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    Torneo Wevza U16F, coach D’Aniello: “Venderemo sicuramente cara la pelle”

    Di Redazione La Nazionale Under 16 femminile, dopo il collegiale svolto al Centro Federale Pavesi di Milano, scenderà in campo domani a Chiavenna (SO) nel Torneo Wevza (31 marzo – 4 aprile). In palio un posto per i prossimi Campionati Europei di categoria. Oltre all’Italia parteciperanno alla competizione Portogallo, Belgio, Francia, Germania e Olanda, mentre la Spagna ha rinunciato. Il torneo è composto da due gironi: Girone A (Italia, Francia, Belgio) e Girone B (Olanda, Germania e Portogallo). Le nazionali si sfideranno con la formula del round robin e le prime due classificate per girone si affronteranno nelle semifinali e finali 1°-4° posto. Le terze e le quarte classificate, invece, si contenderanno i posti dal 5° al 6°. Nonostante i tornei saranno a porte chiuse, gli appassionati potranno seguire tutte le gare delle nazionali italiane in diretta streaming sul canale Youtube della Federazione Italiana Pallavolo (QUI). Il Torneo Wevza rappresenta il primo appuntamento ufficiale per le azzurrine guidate dal tecnico federale Pasquale D’Aniello. “E’ ora di tornare finalmente in campo – sottolinea il Ct dell’U16 Femminile -. Nelle scorse settimane si è insediato un nuovo Consiglio Federale ed è un nuovo inizio per tutti. Siamo i primi che riprendono l’attività e abbiamo la responsabilità di essere i capifila di questa nuova partenza. Ci auguriamo anche che sia un buon inizio anche in termini di risultati. C’è qualche timore per questo ‘debutto’ di stagione perché ricominciamo in modo molto veloce: abbiamo avuto poco tempo per preparare questa manifestazione che ha un ruolo importantissimo, perché mette in palio la qualificazione agli Europei, e potrebbe darci la possibilità di proseguire l’attività per tutta l’estate. A questo si deve poi aggiungere il fatto che stiamo lavorando con un gruppo di ragazze che abbiamo visto solo in un’altra occasione per cinque allenamenti, e quindi le conosciamo relativamente”. I cinque intensi giorni di lavoro del collegiale di Milano sono serviti per ultimare la selezione delle atlete e la preparazione in vista del Torneo. “E’ un gruppo composto da atlete nate nel 2006 che, a causa della pandemia, nel primo anno di attività non è riuscito a lavorare – prosegue D’Aniello -. Siamo stati fermi da marzo 2020 a tutto agosto. Poi a settembre siamo riusciti a ripartire anche grazie al lavoro fatto sul territorio dai selezionatori regionali, visto che noi non potevamo spostarci. Ci siamo dovuti affidare a loro e al lavoro delle società che hanno operato bene. I risultati di quanto di buono è stato fatto nei mesi passati lo vediamo in questi giorni: queste ragazze nonostante la pandemia, nonostante le difficoltà e i problemi, dimostrano di aver recepito certi messaggi e siamo nelle condizioni di poter affrontare la manifestazione. Certo non sono le condizioni ideali, ma sono comunque buone rispetto al tempo a disposizione e al periodo che siamo vivendo e venderemo sicuramente cara la pelle”.  Il Wevza di quest’anno, rispetto alle passate edizioni, sarà ancor più pieno di incognite. “Storicamente le Nazionali che in questa fascia d’età hanno qualcosa in più da mostrare sono Germania e Olanda, con il Belgio è normalmente una buona outsider – conclude il tecnico delle azzurrine -. Questo è quello accade solitamente in condizioni standard. Adesso non sappiamo realmente quali possano essere le condizioni generali. Da mercoledì, quando scenderemo in campo, cercheremo di capire giorno per giorno come affrontare al meglio la manifestazione”. Le 12 azzurrine convocate dal Tecnico Federale Pasquale D’Aniello: Martina Capponcelli, Irene Mescoli, Linda Manfredini, Dalila Marchesini (SCUOLA PALLAVOLO ANDERLINI); Angela Coba, Claudia Talerico (VISETTE VOLLEY); Aurora Del Freo, Erika Esposito, Vittoria Tonelli (VOLLEYRO’ CASAL DE PAZZI); Maia Carlotta Monaco (FUTURA VOLLEY GIOVANI); Amelie Vighetto (IN VOLLEY CHIERI-CAMBIANO); Federica Baratella (AMATORI ATL. ORAGO). Palazzetto: Palamaloggia, Chiavenna (SO) I GIRONI                   Pool A: Italia, Francia, BelgioPool B: Olanda, Germania, Portogallo IL CALENDARIO    31/03: Olanda-Portogallo (ore 16.30); Italia-Belgio (ore 19)01/04: Francia-Belgio (ore 16.30); Germania-Portogallo (ore 19)02/04: Olanda-Germania (ore 16.30); Italia-Francia (ore 19)03/04: 3° Pool A-4° Pool B (ore 14); 1° Pool A-2° Pool B (ore 16.30); 1° Pool B-2° Pool A (ore 19)04/04: Finale 5/6 posto (ore 14); Finale 3/4 posto (ore 16.30); Finale 1/2 posto (ore 19) Tutte le gare delle nazionali italiane sono disponibili nelle rispettive playlist: Torneo femminile QUITorneo maschile QUI (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Uliveto e Federazione Italiana Pallavolo ancora insieme per tre anni

    Di Redazione Il rapporto tra Uliveto e la Federazione Italiana Pallavolo è destinato a durare ancora a lungo. Uliveto – Acqua della salute, fornitore ufficiale della Fipav dal 2016, sarà infatti al fianco del volley azzurro per le prossime tre stagioni 2021-2022-2023, accompagnando le Nazionali Azzurre durante un anno particolare, ricco di eventi (Volleball Nations League a Rimini, Campionati Europei), che avrà il suo momento clou nei Giochi Olimpici di Tokyo 2021. L’accordo, della durata triennale, è stato siglato dalla Fipav e dalla Co.Ge.Di. nei giorni scorsi, con la presentazione di una grande novità: la presenza di Acqua Uliveto sui campi del Campionato Italiano di Beach Volley e nell’attività svolta dal Sitting Volley; abbracciando così totalmente il mondo della Federazione Italiana Pallavolo.           (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Paola Egonu su Freeda: “Ho sofferto tanto per la mia diversità”

    Di Redazione
    Sempre più al centro dell’attenzione mediatica anche al di fuori del mondo del volley, Paola Egonu è protagonista oggi di un’intervista realizzata da Freeda, progetto editoriale online dedicato al mondo femminile. Un dialogo che, partendo dallo sport, si sviluppa su temi molto personali: “La cosa che mi piace di più della pallavolo – spiega Paola – è la complicità che si crea tra le compagne di squadra. Ho trovato tante amiche nel volley, mi lego molto facilmente alle persone, anche se per me è difficile aprirmi“.
    “Sembra strano – continua l’opposta della nazionale – ma quando ero piccola ho sofferto tanto per la mia diversità, il colore della pelle, la mia altezza: mi sento spesso un po’ a disagio, ma con le mie compagne di squadra è più semplice perché anche loro, più o meno, hanno vissuto le stesse esperienze. Io, inoltre mi mostro sempre molto forte e non mi piace mostrare le mie debolezze: devo essere sicura di potermi fidare prima di mostrare la completa Paola, che non è solo quella in campo, forte e determinata“.
    La campionessa dell’Imoco Volley Conegliano parla anche del rapporto con il suo corpo: “È ciò che mi permette di fare quello che faccio. Mi piaccio tanto: ognuno ha le proprie insicurezze e le ho anche io, però ringrazio il mio corpo. Mi vedo come un’arte, quindi sono io che decido come devo essere“.
    La battuta finale dell’intervista è sugli obiettivi sportivi: “Il prossimo sono le Olimpiadi, se tutto dovesse andare bene mi piacerebbe giocarle con la consapevolezza che ho adesso. La prima volta ero una bimba, mi sono ritrovata lì con tutte emozioni nuove: adesso sono un’altra persona, viverla oggi con questi occhi e questa mente sarebbe diverso“.
    (fonte: Freeda) LEGGI TUTTO

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    Imoco, Egonu: “Il nostro sogno è tramutare in oro quell’argento di Yokohama”

    Di Redazione
    Una delle giocatrici più forti al mondo con la sua forza e la sua tenacia è pronta per l’estate azzurra anche se per ora la testa è rivolta alla fine del campionato. Paola Egonu, opposto della Nazionale Italiana e dell’Imoco Volley Conegliano punta lo sguardo verso le Olimpiadi di Tokyo rimandate di un anno a causa della pandemia. Ecco la sua bella intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
    Il presidente del Coni Malagò, in un’intervista a ‘Repubblica’, ha parlato di “un nome a sorpresa” che ha in mente per il ruolo di portabandiera nella cerimonia di apertura dell’Olimpiade di Tokyo. E se quel nome fosse il suo? «Mi piacerebbe, sarebbe un onore immenso. Ma io non ho saputo nulla e non ho parlato con nessuno. Però ci spero, è chiaro. Bello, bello. Ma dobbiamo aspettare. Come si fa a non emozionarsi, al solo pensiero di rappresentare un Paese, il tuo Paese?».
    Tutto questo è iniziato molto lontano da qui. In Giappone, durante il Mondiale 2018, chiuso con una finale persa all’ultimo punto dell’ultimo set. È stata la sua svolta? «Una grande botta ma anche una svolta per tutte noi e il coronamento di un lavoro di prospettiva che ancora però deve arrivare a compimento».
    Tokyo è il punto di arrivo? «Il nostro sogno, il nostro grandissimo desiderio è tramutare in oro quell’argento di Yokohama. Si gioca poco lontano dal palazzetto del Mondiale. Torniamo in Giappone per prenderci qualcosa di più grande di quel che abbiamo perso allora».
    La Nazionale, causa pandemia, non gioca da un anno. Le manca? «Moltissimo, sopra ogni cosa».
    Anche a Tokyo probabilmente si giocherà a porte chiuse. «Lo so, e mi dispiace, perché avrei voluto la mia famiglia a tifare per me. Ma se è necessario, se questo potrà salvare l’Olimpiade, lasciamo che sia. Ho 22 anni, la prossima è fra 3, avremo altre occasioni. L’Olimpiade ora, pur nella difficoltà del momento, darebbe un segnale di speranza a tutto il mondo».
    Pensa che gli atleti olimpici debbano essere vaccinati in maniera prioritaria? «Sono favorevole al fatto che gli atleti possano fare il vaccino. La gente sa cosa stiamo andando a giocarci, e sarebbe come se ci dicesse “andate lì e fate qualcosa di straordinario anche per noi”. Sarebbe importante, credo, a titolo di esempio per tutti. Come dire: vaccinarsi è importante. Ma decide la politica».
    Il ricco Fenerbahfe la vorrebbe in Turchia ed è pronto a offrirle uno stipendio da un milione di euro. Lei che dice? Accetta? «La cifra è importante, ma nella mia visione delle cose vengono prima altri aspetti: la crescita personale e tecnica, l’amicizia, il sentirmi a mio agio. Ho bisogno di certezze e a Conegliano ne ho tante, ho tutto quello che voglio».
    Esprima un desiderio. «Respirare serenamente, senza mascherine. E rivedere i palazzetti pieni. Sarò superemozionata e supernervosa quel giorno. Sarà come agli inizi. Sarà come tornare a giocare per la prima volta». LEGGI TUTTO

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    Torna a radunarsi la nazionale femminile di sitting volley

    Di Redazione
    Torna a radunarsi la nazionale femminile di sitting volley, che dopo il precedente ritiro di Pisa terminato il 31 gennaio, si ritroverà sotto gli occhi vigili del Tecnico Federale Amauri Ribeiro al Centro di Preparazione Olimpica Acqua Acetosa Giulio Onesti di Roma dall’11 al 14 febbraio.
    Questo l’elenco delle atlete convocate: Giulia Aringhieri, Giulia Bellandi, Eva Ceccatelli, Sara Cirelli, Elisa Spediacci (Dream Volley Pisa ASD); Flavia Barigelli (A.S.D. ASTROLABIO 2000); Raffaela Battaglia (Volley Cenide Villa S.G.); Silvia Biasi (Volley Codognè); Francesca Bosio (Argentario Calisio Volley.); Sara Desini (Pallavolo Olbia); Francesca Fossato (ASD Sitting Volley Chieri); Roberta Pedrelli (Volley Club Cesena); Alessandra Vitale (Nola città dei gigli).
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Egonu sulle Olimpiadi: “Senza simboli? Senza essere riconosciute? Sarebbe stato troppo triste”

    Di Redazione
    Rischio evitato per l’Italia: ieri il Governo, tramite decreto, ha approvato l’autonomia del CONI, salvando di fatto l’inno e la bandiera tricolore alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2021.
    In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera – Sport, Paola Egonu non si limita nell’esternare la propria emozione sulla possibilità di competere indossando la maglia azzurra a cui è tanto legata: «Certo che canto l’inno. A squarciagola. L’ultima strofa poi — siam pronti alla morte, l’Italia chiamò —, addirittura, la urlo. E, da lì, scendo in battaglia».
    Paola come se la immagina l’Olimpiade del suo debutto?
    «Ne parlo spesso con Miriam Sylla, che oltre ad essere mia compagna di squadra a Conegliano e in Nazionale è la mia migliore amica. Fantastichiamo e pensiamo che sì, i Giochi saranno diversi da qualsiasi grande torneo al quale abbiamo partecipato. Sarò diversa anch’io: non sono più una bambina. Ho vissuto le qualificazioni sulla mia pelle, ho una maggiore consapevolezza. Parte del sogno, volare in Giappone, si è avverata».
    Scampato il pericolo della punizione del Cio, potrà mettere in valigia la bandiera tricolore e l’altra metà del sogno.
    «Ma ci pensa se fossimo dovute andare senza simboli? Giocare in bianco, sotto una bandiera neutra, senza essere riconosciute… No, sarebbe stato troppo triste».
    Cos’ha di speciale indossare la maglia dell’Italia?
    «Fa sentire la responsabilità, ma lo dico in senso positivo. Io lavoro anche per tutte le ragazze che sognano di essere al mio posto».
    Perché cantare l’inno è un rituale importante?
    «È una parte preziosa della nostra preparazione mentale prima del match. Stiamo in fila, ci teniamo per mano, scendiamo in campo e ci allineiamo. Parte la musica. Sull’ultima strofa, con l’urlo, buttiamo fuori tutta la tensione. Da quel punto è tutto fuoco: si va in battaglia».
    Si parla di vaccini per gli atleti. Lei come la pensa?
    «Penso sia corretto chiederci di farlo per non vivere la preoccupazione del virus, a Tokyo, 24 ore su 24. È l’unico modo di proteggersi. Di più: è necessario».
    Gli atleti che passano davanti alle fasce di cittadini che hanno la priorità rischiano di sollevare un polverone, però.
    «È sacrosanto che ci sia un ordine di priorità nel vaccinarsi, ci mancherebbe. Il vaccino però protegge noi e chi ci sta intorno. E il messaggio dell’Olimpiade sarebbe importante per tutta l’umanità durante questa pandemia: c’è una speranza, c’è lo sport che continua, c’è un futuro. I Giochi di Tokyo sarebbero una ripartenza per tutti».
    Paola confessi: a fine stagione accetterà la faraonica offerta del Fenerbahce, un milione di euro a stagione per andare a giocare in Turchia? Oltre che la più forte, diventerebbe la giocatrice più pagata del mondo.
    (ride) «Non ho ancora deciso…E anche se dovessi accettare, il mio pensiero comunque non cambierebbe: l’Italia è casa mia, azzurra è la mia maglia». LEGGI TUTTO

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    Anna Danesi e le azzurre del Sitting Volley ospiti a “La palestra delle idee”

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    “La Palestra delle Idee”, l’iniziativa online lanciata dal Comitato Italiano Paralimpico con l’obiettivo di rappresentare lo sport paralimpico come elemento di crescita culturale e sociale del paese nonché come strumento di riscatto personale e di inclusione delle persone disabili, avrà come protagonisti della puntata di venerdì 4 dicembre (ore 10.00) la pallavolo e il Sitting Volley.
    Moderate da Sandro Fioravanti, nello studio virtuale saranno infatti presenti la centrale azzurra Anna Danesi e le colleghe della nazionale italiana di Sitting Volley Giulia Aringhieri, Giulia Bellandi e Francesca Bosio. Insieme le quattro atlete ricostruiranno la stagione appena trascorsa, segnata dall’ormai noto forzato stop causato dalla pandemia di Covid-19 che ha costretto società e nazionali a riprogrammare tutte le attività e a sviluppare nuove forme di allenamento a distanza, con un occhio anche al presente e al prossimo futuro.       
    Anna Danesi parlerà della sua esperienza tra le fila della Saugella Monza e nella nazionale azzurra, qualificata alle Olimpiadi di Tokyo, illustrando anche i prossimi appuntamenti e i suoi obiettivi per il futuro. Le azzurre del sitting volley Aringhieri, Bellandi e Bosio racconteranno come stanno vivendo l’attesa per la partecipazione ai prossimi Giochi Paralimpici di Tokyo nel 2021, giochi per i quali hanno da tempo staccato uno storico e strameritato pass, il primo nella storia azzurra del sitting.
    L’appuntamento sarà visibile in diretta attraverso i canali Facebook, Twitter e YouTube del Comitato Italiano Paralimpico.
    Pensato anche come strumento utile per la formazione a distanza delle scuole, il concept de “La palestra delle idee” si basa principalmente sulla volontà di fondere la dimensione sportiva a quella culturale, sviluppando la rappresentazione di un coach (l’ospite) in grado di trasmettere i propri valori, le sue emozioni e le sue conoscenze agli atleti e agli spettatori collegati, con lo scopo di alimentare un costruttivo dibattito sulle tematiche affrontate.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO