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    «Vorrei che Kobe e Gigi vedessero»

    Chiamatelo segno del destino. «Vorrei che Kobe e Gigi fossero qui per vedere tutto ciò», così in una storia su Instagram Vanessa, moglie di Kobe Bryant si congratula con i Lakers per il successo a 10 anni dall’ultima volta. Lakers sul tetto della Nba e le dediche a Kobe non sono mancate, così come il pensiero di tutti i compagni di squadra e gli appassionati del basket a quel drammatico incidente in cui morirono insieme ad altri passeggeri a bordo, Kobe e Gianna, una delle figlie, quella che più gli assomigliava e che come lui amava giocare a basket. Era il 26 gennaio scorso quando Kobe, Gianna, tredicenne e altre sette persone persero la vita. Ma il loro ricordo sarà immortale. LEGGI TUTTO

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    NBA, LeBron: “Io il più forte di sempre? Decidete voi”

    ORLANDO – “Significa tanto rappresentare questa squadra storica, quando sono venuto ho detto che l’avrei rimessa nella posizione in cui deve essere. Rob Pelinka ha meritato il vostro rispetto, coach Vogel ha meritato il vostro rispetto, i miei compagni hanno meritato di essere rispettati. E anche io merito il vostro dannato rispetto”. Queste le parole di LeBron James, stella dei Lakers, al termine della vittoria che ha permesso al club gialloviola di vincere il loro 17esimo titolo. “Io il migliore di tutti i tempi? Lascio a voi la discussione. A me interessa rendere fieri i miei compagni, la mia squadra e la mia famiglia”, ha aggiunto.
    NBA, Lakers sul tetto del mondo

    Il messaggio dedicato alla mamma
    “Ti amo, ti adoro. Sei la ragione per la quale io sono riuscito a fare tutto questo”. Così LeBron si è rivolto alla madre, alla quale ha telefonato dopo la conquista del titolo con i Lakers sdraiandosi fuori dallo spogliatoio. La scena è stata immortalata dagli smartphone e diffusa sui social. LEGGI TUTTO

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    NBA, LeBron: “Io il migliore di tutti i tempi? Lascio a voi la discussione”

    ORLANDO – “Significa tanto rappresentare questa squadra storica, quando sono venuto ho detto che l’avrei rimessa nella posizione in cui deve essere. Rob Pelinka ha meritato il vostro rispetto, coach Vogel ha meritato il vostro rispetto, i miei compagni hanno meritato di essere rispettati. E anche io merito il vostro dannato rispetto”. Queste le parole di LeBron James, stella dei Lakers, al termine della vittoria che ha permesso al club gialloviola di vincere il loro 17esimo titolo. “Io il migliore di tutti i tempi? Lascio a voi la discussione. A me interessa rendere fieri i miei compagni, la mia squadra e la mia famiglia”, ha aggiunto.
    NBA, Lakers campioni dopo 10 anni dall’ultima volta
    Nba, Lakers campioni! Gli Heat si arrendono in gara-6 Il messaggio di LeBron alla madre
    “Ti amo, ti adoro. Sei la ragione per la quale io sono riuscito a fare tutto questo”. Così LeBron si è rivolto alla madre, alla quale ha telefonato dopo la conquista del titolo con i Lakers sdraiandosi fuori dallo spogliatoio. La scena è stata immortalata dagli smartphone e diffusa sui social.
    Los Angeles, esplode la gioia dei tifosi dei Lakers LEGGI TUTTO

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    Lakers campioni Nba! Gli Heat si arrendono in gara-6

    ORLANDO (Florida) – LeBron James e i Los Angeles Lakers sono tornati sul tetto del mondo nel basket. I Lakers sono di nuovo campioni Nba dopo dieci anni, grazie alla vittoria in gara 6, nella notte, contro i Miami Heat per 106-93. Le finali dell’era Covid sono state giocate nella ‘bolla’ di Walt Disney World, in Florida.

    Nba, Lakers vincono il titolo
    Questo è il 17esimo anello per i Lakers, che raggiungono Boston al comando della classifica dei titoli vinti nella Lega cestistica più famosa del mondo. Ed è il quarto, con tre squadre diverse, per LeBron James, autore di una tripla doppia da 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist. Si conclude così una stagione in cui l’Nba ha affrontato la pandemia e detto addio alla leggenda dei Lakers, Kobe Bryant, a cui è stata dedicata questa vittoria.
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    Nba, Lakers campioni dopo 10 anni! Heat si arrendono in gara-6

    ORLANDO (Florida) – Dopo un digiuno durato dieci anni, i Los Angeles Lakers tornano campioni dell’Nba. Nella ‘bolla’ di Orlando, nella notte italiana, il quintetto californiano ha chiuso sul 4-2 la serie di finale con Miami Heat, battendo i rivali in gara-6 per 106-93, subentrando cosiì nell’albo d’oro del campionato pro nord americano ai Toronto Raptors. I Lakers trionfano per la 17esima volta nella loro storia, eguagliando così il record dei Boston Celtics, e si godono anche il premio di Mvp delle finali a LeBron James, che ottiene l’undicesima tripla doppia della sua carriera nelle finali Nba (meglio di un’altra leggenda come Magic Johnson, fermatosi a otto) con 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist. E che porta a casa l’ambito riconoscimento per la quarta volta dopo il 2012 e 2013, proprio con Miami, e il 2016 con Cleveland. La franchigia della Florida può consolarsi solo con i 25 punti messi a segno da Bam Adebayo, mentre Rajon Rondo si ferma a quota 19 così come Anthony Davis, ancora ‘monumentale’ in fase difensiva.
    Nba, Lakers campioni! Gli Heat si arrendono in gara-6 Nba, Lakers campioni
    Miami, che dopo il 3-2 sperava di riportare la serie in parità per tentare un’inaspettata ‘remuntada’, è letteralmente dominata dai rivali e a nulla può Goran Dragic, in campo nonostante un infortunio al piede non del tutto superato. E anche Jimmy Butler, dopo la straordinaria gara-5, non riesce a dare ai suoi il solito contributo, vistosamente a corto di fiato. A fine match, Jeanie Buss, la proprietaria del Los Angeles Lakers, ha ringraziato il commissario Nba, Adam Silver, per essere riuscito a portare a termine una stagione che era stata interrotta a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19. L’idea della ‘bolla’ è stata vincente, così come la ‘fame’ di un instancabile James: “Far parte di questa squadra è una sensazione incredibile, vogliamo essere rispettati – ha detto l’ala americana, entrata già nella leggenda – Qui non abbiamo ego ma vogliamo dare sempre il meglio, dentro e fuori dal campo”. E anche questa volta ci sono riusciti, nel nome di Kobe Bryant, l’ex fuoriclasse dei Lakers morto in un incidente con un elicottero assieme alla figlia Gianna e ad altre sette persone lo scorso 26 gennaio.
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    Miami non molla: super Butler manda ko i Lakers e allunga le NBA Finals

    La partita più bella della serie. E se LeBron James è stellare, Jimmy Butler non è da meno. A un passo dall’Anello numero 17, i Lakers si inchinano a Miami e al suo leader, che in gara 5 mette in campo una prestazione da 35 punti, 12 rimbalzi e 11 assist per il 111-108 finale che permette agli Heat di rimanere in corsa: la serie vede ancora i gialloviola avanti (3-2) ma Butler e i suoi non mollano. Nemmeno quando LeBron, a caccia del suo quarto titolo in carriera, si prende sulle spalle i Lakers e chiude con 40 punti, 13 rimbalzi e 7 assist. La partita si decide nei secondi finali quando, dopo il 2/2 di Butler dalla lunetta per il 109-108, James, con tre avversari addosso, pesca Danny Green per il tiro che potrebbe valere l’Anello ma la sua conclusione a 7″1 dalla sirena è corta e sui liberi di Herro scorrono i titoli di coda.
    Tutto sulla NBA
    La delusione di Vogel
    “Abbiamo avuto una grande chance di vincere la partita e la serie ma non è andata”, il rammarico del Prescelto, al quale non è bastato il supporto di Davis (28 punti) e Caldwell-Pope (16 punti) mentre Miami manda in doppia cifra, oltre a Butler, altri 5 giocatori (26 punti per Robinson). “Ci eravamo molto vicini”, si morde la lingua coach Vogel. E mentre il collega Spoelstra si gode Butler (“ogni giovane dovrebbe studiare Jimmy, è il perfetto esempio di giocatore che si dà da fare sui due lati del campo”), i Lakers si preparano per gara 6 e il secondo match-point: appuntamento per domenica notte. LEGGI TUTTO

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    Nba, Butler tiene in corsa Miami: Lakers ko, si va a gara-6

    LeBron James è stellare ma Jimmy Butler non è da meno. A un passo dall’Anello numero 17, i Lakers si inchinano a Miami e al suo leader, che in gara 5 mette in campo una prestazione da 35 punti, 12 rimbalzi e 11 assist per il 111-108 finale che permette agli Heat di rimanere in corsa: la serie vede ancora i gialloviola avanti (3-2) ma Butler e i suoi non mollano. Nemmeno quando LeBron, a caccia del suo quarto titolo in carriera, si prende sulle spalle i Lakers e chiude con 40 punti, 13 rimbalzi e 7 assist. La partita si decide nei secondi finali quando, dopo il 2/2 di Butler dalla lunetta per il 109-108, James, con tre avversari addosso, pesca Danny Green per il tiro che potrebbe valere l’Anello ma la sua conclusione a 7″1 dalla sirena è corta e sui liberi di Herro scorrono i titoli di coda.
    Tutto sulla NBA
    Delusione Vogel: “Eravamo molto vicini”
    “Abbiamo avuto una grande chance di vincere la partita e la serie ma non è andata”, il rammarico del Prescelto, al quale non è bastato il supporto di Davis (28 punti) e Caldwell-Pope (16 punti) mentre Miami manda in doppia cifra, oltre a Butler, altri 5 giocatori (26 punti per Robinson). “Ci eravamo molto vicini”, si morde la lingua coach Vogel. E mentre il collega Spoelstra si gode Butler (“ogni giovane dovrebbe studiare Jimmy, è il perfetto esempio di giocatore che si dà da fare sui due lati del campo”), i Lakers si preparano per gara 6 e il secondo match-point: appuntamento per domenica notte. LEGGI TUTTO

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    NBA, pochi spettatori per le finali: record negativo

    ROMA – Lo spettacolo di Los Angeles Lakers e Miami Heat nelle finali di Nba non è riuscito ad attirare i numeri di telespettatori che gli organizzatori si aspettavano. L’audience per le prime quattro partite è crollato rispetto allo scorso anno, anche a causa della pandemia che ha costretto a concentrare nello stesso periodo tantissimi eventi sportivi come mai prima d’ora. La terza partita delle serie ha attirato solo 5,9 milioni di spettatori negli Usa, record negativo da quando le finali hanno iniziato a essere trasmesse sistematicamente in diretta nel 1982 e nessuna delle altre ha superato gli otto milioni. Alcuni esponenti del partito repubblicano e commentatori conservatori hanno attribuito il crollo a quella che considerano la politicizzazione della Nba, cominciata con lo sciopero dei giocatori per protestare contro il ferimento del 29enne di colore Jacob Blake, colpito alle spalle con sette proiettili da un poliziotto a Kenosha, in Wisconsin. La North American Basketball League, accogliendo le richieste degli atleti, hanno fatto dipingere sul parquet dell’impianto le parole “Black Lives Matter” e permesso loro di apporre messaggi sulle magliette al posto del nome. Lo stesso presidente Donald Trump aveva dichiarato che l’attivismo dell’Nba avrebbe finito per “distruggere il basket”. Ma per Patrick Crakes, consulente ed ex dirigente della rete Fox Sports, il calo del pubblico è dovuto principalmente alla “forte concorrenza”. Per la prima volta nella storia, infatti, tutti e quattro i principali campionati, Nba, Mlb (baseball), Nhl (hockey) e Nfl (football americano) hanno giocato in contemporanea a settembre e tutti ne hanno risentito, con flessioni significative negli ascolti. LEGGI TUTTO