consigliato per te

  • in

    Afghanistan: le smentite sull’uccisione di Mahjabin Hakimi

    Di Redazione
    Con il passare delle ore emergono diversi elementi di incertezza sulla tragica vicenda dell’uccisione della pallavolista afghana Mahjabin Hakimi (a partire dal nome della ragazza, spesso indicato come Mahjubin), attribuita al regime dei Talebani. Nel corso della giornata, come riporta Il Post in una dettagliata analisi, diversi giornalisti del paese asiatico hanno messo in dubbio la ricostruzione inizialmente pubblicata dal Persian Independent e poi ripresa dai media indiani.
    La data della morte di Hakimi è uno dei punti controversi: secondo molte fonti, infatti, la ragazza sarebbe deceduta già ad agosto e non a ottobre, come riportato dalla fonte iraniana. Il che porterebbe a pensare che si tratti della stessa persona citata da altre due giocatrici afghane fuggite dal paese, intervistate dalla BBC, e anche dalla pallavolista che si è rifugiata in Italia grazie all’aiuto di Mauro Berruto, come lo stesso ex CT della nazionale ha detto al Corriere della Sera.
    Il giornalista Miraqa Popal, ex direttore della tv locale Tolo News e oggi rifugiatosi in Albania, si spinge oltre e afferma che la donna non sarebbe stata uccisa dai Talebani, ma si sarebbe suicidata alcuni giorni prima del loro ritorno a Kabul. Una data simile è citata anche da Matiullah Shirzad, direttore della testata Aamaj News: intervistato dall’agenzia Dire, Shirzad parla di “circostanze poco chiare” riguardo alla morte della ragazza. La collega Deepa K.Parent, a sua volta, ha scritto su Twitter di aver sentito i familiari della vittima e di aver accolto la loro richiesta di cancellare le notizie sull’avvenimento.
    This is not true, she committed suicide 10 days before Kabul takeover by Taliban when I was heading TOLOnews Newsgathering. https://t.co/xPSRFkkepj— Miraqa Popal 💧 (@MiraqaPopal) October 20, 2021
    Anche il sito indiano Alt News ha indagato sulla vicenda, scrivendo di aver reperito su Facebook numerosi post di condoglianze per la morte di Hakimi datati all’inizio di agosto, e citando un altro familiare secondo il quale il decesso sarebbe avvenuto per soffocamento e il corpo della ragazza sarebbe stato trovato in casa del suo fidanzato a Kabul. Nessuna fonte cita il macabro particolare della decapitazione.
    Le indagini sull’argomento sono naturalmente complicate dalla scarsa trasparenza del regime afghano e dal possibile timore di ritorsioni da parte delle fonti. Le uniche certezze sembrano essere in questo momento la scomparsa della giocatrice, confermata dagli stessi membri della famiglia, e la difficile situazione a cui devono far fronte in Afghanistan le atlete donne di ogni disciplina, costrette ad abbandonare e nascondere la propria attività.
    In Italia, la Fipav ha deciso di far osservare su tutti i campi un minuto di silenzio in omaggio ad Hakimi.
    (fonte: Il Post) LEGGI TUTTO

  • in

    Lega e Federazione: lutto e solidarietà per l’uccisione della pallavolista afghana

    Di Redazione Grande sconcerto e indignazione in tutto il mondo della pallavolo per la notizia della barbara uccisione della pallavolista Mahjabin Hakimi (o Mahjubin secondo altre fonti), giocatrice della nazionale Juniores dell’Afghanistan, che sarebbe stata decapitata da esponenti del regime dei Talebani come “tremenda” punizione per l’aver svolto un’attività sportiva considerata proibita per le atlete donne. Sulla tragedia ha preso posizione con un comunicato la Lega Pallavolo Serie A Femminile: “Una notizia orrenda, un episodio che ferisce e sconcerta. Come tante ragazze della sua età, Mahjabin giocava a pallavolo e sognava di diventare una campionessa. (…) A differenza di alcune sue compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l’Afghanistan e mettersi in salvo. Sì, perché a Kabul, dopo la caduta del vecchio governo, giocare a pallavolo, partecipare a competizioni internazionali, finire in televisione, è considerato un crimine da punire con l’omicidio. Il mondo della pallavolo piange Mahjabin e tutte le vittime di un genocidio che deve essere fermato“. La Lega femminile annuncia anche “un’iniziativa per denunciare quanto sta accadendo in Afghanistan e per esprimere la più sincera solidarietà alle vittime del regime talebano. Perché lo sport sia ovunque veicolo di emancipazione, di crescita personale e sociale. E non di morte“. Anche la Federazione Italiana Pallavolo si è espressa in una nota: “Sembra impossibile che nel 2021 qualcuno venga ucciso soltanto perché giochi a pallavolo o, ancora peggio, perché voglia inseguire i propri sogni. Invece è un’orrenda realtà. Tutta la grande comunità del volley oggi è in lutto. Mahjabin, dovunque tu sia, ci piace pensarti con un pallone in mano, finalmente libera di poter giocare a pallavolo“. Sotto la guida del presidente Andrea Burlandi, la Fipav Lazio ha, inoltre, deliberato di rispettare un minuto di silenzio nella prossima giornata di gare. Tra i primi a esporsi sull’argomento c’è stato l’ex CT della nazionale Mauro Berruto, che poche settimane fa era riuscito a portare in Italia un’altra ex giocatrice della nazionale afghana: “Guardatela come se fosse vostra figlia – ha scritto Berruto accanto a una foto della pallavolista uccisa – Mahjabin è stata decapitata, perché Hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab. Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo lasciato lì persone che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i corridoi umanitari o ne saremo responsabili“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

  • in

    L’Osasco non dà scampo al Barueri e vince il campionato paulista

    Di Redazione Per la sedicesima volta nella sua storia l’Osasco festeggia il successo nel campionato paulista: dopo il netto successo in Gara 1 della finale contro il Barueri, la formazione campione in carica si è ripetuta anche nella seconda sfida, dominando l’incontro con un netto 3-0 (25-16, 25-17, 25-16). In tutti i set l’Osasco è partito sempre con break importanti, senza mai consentire alle rivali di rientrare: Tifanny ancora top scorer con 17 punti, bene anche Michelle (14), e ha funzionato alla grande la linea di ricezione con Carla e Camila Brait. Assegnati i trofei nazionali, le squadre brasiliane si concentrano ora sul campionato. La Superliga avrà inizio venerdì 29 ottobre, dopo la conclusione del Campionato Sudamericano per Club che prende il via domani a Brasilia. (fonte: Web Volei) LEGGI TUTTO

  • in

    Prosegue a Lubiana il progetto europeo BIGG4VB

    Di Redazione È in programma giovedì 21 e venerdì 22 ottobre a Lubiana (Slovenia) il sesto “Transnational Meeting” del progetto europeo BIGG4VB: Better incorporation of good governance principles for better volleyball success. Il progetto partito nel 2019 e sviluppato dalla Federazione Croata di pallavolo ha l’obiettivo d’instaurare una collaborazione tra diverse federazioni per favorire lo scambio di buone pratiche e l’individuazione di un modello operativo che permetta il miglioramento e la crescita reciproca delle organizzazioni coinvolte. Insieme alla Fipav hanno aderito le federazioni: Polacca, Slovena, Austriaca, Ungherese, Islandese, oltre a due università croate.Con l’appuntamento di Lubiana BIGG4VB ha ormai raggiunto metà del suo percorso e, dopo aver tracciato i punti di forza e di debolezza delle diverse Federazioni, in questa fase verrà presentato un software, sviluppato dalle Università di Spalato e Zagabria, che servirà a migliorare la “good governance” delle organizzazioni.    (fonte: Comunicato Stampa) LEGGI TUTTO

  • in

    Il comunicato della FIVB sul caso doping di Muserskiy

    Di Redazione Dopo la pubblicazione da parte dei Suntory Sunbirds della notizia della squalifica di Dmitry Muserskiy per positività al doping, e le dichiarazioni dello stesso giocatore sull’argomento, anche la FIVB pubblica (finalmente) un comunicato ufficiale, fornendo un’ulteriore versione della vicenda. Dalla nota emerge infatti che è stato firmato un accordo tra il giocatore, la stessa Federazione internazionale e la WADA in cui Muserskiy ammette di aver assunto metilessaneammina (nota anche come dimetilamilammina o DMAA), una sostanza stimolante al centro di numerosi casi di doping a livello internazionale. La sostanza proibita, che è conosciuta popolarmente come “olio di geranio” ma non ha origini vegetali, è stata rinvenuta in un campione raccolto l’11 maggio 2013 dopo una partita del campionato russo a Belgorod. L’esito del test era stato all’epoca tenuto nascosto dal laboratorio di Mosca, ed è giunto alla WADA soltanto molto più tardi, nell’ambito dell’investigazione che ha portato alla squalifica per due anni della Russia dalle competizioni internazionali: questo spiega il ritardo di ben 8 anni nel comminare la sanzione. La squalifica di Muserskiy, come già annunciato, ha una durata di 9 mesi, dal 5 aprile 2021 al 4 gennaio 2022; la FIVB specifica che non è prevista nessuna conseguenza a carico delle squadre di club e che non è prevista la possibilità di appello. Resta da capire – un tema non affrontato nel comunicato – come sia possibile che l’opposto della nazionale russa sia stato regolarmente aggregato alla nazionale nella prima fase della VNL tra maggio e giugno, disputando anche 5 partite, quando in teoria la squalifica doveva già essere in corso. (fonte: Fivb.com) LEGGI TUTTO

  • in

    Muserskiy squalificato per un’analisi del 2013: “Non farò ricorso”

    Di Redazione Ci sono importanti sviluppi nel caso di doping che riguarda il campione russo Dmitry Muserskiy, la cui squalifica fino a gennaio 2022 è stata annunciata nei giorni scorsi dal suo club, i Suntory Sunbirds. La positività del giocatore è stata accertata su un vecchio campione di analisi, rilevato addirittura nel 2013; secondo quanto dichiarato dallo stesso Muserskiy all’agenzia RIA Novosti, però, il risultato del test è stato tenuto nascosto alla WADA (l’agenzia antidoping mondiale) e all’atleta fino a quest’anno. Il periodo di squalifica ha preso il via il 5 aprile scorso e si concluderà il 4 gennaio: è dunque per questo motivo – a dispetto delle motivazioni ufficiali – che l’opposto ha saltato la seconda parte della VNL e le Olimpiadi di Tokyo. Secondo Muserskiy, l’incredibile ritardo nella comunicazione dell’esito del test è dipeso dal conflitto tra la RUSADA, l’agenzia antidoping russa, e la WADA, che ha portato alla squalifica della Russia da tutte le competizioni internazionali per due anni. “Non conosco tutti i dettagli – ha detto il giocatore – ma non capisco perché devo essere responsabile del fatto che è stato tenuto nascosto un risultato del 2013. Inoltre, in quel caso, la squalifica massima dovrebbe essere di 3 mesi“. Muserskiy lamenta anche il fatto di non avere avuto la possibilità di dimostrare la propria innocenza: “Ad esempio, l’esito di un altro test effettuato solo due settimane dopo, durante la World League 2013, è stato completamente ignorato. Eppure era negativo, come tutti i campioni che mi sono stati prelevati durante la mia carriera“. Va ricordato che nel 2013 Muserskiy vinse con la nazionale la stessa World League e i Campionati Europei, dopo essersi laureato campione olimpico a Londra 2012. Il giocatore ha comunque annunciato che non farà ricorso al Tribunale Internazionale dello Sport: “I miei legali mi hanno consigliato di non farlo, altrimenti avrei rischiato una squalifica ancora più lunga“. Non è nota la natura della sostanza proibita trovata nel campione di analisi, di cui Muserskiy dice di non ricordare il nome: “È una sostanza vegetale, un estratto o un olio di geranio. Ho saputo che è ampiamente usato in pasticceria e potrebbe essere entrato nel mio corpo attraverso il consumo di prodotti da forno“. Secondo Sergey Tetyukhin, direttore generale della nazionale, la squalifica è “incomprensibile”: “Non ci sono prove, tutto si basa sulla lista di Rodchenkov (l’ex direttore del laboratorio antidoping di Mosca che consegnò alla WADA una lista di 300 atleti sospetti, n.d.r.). Finora non si sa nemmeno quale sia la sostanza incriminata, da quanto ho capito. Nessuno sa quanto siano affidabili queste informazioni. Comunque, contiamo su Dmitry per la prossima stagione in nazionale: questa storia non influirà in alcun modo“. (fonte: RIA Novosti) LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: al via i Campionati Nazionali femminili, senza le big

    Di Redazione Prende il via oggi in Cina, nella “bolla” di Guangdong, la nuova edizione dei Campionati Nazionali femminili, la tradizionale manifestazione che precede l’inizio della Superleague. Quest’anno però, rispetto alle stagioni precedenti, il torneo non vedrà la partecipazione della maggior parte delle giocatrici più note: negli elenchi ufficiali non ci sono né le (poche) straniere, come Melissa Vargas del Tianjin e Kim Yeon-Koung dello Shanghai, né le protagoniste delle Olimpiadi di Tokyo, e mancano anche altre protagoniste come Yao Li e Kaiyi Ren. La competizione sarà quindi un’occasione per vedere all’opera i giovani talenti del futuro. 12 le formazioni al via: Tianjin, Shandong, Jiangsu, Shanghai, Liaoning, Zhejiang, Fujian, Sichuan, Guangdong, Beijing, Henan e Yunnan. Il torneo, strutturato in due gironi da 6 squadre ciascuno, sarà suddiviso in una prima fase con la formula del girone dell’italiana e una seconda di scontri diretti tra le prime 4 di ogni gruppo. Il tutto entro giovedì 28 ottobre, con una sola giornata di riposo lunedì 25. (fonte: Sina Sports) LEGGI TUTTO

  • in

    Turchia: Fenerbahce solo in testa, l’Eczacibasi ferma il THY

    Di Redazione Dopo il turno infrasettimanale della Sultanlar Ligi resta una sola squadra al comando in Turchia: il Fenerbahce Opet Istanbul, ancora a punteggio pieno nonostante la strenua resistenza opposta dal Sariyer. Le gialloblu, infatti, si impongono con fatica per 3-1 (25-13, 18-25, 27-25, 26-24), annullando anche un set point alle avversarie nel terzo parziale: ancora 28 punti per Arina Fedorovtseva e altri 22 di Anna Lazareva, mentre dall’altra parte Aleksandra Crncevic ne mette a segno 26. Perde per strada il primo punto il PTT, che si impone per 2-3 (23-25, 20-25, 25-21, 25-18, 12-15) su un Kuzeyboru reduce dal tempestoso cambio di allenatore. Nel big match di giornata l’Eczacibasi dà una severa lezione al THY, battuto per 3-0 (25-16, 25-20, 25-20) e in grossa difficoltà in ricezione per tutta la partita: Tijana Boskovic stellare (23 punti con il 70%). Torna subito alla vittoria il VakifBank, che dilaga sul campo del Karayollari con una Chiaka Ogbogu maestosa: 17 punti con l’82% in attacco e 3 muri. Anche il Galatasaray resta nel gruppo di testa grazie al 3-1 in casa dello Yesilyurt, firmato da Alexia Carutasu con 23 punti. Non riesce proprio a sbloccarsi l’Aydin BBSK, che contro la neopromossa Mert Grup Sigorta si fa rimontare un vantaggio di due set (26-24, 25-17, 24-26, 25-27, 9-15), e continua a sorprendere in negativo anche il Nilufer, superato sempre al tie break dall’altra matricola Bolu. (fonte: Tvf.org.tr) LEGGI TUTTO