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    Djokovic segna il record assoluto di settimane da n.1 in classifica, sorprassata Steffi Graf

    Il record di Djokovic nell’infografica del sito ATPtour.com

    Trecentosettantotto. 3-7-8. Un numero stratosferico, segnato oggi da Novak Djokovic per settimane da n.1 del ranking maschile. Il campionissimo serbo è diventato il leader all-time (da quando la classifica è stilata al computer, 1973) per quantità di tempo trascorsa in vetta al tennis mondiale, sorpassando le 377 settimane segnate dall’indimenticabile Steffi Graf al femminile.
    Il serbo già deteneva il record per il maggior numero di settimane come numero 1 nella storia del Ranking ATP, quando nel marzo dello scorso anno sorpassò le 310 settimane di Roger Federer. Un record quello dello svizzero che anni fa si pensava fosse praticamente imbattibile. Niente è precluso a “Nole”, che ha continuato a vincere, è tornato n.1 dopo aver alzato il decimo Norman Brooks trophy a Melbourne (e 22esimo Slam), e nel ranking uscito stamattina ha superato Steffi Graf, iniziando la sua 378a settimana da leader del tennis maschile.

    And still he rises 💫
    With 378 weeks at the top of the @PepperstoneFX ATP Rankings, Novak Djokovic has made history, breaking the ALL TIME tennis record for the longest spot at number one 🙌 🏆 pic.twitter.com/zil7BKkKB8
    — ATP Tour (@atptour) February 27, 2023
    Djokovic divenne per la prima volta n.1 del mondo il 4 luglio del 2011, a 24 anni e 43 giorni, spezzando la storica egemonia di Roger Federer prima e di Rafael Nadal dopo, coronando una cavalcata incredibile in quella stagione, nella quale perse il suo primo match “solo” ai primi di giugno a Roland Garros, dove in una delle partite più belle dell’era moderna fu sconfitto da Federer in semifinale.
    Vincendo i Championships a Wimbledon, “Nole” si issò al n.1, premio meritato per un campione straordinario. Rimase al vertice del tennis maschile fino al 25 giugno 2012. Poi è tornato in vetta alla classifica in vari periodi (5 novembre 2012, fino al 30 settembre 2012; 7 luglio 2014 fino al 31 ottobre 2016, il suo periodo più lungo, scalzato da Murray; 5 novembre 2018 fino al 28 ottobre 2019; 2 febbraio 2020 fino al 21 febbraio 2022; 21 marzo 2022 fino al 6 giugno 2022, scalzato da Medvedev; è tornato n.1 lo scorso 30 gennaio 2023). Per quanto riguarda il ranking, Djokovic vanta un altro primato incredibile: ha terminato per sette volte una stagione da n.1, è un altro record assoluto.
    Complimenti, Novak! LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Quando mi sento a posto, sono il migliore. Non devo dimostrare niente a nessuno”

    Novak posa con l’ultima coppa degli Australian Open

    Novak Djokovic è la stella dell’ATP 500 di Dubai, al via domani con un main draw molto interessante (presenti gli azzurri Sonego e Arnaldi, il ligure entrato come LL dopo aver perso il secondo e decisivo match di qualificazione, ma terribilmente sfortunato nel sorteggio avendo pescato addirittura il “caldissimo” Daniil Medvedev). In una lunga intervista rilasciata al media locale The National, il serbo ha spaziato su molti temi, da un bilancio della sua lunga e fortunata carriera alla storica rivalità contro Nadal. Rispetta ogni avversario, ma nella sua testa un concetto è chiaro: quando si sente a posto ed è ben preparato, sente di essere il migliore.
    “Certo sempre un equilibrio e ho massimo rispetto verso l’avversario, verso il gioco, l’apprezzamento per il momento e per quello che stai passando. Ma ho molta fiducia in me stesso. Sono consapevole che quando sono pronto e sto bene, su qualsiasi superficie e contro ogni avversario, sono il migliore. Non credo ci sia nulla di arrogante o pretenzioso in questo, non ci vedo niente di sbagliato“.
    I campioni riescono ad allungare sempre più le proprie carriere: “Al giorno d’oggi, Nadal quest’anno farà 37 anni, io 36, LeBron James è vicino ai 40, Federer aveva 40 anni e giocava ancora ai massimi livelli, Tom Brady, Serena, Ronaldo, Messi… è incredibile. È fantastico perché in un certo senso questo ispira anche ai giovani atleti a pensare che possono prolungare la loro carriera, che non pongono limiti mentali solo perché qualcun altro impone loro quel limite, che dopo i 30 sei più o meno è finita, quindi è il momento di pensare alla tua fine. Non c’è davvero fine, nella tua mente”.
    L’intervistatrice chiede a Novak per cosa vorrebbe essere ricordato di più. Djokovic fa una pausa di qualche secondo, quindi afferma: “Direi dedizione e devozione. E tutto ciò che ruota attorno a questo. Sto solo cercando di padroneggiare la mia carriera dedicandomi al massimo, crescendo, migliorando e cercando costantemente il miglioramento. Penso che questo tipo di mentalità, il cercare costantemente di migliorare, migliorare te stesso, il tuo ambiente e, naturalmente, essere d’ispirazione per i giovani atleti di tutto il mondo, sia la cosa che più interessa”.
    Djokovic è tornato brevemente anche sull’annosa questione dell’infortunio patito a Melbourne, cosa che molti rivali hanno messo in dubbio viste l’eccellente prestazioni atletiche del serbo nel corso del torneo. Secca un po’ scocciata la sua risposta: “Ne ho avuto abbastanza di tutto questo. Non ho davvero tempo, energia o volontà per affrontare il giudizio di qualcun altro o dimostrare qualcosa a qualcuno. Ho già accettato il fatto che ci sarà sempre un gruppo di persone a cui non piacerai, a cui non piacerà quello che dici, il modo in cui giochi a tennis o qualsiasi altra cosa nella tua vita privata. Ci sarà sempre un giudizio. Ma diventi più forte da quello. Almeno io cerco di diventare più forte da tutto questo, e lo uso come carburante. Non per sfidarli, ma per alimentare il mio desiderio di essere migliore e più forte”.
    Scontata la domanda sulla “corsa” al migliore tra lui, Rafa e Roger. Articolata la risposta di “Nole, che si dice felice anche se dovesse chiudere la corsa Slam con lo stesso numero di titoli di Nadal: “Sì, sarei soddisfatto ugualmente. Ne vorrei più del mio più grande rivale ma alla fine, quando arriverà quel momento, quando dovrò tracciare un riga e guardare indietro alla storia della mia carriera e a quello che ho raggiunto, anche se mi fermo qui e lui vince altri 10 Slam, dovrei considerarmi complessivamente soddisfatto. Forse ci sarebbe una piccola parte di me che rimpiangerà di non aver avuto più di lui, ma alla fine, quanto è troppo? Qual è il limite?  Me lo chiedo anche perché è un atto di equilibrio come atleta professionista, essendo in uno sport molto impegnativo, è una stagione molto lunga e ci sono molte opportunità: ci sono quattro Slam ogni anno, quindi hai le opportunità. E ovviamente devi avere la mente competitiva, devi avere questa ferocia, l’approccio mentale di un lupo in un certo senso, affamato di sempre di più, perché questo ti spinge, almeno nel mio caso. Ma allo stesso tempo, è necessario equilibrio e e dire, okay, wow, ho raggiunto grandi cose, devi essere orgoglioso, devi essere grato, essere umile al riguardo. Sono entrambi i tipi di personalità con cui devi affrontare e convivere allo stesso tempo”. LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “L’infortunio è superato, mi sto avvicinando al 100% e giocherò a Dubai. Aspetto notizie per Indian Wells e Miami”

    Novak Djokovic durante la press conference (dalla diretta su Tanjug)

    Un Novak Djokovic sereno a rilassato si è allenato a Belgrado sotto gli occhi della stampa locale e ha ricevuto una bella torta con le “377 candeline” da n.1, record all-time che condivide con Steffi Graf e che è certo di superare già lunedì prossimo. In seguito ha risposto alle domande dei cronisti locali, parando delle sue condizioni, non ancora perfette ma in netto miglioramento. Resta ancora in attesa di notizie per la sua partecipazione ai due Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Non grandissime novità quindi, rispetto a quello che si poteva ipotizzare da una press-conference chiamata all’improvviso, ma queste sono alcune delle dichiarazioni del n.1.
    “L’infortunio è superato, mi sto avvicinando al 100% della mia condizione. Le cose stanno andando molto bene e come squadra abbiamo preso la decisione di andare a Dubai. Domani parto per il torneo e farò del mio meglio per fare più strada possibile. Punto sempre al massimo in ogni torneo”.
    Ancora nessuna certezza per la possibilità di viaggiare in USA da non vaccinato, viste le regole in vigore: “Purtroppo è qualcosa che non è nel nostro controllo. Dipende tutto dalla situazione in America. Sto ancora aspettando una risposta, mi piacerebbe andare ovviamente, quindi mi sto preparando per affrontare i due tornei. Vedremo come andranno le cose nelle prossime due settimane”.
    Grande rispetto per Steffi Graf, che con lui condivide il record di settimane da n.1: “Steffi Graf è una delle più grandi leggende del nostro sport. È incredibile eguagliare il suo record e avere la possibilità di batterlo. Essere il numero uno e vincere Wimbledon è sempre stato il mio sogno da bambino. Sono molto orgoglioso di essere il numero uno. Il supporto della mia squadra è enorme e fondamentale per me in tutto ciò che faccio nella vita, in particolare nel tennis”.
    Due parole su Alcaraz: “È incredibile che riesca a trovare subito il livello più alto vincendo al rientro dopo alcuni mesi, dimostrando maturità, dentro e fuori dal campo. Merita il suo successo. Porta nuova energia al tennis. Non posso chiamarlo il mio principale rivale, il mio principale rivale è ancora Nadal, spero di poterlo affrontare di nuovo a Parigi. Alcaraz sarà il prossimo grande”. LEGGI TUTTO

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    Djokovic ha convocato una conferenza stampa domani a Belgrado

    Novak Djokovic

    Il n.1 del mondo Novak Djokovic ha convocato una conferenza stampa domani, a Belgrado, alle ore 13. Al momento non si conoscono i motivi di questa decisione, forse sono relativi alle aspre polemiche scatenate agli ultimi Australian Open per il suo infortunio. Novak infatti aveva affermato che “presto dirò come stanno le cose”, senza fornire ulteriori dettagli.
    Altri cronisti serbi invece ipotizzano che Djokovic voglia parlare della situazione relativa al suo ingresso negli USA per la doppietta Indian Wells – Miami, al momento impossibile visto il suo status di non vaccinato contro il covid-19, requisito necessario per entrare negli Stati Uniti per un non cittadino fino al prossimo maggio. Il fratello minore aveva dichiarato qualche giorno fa che lo staff del campione serbo aveva presentato una domanda per un’esenzione alla norme, in modo poter entrare nel Paese e disputare i due tornei Masters 1000, forte anche della pressione esercitata dai due direttori degli eventi, Tommy Haas e James Blake.
    Non resta che attendere domani. LEGGI TUTTO

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    Alla fine di questa settimana, esiste la possibilità che Novak Djokovic e Carlos Alcaraz abbiano lo stesso punteggio nella classifica ATP, creando una situazione insolita

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Il ranking ATP della prossima settimana potrebbe portare ad una situazione molto curiosa. Novak Djokovic e Carlos Alcaraz rischiano di avere esattamente lo stesso punteggio al primo posto della classifica mondiale maschile! Il presupposto per tale scenario prevede che il giovane spagnolo di 19 anni vinca il torneo ATP 500 di Rio de Janeiro per il secondo anno consecutivo, difendendo il titolo vinto 12 mesi fa.
    Aggiungendo i 500 punti che Alcaraz potrebbe riconquistare – quelli del titolo dell’anno scorso sono già usciti dal ranking lunedì scorso – ed i 90 punti che Djokovic perderà per i quarti di finale di Dubai, i due avrebbero 6.980 punti. Quindi, in questo scenario, avremmo due leader del ranking ATP? Chi sarebbe il leader della classifica mondiale maschile? Spieghiamo ora tutto.
    È raro vedere questo tipo di situazione, ma ogni volta che c’è un pareggio in classifica, c’è un criterio per definire la classifixa. I punti vengono calcolati in base ai tornei del Grand Slam, Masters 1000 e ATP Finals. Vediamo la situazione.
    Djokovic ha 2000 punti dall’Australian Open, 360 da Roland Garros, 1500 dalle ATP Finals e 1970 dai Masters 1000 giocati. In totale sono 5830 punti. Alcaraz invece ha 2000 punti dallo US Open, 360 da Roland Garros e 2740 dai Masters 1000. In totale contabilizza 5100 punti. Quindi Novak Djokovic rimarrebbe ancora al primo posto del ranking. LEGGI TUTTO

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    Lacoste difende Djokovic dalle critiche dell’ex direttore di Nike: “Siamo orgogliosi di lui”

    Novak Djokovic, con Lacoste dal 2017

    Le parole dell’ex CEO di Nike L, diffuse in un libro di recente pubblicazione e riproposte in un’intervista alla CNN, non hanno toccato solo il cuore degli appassionati ma anche provocato una risposta secca da parte di una grande azienda concorrente, Lacoste.
    Nell’intervista l’ex manager del colosso dello sportwear americano aveva parlato del grande rapporto avuto con Roger Federer e di quello che a suo dire fu un delitto, lasciarlo andare via dal suo marchio storico nel 2018 (quando il direttore era passato ad un business personale, lasciando l’impresa con lo swoosh). Nel corso dell’intervista, Nakajima aveva criticato Novak Djokovic, affermando: “Potrebbe benissimo essere il tennista di maggior successo di sempre. Ma c’è sempre una nuvola oscura intorno a lui. È come se la portasse su di sé. Colpisce la guardalinee agli US Open (nel 2020) e viene squalificato? Succede, immagino. Ma perché succede sempre a Novak? O tutta la polemica sulla vaccinazione contro il Covid-19? Ora, come marchio: voglio essere dietro a qualcuno che ha sempre polemiche attorno a sé? O voglio andare con un atleta con un’immagine perfettamente pulita?”
    Al momento non è arrivata alcuna risposta da parte di Novak o del suo entourage, ma quest’affermazione non è piaciuta affatto a Lacoste, brand che da alcuni anni ha sotto contratto il n.1 del mondo. Infatti Thierry Guibert, CEO dello storico brand del coccodrillo, è sceso in campo personalmente per difendere il proprio testimonial di punta, scrivendo su Twitter: “Lacoste è orgogliosa di avere Nole e non sceglierebbe mai Nadal (con tutto il rispetto per lui). Grazie @NDjokofan per la traduzione in inglese”.

    Lacoste is so proud to have Nole and would never choose Nadal (with all due respect to him)Thanks @NDjokofan for the English translation 😂😘
    — guibert thierry (@tguibert) February 16, 2023
    Poche settimane fa, l’azienda aveva inoltre scritto: “L’eccezionale atleta e numero 1 del mondo del tennis maschile condivide valori comuni con il coccodrillo francese: audacia, impegno ed eleganza”. Il marchio francese dopo la splendida vittoria a Melbourne di Novak ha lanciato una serie limitatissima di giacche con il n.22 impresso, come il record di Slam vinti dal suo testimonial.
    Nella querelle si è era inserito anche il noto coach francese Patrick Mouratoglou, che dopo aver letto le parole di Nakajima aveva scritto sui social: “Per rispondere a Nakashima su Nike e Novak: Che siamo d’accordo o meno, che ci piaccia o meno Novak, personalmente preferisco un vero essere umano con le sue qualità, le sue convinzioni e le sue fissazioni piuttosto che un’immagine perfetta e falsa della perfezione. Santificare la perfezione è negare la nostra condizione di esseri umani”. Anche queste parole avevano scatenato decine di reazioni, tra chi difende a spada tratta le opinioni del serbo e che continua a stigmatizzarne certi comportamenti.
    Vedremo se questa polemica continuerà o meno, una cosa è certa: Novak Djokovic resterà sempre un personaggio divisivo. LEGGI TUTTO

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    Pepe Imaz (mental coach Djokovic): “Novak vuole crescere nella sua parte interiore, non è comune nella società egocentrica di oggi”

    Pepe Imaz insieme ai fratelli Djokovic

    Pepe Imaz è una delle figure più discusse tra quelle che gravitano intorno al n.1 del mondo Novak Djokovic. Ex tennista Pro negli anni ’90, poi coach, da circa 10 anni José “Pepe” è una sorta di “mental coach” del serbo, ma non nel senso più tecnico del termine. Soprattutto è un amico, confidente, compagno di un “percorso di conoscenza e crescita personale che condividiamo da molto tempo”, così afferma lo spagnolo. In un’intervista rilasciata al quotidiano iberico Marca, Imaz racconta come si pone con Novak e quel che è veramente importante, a suo dire, nella vita personale e sportiva del campionissimo serbo. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Imaz, che descrive un Novak un po’ diverso da quel che spesso trapela dal campo di gioco, dove la sua perfezione tecnico-agonistica brilla lucente, ma stride con qualche sfuriata di rabbia incontrollata davvero lontana da questa ricerca di armonia.
    “La vittoria all’ultimo Australian Open è stata improntate e difficile. Subito dopo il successo ho mandato un messaggio a Novak, confermando tutto l’amore che provavo per lui, quel titolo è meraviglioso, ma quello che ha insegnato a tutti noi è ancora più meraviglioso, quando ha mostrato le sue emozioni d’amore”. Pepe si riferisce al caloroso abbraccio con la sua famiglia, un momento che “ha mostrato un essere umano, non una fredda macchina vincente. Non c’era euforia, ma sentimenti di consapevolezza, empatia e tanto amore” afferma Pepe.
    Nella sua scuola “Amor & Paz” sita a Puente Romano, Marbella, amore e armonia sono i valori che cerca di trasmettere: “Mi piacerebbe se fossimo consapevoli, rispettando ogni tipo di opinione, che ciò che condivido non è vero, è solo la mia esperienza. Nessuno ha la verità in tasca. Là fuori c’è la necessità di vincere, vincere, e solo vincere, unico obiettivo. Possiamo anche far nascere un altro scenario in cui siamo consapevoli che prima di tutto siamo persone, non importa che siamo una scuola di tennis, nuoto o calcio, la priorità è lavorare per la persona ed è quello che facciamo”.
    Ecco come Imaz lavora con Djokovic, lunghe chiacchierate per condividere pensieri ed esperienze, non è mai un approccio dall’alto verso il basso. “Non sono mai in campo, ci sentiamo da casa, con calma, tranquillità, condividiamo e parliamo. Lui può esprimersi e io posso condividere. Vorrei chiarire che non sono né uno che sa più di lui e che gli insegna, né qualcuno che gli dà consigli. Sono un essere umano in via di crescita, con le mie esperienze. Condivido con lui perché lo desidera. Parliamo e condividiamo. Per me è molto importante, non credo che uno ce l’abbia e un altro no, quindi ti insegno e tu non lo sai. Parliamo, condividiamo e cresciamo entrambi”.
    “Djokovic vuole crescere quell’interiorità che sente” continua Imaz, “non è molto comune in uno sport di così alto livello, in questa società egocentrica, voler crescere in questo modo, essere coinvolto con se stesso per crescere come essere umano. Questa è una delle caratteristiche più importanti e grandi che ha Novak. È importante comunicare alla gente che oltre a colui che alza così tanti trofei e gioca così bene, come essere umano può dire che ha aperto la sua persona, il suo essere e il suo cuore, lo sta facendo da anni. È un essere umano con voglia di crescere in piena evoluzione, non solo tennistica ma umana e personale. Così vive a casa, in famiglia, con la sua gente, questo è molto importante”.
    Una spiritualità che Novak sente come necessaria nel suo percorso di crescita umana. Intanto la prossima settimana il serbo taglierà le 377 settimane come n.1, uguagliando il primato di Steffi Graf nel femminile.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO