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    Litigio tra Nick Kyrgios e la compagna durante la quarantena: interviene la Polizia

    Nick Kyrgios nella foto

    Dopo aver disputato la Laver Cup, Nick Kyrgios ha fatto ritorno in Australia assieme alla fidanzata Chiara Passari: entrambi, seguendo le normative in vigore nel Paese oceanico a causa della pandemia di Covid-19, sono stati immediatamente posti in quarantena per 14 giorni in un hotel di Adelaide. Fin qui nulla di strano… fino alla giornata di ieri: i due, come è possibile appurare anche da alcune Instagram stories pubblicate dalla modella, si sono infatti resi protagonisti di un litigio piuttosto acceso che ha costretto lo staff dell’albergo a richiedere persino l’intervento della Polizia per evitare che la situazione degenerasse.
    “Nel pomeriggio del 7 ottobre siamo stati chiamati ad intervenire in un hotel per sedare una discussione tra due ospiti. E’ stata condotta un’indagine e non è stato riscontrato alcun reato: le due persone sono state separate e stanno ora trascorrendo il periodo di quarantena in due stanze differenti“, ha comunicato un portavoce della Polizia.
    Per Kyrgios, attuale numero 97 della classifica ATP in singolare e vincitore di appena sette incontri in stagione, la situazione si fa piuttosto complicata anche fuori dai campi da tennis: il nativo di Canberra ha già comunicato, intanto, che tornerà a giocare nel 2022. LEGGI TUTTO

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    Nick Kyrgios, la Laver Cup ed il nuovo taglio di capelli

    Nick Kyrgios farà parte del World Team nella Laver Cup e cercherà insieme ai suoi compagni di porre fine all’egemonia dell’Europa nel torneo, un evento che si svolgerà il prossimo fine settimana a Boston, USA. I giocatori stanno già arrivando al TD Garden, casa dei Boston Celtics, per mettere a punto le strategie per il […] LEGGI TUTTO

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    Laver Cup 2021: Nick Kyrgios “L’NBA è una parte molto importante della mia vita, nel modo in cui agisco e come plasmo la mia personalità”

    Nick Kyrgios sarà ancora una volta una delle stelle del World Team alla Laver Cup. Nick è un fan dell’evento ed ha anche un fattore motivante aggiunto in quella settimana con la quarta edizione che si giocherà a Boston, nel padiglione dove i “suoi” Celtics disputano le partite casalinghe. “Sono un fanatico dei Boston Celtics. […] LEGGI TUTTO

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    Laver Cup 2021: annunciato il Team World, entrano Isner, Opleka e Kyrgios

    Laver Cup, il team world

    Dopo il Team Europe, la Laver Cup comunica anche gli ultimi tre componenti del team World, in campo al TD Garden di Boston il prossimo 24-26 settembre. Agli ordini di capitan John McEnroe scenderanno in campo Reilly Opelka, John Isner e l’australiano Nick Kyrgios. Se per Nick ed Isner è un ritorno, Opelka è al debutto nella competizione a squadre nata nel 2017. I tre si aggiungono a Denis Shapovalov, Felix Auger-Aliassime e Diego Schwartzman, già confermati da tempo per l’edizione 2021.
    Scontato che, giocando negli USA, sarebbe stato scelto almeno un tennista di casa. Si pensava al giovane emergente Korda, invece sono stati invitati l’esperto “Long John” (ieri giustiziere di Sinner a Cincinnati) e Opelka, quest’anno cresciuto enormemente tanto da stazionare attualmente al n.23 del ranking, primo statunitense nella classifica mondiale. “È un onore poter giocare in quest’evento”, ha dichiarato Reilly.
    Isner ha commentato: “Nessuno di noi sapeva davvero cosa aspettarsi quel primo anno a Praga, ma è stata una delle settimane più incredibili ed è ora il momento clou del mio anno. Essere in una squadra con ragazzi con cui normalmente gareggiamo è così diverso e così divertente. Penso che saremo proprio un bel gruppo, la chimica è fantastica ed è un ambiente fantastico di cui far parte”.
    Kyrgios si è detto entusiasta di poter giocare nella casa dei Boston Celtics, da grandissimo fan della NBA quale non ha mai nascosto di essere. “Sarà irreale poter giocare proprio al TD Garden, la casa dei Celtics. Aspetto con ansia la Laver Cup, è così bello giocare in squadra con un ambiente divertente regalando spettacolo al pubblico, amo tutto questo”. In effetti per il “mood” di Kyrgios, la Laver Cup è il palcoscenico ideale per tirare fuori le proprie giocate al limite, spesso bizzarre, ma ad altissima adrenalina.
    Piuttosto sarà molto curioso vedere se i capitani sceglieranno un incrocio in singolare tra Ruud (rappresentante del team Europe) e Kyrgios, visto che i due stanno battibeccando da mesi sui social…
    Marco Mazzoni

    Six men on a mission: @ReillyOpelka @JohnIsner and @NickKyrgios join @dieschwartzman @denis_shapo @felixtennis for Team World’s campaign at #LaverCup Boston 2021.Full story: https://t.co/fSSeHcuMAm pic.twitter.com/RSJD0Tp9Vh
    — Laver Cup (@LaverCup) August 19, 2021 LEGGI TUTTO

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    Nick Kyrgios si sente diverso: “Ora perdo e sono felice per l’altro ragazzo, non so cosa stia succedendo”

    Nick Kyrgios nella foto

    Eliminato al primo turno dell’ATP 500 di Washington , Nick Kyrgios ha tenuto una conferenza stampa di grande impatto, in cui è stato molto onesto e preoccupato per il modo in cui vede il tennis in questi giorni.Innanzitutto non ha avuto problemi a riconoscere il merito di Mackenzie McDonald , visto che il risultato finale ha visto prevalere il tennista Usa.
    “Ovviamente non ho giocato molto bene. Ad un certo punto ho avuto un paio di punti importanti, ma non ne ho approfittato. Ho giocato contro un ragazzo affamato che ha giocato davvero bene. Alla fine, so che non posso essere troppo duro con me stesso, non gioco da tanto tempo, quindi non dirò sciocchezze. Ho giocato male e lui ha giocato bene, ha giocato bene in risposta ed è stato migliore nei punti chiave. Immagino che sia orgoglioso. E’ un buon giocatore e una grande persona, , non gli tolgo nessun merito”, ha iniziato.
    Poi è seguita la sequenza più forte della conversazione con i giornalisti, durante la quale si è mostrato sorpreso da ciò che non sente più in campo. “Non sento l’importanza di certi punti o la pressione. La pressione di giocare settimana dopo settimana. Nel tennis, un giocatore sente quando premere, quando rilassarsi… Ora non sento che il mio corpo e la mia mente interpretano questo tipo di sensazioni. Capisco è perché non ho giocato molto. Sono deluso e so che ora devo andare ad affrontare un sacco di m**** sui social media, ma so che non ho giocato bene. Ho ancora il doppio e cercherò di godermi un po’ del tempo che avrò ancora in campo. Non posso essere duro con me stesso in questo momento”, ha aggiunto.
    Alla domanda se non si sente più competitivo, Kyrgios ha evidenziato le differenze. “Non voglio perdere mai, ma faccio fatica ad accettare giorni come questo. È strano. Quando sono in campo è come se non notassi la differenza di un break point, non sento la pressione come prima. È come se non avessi emozioni quando vado in campo. Mi guardo intorno, vedo la folla e non so cosa dire, non vivo quel momento come qualche anno fa. Il tennis mi piaceva di più con quegli alti e bassi. Oggi perdo una partita e sono molto deluso. Mi mancano i giorni in cui perdevo e andavo avanti, quando mi davano una multa per aver rotto le racchette. Allora tutto contava molto per me, ora perdo e sono felice per l’altro ragazzo, non so cosa stia succedendo. Prima non sopportavo nessun giocatore che mi batteva”, ha osservato. LEGGI TUTTO

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    Casper Ruud risponde a Nick Kyrgios: “Ho vinto tre tornei in tre settimane e lui è quasi sempre a casa, non gioca. Noi siamo diversi”

    Casper Ruud NOR, 1998.12.22

    Casper Ruud, 22 anni, ha vinto il terzo titolo ATP 250 in tre settimane all’ATP 250 di Kitzbuhel, in Austria ieri e alla fine del match ha colto l’occasione per rispondere a Nick Kyrgios che, durante la settimana e con alcune irrispettose dichiarazioni ha accusato Ruud di “rubare” punti ATP nei tornei deboli e con un campo di partecipazione limitato.
    Ruud, che ha affrontato solo due giocatori nei top 90 sulla strada per i titoli di Bastad, Gstaad e Kitzbuhel, ha dichiarato: “Non do molta importanza a quello che dice. Ho vinto tre tornei in tre settimane e lui è quasi sempre a casa, non gioca. Noi siamo diversi”.
    KitzbühelRuud C. – Martinez P. F 6-1, 4-6, 6-3Ruud C. – Rinderknech A. SF 6-3, 7-67Ruud C. – Ymer M. QF 3-6, 7-65, 6-1Ruud C. – Vilella Martinez M. R16 7-5, 5-7, 6-4
    GstaadRuud C. – Gaston H. F 6-3, 6-2Ruud C. – Kopriva V. SF 6-3, 6-0Ruud C. – Paire B. QF 6-2, 5-7, 6-3Ruud C. – Novak D. R16 6-4, 7-65
    BastadRuud C. – Coria F. F 6-3, 6-3Ruud C. – Carballes Baena R. SF 6-1, 6-4Ruud C. – Laaksonen H. QFRuud C. – Rune H. R16 6-0, 6-2 LEGGI TUTTO

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    Todd Woodbridge: “Coaching in campo? Sarebbe un errore”. Kyrgios: “Idea pessima”

    Todd Woodbridge

    Come prevedibile non è passato inosservato il tweet di Stefanos Tsitsipas che chiedeva senza mezzi termini l’introduzione del coaching in campo nel tennis maschile, “Su ogni punto” addirittura. Dopo moltissime reazioni (perlopiù contrarie) di centinaia di fans, ecco che arrivano anche quelle di colleghi e ex professionisti.
    Secca la risposta di Nick Kyrgios, che su Instagram ha scritto: “Di solito non me ne frega niente delle sue idee, ma questa è davvero pessima. Il bello del tennis è starsene lì fuori da soli. Alcune persone scelgono di non avere un allenatore, altri non possono permettersi un coach. Sul campo da tennis c’è parità di condizioni, uno contro l’altro da soli“.
    Più articolato ma interessante il parere di Todd Woodbridge, ex tennista australiano oggi commentatore per diversi media del suo paese. Todd ha rilasciato una lunga intervista a Wide World of Sport, in cui si dice contrario alla proposta di Tsitsipas, argomentando il suo pensiero. Ecco alcuni estratti.
    “Non sono affatto d’accordo con Tsitsipas. Posso capire da dove viene, ma l’individualità di questo sport è ciò che lo distingue.L’unicità di dover trovare da soli la propria via d’uscita da un problema è una delle chiavi del tennis. Sei là fuori da solo e dipende da quanto sei bravo a cambiare le sorti di un match per arrivare al risultato”.
    “Ovviamente dice questo perché sente di averne bisogno, il che per me è un po’ una sorpresa. Penso che Stefanos abbia un tennis completo, che sia in grado di riconoscere i punti di forza e di debolezza del suo avversario e abbia i mezzi per superarlo. Penso che trarrebbe beneficio dall’avere più fiducia nelle proprie capacità, piuttosto che avere qualcuno che glielo confermi”.
    Woodbridge cita anche la situazione in essere sul tour rosa per confermare la sua idea: “La WTA ha sperimentato il coaching e molto raramente l’ho visto a beneficio della giocatrice. È usato come un parafulmini il più delle volte… Forse alla fine di ogni set si potrebbe concedere un 30 secondi per un rapido colloquio, potrebbero esserci modi per vederlo, ma credo che non aggiungerebbe nulla al gioco, non porterebbe spettatori in più e nemmeno sarebbe uno spettacolo, finirebbe per far somigliare il tennis agli altri sport, non credo sarebbe positivo in definitiva”.
    Ecco secondo l’australiano il nocciolo della questione, un campione è in grado di restare lucido, analizzare il gioco, l’avversario e mettere in campo le contro mosse quando le cose vanno male. “Un campione o un tennista tattico ha la capacità di leggere cosa sta succedendo nella partita. Se dovessimo permettere il coaching tutto il tempo, il gioco svanirebbe nella sua essenza. Inoltre ai massimi livelli finirebbe solo per accrescere la disuguaglianza. Sono sicuro che se ci avesse pensato bene, Stefanos se ne sarebbe reso conto. I giocatori condividono gli allenatori in tournée. Se giocano allo stesso tempo, o giocano tra loro, l’allenatore non può essere in due posti contemporaneamente. Non funzionerebbe. Se sei un emergente, non puoi necessariamente permettertelo. I migliori giocatori hanno una grande squadra intorno a loro, quindi ne trarrebbero beneficio. In questo momento stiamo cercando di aiutare i giocatori classificati fuori dai primi 75 per poter competere allo stesso livello. Semplicemente non possono permettersi di avere un “pullman” che viaggia con loro ogni settimana…”
    Il suo giudizio viene anche dalla propria esperienza come Pro, di grande successo in doppio o in Davis, meno come singolarista. “Ero un giocatore che avrebbe sicuramente tratto beneficio dall’avere un allenatore seduto con me. Amavo comunicare in campo. Uno dei motivi per cui riuscivo così tanto nel doppio era perché avevo un’altra persona con me. Ma allo stesso tempo sapevo che il mio lavoro nel singolare era quello di risolvere i problemi da solo. Mi piaceva parlare di tennis durante i cambi con John Newcombe in Coppa Davis. Abbiamo parlato di cosa stava succedendo e di come avrei cercato di costruire qualcosa, per creare un’apertura nella forza del mio rivale. È bello, ma non credo che ogni partita dovrebbe essere così, è una delle cose che separa la Coppa Davis e ora la ATP Cup, dal resto della stagione. Avere un allenatore a bordo campo in un Grande Slam non rende lo sport migliore”.
    Il dibattito continuerà, con pareri molto diversi, e forse non si arriverà mai ad una svolta. Su di una cosa non possiamo che concordare: se il tennis è uno sport così affascinante, è anche per la sua unicità e differenza rispetto alle altre discipline. Siamo proprio sicuri che uniformarlo agli altri sport sia una svolta positiva?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO