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    Imoco, Egonu: “Il nostro sogno è tramutare in oro quell’argento di Yokohama”

    Di Redazione
    Una delle giocatrici più forti al mondo con la sua forza e la sua tenacia è pronta per l’estate azzurra anche se per ora la testa è rivolta alla fine del campionato. Paola Egonu, opposto della Nazionale Italiana e dell’Imoco Volley Conegliano punta lo sguardo verso le Olimpiadi di Tokyo rimandate di un anno a causa della pandemia. Ecco la sua bella intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
    Il presidente del Coni Malagò, in un’intervista a ‘Repubblica’, ha parlato di “un nome a sorpresa” che ha in mente per il ruolo di portabandiera nella cerimonia di apertura dell’Olimpiade di Tokyo. E se quel nome fosse il suo? «Mi piacerebbe, sarebbe un onore immenso. Ma io non ho saputo nulla e non ho parlato con nessuno. Però ci spero, è chiaro. Bello, bello. Ma dobbiamo aspettare. Come si fa a non emozionarsi, al solo pensiero di rappresentare un Paese, il tuo Paese?».
    Tutto questo è iniziato molto lontano da qui. In Giappone, durante il Mondiale 2018, chiuso con una finale persa all’ultimo punto dell’ultimo set. È stata la sua svolta? «Una grande botta ma anche una svolta per tutte noi e il coronamento di un lavoro di prospettiva che ancora però deve arrivare a compimento».
    Tokyo è il punto di arrivo? «Il nostro sogno, il nostro grandissimo desiderio è tramutare in oro quell’argento di Yokohama. Si gioca poco lontano dal palazzetto del Mondiale. Torniamo in Giappone per prenderci qualcosa di più grande di quel che abbiamo perso allora».
    La Nazionale, causa pandemia, non gioca da un anno. Le manca? «Moltissimo, sopra ogni cosa».
    Anche a Tokyo probabilmente si giocherà a porte chiuse. «Lo so, e mi dispiace, perché avrei voluto la mia famiglia a tifare per me. Ma se è necessario, se questo potrà salvare l’Olimpiade, lasciamo che sia. Ho 22 anni, la prossima è fra 3, avremo altre occasioni. L’Olimpiade ora, pur nella difficoltà del momento, darebbe un segnale di speranza a tutto il mondo».
    Pensa che gli atleti olimpici debbano essere vaccinati in maniera prioritaria? «Sono favorevole al fatto che gli atleti possano fare il vaccino. La gente sa cosa stiamo andando a giocarci, e sarebbe come se ci dicesse “andate lì e fate qualcosa di straordinario anche per noi”. Sarebbe importante, credo, a titolo di esempio per tutti. Come dire: vaccinarsi è importante. Ma decide la politica».
    Il ricco Fenerbahfe la vorrebbe in Turchia ed è pronto a offrirle uno stipendio da un milione di euro. Lei che dice? Accetta? «La cifra è importante, ma nella mia visione delle cose vengono prima altri aspetti: la crescita personale e tecnica, l’amicizia, il sentirmi a mio agio. Ho bisogno di certezze e a Conegliano ne ho tante, ho tutto quello che voglio».
    Esprima un desiderio. «Respirare serenamente, senza mascherine. E rivedere i palazzetti pieni. Sarò superemozionata e supernervosa quel giorno. Sarà come agli inizi. Sarà come tornare a giocare per la prima volta». LEGGI TUTTO

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    Torna a radunarsi la nazionale femminile di sitting volley

    Di Redazione
    Torna a radunarsi la nazionale femminile di sitting volley, che dopo il precedente ritiro di Pisa terminato il 31 gennaio, si ritroverà sotto gli occhi vigili del Tecnico Federale Amauri Ribeiro al Centro di Preparazione Olimpica Acqua Acetosa Giulio Onesti di Roma dall’11 al 14 febbraio.
    Questo l’elenco delle atlete convocate: Giulia Aringhieri, Giulia Bellandi, Eva Ceccatelli, Sara Cirelli, Elisa Spediacci (Dream Volley Pisa ASD); Flavia Barigelli (A.S.D. ASTROLABIO 2000); Raffaela Battaglia (Volley Cenide Villa S.G.); Silvia Biasi (Volley Codognè); Francesca Bosio (Argentario Calisio Volley.); Sara Desini (Pallavolo Olbia); Francesca Fossato (ASD Sitting Volley Chieri); Roberta Pedrelli (Volley Club Cesena); Alessandra Vitale (Nola città dei gigli).
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Egonu sulle Olimpiadi: “Senza simboli? Senza essere riconosciute? Sarebbe stato troppo triste”

    Di Redazione
    Rischio evitato per l’Italia: ieri il Governo, tramite decreto, ha approvato l’autonomia del CONI, salvando di fatto l’inno e la bandiera tricolore alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2021.
    In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera – Sport, Paola Egonu non si limita nell’esternare la propria emozione sulla possibilità di competere indossando la maglia azzurra a cui è tanto legata: «Certo che canto l’inno. A squarciagola. L’ultima strofa poi — siam pronti alla morte, l’Italia chiamò —, addirittura, la urlo. E, da lì, scendo in battaglia».
    Paola come se la immagina l’Olimpiade del suo debutto?
    «Ne parlo spesso con Miriam Sylla, che oltre ad essere mia compagna di squadra a Conegliano e in Nazionale è la mia migliore amica. Fantastichiamo e pensiamo che sì, i Giochi saranno diversi da qualsiasi grande torneo al quale abbiamo partecipato. Sarò diversa anch’io: non sono più una bambina. Ho vissuto le qualificazioni sulla mia pelle, ho una maggiore consapevolezza. Parte del sogno, volare in Giappone, si è avverata».
    Scampato il pericolo della punizione del Cio, potrà mettere in valigia la bandiera tricolore e l’altra metà del sogno.
    «Ma ci pensa se fossimo dovute andare senza simboli? Giocare in bianco, sotto una bandiera neutra, senza essere riconosciute… No, sarebbe stato troppo triste».
    Cos’ha di speciale indossare la maglia dell’Italia?
    «Fa sentire la responsabilità, ma lo dico in senso positivo. Io lavoro anche per tutte le ragazze che sognano di essere al mio posto».
    Perché cantare l’inno è un rituale importante?
    «È una parte preziosa della nostra preparazione mentale prima del match. Stiamo in fila, ci teniamo per mano, scendiamo in campo e ci allineiamo. Parte la musica. Sull’ultima strofa, con l’urlo, buttiamo fuori tutta la tensione. Da quel punto è tutto fuoco: si va in battaglia».
    Si parla di vaccini per gli atleti. Lei come la pensa?
    «Penso sia corretto chiederci di farlo per non vivere la preoccupazione del virus, a Tokyo, 24 ore su 24. È l’unico modo di proteggersi. Di più: è necessario».
    Gli atleti che passano davanti alle fasce di cittadini che hanno la priorità rischiano di sollevare un polverone, però.
    «È sacrosanto che ci sia un ordine di priorità nel vaccinarsi, ci mancherebbe. Il vaccino però protegge noi e chi ci sta intorno. E il messaggio dell’Olimpiade sarebbe importante per tutta l’umanità durante questa pandemia: c’è una speranza, c’è lo sport che continua, c’è un futuro. I Giochi di Tokyo sarebbero una ripartenza per tutti».
    Paola confessi: a fine stagione accetterà la faraonica offerta del Fenerbahce, un milione di euro a stagione per andare a giocare in Turchia? Oltre che la più forte, diventerebbe la giocatrice più pagata del mondo.
    (ride) «Non ho ancora deciso…E anche se dovessi accettare, il mio pensiero comunque non cambierebbe: l’Italia è casa mia, azzurra è la mia maglia». LEGGI TUTTO

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    Anna Danesi e le azzurre del Sitting Volley ospiti a “La palestra delle idee”

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    “La Palestra delle Idee”, l’iniziativa online lanciata dal Comitato Italiano Paralimpico con l’obiettivo di rappresentare lo sport paralimpico come elemento di crescita culturale e sociale del paese nonché come strumento di riscatto personale e di inclusione delle persone disabili, avrà come protagonisti della puntata di venerdì 4 dicembre (ore 10.00) la pallavolo e il Sitting Volley.
    Moderate da Sandro Fioravanti, nello studio virtuale saranno infatti presenti la centrale azzurra Anna Danesi e le colleghe della nazionale italiana di Sitting Volley Giulia Aringhieri, Giulia Bellandi e Francesca Bosio. Insieme le quattro atlete ricostruiranno la stagione appena trascorsa, segnata dall’ormai noto forzato stop causato dalla pandemia di Covid-19 che ha costretto società e nazionali a riprogrammare tutte le attività e a sviluppare nuove forme di allenamento a distanza, con un occhio anche al presente e al prossimo futuro.       
    Anna Danesi parlerà della sua esperienza tra le fila della Saugella Monza e nella nazionale azzurra, qualificata alle Olimpiadi di Tokyo, illustrando anche i prossimi appuntamenti e i suoi obiettivi per il futuro. Le azzurre del sitting volley Aringhieri, Bellandi e Bosio racconteranno come stanno vivendo l’attesa per la partecipazione ai prossimi Giochi Paralimpici di Tokyo nel 2021, giochi per i quali hanno da tempo staccato uno storico e strameritato pass, il primo nella storia azzurra del sitting.
    L’appuntamento sarà visibile in diretta attraverso i canali Facebook, Twitter e YouTube del Comitato Italiano Paralimpico.
    Pensato anche come strumento utile per la formazione a distanza delle scuole, il concept de “La palestra delle idee” si basa principalmente sulla volontà di fondere la dimensione sportiva a quella culturale, sviluppando la rappresentazione di un coach (l’ospite) in grado di trasmettere i propri valori, le sue emozioni e le sue conoscenze agli atleti e agli spettatori collegati, con lo scopo di alimentare un costruttivo dibattito sulle tematiche affrontate.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Paola Egonu, ragazza da copertina: “Ma non voglio essere un’icona”

    Di Redazione
    Il personaggio più in vista della pallavolo azzurra diventa un simbolo delle donne italiane: quella dedicata a Paola Egonu da Donna Moderna è qualcosa di più di una semplice copertina, accompagnata peraltro da un servizio in cui l’opposto della nazionale diventa indossatrice di abiti di alta moda e non solo. Nell’intervista di Gianluca Ferraris, Paola parte proprio dal suo rapporto con la moda (“passo le mie giornate in tuta e mi piace, ma mi piace anche cambiare look appena posso“) per raccontare la sua storia e il suo carattere anche a chi non è un appassionato di volley.
    Anche in questa occasione, come spesso in passato, Egonu rivendica la sua italianità e rifiuta decisamente il ruolo di “eroina” dell’integrazione attribuitole dai media: “L’affetto della gente ci onora e sta contribuendo ad avvicinare tante ragazzine a uno sport bellissimo, e che ha bisogno di più attenzioni. Ma la vastità di reazioni, a volte polemiche e strumentali, mi ha stupita. Io sono italiana, le mie compagne di colore sono italiane, indipendentemente dalle origini. Non ci tengo a essere l’icona di qualcosa di più grande“.
    E sugli episodi di razzismo, più volte evocati nel corso delle sue interviste, la bomber dell’Imoco aggiunge: “Ferisce, fa stare male, ti porta a chiederti come nel 2020 le persone possano reagire ancora così nei confronti del diverso. Che poi diverso non è. Difficile trovare antidoti, soprattutto perché la situazione non migliora negli anni. Io riesco a non farmi influenzare, ma chi è più sensibile va aiutato a capire che la persona in difetto ­ per educazione, comprensione, pregiudizio­ è quella che hai di fronte, e non certo tu“.
    Dopo aver stoppato ogni speculazione sul suo “coming out” (“Non intendo tornare sull’argomento né parlare della mia vita privata“) Paola conclude l’intervista con una riflessione sul rapporto tra la sua vita da atleta e la quotidianità: “I valori che inseguo nella vita di tutti i giorni sono gli stessi, ed è stato lo sport a trasmettermeli: pazienza, disponibilità, sacrificio, passione. Ma non trascuro altri percorsi di crescita. Sto studiando Economia aziendale, ramo psicoeconomia: non ha a che fare con la mia vita di oggi ma mi interessa e mi stimola. Ah, e fuori dal campo sorrido di più“. LEGGI TUTTO

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    Bonitta: “Conegliano farà il vuoto, può vincere anche la Champions”

    Di Redazione
    Che l’Imoco Volley Conegliano sia la grande favorita per la vittoria del campionato di Serie A1 femminile non c’è alcun dubbio. Ma se lo si chiede a Marco Bonitta, attuale allenatore della Consar Ravenna maschile ma protagonista di un’indimenticabile parabola con la nazionale delle donne, il giudizio è ancora più netto. Lo ha fatto Piero Giannico in un’intervista per Tuttosport: “Basandoci sulle prime indicazioni stagionali – è stata la risposta – Conegliano con le altre formazioni non è nemmeno da mettere a confronto. Farà presto il vuoto in A1 e può vincere anche la Champions“.

    “Il campionato italiano femminile – ha continuato Bonitta – non è, come quello maschile, il migliore al mondo. Nella Superlega le ultime due della classe, se trovano la giornata giusta in momenti decisivi della stagione, possono fare punti contro le prime 4 della classifica, fattore rarissimo tra le donne. La A1 ha raggiunto un suo standard che ha permesso negli ultimi anni di vincere in Europa, ma sicuramente i miei tempi, quelli della fine degli anni ’90 per intenderci, non ci sono più. C’erano budget importanti rispetto a quelli di oggi; allora in A1 giocavano le cubane, le brasiliane, le russe più forti al mondo“.
    L’ex CT azzurro è fiducioso anche sulla nazionale femminile in chiave olimpica: “Mazzanti ha le idee molto chiare ed è un vincente. Il gruppo non è più giovane, ma è consapevole del proprio potenziale“. Similitudini con l’Italia campione del mondo nel 2002? “Qualcuno si dimentica che prima di Berlino, nel 2001, siamo stati argento agli Europei, sconfitti per 3-2 dalla Russia. Questa nazionale vive la nostra stessa condizione, fase di passaggio e di responsabilità come allora. Avevamo Togut, stellare, adesso c’è l’opposto più forte al mondo, Egonu, e altre atlete di grande livello come le mie“. LEGGI TUTTO