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    Matteo Berrettini: “La leggenda con cui mi trovo meglio è Adriano Panatta. Lo adoro”

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12

    Queste alcune dichiarazioni rilasciate dal nostro Matteo Berrettini che inizierà ad allenarsi la prossima settimana dopo l’infortunio avuto quasi 1 mese fa alle ATP Finals di Torino.
    “Con alcuni italiani il rapporto è complicato, con altri è più facile. La leggenda con cui mi trovo meglio è Adriano Panatta.Lo adoro. È stato uno dei primi a dirmi che avevo un servizio incredibile e che avrebbe raggiunto i 220 km/h.
    In passato quando giocavano, lo facevano con racchette eleganti, pantaloni lunghi e gli allenamenti non erano così fisici come adesso.Mi dispiace non aver terminato gli studi. Ho fatto il quarto e il primo anno di liceo in un centro studi. Poi ho dovuto smettere perché dovevo dedicarmi al 100% al tennis. Quando compi 17 anni non pensi se la decisione che stai prendendo è quella giusta, ma ora mi pento un po’ Penso che mi sarei divertito in quegli anni.Nel 2014, ho perso al secondo turno di Wimbledon junior. Quando sono uscito dal campo, mi sono detto che un posto del genere andava visto almeno una volta nella vita.Ho sempre avuto la sensazione che lì sarebbe potuto accadere qualcosa di speciale, ma così speciale non lo avrei mai immaginato. Quest’anno ho giocato davvero un gran torneo a Londra.
    “I bookmakers erano convinti che potessi arrivare in finale, mentre io pensavo che fossero pazzi. A poco a poco, mi sono reso conto che il mio tennis si adattava perfettamente a quella superficie.Djokvic non mi ha mai fatto nulla di male, se non battermi ogni volta che ci siamo affrontati.Ha una mente diversa dagli altri. Mi colpisce soprattutto la sua voglia di continuare a vincere nonostante tutto quello che ha già realizzato”. LEGGI TUTTO

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    “…and the winner is”. I premi del tennis maschile 2021

    Novak Djokovic, miglior tennista del 2021

    Tennista dell’anno: Novak Djokovic
    No match nella categoria più prestigiosa. Resta un personaggio complesso, con spigoli per molti troppo acuti, ma il suo enorme talento e dedizione avrebbero meritato il Grande Slam, sfumato ad passo. Stagione incredibile per il tennista complessivamente più forte dell’epoca moderna.

    Delusione dell’anno: Denis Shapovalov
    Ha disputato la prima semifinale Slam a Wimbledon, ma il modo in cui l’ha persa (sprecando tutti i momenti favorevoli) e l’incredibile resto di stagione, giocata in modo pessimo dichiarando di sentirsi per nulla inferiore a Medvedvev & c. spiega il perché questo tennista dal potenziale clamoroso resta al palo. Gli altri corrono, lui no. È un vero peccato.

    Italiano dell’anno: Matteo Berrettini
    Da sempre sognavo di vedere un azzurro giocarsi la coppa dei Championships. Grazie Matteo! Sull’erba è stato dominante, ha alzato ancor più l’asticella del suo gioco, restando solido in top 10 e meritandosi una seconda presenza alle Finals. Purtroppo ha iniziato e poi chiuso l’anno con un infortunio, dovremo abituarci alla sua fragilità, ma quando è in salute, è uno dei migliori. Un dato spiega il suo 2021 eccellente: negli Slam ha perso solo da Djokovic.

    Emergente dell’anno: Carlos Alcazar
    Guai a chi lo giudica un “Nadal 2”. Carlitos è un vero attaccante, un produttore di tennis con tempi di gioco fenomenali. Impressiona l’intensità con cui attacca la palla, senza compromessi, senza la minima attesa. Esteticamente non delizierà i palati di chi ama il tennis classico, ma è un tennista offensivo a spettacolare. È la vera “evoluzione della specie”, giocatore modernissimo con ancora ampi margini di miglioramento. Cosa questa che ha dello spaventoso…

    Torneo dell’anno: Wimbledon
    Per il torneo di Matteo, tantissimi match lottati e spettacolari, per una finale che aspettavamo da sempre. Potrebbe esser stato anche l’addio di Federer.

    Impresa dell’anno: Lorenzo Sonego agli Internazionali BNL d’Italia
    Un leone Lorenzo a Roma, ha giocato oltre il suo livello, toccando le stelle con la punta della racchetta. Ha esaltato tutti giocando partite straordinarie per qualità, spirito combattivo e intensità. Ha superato Thiem, Rublev e costretto Djokovic a giocare al suo massimo per superarlo. Uno spettacolo.

    Coach dell’anno: Riccardo Piatti
    Jannik Sinner ha disputato un’annata ottima, vincendo 4 tornei, toccando il best ranking al n.9 ed entrando come alternate alle Finals, per le quali ha lottato fino all’ultimo torneo per l’ottavo posto. Ma oltre ai risultati, Jannik ha alzato il livello del suo gioco, giocando ad una intensità crescente. Il servizio è molto migliorato, il diritto è sempre più stabile e penetrante, con quel cross dal centro improvviso che è diventato un’arma tattica formidabile. Mancano ancora dei tasselli verso l’eccellenza (soprattutto proiezione in avanti e sicurezza sulla rete), ma il lavoro di Riccardo è impressionante. Sinner apprende, migliora, cresce. Applausi a tutti.

    Fatto dell’anno: molti nuovi volti
    Nel 2021 sono moltissimi i giocatori giovani o di medio livello che sono cresciuti, inserendosi nei piani alti dei tornei e del ranking, alcuni arrivando quasi dal nulla. Norrie, Karatsev, Korda, Brooksby, Van de Zandschulp, Rinderknech, Nakashima, Cerundolo, Baez, per restare ai top 100. Alcuni di loro hanno potenziale per esplodere nel 2022 e diventare giocatori di alto livello.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ItalDavis, una sconfitta sofferta in “sei mosse”

    Il team azzurro a Torino

    L’eco del doloroso k.o. del team azzurro in Davis a Torino non accenna a spegnersi. Brucia la sconfitta nel cuore degli appassionati, segno di quanto sia cresciuta l’attenzione per il nostro sport, grazie agli eccezionali risultati raggiunti negli ultimi anni dai nostri ragazzi. Un crescendo wagneriano che ci faceva sperare di poter riportare a casa la cara vecchia, anacronistica ma amatissima Coppa Davis.A gettare benzina sul fuoco anche le secche dichiarazioni dell’ex CT Barazzutti, che non commentiamo oltre. Quello che invece ci preme commentare, perché forse non è stato così ben approfondito e compreso dalla stragrande maggioranza degli appassionati, è la situazione a dir poco particolare (e discretamente sfortunata) che la nostra squadra di Davis ha affrontato contro la Croazia, finendo per perdere l’incontro e la chance di volare a Madrid per giocarsi il titolo 2021.
    Ecco i nostri 6 punti, non una “difesa” del team italiano e di capitan Volandri, ma solo un tentativo di spiegare i motivi che hanno portato alla sconfitta. I nostri azzurri se lo meritano.Infortunio di BerrettiniL’infortunio del proprio miglior giocatore è il peggior scenario possibile. Basta chiedere agli spagnoli, che orfani di Nadal e poi pure del rampollo Alcaraz sono usciti di scena mestamente. Il k.o. di Berrettini non ci voleva, è stato sportivamente devastante. Per lo sfortunatissimo Matteo, che ha dovuto rinunciare sia alle Finals (dopo aver giocato un primo set stupendo vs. Zverev) che a giocare con la maglia azzurra davanti al suo pubblico; ma anche per tutta la squadra, che in lui ha un leader, carismatico e trascinatore. L’abbiamo visto in ATP Cup, dove siamo arrivati in finale contro i fortissimi russi trascinati proprio dalla potenza di Matteo. Il romano è un top 10 vero, affermato, solido. Nel 2021 ha raggiunto – primo italiano nella storia – la finale di Wimbledon, e negli Slam ha perso “solo” da un certo Djokovic… a conferma del suo status di campione. Se vogliamo essere ambiziosi, non possiamo permetterci di fare senza di lui, nessuno può rinunciare al proprio miglior tennista. Purtroppo Matteo è giocatore straordinario ma assai fragile. Gli slanci impressionanti del suo gioco sottopongono il suo fisico a tensioni estreme, come era accaduto già agli Australian Open. Non averlo avuto a disposizione, è stato un enorme problema, con lui in campo molto probabilmente le cose sarebbero andate diversamente.K.O. Sonego, ma…Lorenzo ha deluso, inutile girarci intorno, ma il più afflitto è proprio lui, perché ha perso in casa e la sua sconfitta si è rivelata decisiva. Con il format attuale, non puoi permetterti un passo falso, soprattutto in singolare se non hai nel doppio un punto forte. Sonego ha perso, perso male. Aveva esaltato tutti nel primo scontro, quando ha demolito il bombardiere Opelka, e poi ha rimontato Mejia, portando un punto importante. Contro Gojo le cose erano partite bene, poi… si è spento. Aveva dato tutto, tanto che nemmeno il pubblico della sua città è riuscito a rianimarlo. Ha sbagliato, troppo, non era più lucido, ma ha lottato fino in fondo, fino all’ultima palla, come ha sempre fatto e continuerà a fare. Non è giusto considerarlo “il colpevole”. Spiace, ma è un patrimonio del nostro tennis, esempio di dedizione e voglia di vincere. Questa sconfitta è già un fardello micidiale, non ha senso mettergli la croce addosso.Doppio, non c’era alternativa in quel momentoQualcuno ha parlato di scelta sbagliata nel doppio, sconfitta rivelatasi decisiva. Ma… chi avrebbe dovuto giocare? Sinner è tornato in campo pochi minuti dopo aver rimontato Cilic, ed ha fatto anche una prestazione discreta. Sonego era svuotato e distrutto dalla brutta sconfitta. Purtroppo non tutti hanno compreso che Bolelli si era fatto male e che nemmeno Fognini era in condizione ottimale, anzi, era parecchio dolorante. Ne scriviamo nei due punti seguenti. Musetti? Farlo esordire in quel momento, match decisivo con una pressione assoluta, era un rischio terribile, soprattutto per Lorenzo. Purtroppo il nostro CT era con le spalle al muro, non c’erano alternative a Sinner/Fognini. Una delle priorità dal 2022 sarà di sicuro lavorare per costruire una coppia di doppio affidabile e forte (infortuni a parte). Se il format della Davis resterà questo, non potremo farne a meno.Fognini aveva problemi al gomitoFabio purtroppo non ha giocato una buona partita nel doppio decisivo, ma era in cattive condizioni. Ha accusato un problema, tanto da aver sofferto nell’allenamento alla domenica. La risonanza effettuata quel pomeriggio ha rilevato una epitrocleite, infiammazione del gomito. Impossibile intervenire in tempi così brevi. Fognini c’ha provato, ha giocato, ma il suo rendimento era compromesso, con la “sfortuna” di ritrovarsi davanti anche la miglior coppia di doppio al mondo del 2021.Infortunio di Bolelli, indisponibileMentre Fabio è andato in crisi per un’infiammazione, Bolelli è stato “abbattuto e affossato”. Incredibile ma vero, l’ultimo tassello di una fase finale di Davis 2021 in cui tutto quel che poteva andare male, è andato pure peggio… Simone in allenamento stava provando sulla rete il riflesso sulle volée al corpo, un allenamento classico, di routine, che ha fatto mille volte in carriera. Durante una schermaglia, Bolelli s’è girato d’istinto per evitare una palla molto veloce e questa l’ha colpito sul costato. Il dolore iniziale è diventato troppo intenso, tanto che faticava pure a respirare. Il responso dell’esame è stato una mazzata: infrazione di una costola. “Bole” k.o., non disponibile. Il suo apporto, in doppio, un doppio decisivo, sarebbe stato assolutamente fondamentale, per la sua esperienza e forza nella specialità. Invece niente, anche lui, come Berrettini e in parte Fognini, k.o. Se non è sfortuna questa.Non bruciare MusettiViste le varie criticità, in molti hanno parlato della opportunità di schierare Musetti come doppista al fianco di Sinner. Era una possibilità, certo, ma sarebbe stato come lanciarlo nella gabbia dei leoni senza alcuna difesa. Lorenzo è un grandissimo talento, ma sappiamo che nella seconda parte del 2021 ha accusato una flessione, soprattutto sul lato mentale e della convinzione. Crediamo che sia stato – giustamente – convocato più per far esperienza e maturare nel gruppo che per la reale intenzione di mandarlo in campo, tanto che Volandri l’ha fatto esordire in un contesto meno difficile (sul 2-0 a risultato acquisito contro gli USA). La pressione era massima sull’1-1 con la Croazia, caricare sulle spalle di Musetti, in questo momento un po’ fragili, le aspettative di un paese intero sarebbe stato un peso di tonnellate, impossibile da sopportare. Musetti è un ragazzo più emotivo rispetto a Sinner, ha bisogno di più tempo per crescere e maturare. In questi casi è più importante pensare al ragazzo, al suo futuro che alla contingenza della squadra. Ci sono molti esempi in passato di tennisti letteralmente bruciati da un esordio sbagliato in Davis o in uno Slam con una wild card affrettata. Concordiamo con la scelta di non averlo buttato in campo in un match decisivo.
    Aggiungiamo che anche la scomparsa del Dott. Parra, punto fermo del team italiano per tanti anni, ha contributo a rendere il tutto  ancor più doloroso.In conclusione, crediamo che il team azzurro al completo e in salute possa giocarsela con tutti, sarebbe tra i favoriti, con l’incognita del doppio sul quale Volandri e i nostri ragazzi devono assolutamente lavorare per avere un piano A ottimale e un piano B credibile, in caso di emergenze. Quale? Sinner è il migliore dei nostri in risposta, ma tenerlo solo per il singolare sarebbe forse la strada migliore. Berrettini il migliore al servizio, ma idem come sopra. Forse si potrebbe puntare su un Sonego-Musetti, far giocare loro i 4 Slam insieme, magari potrebbe giovare ad entrambi pure per la propria crescita in singolare (lavorerebbero sui tempi della risposta). Visto tutto quel che abbiamo sofferto, la sconfitta contro la Croazia resta dolorosissima. Si poteva evitare, ma è nell’ordine delle cose. Ancor più quando gli avversari giocano davvero bene e si meritano il successo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Davis: Italia out, ma ora non cerchiamo colpevoli

    La corsa dell’Italia di ferma a Torino

    Inutile girarci intorno: sognavamo Madrid, sognavamo l’”insalatiera”, da riportare a Roma dopo 45 anni. Magari prendendoci la rivincita sulla Russia dopo l’ATP Cup dello scorso gennaio. Il risveglio in questo gelido – in tutti i sensi – martedì mattina è assai diverso. Il team italiano di Davis non ha superato la fasi a gironi di Torino, la sconfitta per 2-1 contro la Croazia ci ha condannato a una dolorosa eliminazione. Eppure avevamo uno “squadrone”, con tutto il mondo che ora ci guarda come paese di riferimento, con un movimento in salute, ricco di talento e giovani, destinato a darci grandi soddisfazioni negli anni a venire.
    Una sconfitta amara, amarissima. Inattesa, perché i croati erano una squadra tosta, ma battibile. Chiudiamo un 2021 straordinario con un passo falso, ma non per questo adesso dobbiamo metterci a cercare in modo spasmodico un capro espiatorio, i colpevoli. Perché? Risposta molto semplice: nello sport si vince e si perde, gli avversari possono esser migliori in quella giornata, in quella partita. È la prima legge di chi pratica e ama lo sport. Il rispetto dell’avversario, della prestazione – positiva o negativa che sia – accettando che si possa perdere. Serenamente, applaudendo i rivali. Ieri i croati sono stati complessivamente superiori.
    Gojo ha giocato meglio di Sonego, Cilic si è fatto rimontare da uno splendido Sinner ma ha giocato un match di altissimo livello, il doppio Mektic/Pavic è la miglior coppia al mondo del 2021. Questa formula della “nuova” competizione nazionale a squadre non ti lascia margine d’errore: basta giocar male un match, e sei OUT.
    Troppo facile sparare su Lorenzo Sonego. Non è giusto farlo. “Sonny” ha giocato un primo match nel girone positivo, ieri ha deluso. Lui lo sa per primo, e nessuno oggi sta male più di lui (e chissà per quanto ancora soffrirà questa pesante sconfitta). Lorenzo è un “animale” da battaglia, si nutre della lotta, della sfida, del pubblico. Ieri ha disputato una pessima partita, sotto tutti i punti di vista. Ha servito maluccio, non è riuscito ad avanzare con continuità verso la rete, finendo in trappola in uno scambio in cui non riusciva a sfondare il croato, sbagliando spesso per primo. Scelte sbagliate in molte fasi, non è soprattutto riuscito a far sentire il “peso” della sua miglior classifica e del fattore campo a Gojo, che sul finale del match ha concesso una chance per rientrare. Quello era il momento per “azzannare” la partita, aizzando il pubblico e facendo così tremare l’avversario. Non c’è riuscito. Chiaro che la sconfitta di Sonego sia risultata decisiva, ma Lorenzo resta un patrimonio del nostro sport, e sono sicurissimo che imparerà da questa battuta d’arresto e tornerà in futuro uomo-Davis importante. Buttargli ora la croce addosso sarebbe solo ammazzarlo sportivamente. Non se lo merita, non è utile, non va fatto.
    Sinner ha mostrato per primo a se stesso di essere anche un uomo-Davis. La sua rimonta in parte fortunata ma assolutamente meritata vs. Cilic ce lo consegnerà nel 2022 ancor più forte, consapevole e pronto alla pugna nei contesti più duri. Possiamo solo ringraziare lui, Piatti e tutto il team per il 2021 da sogno che c’ha regalato, convinti che il 2022 sarà un anno ancor più bello e profondo. Tutto a vivere insieme.
    Il doppio in Davis, anche in questa nuova formula, resta decisivo. Abbiamo pagato dazio ad una coppia troppo forte, non c’era molto da fare. Possiamo sicuramente lavorare nel 2022 per costruire un duo più forte, magari con qualche prova negli Slam. Ma su tutto non ci dimentichiamo l’assenza terribile di Matteo Berrettini. Con lui in campo, è molto probabile che non avremmo perso il primo singolare, e saremmo rimasti in corsa per volare a Madrid come una squadra davvero temibile. Con Matteo in piena efficienza potremo anche puntare ad un doppio più forte e consistente. Non siamo stati fortunati nella quindicina torinese, l’infortunio di Berrettini non ci voleva davvero, ma nello sport capitano anche queste cose.
    Dobbiamo accettarlo e guardare avanti. Con fiducia. Non è “buonismo”, è un’analisi corretta della realtà. Chiaro, era meglio vincere. Era meglio arrivare in Spagna e far tremare il mondo tennistico, tra le bordate di Matteo, il pressing di Jannik, la voglia di Lorenzo, l’esperienza di Fabio e la gioventù di “Muso”. Sarà per l’anno prossimo. Un team così giovane, forte, variegato non l’abbiamo avuto da oltre 40 anni, forse mai. Perdersi in una sterile caccia alle streghe non serve a nessuno. Meglio applaudire gli avversari, più bravi, e fare tesoro della sconfitta. Solo sbagliando, si impara e si cresce. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO