soddisfazioni nelle ultime settimane. È bastato un gran game in risposta, contro il servizio “non pervenuto” dell’azzurro, per riportare in vantaggio il serbo e chiudere l’incontro. Per la delusione di tutti, pubblico incluso che sperava in un match assai più divertente e combattuto.
    I meriti vanno assolutamente a un Djokovic che ha giocato da n.1, eccetto poche fasi (incluso un nervosismo ingiustificato nella parte conclusiva del match), bravo ad imporre i suoi ritmi e schemi preferiti. Quando “Nole” gioca così, è durissima per tutti. Tuttavia è corretto sottolineare che ha trovato strada discretamente libera all’avvio e questo ha reso il suo compito assai più semplice. Ci si aspettava di più da Musetti, un ingresso nel match meno complicato o una reazione diversa, che lo rimettesse in partita già nella seconda fase del primo set, pronto a giocare più libero e sciolto dall’avvio del secondo parziale. Fortissimo Djokovic, ha reso tutto complicato all’azzurro, ma Musetti ha avuto di par suo diversi problemi indipendenti dalla forza del rivale. Lorenzo ha praticamente giocato senza servizio. Troppo rigido e teso, non è riuscito a giocare con lucidità, “non ha giocato”, si è lasciato giocare, trascinato esattamente dove non doveva cadere, senza la forza di cavarsi dal buco. Non ha trovato le variazioni necessarie ad uscire dalla morsa del rivale. Lorenzo è caduto nella trappola tattico-agonistica del serbo, gli scambi al suo ritmo, e ha servito troppo male, finendo a rincorrere sulle risposte continue e profonde di Novak. La partita si è decisa così.
    Nella presentazione del match scritta stamattina, erano esattamente questi i due focus del match: servire bene per non andar sotto sulle risposte; trovare variazioni per non entrare di continuo negli scambi in ritmo del rivale, dai quali è difficilissimo uscirne senza le ossa rotte. Purtroppo è successo esattamente quello che non doveva succedere. Quasi niente ha funzionato nel gioco dell’azzurro, per i meriti del serbo abbinati alla tensione che mai è riuscito pienamente a scrollarsi di dosso.
    Da questo match, più che una difficile vittoria, speravamo di avere delle risposte positive sul piano della capacità di Lorenzo di giocare al proprio meglio contro gli avversari migliori in palcoscenici così importanti, e non in un primo turno ma nelle giornate conclusive. Oggi è andata male, ma non facciamone un dramma. Ha preso la classica “lezione”, gli sarà utile per crescere ulteriormente, il suo talento e qualità non si discutono e non si cancellano per colpa di una brutta sconfitta. Era una prima volta a questo livello in un torneo così importante, ha pagato dazio. Ha probabilmente sofferto l’approccio al match, si è visto fin dai primi punti. Solo sbagliando e soprattutto vivendo sulla propria pelle queste durissime sensazioni, si può crescere. Conoscendo meglio se stessi.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match inizia con Djokovic alla battuta. Servizio esterno e contropiede vincente, un solo punto ma Novak ha già messo in pratica lo schema con il quale può fare grandi “danni” a Musetti. Quasi senza scambiare, è 1-0 Djokovic. Musetti al servizio. Il primo 15 lo vince Novak, lungo scambio, conduce il serbo e lo chiude con un diritto cross di contro balzo micidiale. Bravo Lorenzo a non scomporsi, spinge col servizio, col diritto e via avanti. Rischia la prima palla corta, col diritto all’uscita dal servizio, ma non passa. 30 pari, è teso l’azzurro, come non esserlo… Si butta ancora avanti Musetti, ma non sbaglia la direzione dell’attacco e la volée successiva (sul passante robusto) è lunga. Palla break per Novak, la prima del match. Bene Musetti, diritto molto aggressivo cross, finisce largo il rivale. Appena lo scambio va sul rovescio, Djokovic fa la differenza. Si prende la seconda palla break, con uno schema offensivo perfetto. Lorenzo non sciolto, ancora il suo braccio non va, lo si vede bene nel diritto sbagliato malamente, che gli costa il BREAK immediato. Djokovic è scattato benissimo dai blocchi, sta “giocando da Djokovic”: sicuro nei colpi, sciolto fisicamente, continuo nel suo pressing asfissiante. Niente di incredibile ma tutto terribilmente preciso, perfetto. Lo score segna 3-0. Torna al servizio Lorenzo, ma la musica non cambia. È preda dello scambio di ritmo imposto dal serbo, fin dalla risposta, profonda e precisa. Musetti non riesce a trovare variazioni per invertire l’inerzia, rincorre e sbaglia per primo. 0-40. Cede alla seconda palla break, con un errore di rovescio. Djokovic invece gioca col pilota automatico inserito. Tutto gli riesce con assoluta naturalezza, in amen 5-0, tutto troppo rapido per l’azzurro. Lorenzo cerca di scuotersi sparando a tutta uno smash stile “slam dunk” alla Sampras, che fa scattare in piedi l’arena, vogliosa di partita e non questo one-man-show del serbo. Sbaglia ancora di rovescio l’azzurro, ma cerca di far mulinare il braccio a tutta, è necessario che si sblocchi in qualche modo. Sul 30 pari un altro errore di rovescio sulla risposta profonda di “Nole” costa al toscano il set point. Il rovescio vola via, è andata. 6-0, in 24 minuti. Il conto dei punti è impietoso: 25 punti a 8 per Novak. Si sapeva che sarebbe stata dura, ma purtroppo in questo primo set non c’è stata partita.
    Secondo set, Djokovic al servizio. Gioca facile, continuo, e Lorenzo sbaglia. 1-0 (settimo game di fila). Al contrario di Musetti, Novak è completamente sciolto, lascia corre il braccio trovando risposte micidiali e venendo anche a prendersi il punto a rete. Nemmeno la prima palla funziona del tennis dell’azzurro. Un paio di errori del serbo portano lo score a 40-30, c’è la prima chance di vincere un game per Musetti. Niente, il serbo è un fulmine nell’avventarsi sulla palla, mentre le gambe di Lorenzo non vanno come nei giorni scorsi. È il game più lungo del match, il serbo concede qualcosa, tanto che un errore col diritto in scambio, praticamente senza mai mettere la prima di servizio “in”, vince il suo primo gioco. 1 pari. Finalmente “Muso” trova il primo vincente vero dell’incontro, il suo rovescio improvviso lungo linea. Djokovic fa serve and volley e sbaglia malamente il tocco. 15-30. Ancora un errore di Novak, stavolta col rovescio lungo linea. Brutto momento per lui, improvvisamente ecco due palle break per l’italiano. Lungo scambio, tanti tagli, Djokovic è statico al centro e sbaglia!?! BREAK Musetti, avanti 2-1. Novak torna subito a martellare in risposta, alza il ritmo e sposta da tutte le parti l’azzurro. 0-30. Con un serve and volley errato, Lorenzo si ritrova sotto 15-40. Si salva l’azzurro, un regalo del rivale con lo smash e poi un Ace, finalmente. Con in ritmo infernale Djokovic si procura la terza PB del game. Lavora bene col back Lorenzo, si salva ancora. Il contro break arriva alla quarta chance, grazie all’ennesima grande risposta. 2 pari. In un amen, Djokovic si porta avanti 3-2. Tanta, troppa fatica per Musetti al servizio, dalla prima palla ricava poco o niente, e la risposta del serbo è mortale. 15-30. Con un ottimo scherma offensivo, quel diritto cross dal centro che ha fruttato meraviglie nel torneo, Lorenzo vince un punto importantissimo. Ma nello scambio seguente, sulla diagonale di rovescio, paga dazio al rivale. 30-40, palla break Djokovic. Ottima prima palla al T, vincente. Un rovescio largo, affrettato, sulla seconda palla break manda Novak avanti 4-2. Arriva una fase non bellissima del match, un bel po’ di errori da parte di entrambi (e anche un discreto nervosismo di Novak, urlato a molti decibel al suo angolo…). Sul 5-3, l’ex n.1 serve per chiudere l’incontro. Nessun problema, a zero vince il nono game, in poco più di un’ora. Vola in semifinale il serbo. Esce sconfitto nettamente Lorenzo. Inutile girarci intorno: è una brutta sconfitta, sotto tutti i punti di vista. Dovrà fare tesoro di quest’esperienza. Il tennis di vertice è tosto, molto tosto.

    ATP Paris Novak Djokovic [6]66 Lorenzo Musetti03 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 2N. Djokovic 15-0 ace 30-0 40-05-3 → 6-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 40-305-2 → 5-3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2L. Musetti 15-0 15-15 df 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A3-2 → 4-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace2-2 → 3-2L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 ace 40-A 40-40 40-A1-2 → 2-2N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 15-401-1 → 1-2L. Musetti 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-0 → 1-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-305-0 → 6-0N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-154-0 → 5-0L. Musetti 0-15 df 0-30 0-40 15-403-0 → 4-0N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0
    3 ACES 20 DOUBLE FAULTS 221/38 (55%) FIRST SERVE 33/53 (62%)18/21 (86%) 1ST SERVE POINTS WON 15/33 (45%)11/17 (65%) 2ND SERVE POINTS WON 8/20 (40%)0/1 (0%)BREAK POINTS SAVED 6/11 (55%)8 SERVICE GAMES PLAYED 718/33 (55%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 3/21 (14%)12/20 (60%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 6/17 (35%)5/11 (45%) BREAK POINTS CONVERTED 1/1 (100%)7 RETURN GAMES PLAYED 88/11 (73%) NET POINTS WON 3/7 (43%)17 WINNERS 810 UNFORCED ERRORS 1429/38 (76%) SERVICE POINTS WON 23/53 (43%)30/53 (57%) RETURN POINTS WON 9/38 (24%)59/91 (65%) TOTAL POINTS WON 32/91 (35%)204 km/h MAX SPEED 211 km/h189 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 189 km/h144 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 150 km/h LEGGI TUTTO

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    Musetti vs. Djokovic, impresa impossibile?

    Lorenzo Musetti, per la prima volta nei quarti di un M1000

    Alle 19.30 l’Italia tennistica si fermerà per seguire in prime time televisivo (Sky, o TennisTv) una sfida stellare. Da brividi. Il campione in carica del Masters 1000 di Parigi Bercy Novak Djokovic affronta nei quarti di finale Lorenzo Musetti, per la prima volta sbarcato tra i migliori otto di un torneo della massima categoria ATP. Un match intrigante, attesissimo, uno di quelli che non vorresti perderti per niente al mondo, che attendi tutto l’anno per goderti un grande spettacolo sportivo, ma anche utilissimo per valutare la crescita del nostro talento. Nelle ultime settimane Musetti è letteralmente esploso: ha confermato match dopo match, vittoria dopo vittoria, torneo dopo torneo, di aver incastrato alla perfezione i tanti pezzi del suo enorme bagaglio tecnico, migliorato in alcuni aspetti chiave, a formare un quadro tennistico degno degli Uffizi della disciplina. Una bellezza per stile, completezza, ma oggi anche terribilmente efficace.
    Elegante, stiloso nel suo essere modernamente retrò, un passo verso il futuro della tecnica classica amata da tanti “puristi” del gioco, ma anche tanta, tantissima sostanza. Lorenzo quest’autunno è passato dall’essere un giocatore divino ma ancora a tratti incostante e inconsistente ad agonista coi fiocchi, uno che resta lì per tutto il match, concentrato, pronto alla pugna dando sfogo alle sue capacità sterminate, con le quale riesce a reggere in difesa e passare all’attacco. Non più quel ragazzo a tratti timoroso, che cadeva all’indietro “sui teloni” perché non anticipava mai, aveva un diritto troppo lavorato e necessitava di tempo. Quell’attendismo, quel colpo di troppo prima di cercare il cambio di ritmo, quel servizio ballerino e quella risposta modesta non ci sono più. Il Musetti delle ultime settimane ha confermato di esser diventato un Top Player. Migliorato al servizio, più rapido, efficace e costante col diritto, pronto a prendersi il punto anche già dal primo colpo grazie a tempi di gioco rapidi, una posizione in campo più avanzata, un tennis ordinato ed efficace. Il suo braccio è prontissimo a regalare magie, colpi estemporanei di una bellezza assoluta, ma queste soluzioni ardite sono le perle all’interno di un piano tattico più chiaro, netto, efficace. Una meraviglia vederlo creare tennis, trovare angoli splendidi, difendersi con due gambe super e un braccio che gli consente qualsiasi cosa.
    Lorenzo è cresciuto. È esploso. Sta diventando un tennista fortissimo, ha vinto molto e battuto ottimi giocatori. Stasera la faccenda sarà un tantino complicata perché al di là della rete ci sarà semplicemente il più forte. Con buona pace di Alcaraz, oggi n.1, se Djokovic è in forma, resta il tennista più forte dell’epoca moderna. Ancor più in condizioni indoor e in questo torneo, dove ha vinto già 6 volte, ha numeri stratosferici ed è pure il campione in carica.
    Quindi oggi Musetti perderà? È la ipotesi più probabile. I confronti diretti dicono 2-0 per il “Djoker”. Ma Lorenzo deve scendere in campo sicuro di potersela giocare. Non avrà niente da perdere e ha alcune armi tecniche a suo favore che possono mettere in difficoltà il campionissimo serbo. L’ha dimostrato già nel 2021, quando a Roland Garros si issò addirittura due set avanti, prima di subire la rimonta di Novak (e ritirarsi quando ormai il match era andato). Tuttavia in quell’occasione si giocava sulla terra, Djokovic non lo conosceva affatto. Il “rosso” può essere un fattore pro-Musetti, perché le sue continue variazioni e cambi di ritmo possono far male a chiunque, anche al tennista più elastico e reattivo al mondo.
    Se Djokovic risponderà come nelle sue giornate migliori e riuscirà a inchiodare l’azzurro nello scambio a media velocità, le possibilità di vittoria di Lorenzo saranno prossime allo zero. In quelle condizioni, quasi nessuno riesce a battere Djokovic, perché ai suoi ritmi è capace di stritolarti palla dopo palla. Musetti dovrà giocare un match coraggioso, ma senza esagerare nel voler tirare tutto, perché anche esagerare nella spinta, prendendosi enormi rischi e quindi commettendo errori, finisce per fare il gioco del fortissimo rivale.
    Cosa potrà fare quindi Musetti? Intanto dovrà servire benissimo. La sua miglior partita alla battuta, come numero di prime palle e come piazzamento, vario e continuo. È condizione indispensabile. La storia dei confronti diretti tra Djokovic e Federer (“scomodo” il campionissimo svizzero perché, passatemi il paragone, aveva un tennis creativo a-la-Musetti e non la se giocava contro “Nole” di fisico) racconta che solo quando Roger ha servito 2 due prime su 3 è riuscito a vincere. Ogni volta che è sceso sotto questa percentuale, ha perso. Questo vale un po’ per tutti, eccetto coloro che provano a battere il serbo sul piano della corsa e della potenza (Nadal, altri). Inoltre Musetti dovrà cercare di non entrare nei ritmi di gioco del rivale. Come? Cambi di ritmo. Continui, ma ragionati. Non quegli “sciagurati” tentativi di S&V che ieri gli sono costati il primo set contro Ruud. Deve cercare di attuare il più possibile quello schema che sta perfezionando e gli sta regalando punti importantissimi: prima palla esterna da destra, e via diritto dal centro in anticipo sulla destra. In quella situazione Djokovic può farti il punto col lungo linea, ma se va sull’incrociato Lorenzo deve anticipare e cercare un altro diritto, stavolta più corto e stretto, ancora verso destra. Questo schema, difficilissimo, se funziona sposta in diagonale-avanti Djokovic, condizione che non ama affatto. E poi la sorpresa: ogni tanto, anticipo e via, botta di diritto lungo linea, per variare. Col rovescio dovrà cercare di lavorare benissimo col back, per non consentire al rivale di sparare i suoi rovesci col pilota automatico ed evitare così di essere costretto a rincorrere. Anche l’uso della palla corta sarà fondamentale, sempre nell’ottica di cercare variazioni e mai il ritmo. Djokovic è migliorato tantissimo al servizio, la risposta di Musetti dovrà funzionare a dovere, mai corta e difensiva. In fin dei conti, per provare a vincere, tutto dovrà funzionare al 100%, e forse neanche basterà… perché se Novak gioca al top, non lo batti o serve un vero miracolo per riuscirci.
    Vedremo che razza di partita sarà, ci auguriamo un grande spettacolo e che Musetti riesca a giocare il suo tennis. Niente timori, testa e cuore provando a pennellare i suoi colpi lontano da tensioni eccessive. Non serve strafare, l’importante è dare il proprio meglio divertendosi. Quando Lorenzo sente scorrere dentro di se il suo tennis arriva a picchi di rendimento eccezionali. Sarà un banco di prova importante per testare i suoi passi in avanti e la sua capacità di reagire in modo positivo ai momenti di difficoltà che sicuramente arriveranno. Novak ha detto nella press conference di ieri sera di aver accusato qualche fastidio fisico nel primo set, ma non deve affatto sperare di trovarsi un rivale non al meglio. Il Lorenzo di quest’autunno ha tutto quel che serve per giocarsela anche contro un “mostro” di bravura e consistenza come Djokovic. Queste sono “Le” partite non più da sognare, ma da giocare e vivere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO