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    Tokyo, gli individualismi non bastano. Italia? Tirare una riga e ricominciare

    Di Paolo Cozzi Con la vittoria della Francia in un tie break dalle mille emozioni si è chiusa un’edizione olimpica incredibile, con un podio fuori da ogni pronostico e tante squadre che tornano da Tokyo con un bicchiere mezzo vuoto, se non desolatamente vuoto. Il primo fallimento riguarda certamente gli Stati Uniti, per molti squadra candidata alla vittoria finale, ma che in realtà a parte lo squillo di tromba iniziale con il 3-0 magistrale alla Francia, naufragano molto in fretta. Un pur discreto Anderson paga il quasi due anni di assenza dai campi, Sanders appare l’ombra del giocatore visto in Italia e il solo De Falco non riesce a essere continuo. Male anche Micah Christenson, palleggiatore che anche a Modena ha spesso mostrato i limiti mentali, più che tecnici, finendo spesso per fare scelte sbagliate dal 20 in poi. Finisce senza attenuanti dal podio olimpico, dopo quattro finali consecutivi, il Brasile che adesso vivrà una rifondazione che non sarà semplice e immediata. La squadra è molto fisica, potete e talentuosa, quando preme sull’acceleratore e si porta avanti di qualche punto è semplicemente perfetta. Ma è nel punto a punto che questo Brasile crolla, con giocatori come Lucarelli e Wallace che concedono errori gratuiti e non riescono a essere determinanti. Un passo indietro enorme per i verdeoro che, con la sconfitta in finalina con l’Argentina, dimostrano di essere anni luce lontani dal Brasile del decennio precedente. Altra squadra che si lecca le ferite è la Polonia, che pur avendo innestato Leon in un sestetto già formidabile, rimane prigioniera delle spire francesi in un quarto di finale sfortunato per accoppiamento. Leon e Kurek sono mostruosi, attaccano entrambi oltre il 60%, eppure la difesa transalpina tiene e palla dopo palla i francesi riescono a sfiancare gli arrembanti polacchi… e adesso vediamo se ci sarà rivoluzione a partire dalla panchina. E veniamo alla nostra Nazionale, uscita mestamente in un quarto di finale apparso abbondantemente alla nostra portata, prima di scontrarsi con la lucida determinazione e la folle voglia di De Cecco e compagni. L’alibi degli infortuni, che hanno condizionato da subito la nostra squadra, è troppo facile da evocare. Resta il fatto che una squadra che ha saltato la VNL (e ho sempre difeso questa scelta) per preparare al meglio proprio la componente fisica, si è presentata a Tokyo con un Ivan rallentato da un ginocchio malconcio e ha subìto quasi subito il fastidioso problema muscolare di Giannelli che lo ha condizionato nelle gare successive. In più, giusto perchè piove sempre sul bagnato, sempre Ivan ha subìto un forte trauma ad un dito della mano sinistra, che ha azzoppato ancora di più le sue performance. Ma al netto di tutto questo, non si può essere contenti del risultato ottenuto e del cammino percorso. A partire dalla risicata vittoria con il Canada, alla brutale sconfitta con la Polonia, fino alla debacle Argentina, passando per alcune gare che ci avevano illuso come con Iran e Giappone. E sì che il primo set del quarto di finale lo abbiamo giocato proprio bene! Ottimi in battuta, precisi all’inverosimile con la correlazione muro-difesa, efficaci in attacco. Avanti anche nel secondo set, un paio di scelte non azzeccate (Pipe con Michieletto mai riuscita e primo tempo forzato con Anzani) hanno rimesso in gioco gli argentini, e da lì sono saltati molti fondamentali nel nostro campo. E il tie break è lo specchio della partita, con i sudamericani che, anche sotto di due punti, non mollano e noi che invece, messi alle corde, anzichè reagire crolliamo al tappeto. Ma è già ora di guardare al futuro, perchè con Osmany ormai fuori dagli schemi federali, bisognerà trovare in fretta la quadra di un gruppo che sarà chiamato a recuperare il tempo perduto. I Mondiali sono fra un anno e le qualificazioni olimpiche per Parigi 2024 sembrano già bussare incombenti. Riuscirà De Giorgi a dare nuova linfa al movimento, a valorizzare giovani realtà come Michieletto e a far sbocciare definitavamente quei giovani che si sono messi in luce in VNL? Il momento è complicato, quello che è certo è che il movimento intero ha bisogno del traino della Nazionale mai come adesso, ma bisognerà avere il coraggio di tirare una riga sugli ultimi anni e ripartire con entusiasmo, programmazione e voglia di sudare in palestra. LEGGI TUTTO

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    Fe Garay appende la maglia verdeoro al chiodo: “Nazionale, sei stata la mia priorità”

    Di Redazione I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 sono terminati, anche questa edizione ha chiuso i battenti. Tra sorprese, rivelazioni e delusioni, il podio è così definito: USA, Brasile e Serbia. Tra le emozioni vissute, ci sono anche quelle di chi ha disputato all’Ariake Arena gli ultimi match con la maglia della propria Nazionale. E’ il caso di Fe Garay, protagonista indiscussa del suo Brasile che è riuscita a trascinare fino alla medaglia d’argento. A comunicarlo è lei stessa con un lungo messaggio sul suo profilo Instagram: “Ancora difficile trovare le parole, è sicuramente un insieme di emozioni diverse. Nello stesso momento in cui sono sconvolta per aver perso questa finale, sono anche molto orgogliosa per questo percorso che è stato incoronato dalla medaglia d’argento. Far parte di questo gruppo di donne MERAVIGLIOSE, che è riuscita a superare ogni difficoltà, è stato qualcosa di molto bello. Nei miei sogni disputare una terza Olimpiade era di per sé un premio, tornare a casa con un’altra medaglia mi riempie di orgoglio. Saluto questa maglietta dopo quasi 20 anni di dedizione, 11 di loro nella selezione principale. Dico addio a testa alta, orgogliosa di aver sempre lasciato a questa squadra tutto il mio sforzo fisico e mentale, di aver trattato lo sport con rispetto e aver fatto del volley e della Nazionale la mia priorità in tutti questi anni. Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei amici e la tifoseria brasiliana per le preghiere, per il tifo lungo questi Giochi Olimpici e per i messaggi di affetto che mi hanno scaldato il cuore”. (Fonte: Instagram Fe garay) LEGGI TUTTO

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    La leggenda Kim Yeon-Koung dice addio alla maglia della Nazionale dopo il bronzo sfiorato

    Di Redazione Dopo la medaglia di bronzo sfiorata alle Olimpiadi di Tokyo 2020, con la Corea del Sud che cede il passo ad un’agguerrita Serbia, la capitana Kim Yeon-Koung annuncia il ritiro dalla Nazionale. Ad annunciarlo è stata lei stessa, poco dopo il termine della finale olimpica, visibilmente commossa: “Oggi è stata la mia ultima partita da giocatore della nazionale” ha detto Kim. “E’ deludente finire le Olimpiadi in questo modo. Ma sono anche felice di essere arrivata fin qui. Nessuno si aspettava che arrivassimo a questo punto, anche alcuni di noi ne dubitavano“. (Fonte: Yonhap News Agency) LEGGI TUTTO

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    La Serbia è bronzo a Tokyo: 3-0 alla Corea. Boskovic ne sigla 33

    Di Redazione Un match unidirezionale quello andato in scena all’Ariake Arena in questa notte italiana, per decretare il bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La Serbia non lascia scampo alla Corea del Sud allenata dall’italiano Lavarini, imponendosi con un secco 3-0 e dei punteggi che non lasciano spazio a fraintendimenti (25-18, 25-15, 25-15). Ormai inarrestabile, è Boskovic a trascinare la sua Serbia. 33 sono i punti che mette a segno nell’arco dei tre parziali, 25 attacchi, 2 muri e 6 aces. Un po’ sottotono Kim Yeon Koung, dall’altra parte della rete, con soli 11 punti. “Sono felice e orgogliosa di portare a casa un’altra medaglia olimpica per la pallavolo serba. Avevamo una forte motivazione per vincere questo bronzo e ora possiamo tornare a casa felici perché l’abbiamo raggiunto” è il commento della mattatrice serba. Cinica il giusto, Kim Yeon non lascia trapelare alcun dispiacere: “Non abbiamo rimpianti perché non ci aspettavamo nemmeno di arrivare così lontano ai quarti di finale e alle semifinali. È stato un grande onore realizzare qualcosa che è stato superiore alle nostre aspettative. Voglio solo che i miei compagni di squadra si rallegrino perché hanno giocato bene alle Olimpiadi”. Corea del Sud-Serbia 0-3 (18-25, 15-25, 15-25) Corea del Sud: Kim H. (8), Kim Y. (11), Park (7), Yang (5, Pyo (1), Oh, Yeum, An, Kim S., Jeong. N.E. Lee, Park E.. All. Lavarini Serbia: Busa (5), Popovic (8), Ognjenovic (4), Rasic (6), Boskovic (33), Milenkovic (2), Popovic S., Mirkovic, Blagojevic. N.E. Mihajlovic, Bjelica, Aleksic. All. Terzic (Fonte: Fivb) LEGGI TUTTO

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    Oro a stelle e strisce a Tokyo 2020! Gli USA regolano il Brasile 3-0

    Di Redazione Finalmente anche gli Stati Uniti hanno il loro oro di pallavolo femminile. Mai vinto prima d’ora, la squadra americana è riuscita nell’impresa, e l’ha fatto anche agilmente imponendosi sul Brasile in soli tre set. A guidare le fila americane, un’Andrea Drews da 15 punti infiamma la Ariake Arena quando qua sono le 06.00 del mattino. Per le vedereoro è la solita Fe Garay a dare spettacolo con 11 punti. Non abbastanza per mettere il freno alla nazionale di coach Kiraly. Personale traguardo per l’allenatore americano: è la seconda persona nella storia delle olimpiadi ad aver vinto la medaglia d’oro sia come giocatore che da allenatore, dopo Lang Ping. USA-Brasile 3-0 (25-21, 25-20, 25-14) USA: Poulter (1), Larson (12), Drews (15), Bartsch-Hackley (14), Hill (1), Akinradewo (5), Washington (8), Wong-Orantes. N.E. Hancock, Thompson, Robinson, Ogbogu. All. Kiraly Brasile: de Oliveria (3), Montibeller (8), Braga Guimaraes (10), Pereira (4), da Silva (3), Rodrigues (11), brait, Correa, Ratzke, Silva Carneiro. N.E. Menezes Oliveira de Souza. All. Guimaraes (Fonte: Fivb) LEGGI TUTTO

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    Tandara, ipotesi ostarina come sostanza anabolizzante

    Di Redazione Dopo l’improvvisa notizia della sospensione provvisoria di Tandara, l’opposto brasiliano, per violazione delle norme antidoping, dalle testate brasiliane si evince che la sostanza trovata sarebbe l’ostarina, inclusa nella classe degli anabolizzanti e quindi vietata. L’ipotesi è, però, che questa sia usata per il controllo del ciclo mestruale delle atlete, in modo da controllarlo e impedirne il flusso durante manifestazioni del calibro olimpico. Pratica in uso da diverso tempo nella nazionale brasiliana, di accordo con la Confederazione Brasiliana. Tuttavia, la Confederazione Brasiliana Pallavolo, tramite comunicato ufficiale, informa che l’ostarina non è presente tra i medicinali che i ginecologi, di accordo con il dipartimento medico della nazionale, prescrivono alle atlete in questi casi, a differenza, ad esempio, del didrogesterone. (Fonte: webvolei.com.br) LEGGI TUTTO

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    Esplodono i colori francesi a Tokyo, la missione è compiuta: primo storico oro olimpico

    Di Redazione [CONTENUTO IN AGGIORNAMENTO] Dopo più di due ore di partita, la rivelazione Francia può salire sul gradino più alto del podio olimpico. Dall’ottavo posto, raggiunto a Seoul nel 1998, alla medaglia più ambita da tutti gli atleti: l’oro. A dar filo da torcere, e rendere il successo ancora più gustoso, è stata la Russia (ROC) che ha ceduto solo al tie break, dopo un’incredibile rimonta dal 2-0, con i 21 punti di Mikhaylov. Dall’altra parte però, i francesi possono contare su Earvin Ngapeth, che mette giù 26 punti, 21 attacchi, 2 muri e 3 aces, e non smette mai di incitare i suoi compagni, fino alla conquista del quinto e ultimo set. Francia-Russia 3-2 (25-23, 25-17, 21-25, 21-25, 15-12) Francia: Chinenyeze (7), Patry (15), Ngapeth (26), Brizard (5), Le Goff (9), Clevenot (11), Grebennikov, Toniutti, Tillie, Boyer, Louati. N.E. Bultor. All. Tillie Russia: Podlesnykh (7), Volkov (4), Iakovlev (10), Pankov (1), Mikhaylov (21), Kliuka (20), Kurkaev (6), Golubev, Poletaev, Kobzar. N.E. Volvich, Bogdan. All. Sammelvuo LEGGI TUTTO

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    Dopo 33 anni l’Argentina torna a vincere una medaglia: è bronzo sul Brasile

    Di Redazione Torna alla medaglia olimpica la Nazionale argentina, dopo 33 anni. Nella sfida tutta americana, tra Argentina e Brasile, è la squadra di coach Mendez a salire sul terzo gradino del podio. Non che sia stata una passeggiata per De Cecco e compagnia: i verdeoro hanno lottato fino all’ultima palla, trascinando il match al tie break. Un po’ di cinismo in più dall’altra parte della rete, aiutati dai 21 punti di uno stratosferico Conte, e la medaglia torna a brillare sopra il cielo dell’Argentina. “Abbiamo appena perso la nostra occasione per il bronzo perché l’Argentina è stata superiore a noi in questa partita. Abbiamo commesso molti più errori del solito e loro ovviamente si sono comportati meglio. Nel quinto set abbiamo parlato delle nostre incongruenze nel gioco, ma loro hanno avuto più pazienza e hanno tenuto alto il pallone” è il commento di Bruno Rezende al termine della gara. Argentina-Brasile 3-2 (25-23, 20-25, 20-25, 25-17, 15-13) Argentina: Pereyra (1), Conte (21), Loser (14), Sole (12), Lima (13), Palacios (13), De Cecco (3), Sanchez, Poglajen, Danani, Ramos. N.E. Mendez. All. Mendez Brasile: Rezende (1), Gil Kreling (1), De Souza (17), Leal Hidalgo (5), De Souza M. (6), Correia (11), Saatkamp (14), Souza (13), Souza Alan (2), Hoss, Borges, Santos. All. Dal Zotto (Fonte: Fivb) LEGGI TUTTO