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    Ducati, Bagnaia e il trionfo in MotoGP: “Merito della VR46 Academy”

    ROMA – Al quarto anno in MotoGP è arrivato il tanto inseguito titolo di campione del mondo per Pecco Bagnaia. La crescita del pilota Ducati in tutto questo tempo è sotto gli occhi di tutti, ma il merito è anche del gruppo di colleghi facenti parte della VR46 Academy, oltre che del suo fondatore e mentore Valentino Rossi. “Non è solo l’influenza di Valentino, ma di tutte le persone che lavorano per noi a casa – le parole di Bagnaia riportate da “Speedweek” -. All’inizio era un’accademia completamente diversa, ora lavoriamo in modo davvero professionale. Abbiamo tutto. Se diciamo che vogliamo allenarci con le pocket bike, organizzano tutto. Se diciamo che vorremmo correre a Portimão prima della stagione, lo organizzano per noi. È incredibile l’aiuto che ci dannoGuarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Bagnaia
    “Se si analizzano le prestazioni in MotoGP si può vedere vedere chiaramente che tutti i piloti dell’Academy sono incredibilmente veloci – ha aggiunto Bagnaia -. Lavoriamo insieme a casa, ci spingiamo a vicenda. Quando ho visto Morbidelli vicecampione 2020 con tre vittorie è stato come un riferimento per me. Questo mi ha aiutato molto a migliorare per questo sono grato all’Academy”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bezzecchi: “Ad Assen la svolta del 2022”

    ROMA – Marco Bezzecchi ha parlato in un’intervista realizzata dal team VR46, in cui ha ripercorso la sua prima stagione in MotoGP. Il pilota riminese è riuscito a vincere il titolo di rookie of the year, grazie a una crescita enorme nella seconda parte del Mondiale. “Il titolo di Rookie of the Year era un obiettivo dall’inizio dell’annata, ma senza troppa pressione – ha affermato -. Ci tenevo perché era la mia ultima possibilità di centrarlo dopo averlo mancato, sia in Moto3, sia in Moto2. Era la mia ultima chance e l’ho presa”. Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Bezzecchi
    “Sulla Ducati ho avuto un feeling fantastico, velocità, accelerazione e frenata mi hanno colpito molto, poi ad Assen è scattato qualcosa – ha aggiunto Bezzecchi -. Da quel momento ho iniziato a spingere ancora di più per vivere altri giorni cosi intensi insieme alla squadra. L’obiettivo di Rookie of the year l’ho colto in Australia su una pista che mi piace e dove ho fatto una grande gara senza pensare troppo. Questa MotoGP ha un livello senza precedenti: tutte le moto sono praticamente factory, le differenze tra ufficiali e independenti sono minime e tutti possono essere competitivi. È la miglior griglia di sempre”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bezzecchi: “Nel 2022 obiettivo raggiunto, ecco quando è stata la svolta”

    ROMA –  “Il titolo di Rookie of the Year era un obiettivo dall’inizio dell’annata, ma senza troppa pressione. Ci tenevo perché era la mia ultima possibilità di centrarlo dopo averlo mancato, sia in Moto3, sia in Moto2. Era la mia ultima chance e l’ho presa”. Marco Bezzecchi ha parlato così in un’intervista realizzata dal team VR46, in cui ha ripercorso la sua prima stagione in MotoGP. Il pilota riminese è riuscito a vincere il titolo di rookie of the year, grazie a una crescita enorme nella seconda parte del Mondiale.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Le parole di Bezzecchi
    “Sulla Ducati ho avuto un feeling fantastico, velocità, accelerazione e frenata mi hanno colpito molto, poi ad Assen è scattato qualcosa – ha aggiunto Bezzecchi -. Da quel momento ho iniziato a spingere ancora di più per vivere altri giorni cosi intensi insieme alla squadra. L’obiettivo di Rookie of the year l’ho colto in Australia su una pista che mi piace e dove ho fatto una grande gara senza pensare troppo. Questa MotoGP ha un livello senza precedenti: tutte le moto sono praticamente factory, le differenze tra ufficiali e independenti sono minime e tutti possono essere competitivi. È la miglior griglia di sempre”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Vinales: “Nel 2023 avremo molta più pressione in Aprilia”

    ROMA – Maverick Vinales ha parlato in vista della stagione 2023 di MotoGP, in cui lui e Aprilia saranno chiamati a riconfermarsi dopo una stagione ad alto livello in classe regina. Il pilota spagnolo, dopo le difficoltà e il brusco addio alla Yamaha, ha raccolto tre podi nel 2022. “Ogni anno è diverso – ha detto -. Ovviamente avremo molta più pressione l’anno prossimo, è normale ed è una buona cosa, perché dobbiamo migliorare e chiarire l’obiettivo. Penso che possiamo fare davvero un buon lavoro. Dobbiamo lavorare bene e con intelligenza”. 
    Le parole di Vinales
    “All’inizio della stagione ho avuto un po’ di problemi, non conoscevo la moto, ma penso che questa stagione sia stata importante per imparare – le parole di Vinales riportate da “Speedweek” – Nell’ultima fase della stagione ho fatto molto bene in alcune sessioni, per esempio la FP4 a Phillip Island. Porto queste sessioni con me per analizzarle e lavorarci sopra. Se la moto funziona, possiamo essere molto veloci”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Vinales verso il 2023: “In Aprilia molta più pressione di quest’anno”

    ROMA –  “Ogni anno è diverso. Ovviamente avremo molta più pressione l’anno prossimo, è normale ed è una buona cosa, perché dobbiamo migliorare e chiarire l’obiettivo. Penso che possiamo fare davvero un buon lavoro. Dobbiamo lavorare bene e con intelligenza”. Maverick Vinales ha parlato così in vista della stagione 2023 di MotoGP, in cui lui e Aprilia saranno chiamati a riconfermarsi dopo una stagione ad alto livello in classe regina. Il pilota spagnolo, dopo le difficoltà e il brusco addio alla Yamaha, ha raccolto tre podi nel 2022.
    Sul 2022
    “All’inizio della stagione ho avuto un po’ di problemi, non conoscevo la moto, ma penso che questa stagione sia stata importante per imparare – le parole di Vinales riportate da “Speedweek” – Nell’ultima fase della stagione ho fatto molto bene in alcune sessioni, per esempio la FP4 a Phillip Island. Porto queste sessioni con me per analizzarle e lavorarci sopra. Se la moto funziona, possiamo essere molto veloci”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Pol Espargaro: “Honda ha sprecato tempo e soldi con me”

    ROMA – Un messaggio chiaro quello di Pol Espargaro, passato da Honda al team KTM Tech3. Il pilota catalano, già durante tutto questo Mondiale 2022 di MotoGP, si era mostrato sconteto del lavoro del team giapponese, criticando spesso la situazione come fatto anche da altri piloti. “Quelli di KTM e Honda sono due modi diversi di lavorare, e penso che il secondo sia quello sbagliato – ha detto -. Io penso questo, ma non sono nessuno per dire a qualcuno come fare le cose, sono solo un pilota”. Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Espargaro
    “E’ difficile da accettare, ma io sono solo un pilota e faccio quello che vogliono loro – le parole di Espargaro riportate da “Autosport” -. Ovviamente non mi piace sentire che abbiano sprecato tempo e denaro con me, perché avrei potuto essere più motivato e godermi di più le cose”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, in quali circuiti si cade di più? Sul podio una pista italiana

    ROMA – Sono state ben 335 le cadute viste durante l’ultima stagione di MotoGP. Tra i piloti la palma del pilota caduto più volte a terra va a Darryn Binder, a quota 27 in 20 gare. Per quanto riguarda invece i tracciati, vince il GP di Portogallo con Portimao, anche a causa della piogga scesa durante le giornate di venerdì e sabato, con ben 105 incidenti in tre giorni, seguita dal GP di Francia di Le Mans con 87 cadute, in un weekend quasi totalmente asciutto, tranne per la gara della Moto3, con la pista francese che dopo aver primeggiato nelle precedenti tre stagioni.
    Misano chiude il podio
    Al terzo posto di questa speciale classifica c’è la pista italiana di Misano, con 71 cadute, seguita da Motegi 69, con Sepang e Austin a 66. Invece per la curva più insidiosa del mondiale trionfa il Sachsenring: 21 cadute sono state registrate nella curva 1 del Liqui Moly Motorrad Grand Prix Deutschland 2022 e tra gli altri anche il futuro campione del mondo Pecco Bagnaia è rimasto coinvolto nella gara della MotoGP. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: è Portimao il circuito con il maggior numero di cadute

    ROMA – Durante le 20 gare del mondiale 2022 in classe regina sono state contate 335 cadute con Darryn Binder, a quota 27, ad aggiudicarsi lo scettro di pilota finito più volte a terra. Per quanto riguarda invece i tracciati, vince Portimao, anche a causa della piogga scesa durante le giornate di venerdì e sabato, con 105 incidenti in tre giorni, seguita dal GP di Francia di Le Mans con 87 cadute, in un weekend quasi totalmente asciutto, tranne per la gara della Moto3, con la pista francese che abdica questa speciale classifica in cui ha primeggiato nelle precedenti tre stagioni.
    Misano chiude il podio
    Al terzo posto si piazza la pista di Misano, con 71 cadute, seguita da Motegi 69, con Sepang e Austin a 66. Per quanto riguarda invece la curva più insidiosa del calendario è stata quella del Sachsenring: 21 cadute sono state registrate nella curva 1 del Liqui Moly Motorrad Grand Prix Deutschland 2022 e tra gli altri anche il futuro campione del mondo Pecco Bagnaia è rimasto coinvolto nella gara della MotoGP. LEGGI TUTTO